♦ Codename: Bloody Mary .
© Alicchan ~
[L'editor di questo capitolo è stato modificato il 22/05/13. Ho cercato di limitare il mio errore, ovvero quello di dedicare un intero "capitolo" alla scheda per gli OC di questa storia. Per il resto, mi dispiace moltissimo ma non sono Dio e nemmeno l'unica ad aver sbagliato. Love ♥]
Scheda OC:
Nome:
Cognome:
Nazionalità:
Età (tra i 15 e i 26 anni):
Celibe o nubile (sposato o no): (se sposato scrivete con chi e sappiate che l'OC deve avere almeno 22/23 anni)
Fidanzato o meno: (se fidanzato scrivete con chi, sennò con chi volete che si fidanzi)
[queste due opzioni non sono obbligatorie da inserire, il vostro OC può anche rimanere lo scapolo bello e impossibile se volete]
Carattere:
Aspetto:
Parenti:
Passato:
Se ha qualche fobia:
Se ha qualche tic:
Bevanda alcolica preferita (dai 16 anni in su):
Fuma? (sempre dai 16 anni in su):
Arma che si porta sempre dietro (pistola, coltellino ...): (l'OC deve essere per forza maggiorenne):
Se ha la patente e cosa guida: (deve essere sempre maggiorenne)
Interessi/hobby:
Specializzata in (informatica, fisica quantistica, medicina, etc ...):
Va ancora a scuola? Se sì, dove:
Migliore amico:
Se può morire o meno:
Altri segni particolari:
Tra i buoni o i cattivi? (voi rispondete e basta, poi capirete, ma sappiate che tra i buoni si faranno male in tanti in troppi in troppi in molti e tra i cattivi ne finiranno male altrettanti ♥):
10 May 2007
Milan, Italy
Piazzale Perrucchetti, 13:45 hours
Sapevo che nessuno, nel pieno di una caotica e inquinata Milano del ventunesimo secolo, si sarebbe mai curato di me.
Agli sconosciuti non interessa se sei una studentessa universitaria di vent’anni.
Ad alcuni sconosciuti interessa però cosa ti porti appresso.
Era bastato un solo particolare.
A causa della croce che pendeva dal mio collo e risaltava sulla camicia in seta nera, rischiai di morire.
Grazie a quella croce, conobbi una persona. Nel fumo che seguì l’esplosione di quel kamikaze, ricordo nitidamente una ragazza, probabilmente della mia età, che mi spingeva lontano.
Per terra, dolorante e senza la minima consapevolezza di ciò che era appena accaduto, c’era quello che a prima vista reputai il mio angelo custode.
Si era alzata, i suoi occhi rossi come il fuoco risplendevano, unica cosa chiara in quel caos troppo irreale per me.
Se n’era andata, senza dire alcuna parola.
In silenzio, era scomparsa in quella coltre di fumo e fuoco.
Non aveva lasciato traccia.
Dopo le urla che seguirono quell’esplosione, sentii una terribile fitta allo stomaco e poi, tutto piombò nel buio più totale.
Per un attimo, ebbi davvero paura. Come non ne avevo mai provata in vita mia.
Perché nessuno vuole morire. E’ umano avere paura, essere terrorizzati, soprattutto quando la morte sembra passarci così vicina.
Mi aggrappai saldamente alla mia fede, a tutto ciò che credevo e aspettai.
Aspettavo in quell’oscurità.
Aspettavo che qualcuno riaccendesse le luci.
[...]