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Autore: Lelaiah    12/08/2012    7 recensioni
Ethelyn è figlia del Vento, ma ha i capelli di fiamma.
Drew vive in un villaggio di minatori, in compagnia del suo fidato amico Blaking.
Simar e Kiron sono gli eredi al trono di un Regno celato da una misteriosa e potente foresta.
Nive è stata abbandonata e si guadagna da vivere facendo la danzatrice.
Zahira è a capo del proprio villaggio, ma è rimasta sola.
Gizah ha la capacità di trasformarsi in un centauro grazie all'eredità paterna.
Infine Roving è l'ultimogenito dell'antica casata dei Kite, indomito come il simbolo della propria famiglia.
Tutti loro sono attesi al varco e si ritroveranno a viaggiare per lunghi chilometri nel disperato tentativo di impedire la morte di uno dei Veglianti, i grandi lupi elementali. Non dovranno temere le ombre perchè è in esse che si cela il loro nemico.
Nessuno di loro è nato per diventare un eroe, ma voi siete disposti ad accompagnarli in questo viaggio?
Qualsiasi sia la vostra risposta, vi do comunque il benvenuto a Suran!
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

La storia che segue è stata scritta senza nessuno scopo di lucro.

Il tema del viaggio e della lotta contro un potere oscuro prende liberamente spunto dall'opera "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien. Altre fonti sono le creature della mitologia nordica.
Il prologo e il primo capitolo risalgono ai tempi delle medie, quindi spero che il cambiamento di stile narrativo non sia traumatico xD
Buona lettura!



Rain Of Bright Feathers
- The rise of the Elements -





Prologo



    Regnava il più completo caos, nulla aveva una forma precisa, uno scopo, una vita. Cinque forze, dai poteri incontenibili, lambivano il groviglio di tenebre che sovrastava il nulla.
Già, proprio così, il Nulla.
Perché allora non si poteva dare un nome a quel luogo.
Si rincorrevano senza sosta, ognuna ambiva ad avere il controllo sugli altri, si univano in un’unica grande massa di energia come per formare una forza più grande e si disperdevano continuamente, finchè un giorno uno squarcio di luce si fece spazio, dilaniando la massa informe e spezzando le volontà degli Elementi.
Gli Elementi erano le forze che in quell’Era spadroneggiavano sul Nulla, perché ovviamente non c’era niente e nessuno su cui esercitare una forma concreta di potere. Essi erano costituiti di pura energia ed ognuno comandava una forza della natura: l’elemento della luce: il Tuono; l’elemento del potere: il Fuoco; l’elemento della saggezza: il Vento; l’elemento della forza: la Terra e per finire l’elemento della vita: l’Acqua.
Tutti avevano capacità sorprendentemente sviluppate, erano capaci di fare del bene, ma anche di scatenare il male. C’è da sapere però, che due di essi avevano qualcosa in più degli altri, dentro di loro c’era una forza ancora più grande che, fondendosi, avrebbe potuto spazzare via gli altri tre elementi.
Fuoco ed Acqua erano l’uno l’opposto dell’altra e per questo inscindibili ed estremamente potenti insieme.
Quando la luce divise definitivamente gli Elementi, detti anche i Cinque, essi vennero scacciati in differenti direzioni: al Fuoco toccò il Sud, all’Acqua venne designato l’Est, il Tuono venne guidato a Ovest ed infine il Vento si diresse al Nord.
Ne rimase uno solo a fluttuare pigramente sul Nulla, senza uno scopo apparente, ma quando questo venne colpito da un fascio di luce iniziò lentamente a calare verso le nubi tetre che lo sottostavano.
L’Elemento chiamato Terra si posò al suolo, senza provocare nemmeno un rumore, era pura energia e si dissolse spargendosi nelle viscere del Nulla, raggiungendo i quattro punti in cui gli altri suoi compagni erano scomparsi.
  Lentamente il buio si dissolse e i raggi di luce raggiunsero ogni angolo dimenticato in cui albergava ancora la notte e la scacciarono, degli scricchiolii annunciarono il sopraggiungere di qualcosa… misteriosamente arrivarono “dal nulla” masse di terra, rocce e sassi, che si unirono compattandosi per formare così una piattaforma di terreno su cui poggiare.
 
   Fu così che nacque, in tempi ormai scordati, Suran, l’antico pianeta dei Cinque Elementi.
A quel tempo, Suran poteva benissimo essere paragonato ad un groviglio di lana: era in tutto e per tutto un inerte ammasso di terra, senza vita né energie che la potessero garantire.
Fu la fusione del Primo con la luce a dar vita alla vita stessa, che permise al pianeta di popolarsi.
Lentamente, dalla terra fecero capolino teneri germogli di piante sconosciute: alcuni erano di un colore verde smeraldo, altri purpurei, altri ancora d’un aureo colore. Lentamente crebbero in piccoli mazzi, poi in gruppi sempre più grandi fino a creare immense macchie di colore. Pian piano iniziarono a germogliare i fili d’erba, erba soffice e verde, che radicò in poco tempo e ricoprì l’intero pianeta; crebbero anche piccoli alberi neonati, che, purtroppo, rimasero secchi e raggrinziti perché non avevano nulla di cui nutrirsi.
  Fu allora che tra i Cinque si stabilì un nesso singolare, che li saldò l’un l’altro. Mai più nessuno di essi avrebbe potuto esistere autonomamente, perché se uno solo di loro avesse spezzato il contatto, quella catena che manteneva la loro unione, tutti gli altri avrebbero cessato di esistere.
Successe, quindi, che nei solchi profondi lasciati dalla Terra, l’Acqua fece sgorgare e scorrere limpida acqua, ricca di vita; questa si divise successivamente in corsi più piccoli: ruscelli, canali, rivoli, torrenti, andando a bagnare tutta la superficie del pianeta.
Quel fiume di speranze divenne poi un immenso lago azzurro ed infine i suoi bracci si allargarono come per cingere Suran in un forte e amorevole abbraccio, che altro non era se non il vastissimo mare.
  Fu la volta del Fuoco, che creò le stagioni e quindi il tempo, stabilendo che la neve scendesse in inverno e i fiori sbocciassero in primavera. Venne il turno del Vento, che creò l’aria, le brezze, la pioggia, insomma tutti gli eventi climatici e così Suran fu quasi ravvivato.
Alla fine entrò in gioco il Tuono, che inserì l’ultimo tassello del puzzle: diede vita al giorno, governato dal Sole e alla notte, che mise sotto il controllo della Luna.
Infine donò l’anima ad ogni forma di vita che sarebbe poi nata sul pianeta.

    Contemporaneamente a queste creazioni, in ognuno dei punti in cui si era precedentemente disperso un Elemento, apparvero delle strane luci, quasi fossero lucciole.
Dalla terra emersero come esseri di granito, per ogni punto e per ogni Elemento, cinque pietre, che stavano a simboleggiare: la forza, lo spirito, la lealtà, la bontà e la vita.
Tutte le gemme erano perfettamente ovali e ogni gruppo portava seco un colore distintivo:
Rosso: gemme del Sud
Blu: gemme dell’Est
Giallo: gemme dell’Ovest
Argento: gemme del Nord
Verde: gemme della Terra
Le pietre si disposero in cerchio, come a formare una sorta di stella. Nessuna di esse poggiava a terra, aleggiavano a mezz’aria e rimanevano immobili, finchè un raggio di luce non andò a colpire il centro del loro disegno e vi impresse un segno, come una runa, una sorta di marchio. Così che ogni Elemento ebbe, da quel momento, il proprio simbolo, ognuno aveva una lettera runica incisa nel terreno con la propria iniziale.

  
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