Note:
Salve, sono Teardrop!
Questa storia è molto semplice, niente di complicato, ma spero comunque che possiate apprezzare.
Ovviamente i personaggi sono 2P!Spagna e 2P!Romano.
Buona lettura, fatemi sapere! :3

 

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Sangue.
Sangue.
Ancora sangue.
Cadaveri a terra, sulle scalinate di locali, in mare.
Saranno una quarantina o più.
Una strage.
Un tanfo insopportabile fa da padrona nell’aria.
Odore di morti, fetore di sangue, lezzo di dolore.
Donne e figli che attendono inutilmente uomini caduti ed uccisi sadicamente.
Caduti per il Sud.
Caduti combattendo.
Caduti senza colpa.
Caduti a causa di uno stupido capriccio egoistico di un uomo.
Caduti a causa di uno spagnolo.

Viso scuro, abbronzato, sporco dello scuro ed ormai secco sangue dei corpi uccisi.
Capelli rossicci mossi lunghi fino alle larghe e possenti spalle, legati in un piccolo codino da un laccio color blu scuro, blu notte.
Occhi attenti color viola intenso, labbra secche.
Eccolo.
Ritorna all’attacco per Lui, per il suo italiano.

Un urlo, un’inutile preghiera di esser salvato.

Silenzio.

Un’altra morte.
Alza l’alabarda ormai macchiata di sangue.
Quanta gente non è riuscita a difendersi da lui.
Quanta gente ha perso per lui il loro dono più importante: la vita.
Quanta gente ferita ricorderà il suo viso spaventoso, sadico, il suo ghigno, i suoi occhi ametista oscurati dalla voglia di uccidere, dall’ira.
Una macchina da guerra che sta facendo conoscere il vero dolore fisico alla parte meridionale della penisola italiana.
La sua cara penisola italiana.

Improvvisamente, rumore di passi.


«Antonio.»


L’iberico si volta, leccandosi ed assaporando la sapidità del sangue sulla propria mano tozza.
Un’esile figura esce dalla penombra, mani infilate in tasca, cappello in testa e foulard al collo.
L’italiano.
Biondo con l’immancabile ciuffo tipico dei Vargas, occhi scuri nascosti dagli occhiali da sole.
Fisico esile, abiti eleganti e costosi.


«Basta così, per oggi. Questa puzza mi fa venire il mal di stomaco. Andiamo via. ~»


Alza gli angoli della bocca in un largo e tranquillo sorriso, rimanendo però distante dallo spagnolo ed aspettando che l’altro si decida ad avvicinarsi.


«Si.»


Mormora il più scuro, senza accennare un cambiamento di espressione, rimanendo serio, composto.
Schiude leggermente le sue labbra, riprendendo fiato, stanco da quello sporco lavoro.


«Grazie, Spain caro. ~»


Sibila il biondo, con una strana dolcezza.
Si volta lentamente, facendo cenno allo spagnolo di seguirlo.
Cammina fra i cadaveri a testa alta, seguito dall’iberico.
I cadaveri pallidi, buttati a terra come stracci.
Donne che singhiozzano.
Donne che piangono.
Donne che consolano i figli.
Per cosa?
Per la morte del loro padre.

Il Sud.
Accogliente.
Semplice.
Meraviglioso.
Solare.

Ma nello stesso tempo, spaventoso.

A causa di cosa?
A causa della mafia.


«Ehi, Tonio, sai una cosa…? ~»


«Mh?»


«Io sono la mafia.»