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Autore: AlexisLestrange    11/08/2012    6 recensioni
Castiel alzò gli occhi verso il cielo. Si poteva distinguere con facilità ogni singola stella, ed erano tante, milioni, milardi: se ne stavano lì, ferme, apparentemente immobili, ignare di quello che accadeva al di sotto.
Eppure quei bambini avevano detto che sarebbero cadute.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Castiel alzò gli occhi verso il cielo.
 
La notte era chiara e limpida, tanto che si poteva distinguere con facilità ogni singola
stella, ed erano tante, milioni, milardi: se ne stavano lì, ferme, apparentemente
immobili, ignare di quello che accadeva al di sotto.
 
Eppure quei bambini avevano detto che sarebbero cadute.
 
E non solo: avevano specificato chiaramente che per ogni stella che si sarebbe
staccata dalla volta celeste, si sarebbe potuto avverare un desiderio.
 
L’idea gli era parsa meravigliosa e folle al tempo stesso, ma non aveva impiegato
molto ad accettarla come vera –dopotutto, cose molto più strano accadevano ogni
giorno.
 
Sarebbe bastata una stella a salvarlo? L’occasione di esprimere un desiderio, il suo
desiderio, e quello si sarebbe avverato? Avrebbe posto fine a tutto?
 
Poteva essere così semplice? Se solo avesse aguzzato la vista al punto giusto, ciò che
più voleva al mondo si sarebbe realizzato? Sarebbe realizzato?
 
E così, era salito su quella collinetta, e si era seduto sulla panchina, la testa rovesciata
appena all’indietro, le mani nelle tasche consumate del trench, immobile.
 
Ed era restato così, Castiel. Fermo a fissare il cielo con sguardo risoluto. Ora dopo ora,
minuto dopo minuto, istante dopo istante.
 
Quasi non sbatteva ciglio. Non voleva rischiare di perdersi nulla. Anche solo
respirando, gli sembrava di compromettere l’esito della sua missione.
 
Ma più aspettava, più si riempiva di dubbi. Quei bambini non erano poi stati così
chiari! Il desiderio si doveva esprimere prima, dopo o durante la caduta della stella?
Poteva davvero desiderare qualsiasi cosa? Se il desiderio riguardava un’altra persona,
bisognava che anche quella desiderasse?
 
Eppure non mosse un muscolo. Rimase come paralizzato nella sua posizione, il collo
teso all’indietro: solo gli occhi, si muovevano a scatti, rapidi, come se stessero
tentando di abbracciare l’intera volte celeste in un solo colpo.
 
Ma nulla cadeva dal cielo. Le stelle erano tutte là, al loro posto, non avevano mosso
un passo. Sembravano ricambiare il suo sguardo con aria beffarda.
 
Castiel si arrischiò a deglutire. Se era una sfida di pazienza, perseveranza o
determinazione, era intenzionato a vincerla. Aveva tutto il tempo del mondo. Era un
Angelo.
 
E aveva disperatamente bisogno di quel desiderio.
 
Il parco tutt’attorno si stava svuotando. Giovani coppie, famiglie o gruppetti
di ragazzini si allontanavano chiacchierando e spintonandosi, ridendo.
 
Qualcuno di loro lanciava un’occhiata divertita all’uomo col trench seduto
in quell’assurda posizione, immobile, ma nessuno disse niente.
 
E Castiel continuò ad osserva il cielo.
 
Lo osservò talmente a lungo che gli parve di aver imparato l’esatta posizione di
ognuna di quelle stelle.
 
Lo osservò finchè non cominciò a sentirsi stanco, e a vedere le luci delle stelle
confondersi tra loro.
 
Sbattè le palpebre, imponendosi di resistere. Dipendeva tutto da quello! Non si
sarebbe arreso. Gli bastava una stella, una sola.
 
Solo una stella cadente.
 
«Ehi, Cass, che ci fai lassù?»
 
La voce di Dean Winchester lo riscosse di botto dal suo torpore.
 
Sussultò, sbatté di nuovo le palpebre, e abbassò lo sguardo verso di lui.
 
Così facendo, non si accorse della stella che cadde proprio sopra di lui, in una scia
luminosa.
 
«Ti prenderai un accidenti, se rimani lassù tutta la notte, Cass».
 
Il cielo gli aveva giocato un altro brutto scherzo.
   
 
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