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Autore: Scattered Dream    11/08/2012    5 recensioni
Fudou ha perso tutto. La gloria, l'onore, la felicità, i suoi sogni e le sue speranze, tutto finito.
Ma è davvero così? Davvero per lui non esiste una seconda possibilità?
"Dovrete andare avanti sempre, con tutte le vostre forze, pur di vedere avverati i vostri sognni!"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caleb/Akio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  “Tutti meritano una seconda possibilità”
 
Fudou camminava nella periferia della città, le mani in tasca e il cappuccio calato sul volto. Era un perdente, e lo sarebbe sempre stato. Non era stato capace di far vincere la Absolute Royal Accademy, il Comandante lo aveva abbandonato, e quelli dell’Aliea gli avevano detto chiaramente che per uno come lui non c’era posto. La sua vita era andata a rotoli, le sue speranze erano scivolate via come l’acqua, e i suoi sogni infranti. Tutto in meno di cinque minuti. Anche se ora l’Aliea Gakuen non esisteva più e Dark era scomparso nel nulla, le ferite faticavano a rimarginarsi del tutto. Si sedette su un muretto mezzo distrutto che divideva due giardini piuttosto trascurati. Lanciò con rabbia la lattina di coca-cola sull’asfalto, e si portò le mani alla testa. Stava impazzendo, o forse lo era già.
-Credi che lanciare lattine vuote possa cambiare le cose?- disse una voce alle sue spalle. Era roca e possente. Si voltò, e vide un signore dalla barbetta bianca e una bandana blu legata sulla testa. Aveva una cicatrice su un occhio.
-Chi è lei? Che cosa vuole?- chiese tra i denti, mettendosi subito sulla difensiva. In realtà, sapeva perfettamente chi era quell’uomo.
-Lo sai benissimo chi sono. Vorrei farti una domanda- rispose pacato Hillman. Akio gli diede le spalle, imbarazzato e infastidito. Che cosa voleva l’ex allenatore della Inazuma da lui?
-Cos’è per te far parte di una squadra? Cos’è per te essere un calciatore? E’ giusto quello che stai facendo della tua vita? Ti sembra giusto farti divorare dai sensi di colpa senza far nulla?- domandò l’uomo, mantenendo sempre un tono di voce serio e calmo.
-Aveva detto che la domanda era solo una- disse il ragazzo, cercando di apparire indifferente. Le uniche domande che aveva sempre evitato di porsi ora gli apparivano a caratteri cubitali nella mente. Strinse i  denti, cercando di rimanere calmo. La tranquillità e la pazienza non erano mai state il suo forte.
-Per me tu eri solo un burattino nella mani di un folle, e, sinceramente, il pazzo sarei io, se ignorassi un ragazzo col tuo talento che ha bisogno di aiuto- continuò Hillman.  Sentiva che c’era del buono in lui. La cresta spettinata e il tatuaggio a forma di saetta nascondevano molto di più di quello che davano a vedere.
-Ho combattuto contro di voi- replicò Fudou sempre più in difficoltà. Dove voleva arrivare l’allenatore? Non gli erano mai piaciuti i giri di parole, lui arrivava dritto al punto, senza farsi troppi problemi.
- Te l’ho detto, per me eri solo un burattino- un vento leggero si alzò in quel momento, mentre il sole iniziava a tramontare, lasciando il posto alle prime stelle.
-Ho fatto del male hai tuoi ragazzi- disse ancora Akio, stringendosi nella felpa. Faceva abbastanza freddo per essere solo Ottobre.
-Questo non lo posso dimenticare- la voce di Hillman diventò improvvisamente fredda e accigliata. Fudou se ne accorse, pentendosi leggermente di averlo detto. Ma, del resto, era la verità. Lui era spietato, non aveva bisogno di niente e di nessuno. Lui era troppo orgoglioso per ammettere che il suo cuore stava reclamando aiuto.
-Non lascerò che le tenebre ti divorino pezzo dopo pezzo- continuò l’uomo. La voce era tornata calma e seria.
-Mi dica cosa vuole. Ho delle cose da fare- quella era la scusa migliore che aveva trovato. Avrebbe voluto dire che sarebbe dovuto tornare a casa, ma lui non aveva una casa. Viveva in una stanza malmessa, insieme ad un ragazzo più grande che tornava sempre a notte fonda, quasi sempre ubriaco. Si chiese se, una volta cresciuto, avesse fatto la fine di quel tizio. Altro che sogni di gloria e potere.
-Bè, visto che hai tanta fretta di tornare in quella bettola che chiami “casa”, ti dirò perché sono venuto: voglio che ti unisca alla Inazuma, che è stata scelta per partecipare al Football Frontier International.- Hillman pronunciò quella frase lentamente, per essere sicuro che il ragazzo capisse ogni sillaba.
Fudou rimase un attimo a fissarlo con gli occhi sbarrati. Quella sarebbe stata la sua occasione per far vedere al mondo intero di che pasta era fatto, ma c’era qualcosa che lo bloccava dal pronunciare quel “si” che gli avrebbe cambiato la vita.
Hillman sorrise soddisfatto. Sapeva che Akio avrebbe accettato, era troppo ambizioso e vendicativo per lasciarsi sfuggire un’occasione del genere.
-E’ normale avere paura.- disse, tornando serio –A volte provarla è anche una cosa buona poiché, se controllata, ci aiuta a trovare e a risolvere i nostri punti deboli-
Fudou Akio scrollò le spalle. La vita aveva deciso di concedergli una seconda possibilità, e lui doveva coglierla al volo.
-Ho solo paura che sia qualcun altro a prendere a calci i miei avversari- rispose, recuperando tutta la sicurezza di un tempo.
Sorrise soddisfatto. Presto, sarebbe diventato un campione.

  
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