Harry era rosso in volto. Fredde goccioline di sudore gli colavano sulla fronte. Le labbra morse con febbrile fervore.
Dio, ti prego, non adesso... Non dopo tutto questo, ora che sono arrivato qui... se solo potessi urlare, forse maschererei questa mia oppressione. Mi tradirei, ma almeno... No, non posso, pensava.
Guardò in alto, il soffitto imbrattato di ragnatele, e sospirò. Chiuse gli occhi, mentre le braccia cominciavano a tremargli.
-Harry...- sussurrò Ginny, la sua voce sembrava così lontana... la sua piccola Ginny, come poteva immaginare lei cosa stesse accadendo dentro di lui? Non resisteva più. Sapeva che avrebbe ceduto...
Freddo, e poi caldo, in un miscuglio che lo faceva rabbrividire visibilmente.
-Harry, cosa sta succedendo?-.
Riaprì gli occhi verdi, ed ancora una volta li fissò in quelli della ragazza, così simili ai cieli di agosto che quasi credette di affondarvi.
-Io...-
-Ehi, che c'è?-
-Ginny... m-mi dispiace...- una goccia di sudore scivolò dalla spalla del ragazzo sulla pelle morbidissima e candida della rossa, che sussultò nel vederlo strizzare gli occhi sofferente. Gli strinse le braccia.
-Ginny no, non fare così ti prego...-
-Harry, ma..-
-Mi prometti che mi resterai accanto, Ginny? Prometti che non te ne andrai, se te lo dirò?-
-Cosa stai dicendo, Harry? Stiamo facendo l'amore e... perchè dovrei andarmene? Cosa c'è che non va, ti sei bloccato tutto in un colpo di quelli che...- sospirò un po' sofferente.
-Io...- si passò un avambraccio sulla fronte -Oh Ginny, mi dispiace così tanto che...-
-Ehi cazzo, dimmelo dai...-
-Mi scappa da scorreggiare...-.