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Autore: Ladym    23/02/2007    1 recensioni
Per la serie 'anche i serpeverde hanno un cuore' oppure 'anche i grifoni sanno essere infami'...piccola fiction senza alcuna pretesa, ma un commento è sempre gradito!

Pansy Parkinson si lascia sfuggire una parola di troppo. Solo un 'Qua' è più che sufficiente, per le sue labili difese.

AGGIUNTO SECONDO CAPITOLO:ogni capitolo ha stile completamente diverso, comunque questo è una Flashfic ambientata dopo la lezione di trasfigurazione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy, Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sono qui

 

Pansy Parkinson sedeva, per una volta, in ultima fila. Quel giorno, infatti, non aveva la minima intenzione di seguire la lezione, o di essere, in ogni caso, subito sotto lo sguardo attendo dell’insegnante.

Era per Pansy una di quelle giornate in cui non si sarebbe neanche voluta alzare dal letto, ma vi era stata costretta da forze superiori. Così, sedeva lontano da sguardi indiscreti, già immersa nei suoi pensieri, con l’intenzione di rilassarsi, di passare inosservata.

 

La settimana terminata da poco era stata pesante per tutti, ma lei aveva sofferto un poco più degli altri: Draco Malfoy, il ragazzo di cui era (non troppo) segretamente innamorata dal primo anno, era stato colpito da Salvo-il-mondo Potter con un qualche incantesimo oscuro, e ora si trovava in Infermeria, ma non aveva permesso a nessuno di venirlo a trovare. Ovvero, lei non lo vedeva da giorni ormai, e stava cominciando a preoccuparsi.

 

Era infatti a lui che ora la giovane Serpeverde stava pensando, seduta fra gli ultimi banchi dell’aula di Trasfigurazione.

A sentir chiamare il suo nome durante l’appello, notando che la professoressa non era riuscita a vederla fra le prime file, alzò la mano, esclamando con un’improvvisa voce stridula “Qua!”.

Risatine varie si diffusero immediatamente a questa esclamazione, ma la McGrannitt impose rapida il silenzio, facendo scorrere il temibile sguardo glaciale sugli alunni della sua classe.

 

A fine lezione, però, il primo sussurro la raggiunse lesto dopo il suono della campanella.

“Qua! Qua!” facevano il verso quei puri Grifondoro. “Non sei altro che una stupida ochetta Parkinson.”, diceva qualcun altro.

“Sei fortunata, se solo fossi meno oca saresti già in compagnia di Malfoy!”

 

Si voltò da una parte e dall’altra, cercando di capire chi le avesse riso alle spalle. Vide solo visi ostili, visi che su confondevano dietro al velo di lacrime che aveva già cominciato a formarsi.

Riusciva però a percepire distintamente lo scherno in quelle voci crudeli.

Sospirò, facendosi coraggio, e abbandonò l’aula a testa alta, il morale basso, mentre quelle risate si spegnevano lentamente dietro di lei, che cercava di dare l'impressione che nulla la turbasse.

Ma quelle parole che lei sperava scivolassero via lasciandola intonsa in realtà incidevano solchi sanguigni sulla sua pelle pallida, la sua anima; tuttavia, nessuno li avrebbe mai visti, se non lei.

 

Giunse infine nella sua stanza e lì le sue difese caddero, lasciandola sfinita a sfogarsi con lagrime calde, che avrebbero lasciato segni visibili, se solo qualcuno si fosse dato pena di guardarla veramente.

 

 

 

Note:

Magari 'oca’ è più adatto a Lav-lav, ma non mi andava di parlare di Grifoni... ancora... c'è già troppa gente che lo fa anche per me!  :)

  
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