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Autore: Jejje    23/02/2007    13 recensioni
nonostante non stessi molto bene non avevo assolutamente intenzione di mancare alla festicciola (o per meglio dire riunione, come loro la chiamavano) che Harry e Luna avevano organizzato a casa loro, non dopo tutto il tempo passato senza vederli. Restai disteso a letto finchè potei, per poi avviarmi lentamente verso il bagno, con passi strascicati. Mentre mi lavavo il viso feci un paio di conti, uno... due... erano perlomeno quattro o cinque mesi che non vedevo il mio gruppo di Hogwarts...
Song-fic sul testo della bellissima canzone di Massimo di Cataldo *_*.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco arrivare un'altra mia One Shot R/Hr XD Stavolta song-fic, un genere che non avevo mai provato ^^. La Canzone è Scusa Se Ti Chiamo Amore di Massimo di Cataldo, ed è veramente fantastica, lasciatevelo dire **. Spero vi piaccia!


Dedicata di nuovo alla Lollo, dato che grazie a lei Dean Thomas non soffrirà più di crisi di identità.

{ Scusa se ti chiamo amore }

Quella sera non avevo voglia di uscire; avevo freddo, il solo rumore della pioggia che batteva sul tetto mi dava fastidio, e non mi sentivo neanche al massimo delle mie forze. Probabilmente mi sarei ammalato nel giro di un paio di giorni, ma la cosa non mi interessava, anzi, pensare ad una piccola pausa dal lavoro mi faceva solo piacere.
Comunque, nonostante non stessi molto bene non avevo assolutamente intenzione di mancare alla festicciola (o per meglio dire riunione, come loro la chiamavano) che Harry e Luna avevano organizzato a casa loro, non dopo tutto il tempo passato senza vederli.
Restai disteso a letto finchè potei, per poi avviarmi lentamente verso il bagno, con passi strascicati. Mentre mi lavavo il viso feci un paio di conti, uno... due... erano perlomeno quattro o cinque mesi che non vedevo il mio gruppo di Hogwarts. Per me era una grande tristezza rendermi conto che non avevamo più la possibilità di vederci spesso, dopo aver terminato la scuola ed aver iniziato a lavorare, praticamente ognuno per conto proprio. Ritornai nella mia stanza e cominciai a vestirmi.
Harry alla fine era riuscito a diventare un Auror, come sperava, e si era reso conto di essere innamorato di Luna solo dopo i continui e goffi complimenti di lei, che avevano fatto una certa tenerezza anche a me. Lei era semplicemente rimasta a servire ad un piccolo negozietto sotto la sua casa; in effetti non si poteva dire che avesse fatto molta strada, ma era senza dubbio molto più felice di certe donne in carriera. Per renderle più semplice il lavoro Harry si era trasferito da lei e non se ne era più andato. Mi chiesi quando si sarebbero sposati, dato che erano ormai quattro anni che stavano insieme... forse erano la coppia più strana che avessi mai conosciuto, ma erano anche la più dolce e sicuramente la più innamorata.
Pronto, mi chiesi se fosse già l'ora di presentarmi davanti alla loro porta. Arrivando alla conclusione che potevo godermi un altro po' di relax, mi misi a sedere sulla poltrona del salotto. Uhm, ci dovrebbero essere anche Neville e Ginny, pensai, e forse anche Dean e Seamus. Ginny era l'unica fra loro che vedevo spesso, ovviamente. Mamma non aveva mai permesso che snobbassimo la cena settimanale della grande unica famiglia Weasley, e io a dir la verità non avevo mai neanche pensato di farlo, stavo troppo bene con la mia famiglia. O almeno con parte di essa... ma non sentivo molto la mancanza di Percy. Una delle tante differenze tra me e mia madre.
Avevo visto Neville, Dean e Seamus insieme per la stessa occasione, diversi mesi prima, per un'altra riunione. Se ci avessero detto qualche anno prima che Neville sarebbe diventato un professore non ci avrebbe creduto nemmeno Luna, ma adesso ci avevamo quasi fatto l'abitudine... era ormai più di un anno che insegnava Erbologia a Hogwarts, senza ovviamente aver preso il posto della vecchia professoressa. Un aiutante, potevamo definirlo.
Dean e Seamus erano finiti entrambi a lavorare al Ministero, senza aver potuto evitare tutti gli odi incontrastati che avevano suscitato in parecchi di noi. Io ed Harry non ci eravamo rimasti troppo bene, ma alla fine se ne erano usciti con la promessa di riuscire a rimettere in riga il Ministero fin dal basso. Non era affatto la promessa quanto le risate che ci avevano fatto fare che avevano fatto tornare il nostro rapporto alla normalità.
Ormai era l'ora. Riaprii gli occhi, che non mi ero neanche reso conto di aver chiuso, e mi rialzai svogliatamente, obbligandomi a non pensare a nient'altro che la Materializzazione. Lei non ci sarebbe stata. Lei non c'era mai.
Grazie all'aiuto delle indimenticabili tre D mi ritrovai davanti al portone della casa di Luna, e senza aspettare un secondo presi a bussare violentemente, mentre un sorriso mi si apriva fra le labbra per la contentezza di rivedere tutti. Seguirono dei passi veloci, e la porta si aprii.
- Ti apro volentieri, Ron, non c'è bisogno che butti giù la porta - disse Harry, con una perfetta aria scocciata.
- Beh, meglio non rischiare - risposi io avvicinandomi a lui e abbracciandolo, mentre entrambi scoppiavamo a ridere. Harry si fece indietro per farmi entrare, mostrandomi una Luna altrettanto felice di rivedermi; mi venne incontro con ancora un cencio tra le mani, saltandomi praticamente addosso e baciandomi una guancia. - Rooon, ciaooo! - urlò lei felice - che bello rivederti! -
- Anche io sono entusiasta, Luna. Non è ancora arrivato nessuno? - le chiesi io senza smettere di sorridere. Fu Harry a rispondermi:
- No, non sei il primo, in salotto c'è già qualcuno, puoi andare a salutarlo -
Luna sembrava stare per aprir bocca, ma in quel momento qualcuno bussò ed entrambi si precipitarono verso la porta. Io feci un sorrisetto e cominciai ad avviarmi verso il salottino, aspettandomi di vedere Neville, o Dean.
Ma la persona che era lì, in piedi davanti ad una mensola e che sembrava stare per toccare un piccolo oggettino poggiato sopra, non era decisamente Neville. E neanche Thomas o Seamus.
Lei sobbalzò, avvertendo la mia presenza, ed esclamò girandosi di scatto: - Non lo stavo toccando, giuro! -
Io la guardai senza riuscire a togliere dalla mia faccia il mio sguardo stupito. - Hermione? -
- Ron? - disse lei con il mio stesso tono di voce e la mia stessa espressione.
- Seamus? - disse la voce di Dean, non riuscendo a riprodurre esattamente il tono stupito a causa delle sue risatine. Mi girai indietro e vidi Harry, Luna, Dean e Seamus poco distanti da me, con un'aria vagamente divertita, e riguardo Harry, imbarazzata.
- Ehi, ciao ragazzi! - dissi io, andando ad abbracciare entrambi, con la mente annebbiata.
Cosa ci faceva lei qui?
Mi sembrava che Dean mi stesse facendo delle domande, ma non riuscivo a capire cosa stesse dicendo, nonostante potessi sentirlo benissimo. Pensando di andare sul sicuro, annuii fortemente senza spegnere il mio sorriso, per poi avviarmi dall'altra parte del salotto, dove Hermione non si era mossa. Da lei non riuscii a mantenere il mio sorriso, però, e lei fece lo stesso. Pensai che non fosse il caso di abbracciarla e che una stretta di mano sarebbe stata più che sufficiente. Ma perchè, poi? - mi chiesi mentre lei me la stringeva, imbarazzata -
noi siamo sempre stati migliori amici. Perchè non abbracciarla?
Furono i suoi occhi a ricordarmi il motivo. Mi aveva fatto troppo male, un male insopportabile, un male che non avevo mai dimenticato.



Ciao, che coincidenza
tu in questa stanza a casa di amici
cosa mi dici?



- Ciao, Ron! Non mi aspettavo di vederti qui... anche se ora che ci penso me lo sarei dovuto aspettare - disse lei spezzando quel momento di silenzio che si era creato fra noi.
- Io invece sono giustificato... di solito non ci sei mai - le risposi io, cercando di aprire un sorriso falso sulle mie labbra.
- Già... sono tornata per un po' perchè mi mancavate tutti - arrossì lei, mentre la vedevo torturarsi le mani. Le conversazioni e le risate degli altri erano solo un sottofondo.
- Capisco... come va il lavoro? - le chiesi, cortese. Hermione capì sicuramente che la domanda non poteva non ricordarmi il passato, e neanche a lei. Un’ombra le passò negli occhi, prima di riprendere il sorriso e rispondermi:
- Oh, molto bene. Mi trovo davvero bene, lì -
Spostai lievemente lo sguardo verso l'oggettino che stava fingendo di non voler toccare al mio arrivo. Non potevo credere che fosse lì. Non potevo credere che fosse tornata, anche solo per poco. Non potevo credere che fosse ancora in grado di accelerare i battiti del mio cuore.
Io ed Hermione ci eravamo messi insieme alla fine dell'ultimo anno di Hogwarts, dichiarandoci di aver nascosto il nostro amore per molto, troppo tempo. Eravamo stati insieme per due anni, e non ricordavo di essere mai stato meglio. Ci amavamo tantissimo, le nostre famiglie ci appoggiavano, non c'era niente che ci impedisse di essere felici... ma poi era arrivato quello. Il lavoro.
Nel giro di due mesi se ne andò per insegnare Incantesimi a Beauxbatons, lasciando praticamente del tutto noi, la sua città e la sua vita. Tornava qui solo per le vacanze estive, ma il nostro rapporto non si era mai ricostruito. Io non l'avevo mai perdonata. E nonostante credessi di essere riuscito a superarla, riparlandole mi resi conto di non averla mai dimenticata... non come avrei voluto io. Mi ritornarono in mente le parole che mi aveva detto quel giorno, fra le lacrime; mi aveva detto che mi amava, che voleva bene a tutti noi e che soffriva a lasciare la sua vita qui, ma che non poteva rinunciare all'occasione che aveva a Beauxbatons di insegnare. Inizialmente cercai di appoggiarla, ma quando mi fece capire che aveva intenzione di lasciare anche me mi fece crollare il mondo addosso. Io ti amo, ma farebbe troppo male ad entrambi vederci solo pochissimi mesi all'anno. Ci rifaremo una vita, vedrai...
- Bene... molto bene - non riuscii a dire nient'altro. - Anche a me va bene. Continuo a lavorare con i miei fratelli e mi diverto molto. –



Va be', va meglio pure a me
può darsi non sia stato uno sbaglio
aver dato un taglio con te
e non vederci più, non sentirci più



- Oh, ci credo! Dev'essere bello lavorare in quel negozio - commentò lei.
- Quei negozi, in effetti. Siamo cresciuti parecchio, ultimamente... adesso i negozi qui intorno sono tre, ognuno lavora al suo. E' incredibile a quanta gente piacciano queste stupidaggini – mi azzardai a sorridere.
- Oh mio Dio, ma è fantastico! Complimenti! Sono fiera di voi... c'è sempre bisogno di un paio di risate, ogni tanto -
- Hai ragione... anche se alcuni giochetti sono veramente bastardi, mi sa che hanno anche fatto piangere qualcuno - risposi io con un ghigno, passandomi le mani sui pantaloni.
- Non stento a crederlo, sinceramente, conoscendo Fred e George - rise Hermione, scuotendo la testa. - anche se sei più piccolo sei tu che devi tenerli a bada - continuò, dandomi una pacca sulla spalla. Ci guardammo per qualche secondo negli occhi cercando di restare seri, per poi scoppiare a ridere contemporaneamente.
- Ok, ok... forse non sei così diverso da loro - continuò a ridere lei, mettendosi dietro l'orecchio un boccolo ribelle. Non aveva più i capelli crespi.
- Mmh, no, anche perchè buona parte dei giochetti bastardi sono una mia idea! - confessai con un sorriso.



E adesso guarda tu mentre ridiamo insieme...

 

Lei mi guardò con aria sconsolata - Sei sempre il solito - disse, sospirando.
Il silenzio ricadde fra di noi, sentivo le orecchie calde e capii che quel momento di imbarazzo andava assolutamente distrutto.
- Ehm... forse sarà meglio andare a fare due chiacchiere anche con gli altri, che ne dici? - domandai, timido.
- Ma certo, sono qui per questo - mi rispose col sorriso dolce che mi aveva fatto innamorare.
Fu solo lei ad avvicinarsi a Dean e abbracciarlo entusiasta, però. Io rimasi fermo dove ero, osservandola senza essere notato, cercando di capire cosa esattamente quella ragazza significasse per me. E' solo il mio primo amore, mi dissi. E cosa più importante, è quella che mi ha spezzato il cuore. Scossi la testa, imponendomi di non pensarci. Notai che nel solito angolo c'era il tavolino con le bibite, immancabile nelle riunioni. Pensando a quanto odiassi la risata di Dean, mi avvicinai al tavolo fissando la Burrobirra che avevo mirato.
- Sei sempre fedele alla Burrobirra, eh? - sentii dire improvvisamente da dietro di me, mentre un braccio mi avvolgeva le spalle. Girandomi di scatto il mio sguardo cadde sulla cicatrice che Harry ancora portava sulla fronte.
- Eh sì. Mi è proprio rimasta nel cuore - dissi io con un sorriso, mentre stappavo la bottiglia.
- E non è l'unica, mi sembra di notare - commentò, con aria un po' maliziosa. Lo guardai di nuovo in viso con aria sprezzante, ma lui non sembrava voler togliere dalla faccia quell'espressione da sono-il-tuo-migliore-amico-quindi-capisco-tutto-di-te.
- Harry, la tua donna è favolosa - disse la voce che troncò il mio discorso con Harry sul nascere. Hermione ci aveva raggiunti ridendo, probabilmente grazie a una delle solite performance di Luna.
- Favolosa, favolosa - continuò, afferrando un bicchiere. Senza che me lo avesse chiesto le versai la Burrobirra che avevo aperto per me, mentre notavo che Harry si allontanava di soppiatto.
- Ah, mi conosci ancora troppo bene - mi disse lei guardandomi, a metà fra l'essere imbarazzata e divertita.
Presi un'altra bottiglia e l'aprii, mentre lei portava il bicchiere pieno alle labbra.
- No... sei solo tu che non cambi mai - le dissi.

 

 

Ehi, mi sei mancata, dài
non sei cambiata
verso da bere nel tuo bicchiere, cin cin
è tutto come un film
non mi aspettavo proprio stasera questa atmosfera con te
che non vedevo più e non sentivo più

 

Lei sorrise mentre beveva.
- Beh, anche questo è probabile - disse - non credo che nessuno cambi mai veramente. -
- Credo che questo dipenda da persona a persona. Noi cambiamo vita, abbandoniamo la vecchia e ci adattiamo alla nuova... cresciamo... inevitabilmente qualcosa cambia. -
Durante l'ennesima pausa di silenzio che seguii mi chiesi se avesse colto fino in fondo quello che avevo detto. Probabilmente sì, giudicando dalla sua espressione... imbarazzata, forse pentita?
- Già... anche tu hai ragione. Ma credo che quando le persone crescono, cambino solo in meglio - riprese lei, poggiando il bicchiere ancora pieno sul tavolo e sfiorandomi lievemente la mano, come con una carezza consolatoria. - e si rendano conto di cosa hanno perso facendolo. –



Da quanto tempo tu non tieni le mie mani?

 

Deglutii, stringendo furiosamente il bicchiere che tenevo in mano. Speravo che lei non avesse notato le mie nocche bianche.
- Se Harry sapesse che stiamo perdendo il tempo delle sue preziose riunioni per parlare di cose filosofiche probabilmente non ci inviterebbe più - buttai lì, volgendo il mio sguardo altrove. Contro ogni mia speranza riuscii a farla sorridere, mentre anche lei si girava a guardare i nostri amici che stavano ridendo come ai vecchi tempi. Harry era seduto su una poltrona e teneva Luna sulle ginocchia, Dean e Seamus invece erano seduti su delle sedie lì accanto e insieme ridevano come matti.
- Credo di sì, probabilmente lo farebbe. Anche se dati tutti gli anni che abbiamo condiviso nel bene e nel male forse gli daremmo da pensare -
- Oddio, non mi fare ripensare ai tempi di Hogwarts, potrei mettermi a piangere urlante per la casa e non sarebbe un bello spettacolo! -
Lei scoppiò a ridere rovesciando della Burrobirra sul pavimento, ma non sembrò neanche accorgersene.
- E' così terribile quel ricordo? - mi chiese, sghignazzando.
- No, niente affatto... proprio perchè è bello, mi manca - sottolineai io, mentre lei si decideva a poggiare il bicchiere sul tavolo.
- In fondo erano gli anni che ho passato con voi. Harry è il mio migliore amico, e tu... be', tu sei il mio amore. -

Ecco, l'avevo detto. Non ero riuscito a trattenermi, o più semplicemente non ero riuscito a mentire. E, con mio immenso stupore, non mi sentivo neanche eccessivamente imbarazzato.

 

Scusa se ti chiamo amore
sei la sola parte di me che non so dimenticare
scusami se ho commesso io l'errore
di amare te come non si più fare
come in una favola che ora non so più inventare
ma sento che sto facendo già l'errore
di amare te molto più di me...

 

La cosa che più mi stupii fu che neanche lei sembrava imbarazzata. Semplicemente mi sorrise, col viso un po' più rosato del solito.
- Scusa... forse non avrei dovuto dirlo - mi scusai, abbassando lo sguardo.
- No, è vero - continuò con la sua voce dolce, prendendomi la mano che fino a poco prima tenevo poggiata sul tavolo. - quello che c'è stato non possiamo cancellarlo, ma non possiamo neanche modificarlo. Possiamo solo scusarci per le cose fatte. -
Le strinsi la mano più forte e le sorrisi, annuendo, come per farle capire che avevo capito ciò che aveva voluto dirmi. In quel momento mi sentii innamorato ancora di più e sperai che nessuno ci stesse guardando, rendendomi poi conto che non me ne importava assolutamente nulla.

- Quindi... scusami, Ron. Te lo leggo negli occhi che ti ho fatto stare male. -

 

Se potessi andare indietro forse non vivrei questo momento
e scusa se ti chiamo ancora amore
ma è più forte di me...

 

In un primo momento avrei solo voluto urlarle conto che non bastava che si scusasse adesso dopo aver reso la mia vita un inferno tanto tempo prima, che non bastava il suo sorriso per farmi dimenticare tutto. In un secondo però mi resi conto che era così. Semplicemente. Mi aveva fatto un male insopportabile, ma in quel sorriso così dolce riuscivo a leggere che avrebbe voluto rendermi di nuovo felice, forse anche più di prima. O era solo quello che io volevo vedere?
Senza aggiungere una parola, incurante di essere nel salotto del mio migliore amico e in sua presenza, la afferrai per un braccio e la baciai passionalmente, in un gesto veloce e irrazionale. Molto irrazionale.
Lei non mi allontanò, anzi, rispose al bacio posandomi le mani sul collo. Tutto quello non era contro le mie aspettative, per il semplice fatto che non mi ero aspettato niente. Ma se avessi avuto il tempo materiale di pensare, probabilmente avrei sperato proprio in quello.
Dopo pochissimi secondi ci allontanammo, rendendoci conto di essere di fronte ai nostri amici, sebbene in un angolo. Lanciai un'occhiata verso di loro, che sembravano sforzarsi in modo disumano di fingere di non aver visto niente. Io sorrisi, e quando riportai lo sguardo su di Hermione mi accorsi che anche lei sorrideva.
- Mi piace quando mi chiami amore... mi è mancato. Voglio che tu riprenda a farlo... per tanto tempo. -

Scusami se non mi posso perdonare
di amare te come non si può più fare
come in una favola che avrei voglia di inventare
ma sento che sto facendo già l'errore
di amare te molto più di me
molto di più di me
ancora te molto più di me...

 

Beh...spero vi sia piaciuta! A me non convince molto, sinceramente >.< Spero in quache recensioncina **!

Jejje <3

  
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