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Autore: JulieKarbon    12/08/2012    0 recensioni
Julie Coal e il suo assistente Carl Phelps sono sempre alla ricerca di qualche nuovo caso da risolvere. A volte si intromettono nei casi dell'Ispettrice Pumpkinro, a volte sono i casi a trovare loro. Il prologo serve solo ad introdurre questa serie di personaggi strambi e un pò bizzarri, perciò può apparire banale. Ma non temete! Con l'andare della storia tutto si renderà molto più... intrigante.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 30 Ottobre. Ore 9:13. Solito ufficio, solita piattezza di inizio mattinata.

Carl stava tornando dal bar dietro l'angolo con dei panini e del tè freddo per la collega. Appena lo vide tornare, Julie si affacciò alla finestra e gridò:

 

-Oi, Carl! Controlli se è arrivata qualche richiesta? Non abbiamo un caso decente da non so quanto...

-Subito doc! Se solo avessi un paio di braccia in più per poter prendere la posta dalla cassetta delle lettere! - rispose Carl con una punta di sarcasmo.
-Eh, quanto la fai lunga. Va bene, va bene, sali con quella roba. Vado io a prendere la posta.

Poco dopo, seduti al tavolino dell'ufficio e smistata la posta (per lo più bollette, tutte immediatamente cestinate), i due cominciarono a fare colazione.

Carl aveva portato i famosi panini del Bar Rocksley, super farciti con ogni genere di ingrediente di prima scelta e soprattutto economici, per la gioia del portafoglio della Coal. Tuttavia i due sembravano non godersi appieno quei gustosi panini. Entrambi erano parecchio pensierosi da un paio di giorni. Non avevano avuto rogne o notizie dalla Pumpkinro e da Ilary, il che era particolarmente strano, dato che entrambe venivano quasi ogni giorno a ficcanasare in ufficio.

-E' strano che quelle due non si stiano più facendo vedere eh Carl? - disse Julie sorseggiando il suo tè freddo.

-Non mi ci faccia pensare Doc. Per favore, cerchiamo di cambiare discorso. - continuò malinconicamente Carl, agitando la sua tazzina da thè annoiato.
-Oook. Allora vediamo di dare un'occhiata a queste lettere qui... avendo già smistato le bollette forse ci sarà qualche caso interessante che ci terrà occupati.
-Perché non prende quello giallo? Sembra essere un telegramma! Di chi è?

Julie prese la busta gialla in mezzo alle altre normali buste bianche che posò sul tavolino. Girò la busta gialla e rimase notevolmente sorpresa nel leggere il mittente.

-Carl...

-Non me lo dica Doc...

-Della serie parli del diavolo! - Julie aprì la busta, si schiarì la voce e cominciò a leggere ad alta voce - “Telegramma inviato da Amelie Pumpkiro da Mistodd a Julie Coal, Brightburg.” Mistodd, eh? Che ci fa laggiù?
-Non ne ho idea. E non so neanche dove sia questa Mistodd sinceramente.

-Beh, so solo che è un piccolo villaggio sperduto tra le montagne e che aleggi una strana leggenda su di essa.
- E cosa dice?

-Si racconta che sia una specie di "città fantasma" poiché molto antica e poco frequentata. Ma secondo me questa storiella da quattro soldi è stata messa a punto solo come trovata pubblicitaria per attirare i turisti e niente di più.
- Si vabbè, non le ho chiesto la storia della città Doc. Che dice il telegramma?
- Oh, giusto. Ahem. “Detective Coal, si richiede la sua più immediata assistenza. Stop. Raggiungete immediatamente Mistodd. Stop. Firmato Amelie Pumpkinro. Beh c'è da dire che l'ispettrice è una di poche parole.

- E che per chiederci aiuto dev' essere successo qualcosa di grosso. Di cosa pensa possa trattarsi, Doc?

- Direi che non potremo saperlo finché non partiremo! Tanto non abbiamo praticamente null'altro da fare. Sempre meglio che restare qui a vegetare, no?

-Ma è la cosa che mi riesce meglio! - concluse Carl sbuffando annoiato.

Finite le lamentele, Carl e Julie si misero subito sulla NFSC e partirono a velocità sostenuta in direzione di Mistodd. La cittadella non distava molto da Brightburg: sarebbero bastate circa un paio di orette a velocità normale lungo la strada principale.

Ovviamente i due detective ci misero il doppio del tempo.

 

-Doc! Lei e le sue “scorciatoie”! Già che le sospensioni di questa vecchia carriola stanno andando in pensione, e lei pretende di prendere questa dannata strada dissestata e piena di buche piuttosto che prendere l'autostrada?! - gridò Carl parecchio irritato dai numerosi dossi che lui e il suo capo stavano prendendo lungo la strada di campagna.

- Oh! Fidati di me Carl! Anzitutto non insultare la mia NFSC. Sai che ci sono affezionata e che ne ha incontrate tante. Non sarà una stradicciola dissestata a fermarla. E poi questa era la strada migliore! L'autostrada è sempre troppo trafficata e non hai idea di quanti incidenti ci possano essere in agguato! Questa invece è una stradina di campagna tranquilla e piacevole. Goditi il panorama, la natura circostante, gli odori dell'aria di campagna!
-Già, come le montagne di sterco lasciate dalle vacche al pascolo!

Passò un'altra buona oretta prima che i due riuscissero finalmente a scorgere la cittadina di Mistodd in cima alla collina. Poco prima della salita che li avrebbero condotti all'interno del villaggio, i due notarono un grosso cartello al lato della stradina, il quale diceva "Popolazione attuale: 129 abitanti e 457 animali tra allevamenti di vario genere".

- Mhm? Così tanti animali? - chiese Julie perplessa.

- Immagino che sia da qui che arrivano le carni ai nostri macellai, no? - rispose Carl.

Julie alzò le spalle continuando a guidare. In poco tempo raggiunsero l'entrata del villaggio, sovrastata da un'enorme arcata di pietra che dava il benvenuto ai nuovi visitatori. I due scesero dall'autovettura parcheggiata alla come capitava e si guardarono intorno.

-C'è da dire che il paesaggio qui intorno è davvero caratteristico. - disse Julie poco prima che una balla di fieno le passasse davanti e un vento caldo le scompigliasse i capelli.

-Si. Suggestivo e abbandonato direi. - continuò Carl con una punta d'ironia.

-Eh, io mi accontento delle piccole cose! Anche se, come dici tu, effettivamente non sembra esserci anima viva.

- Forse sono in vacanza? Oppure dormono, chissà.

- Oppure, dato che è ora di pranzo, sono tutti a casa a pranzare. - disse Julie toccandosi lo stomaco. Questo cominciò a gorgogliare rumorosamente e tenacemente, seguito subito dopo da quello di Carl. - E, direi che anche noi ci meritiamo un bel pranzetto dopo questo viaggetto che ci siamo fatti.
- Viaggetto, eh?

Ignorando bellamente la battuta di Carl, Julie tirò fuori una guida turistica di Mistodd che aveva provveduto a portarsi da Brightburg.

-”Guida turistica a Mistodd: Solo per i più parsimoniosi”? Avrebbero dovuta chiamarla solo per i più TIRCHI. - disse Carl.

- Tzè. Non sai cos'è l'importanza del risparmio, sciocco assistente! - continuò Julie sfogliando la guida.
- Sigh. Ha trovato qualcosa almeno Doc? Sto morendo di fame e sete.
- Beh, abbiamo due scelte. Il ristorante “Ti spenno fino all'ultimo centesimo”...

- Che nome carino.

- E infine abbiamo la trattoria "Al vecchio Maniero". E' segnato in fondo alla guida ed ha una votazione piuttosto scarsa ma almeno pagheremo poco. Sapranno almeno fare un piatto di riso in bianco, no?
- E visto che non ci sarà modo di farle cambiare idea e andare altrove, dove si troverebbe questo “Al vecchio maniero”?
- Lassù in cima a quella scalinata.

- ...di 300 e passa gradini. Ce lo vogliono far sudare questo pranzo, eh? - concluse Carl passandosi una mano sul viso, sbuffando.
 

E così, di buona lena, i due si misero a salire i gradini con calma, evitando di affaticarsi troppo. La cosa ovviamente non funzionò. I 300 gradini si fecero sentire eccome, dato che arrivarono entrambi sfiniti e più affamati che mai davanti all'entrata della trattoria.
L'esterno dell'edificio sembrava molto rustico e ben tenuto nonostante la cattiva votazione della guida. L'insegna al neon che dava sul davanti era un po' arrugginita e malridotta ma nulla di così grave. Ma il fronte della trattoria era segnato dall'enorme portone in legno massiccio che si apriva per permettere l'entrata ai clienti. Appena poco dopo essere entrati, i due vennero accolti da un omino alto poco più di un metro e mezzo. Era tirato a lucido come se fosse stato un cameriere di un ristorante di lusso. Portava i capelli neri ordinati e ben pettinati, con dei baffetti appuntiti sul viso. Appena vide Julie e Carl, l'omino si girò verso di loro e sorrise.

- Ohohoh! Dei cliOnti, n'est-ce pas? Prego, prego, accomodatevi purHe!
- Ehm, grazie signo-
- Oh, Jacques. Chiamatemi pure Jacques! Sono il capo-cameriere del Maniero e sarò ben lieto di offrirvi solo il meglio di tutta Mistodd!
- Bene. - disse Julie avviandosi verso l'interno del salone principale seguita da Carl.

Un enorme tendone rosso li separava dal salone da pranzo e, scostato quello, Julie e Carl rimasero di stucco nel vedere l'interno della sala.
Il salone era completamente deserto e non c'erano altri clienti all'interno. Ma non era quello il fattore più “disturbante”. Alle pareti vi erano numerose vetrine trasparenti, con all'interno un'enorme quantità di animali. Vivi. Ogni vetrina si divideva in base al tipo di animale che conteneva. Vi erano animali esotici, dalle razze più comuni a quelle più rare, dal semplice topo di campagna all'enorme e maestosa tigre siberiana.
Julie e Carl erano costernati. Perché c'erano così tanti animali all'interno di un ristorante? E perché erano tenuti in condizioni così orribili?
Nonostante tutto, i due si sedettero al primo tavolo che gli capitò sott'occhio, continuando a guardare gli animali dentro le gabbie. Jacques li raggiunse subito dopo, con il suo solito sorrisino stampato in volto.

-So a cosa state pensando. - iniziò lui – Ma tranquillizzatevi monsieurs. Questi animOli sono perfettamOnte in salute e trattati nel migliore dei modi!

-Non direi dato che sono ingabbiati in delle camere di vetro e impossibilitati di muoversi come vogliono – disse Julie con una punta d'amarezza.
-Eh, mi spiasce madamoiselle, ma dobbiamo tenerli là. Abbiamo aussi tutti i permessi se volete vederli!
-Rimane comunque una cosa orribile da fare... ma cerchiamo di cambiare argomento. Come vanno le cose da queste parti? - chiese Carl.
- Oh, male purtroppo. Non abbiamo molti touristes ultimamOnte... Mais c'est n'est pas votre probleme monsieurs! Siete qui per godervi un pasto degno di un re o sbaglio? Scommetto che gradirete immensamOnte il nostro vasto assortimento di pietanSe!

- Ehm., si. Se avessimo il menù magari...

- Oooh, mais mademoiselle! Tutto sciò che vi scirconda è il menù! - Jacques indicò le varie gabbie circostanti, e alcuni animali all'interno cominciarono ad imbizzarrirsi e ad agitarsi. Stessa cosa accadde a Carl e Julie.

-VUOLE DARCI A BERE CHE SONO GLI ANIMALI PRESENTI IN QUESTO RISTORANTE A FARE DA PORTATA PRINCIPALE?! - Carl scattò in piedi furibondo, sbattendo le mani sul tavolo. Jacques rimase imperterrito e gli rispose con tutta la calma possibile e inimmaginabile.

- Mais ovviamOnte! Tutto sciò che vedete all'interno di questa trattoria è commestibile! Anche io lo sono! Ma quello si chiama cannibalismo monsieurs, e infatti è disapprovato in molte soscietà!

-Come se questo non fosse già abbastanza deplorevole... - continuò Carl picchierellando le dita sul tavolo con fare nervoso.
-Carl calmati. - disse Julie, che fino ad allora se n'era rimasta ad osservare le reazione dei due e dei vari animali – Jacques, noi non abbiamo alcuna intenzione di richiedere un rinoceronte arrosto o uno stufato di armadillo, chiaro? Del normalissimo pesce andrà benissimo.

- Mais absolutement! Abbiamo dell'ottimo pesce spada e altri tipi di pesce! Avete preferenSe particolari?

-Vada per il pesce spada allora... - disse Carl ancora stizzito, rimettendosi a sedere – Lei Doc?

-Sicura di non voler un prelibatissimo stufato di volpe? - chiese Jacques.

- Un fritto misto di calamari andrà benissimo. Grazie. - rispose secca Julie, gettando un'occhiataccia verso Jacques.

- Come desidera mademoiselle.

Fatto un inchino e sistemato il tavolo, Jacques si allontanò verso la cucina lasciando i due nella sala deserta, con migliaia di occhietti impauriti e terrorizzati puntati contro.
Impotenti nel poter fare qualsiasi cosa, i due rimasero in attesa del ritorno di Jacques, il quale tornò dopo alcuni minuti, con le pietanze richieste fumanti su dei vassoi sfarzosi.

- Eccomi qua a voi monsieurs! Pesce fresco appena pescato, tout pour vous!

-Ma non mi sembra ci sia il mare a Mistodd. Ne tanto meno laghi o fiumi nelle vicinanze! - disse Julie grattandosi la testa, perplessa.

-Mais non mademoiselle! Nous avons un grandissimo acquario nel retro, con ogni spescie di pesce e animale marino dentro!

- Capisco. Potrei avere del pane e del limone?

- Arriva immediatemont!

Approfittando del fatto che Jacques si era allontanato nuovamente, Julie si rivolse sottovoce a Carl.

 

-Non so te Carl, ma prima finiamo di mangiare qui prima possiamo andarcene. Dobbiamo trovare l'Ispettrice e farci dire qual è il problema qui a Mistodd. Senza contare che quel Jacques mi mette i brividi.

-In compenso il cibo è ottimo. Non ho mai assaggiato pesce spada cosi buono.

-Beh si in effetti... Anche questi anellini di calamaro sono ottimi.
-Mi chiedo com'è che questo posto abbia ricevuto un voto così basso nella guida che hai portato Doc.

- Forse è per via di tutti questi poveri animali intrappolati all'interno del locale e usati come carne da macello nei cibi serviti, non ti pare? Certa gente non potrebbe nemmeno sopportare di restare qui mezzo secondo a questa vista. D'altronde... - Julie abbassò nuovamente il tono di voce notando che Jacques stava tornando – a certa gente pare non gliene importi nulla della condizione di queste povere bestiole. Basti solo che guadagnino contanti in quantità.
-Mi verrebbe da dire da che pulpito ma evito. - disse Carl cercando di smorzare un po' l'aria tesa.
-Eccovi il pane mademoiselle! Se avete bisogno di altro, sarò di là in cuscina! - Jacques posò il pane circondato da spicchi di limone sul tavolo e si ridiresse verso la cucina.

Anche con l'intero salone deserto, non si udiva provenire nemmeno un singolo rumore dalla cucina, né dalle gabbie circostanti. Doveva essere tutto insonorizzato per evitare rumori (o versi di animali impauriti) molesti.
Passò una mezz'oretta buona, e Julie e Carl si poterono ritenere soddisfatti del cibo mangiato fino ad allora.

-Doc, ha pure fatto il bis?

- E' che quei calamari erano troppo buoni, non potevo farci nulla!

-Mi chiedo quanto ci verrà a costare tutto questo.
- AARGH, CHE FITTA!! - gridò Julie con fare teatrale – Non mi ci fare pensare Carl, ti prego! Forse conveniva che ci portassimo dei panini da casa.
-La sua tirchieria non finirà mai di stupirmi Doc.
-Non è “tirchieria” la mia, Carl. Si chiama “propensione al risparmio”!
- Si, si, Doc. Come dice lei... E a proposito... sta arrivando Jacques con il conto.
- ARRGH! Carl, non ce la faccio. Leggi tu la cifra!

- Ecco il conto monsieurs! - disse Jacques porgendo il fogliettino a Carl e guardando Julie che sembrava essere agonizzante – La mademoiselle sta bene? Vuole una tisana?
- Nah, sta benissimo. La ignori, dia retta a... me... - Carl si bloccò nel leggere la cifra finale del conto. Julie, tremante, si rivolse a Carl, terrorizzata.
- C-C-Carl... ti prego dimmi che non è una cifra a tre zeri!

Carl rivolse il fogliettino verso Julie e lei parve svenire. Ma non per disperazione. Più per lo shock di felicità. Di fatto si mise a ridere a crepapelle.

-AHAHAHAH DIECI EURO?! S-STIAMO SCHERZANDO?! E' UNA CIFRA INFIMA!
-Mais absolutement! Scibo ottimo a pressi strasciati! Questo è il nostro motto!
-Se vuole gli diamo anche la mancia Doc.
-Tenga. Grazie. Addio. - Muovendosi quasi a scatti, Julie consegnò il biglietto da dieci euro nelle mani di un non poco perplesso Jacques e, insieme a Carl, sghignazzante per la scenata fatta dalla collega, si diresse verso l'uscita.
Peccato che l'aria festosa e divertente si smorzò subito.
Non appena i due arrivarono al portone d'ingresso, trovarono due omoni grandi un armadio a quattro ante a bloccargli la strada, rendendoli incapaci di passare. Carl si avvicinò a loro e cortesemente gli rivolse la parola.

-Scusate miei signori, potreste gentilmente spostarvi?
-Se siete i buttafuori, abbiamo pagato. Guardate, abbiamo lo scontrino!

- NIETH. - fece uno.

- NIETH. - fece l'altro.

- Andiamo ragazzi cerchiamo solo di andare via. Fate il vostro lavoro e buttateci fuori. - disse Carl con tono scherzoso.

- NIETH. Voi no passare!

- DA! No passare!

- Sentite un po' armadi ambulanti – disse Julie con tono accigliato - che scherzo è questo? Toglietevi di torno!

- Temo che tutto sciò non sia possibile mademoiselle – disse una voce alquanto familiare dietro i due. Ora era solo un po' più cupa e sghignazzante.

- Cosa? Jacques? Ok, lo scherzo è bello quando dura poco. Spostatevi voi due! - disse Carl cercando di farsi strada tra i due omoni, col risultato di essere malamente gettato a terra dall'incombente forza dei due armadi.

- Tu testa dura piccolo omuetto. - disse uno dei due - Noi detto che voi no passare e voi no passerete.

- No tentare oltre se no vuoi gruande bernuoccolo in quella tua piccola testolina – continuò l'altro.

- Comincio ad irritarmi. – sospirò Julie, seccata.

-C'est tout inutile madamoiselle. Kong e Jong non vi faranno passare.

- Lo crede lei, “monsieur Jacques” - disse Julie accennando un lieve sorrisino – Carl. Al mio tre.

- Quando vuole, Doc.

- Cosa volere fare, eh? - chiese Jong, non perdendo di vista i due.

- TRE!

Senza dare loro il tempo di reagire, Julie e Carl caricano di spalla, facendo cadere all'indietro i due enormi colossi, riuscendo a fuggire saltando sopra di loro e lasciando Jacques sbigottito nonché infuriato.

-Brutte teste di rapa! Prendeteli! Non rimanete li stesi a terra imbescilli!!
- S-Si! Subito padruone! Jong togliti, mi fai muale!
- Sono incastruato! Aiutami!

Poco a poco le urla di Jacques che tentava di spronare i due omoni a liberarsi si facevano sempre più lontane, ma Julie e Carl non si fermarono e continuarono a correre lungo uno dei numerosi vicoli di Mistodd, cercando di seminarli e di trovare un rifugio. Non potevano andarsene da quel luogo. Prima di tutto dovevano scoprire cos'era successo all'Ispettrice e ad Ilary e forse, quei tre c'entravano qualcosa.
Julie e Carl continuarono a correre per ancora un bel po'; poi, esausti, si fermarono all'interno di un vicolo stretto, cercando di recuperare il fiato per la lunga corsa affrontata.

 

- Uff! Doc! C- cosa diavolo succede? Perché ci volevano prendere?

- Non ne ho la minima idea! Ma è meglio nascondersi da qualche parte prima che quei due energumeni ci raggiungano! E di certo non voglio finire tra le loro sudicie mani!
- Questo vicolo sembra l'ideale per nascondersi... penso sia abbastanz-AH! - Carl fece per appoggiarsi ad un muro del vicoletto, il quale però cedette sotto il suo peso, rivelando una piccola porta nascosta e malridotta. Tutto in quel vicolo sembrava cadere letteralmente a pezzi. Si vedeva che nessuno si curava di quel posto da tempo.
- Carl, niente di rotto? - chiese Julie avvicinandosi al collega e aiutandolo ad alzarsi.
- Ahia, si. - rispose Carl massaggiandosi il fondo schiena e scuotendosi i pantaloni tentando di liberarsi dell'enorme polverone accumulatosi.

-La tua sbadataggine a quanto pare si è rivelata utile, quantomeno. -Julie indicò la piccola porta di legno rivelata dal crollo del muro – Penso che sarà un ottimo nascondiglio per il momento. Entriamo e cerchiamo di riposarci. Poi quando sarà passato il pericolo “bestioni in circolazione” potremo uscire a cercare l'Ispettrice e Ilary...
- Non ce ne sarà bisogno Coal – una voce bassa e dall'aria familiare proveniva dall'interno della porta di legno.
- Entrate presto! Non rimanete là fuori! - disse un'altra voce, un po' più lieve e flebile.

Carl e Julie si guardarono l'un l'altro sorpresi. Non indugiando oltre, attraversarono la porta, chiudendosela alle spalle.
L'interno era buio pesto e l'unica fonte di luce presente all'interno della stanza era procurata da delle piccole fessure situate tra una persiana e un'altra delle poche finestre di legno presenti. Non si riusciva a distinguere sagoma alcuna ma si potevano chiaramente sentire dei respiri affannosi e veloci, come di qualcuno impaurito.

-Ce ne avete messo di tempo. - disse la stessa voce bassa di prima con tono critico – Temevo che il telegramma non fosse arrivato a destinazione.
- Sono così contenta che siate riusciti a sfuggire a quei bestioni! - disse l'altra voce, più pimpante e sollevata.
- Ispettrice, Ilary! Allora state bene! - disse Carl con aria contenta.
- Insomma – rispose Ilary con aria demoralizzata.
- Deduco che siate andati a mangiare al maniero anche voi, dato che quei due vi stanno cercando dappertutto.
- Beh, scusi signorina testa di zucca! Potevate avvisarci di non andare a mangiare là! - disse Julie un po' seccata.
- E' vero, avrei dovuto specificarlo nel telegramma. E' stata una grave dimenticanza. Perdonatemi...
- Beh, la scusiamo. Non sarà la prima né l'ultima volta che cerchiamo di essere ammazzati da degli energumeni tutti muscoli e niente cervello – disse Carl cercando di smorzare l'atmosfera deprimente che si era venuta a creare.
- Ma Carl! Tu non capisci! I due energumeni sono il problema minore! - disse Ilary preoccupata.
- E quale sarebbe il problema maggiore? - chiese Julie, curiosa.
- C'è un motivo per cui sono sparite così tante persone negli ultimi mesi. - intervenne un'altra voce all'interno della discussione, molto più profonda e mascolina - C'è un motivo per cui Jacques ha tentato di catturarvi. E c'è un motivo per cui il numero degli abitanti di questa cittadina è in costante diminuzione mentre quella degli animali è in continuo aumento. Diamine, non si può nemmeno venire in vacanza in posto così caratteristico nei propri pochi giorni liberi dal lavoro.
- Chi c'è oltre a voi due, Ispettrice? - chiese Carl.
- Oh, vogliate perdonare la mia diseducazione. Credo che mi conosciate piuttosto bene. Il nome Tony Panzoni vi dice nulla?
- Signor Sindaco?! - urlarono Julie e Carl all'unisono.
- SHHH! Dannazione chiudete quella dannata fogna! Volete che ci scoprano?! - gridò una voce femminile piuttosto irritata.
- Signorina Francine, rischierà di farci scoprire lei se continua a gridare in questo modo! - disse un'altra voce mascolina, solo più vivace e squillante.
- OHHH MA STA ZITTO FRANK!
- Scusate, scusate, scusate. - intervenne Julie – Qui le cose si stanno semplicemente complicando. Almeno per quanto mi riguarda. Voglio cercare di far luce sulla questione nel più breve tempo possibile, ma prima...
- Facciamo luce qui dentro! Non riesco a vedere nulla! - disse Carl, cercando la sua fidata zippo nella tasca.
- Aspetta Carl! Non lo fare! - disse Ilary aggrappandosi a lui. Carl stranamente si sentì strattonato al livello dei pantaloni.
- Ilary... da quando sei così bassa?
- E' questo ciò che cercavo di dirvi prima ragazzi miei – riprese il sindaco Panzoni – purtroppo tutte le cose citate prima sono ricollegate al “Vecchio Maniero”. Chiunque entra in quell'inferno di trattoria ne esce, sempre SE ne esce, cambiato. Orribilmente cambiato. Quindi vi chiedo di prepararvi psicologicamente al peggio, perché anche voi farete la nostra stessa fine temo.
- Che fine? Cosa ci succederà? - chiese Carl un po' preoccupato.
- Guardate pure con i vostri occhi. - disse Amelie avvicinandosi a Julie e Carl. - Ilary lascialo. Carl, accendi quella torcia.

Carl deglutì sonoramente. Non ricevendo altri ammonimenti, decise di accendere la luce della zippo. Presto la luce illuminò un poco di più la piccola stanza e sia Julie che Carl trattennero a stento delle urla di sorpresa. Nella stanza erano presenti loro due più un bassotto, un lemure, un orso, un lama e una piccola salamandra arancione sulla testa del lama. Tutti gli animali presenti avevano addosso dei vestiti stracciati, malridotti e polverosi. I cinque guardavano verso Julie e Carl con aria piuttosto demoralizzata. L'orso si avvicinò ai due a grandi passi, cercando di fare comunque piano.

-Ecco. E' questo quello che succede a tutti quei poveri disgraziati che hanno avuto la sfortuna di entrare a mangiare al Vecchio Maniero. Per qualche misteriosa circostanza, essi assumono forme animalesche poco dopo aver mangiato all'interno del locale.
- Cosa che... tuttavia... mi pare non stia accadendo a voi due – osservò il bassotto-ispettrice, guardando verso Julie e Carl.

In effetti, i due non sentivano nulla cambiare in loro. Niente di niente.

-Voi quanto ci avete messo a... ehm... animalizzarvi? - chiese Carl, un po' tremante.
- Circa mezz'ora dopo aver finito di mangiare, subito io e l'ispettrice ci siamo sentite poco bene. -disse la piccola Ilary-lemure - Poco prima eravamo riuscite a fuggire dalle grinfie di Kong, Jong e Jacques, come voi. Da quand'è che avete mangiato voi, piuttosto?
-Mah... sarà passato un'oretta o giù di lì. – disse Carl pensieroso.
- Quindi, aspettate, fatemi capire bene – intervenne nuovamente Julie – tutti gli animali presenti all'interno del locale prima erano degli esseri umani che per sbaglio hanno mangiato là dentro e che quindi ora sono divenuti parte del menù stesso della trattoria?
- Già. - rispose Tony – Ciò non spiega come voi due non vi stiate animalizzando. Forse la sostanza presente nel cibo che avete mangiato è inefficace contro di voi. Dovete avere un sistema immunitario parecchio potente.
-L'ho sempre detto che voi due siete strani forti. – disse Amelie sarcasticamente.

-Si, beh, credo che questo piccolo particolare al momento non abbia alcuna importanza. Almeno sappiamo cosa sta succedendo. E' tutto ciò che mi serve sapere. - continuò Julie – In ogni caso, penso che se esiste una qualche strana sostanza che trasforma chi la ingerisce in un animale, dovrà anche esserci un antidoto che inverta il processo!
- Siamo ottimisti, signorina “non me ne frega nulla perché tanto sono ancora umana e non diventerò uno stupido animale”! - urlò con voce stridula la Francine-salamandra.
- Via Francine, non ti scaldare come al tuo solito – disse Frank/lama cercando di calmarla.
- E comunque, per vostra informazione sono la detective Coal! Non signorina vattelapescacomemihaichiamatoprima.
- E saremo noi a farvi tornare normali! - continuò Carl, fiero di sé.
- Abbiamo finito con i convenevoli o avete intenzione di continuare questa scenata ancora per molto? - puntualizzò Francine, stizzita.
- Non avrei saputo dire di meglio. - aggiunse Amelie.
- Beh, - disse Julie - se volete rimanere animali per il resto dei vostri giorni e non volete seguire il nostro piano per recuperare l'antidoto...
-Un possibile antidoto. – aggiunse Carl
-Quello che è. Allora siete con noi o no?
-Abbiamo forse altra scelta? - disse Francine accigliata.
- Via, signorina Ember. La signorina Coal vuole darci una mano e lei continua a lamentarsi. Io direi che sarebbe meglio per tutti mettere da parte questo atteggiamento negativo per il momento, e se ci riesce, e cercare di collaborare tutti insieme. Giusto? - disse il sindaco Panzoni/orso.
- Pienamente d'accordo signor sindaco! - disse Frank/lama, scattando sull'attenti.
- Sentito signorina Coal? Qualunque sarà il suo piano, avrà il pieno appoggio dal sottoscritto, dal vice-sindaco Roman e dalla mia adorabile segretaria Francine.
- ADORABILE?!? GLIELA DO IO L'ADORABILE! - Francine/salamandra quasi prese fuoco da quanto era adirata.
- OI OI! Mi brucia i peli della testa signorina Ember! - disse Frank agitandosi e cominciando a scalpitare.
- UN PO' DI SILENZIO PORCA ZOZZA! - intervenne Ilary, facendo zittire tutti sul momento. - Uh, grazie! E' già un miracolo che quei bestioni non ci abbiano trovato con tutto questo casino! Prego ora Julie. Puoi esporre il piano.
-Ehm. Grazie Ilary. Allora, il piano è semplice. Noi siamo in netta maggioranza. Siamo in sette e loro solo in tre. Quindi faremo così. Ci divideremo in due gruppi. Io, il sindaco e l'Ispettrice penseremo ad andare verso la trattoria, per trovare l'antidoto e cercare di scoprire qualcosa di più sulla questione; magari “interrogando con le buone” il nostro caro Jacques. Signor Panzoni, conto specialmente su di voi sull'effetto intimidatorio.
- Sarà un po' deplorevole per la mia persona ma quel Jacques dovrà avere ciò che si merita. Quindi come ho detto prima, avrà tutto il mio appoggio.
- Perfetto. Ora. Il secondo gruppo. Carl, Ilary, la signorina Francine e il signor Roman cercheranno di distrarre Kong e Jong. Ve la sentite?
- CHE VENGHINO! - urlò Francine con voce stridula.
- Temo che la schiaccerebbero signorina Ember – disse ridendo Frank.
- Ti schiaccio io ti schiaccio! - continuò Francine, cominciando a saltellare sulla testa di Frank, tentando inutilmente di schiacciarlo.
- Per me è ok Doc! Ilary, tu te la senti?
- Beh, essendo un lemure dovrei essere abbastanza agile, quindi non sarà un problema cercare di scappare da quei armadi ambulanti. Quindi, si! Sono pronta quando volete!
-Anche ora! - disse Julie pimpante.
- Ora? - chiese Amelie perplessa.
- L'effetto sorpresa è assicurato! Inoltre, i due bestioni saranno esausti perché scommetto che hanno continuato a cercarci mentre noi eravamo qui a parlare, quindi sarà più facile per voi distrarli e metterli fuori uso!
- Non ti preoccupare Doc! Ho già un piano per sistemarli per benino!
-Ottimo! Allora direi di non perdere altro tempo e di metterci in marcia! Mi raccomando, fate attenzione ragazzi!
- PFT. - sbuffò Francine. - Sono LORO che dovranno fare attenzione a noi!

Detto questo, i gruppi uscirono dalla porticina e si separarono. Il gruppo di Carl si arrampicò sui tetti delle casette del villaggio per perlustrare meglio la zona ed individuare prima Kong e Jong, mentre Julie e Amelie, in groppa al sindaco Panzoni, si diressero a gran velocità verso il Vecchio Maniero, cercando di non essere scoperti dai due armadi, ancora in giro alla ricerca dei due fuggitivi. Per loro fortuna, Kong e Jong stavano perlustrando tutt'altra zona, guarda caso vicino a dove si stavano dirigendo Carl e il suo gruppo.

-Ok signori, spero sappiate saltare per bene perché avremo parecchio da danzare su questi tetti. Quei due dovrebbero essere nei paraggi...
-Vuoi dire laggiù? - disse Frank indicando con lo zoccolo un vicolo poco più giù.
-Vista acuta signor Roman, i miei complimenti... ora cerchiamo di avvicinarci a loro senza cadere di sotto e sfruttare l'effetto sorpresa.
-Non avrai intenzione di affrontarli corpo a corpo spero! - disse Ilary, aggrappatasi sulla spalla di Carl.
-Perché, non te la senti lemuretto? Hai troppa paura? - disse Francine, con tono ironico.
-Signorina Ember, voglio farle notare che questo suo comportamento da snob pomposa non la porterà da nessuna parte! - continuò Ilary, irritata.
- Ohhh, scusami ti ho offeso? Poovera.
- AH QUESTA POI!
- Shhh! Ilary! Non gridare potrebbero sentirci!

- Uh? Jong, tu sentito qualcuosa?

-Da. Peruò non saprei dire da duove provenivano quelle voci.

- Accidentaccio. Si sono accorti di noi... - disse Frank, guardando in basso.
- Grazie tante miss scorbutica! - gridò Ilary verso Francine.
- Miss scorbutica a chi, piccola mocciosa?! - Francine saltò dalla testa di Frank sulla faccia di Ilary, cercando di graffiarla. Le due cominciarono ad azzuffarsi sulla spalla di Carl, il quale tentava invano di quietarle, beccandosi qualche graffio e morso di tanto in tanto.
-Signorine! AHIA! Vi prego! Ahi! Smettetela!

Cercando di liberarsi dalle due Carl non fece attenzione a dove metteva i piedi e, per sbaglio, inciampò su una crepa profonda, che gli fece perdere l'equilibrio e precipitare di sotto assieme alle due ragazze. Frank tentò di afferrarlo al volo ma non avendo le mani, Carl gli sfuggì di zoccolo e continuò a cadere.
La fortuna volle che sotto di loro, in quel preciso istante, capitasse il capoccione di Kong ad “attutire” la caduta dei tre. Kong cadette sotto il peso di Carl, Francine e Ilary, sbattendo la testa a terra. Jong ci mise un po' per realizzare cosa fosse appena successo, poi reagì.

-EHI! TU SEI MUOCCIOSO DI STAMATTIN-

* STUNK *

Anche Jong finì con muso per terra, stavolta per colpa di Frank, il quale, prontamente, era saltato giù dal tetto per andare in soccorso dei tre.

-EHI! Dannazione! Dovevo stenderlo io! - disse Francine, stretta nella mano di Carl.
-Ora ci vogliamo calmare?! Signorina Francine, mi sta ustionando la mano!
- UHMPH. - sbuffò lei, ignorandolo, per poi sgusciare fuori e rimettersi sulla testa di Frank.
- A quanto pare ti piace proprio la mia testa eh, signorina Ember?
- Bah! Quanto meno sei riuscito a fare qualcosa di buono!
- Voi altri state bene? - chiese Frank rivolgendosi a Carl ed Ilary. I due annuirono, ma prima che potessero proferire parola, Kong e Jong si rialzarono, quasi illesi. A quanto pare non si erano fatti minimamente male.

- Uoff! Cuosa esserci caduto addosso? Vuaso? - chiese Kong.
- Nieth! QUEI TRE! - rispose Jong, cominciando a scrocchiarsi le dita.
- Gentlemen, propongo una ritirata immediata. - propose Carl.
- Approviamo appieno la decisione. - risposero all'unisono gli altri tre, cominciando a scappare a gambe levate.

-EHI! Tuornate qua! Dannati muascalzoni!

-Fatevi spaccare cu...ollo!

-VE LO SPACCO IO IL COLLO! - gridò Francine, scaldandosi nuovamente.

- Francine non sia sciocca e rimanga al suo posto. - disse Frank, accellerando il passo.

Dopo una piccola corsa, il gruppo di Carl arrivò nei pressi di un cantiere edile. Si infilarono attraverso una fessura e vi entrarono. Una volta dentro, si nascosero dietro uno ruspa, sapendo che Kong e Jong erano ancora dietro di loro e che non avrebbero mollato la loro ricerca finché non li avrebbero presi tra le loro grinfie. Carl però sembrava stranamente tranquillo, mentre gli altri continuavano ad ansimare per la lunga corsa.


- Carl... uff... come fai ad essere fresco come una rosa? - chiese Ilary, respirando affannosamente.
- Secondo me è tutto scemo – disse Francine.
- Signori. - disse Carl con un sorrisetto quasi malefico sul volto - Ho un' idea per liberarci di quei due energumeni una volta per tutte!


Intanto Julie, il sindaco e l'Ispettrice erano arrivati di fronte all'Antico Maniero, apparentemente deserto.


-Ok. E' già una buona cosa che quei due colossi non siano a guardia della trattoria. Vuol dire che Carl e gli altri stanno facendo bene il loro lavoro e che dentro c'è solamente quel serpente di Jacques. Suggerisco comunque di entrare dal retro. Nel caso quei due dovessero tornare. E poi Jacques non si aspetterà di certo una nostra visitina... - suggerì Julie, avviandosi verso il retro, ancora in groppa al sindaco con Amelie.

Arrivati sul retro, il più silenziosamente possibile, Julie tentò di scassinare la serratura della porta ed entrare. Amelie annusò l'aria e cominciò a ringhiare.

-Quel dannato è qui vicino... forse potrebbe aspettarci proprio dietro la porta, quindi stiamo all'erta.
- Si tranquillizzi Ispettrice. Non si aspetterà di certo la visita di un orso bello grosso, ehehe.


* CLICK *

Julie riuscì a scassinare la serratura e ad aprire la porta. Il sindaco fu il primo ad entrare a grandi passi. Tutto si potevano aspettare, tranne un'enorme trappola che si attivò al passaggio del sindaco, il quale fu subito messo alle strette da delle corde d'acciaio ed intrappolato. Il signor Panzoni si dimenava e cercava di strappare le corde che lo tenevano legato a morsi ma invano. Julie e l'Ispettrice rimasero sbigottite. Jacques le attendeva e le aveva anticipate. Tuttavia Jacques non si accorse di loro in quanto coperte dall'enorme stazza del sindaco.

-Mais guarda un po' se non è il caro vecchio monsieur Panzoni! La stavo scercando da un pesso lo sa? Speravo che prima o poi sarebbe tornato da me... non potevo farmi sfuggire un Grizzly per la mia collessione!
- E' per questo che sta trasformando queste povere persone in animali? PER UNA STUPIDA COLLEZIONE? E poi sono un rarissimo esemplare di Orso Nero Tibetano. Non un comune grizzly! - gridò il sindaco digrignando i denti.
- Ohohoho, ancora meglio, mio caro signor Sindaco. E comunque, lei pensa troppo in piccolo... - continuò Jacques.
- Che vuole dire? Anzi, no, non mi dica nulla. Non mi interessa. Perché tanto non la passerà liscia! Credeva che fossi venuto da solo?
- Ah, sc'è qualcun altro con lei? Non vedo nessuno. Mi sa che l'hanno abbandonata monsieur Panzoni.

In effetti dietro il sindaco, Julie e Amelie sembravano scomparse, lasciando il sindaco incatenato con Jacques che se la rideva. Tony non capiva dove potessero essere finite le due ragazze ma di certo, pensò, dovevano avere avuto un piano. Non era da loro filare a gambe levate. Conosceva bene la fama di entrambe ed era sicuro che sarebbero tornate per liberarlo. O almeno, così sperava.

Nel frattempo al cantiere, Carl, Frank, Francine e Ilary , avevano finito i preparativi da attuare nel loro piano per intrappolare i due colossi. Erano riusciti a salire su una delle gru del cantiere e a raggiungere la saletta di comando della stessa. Appesa al di fuori vi era un'enorme gabbia di metallo, priva del fondo. L'idea era quella di far cadere la gabbia proprio sulla testa dei tirapiedi di Jacques. Serviva solo un'esca che li avrebbe attirati nel punto giusto e qualcuno che sapesse maneggiare con precisione la gru.

- Ti dico che lo faccio io porca zozza! Voglio vedere con i miei occhi l'espressione che avranno quando rimarranno intrappolati come dei miseri roditori! - gridava Francine, sempre sulla testa di Frank.
- E' troppo piccola le ripeto, signorina Francine! Diamine, è più cocciuta di un mulo! Non le darebbero conto! - rispose Frank. Anche lui stava cominciando a perdere la pazienza.
- Sentite, cerchiamo di calmarci ora! - continuò Carl, massaggiandosi le tempie – Mi serve qualcuno che sappia maneggiare con questa roba... poi penserò io a fare da esca.
- Beh, io lo so usare. - disse Frank – Però con questi zoccoli mi verrebbe male a tirare leve o premere bottoni.
- Questo è un altro problema... - continuò Carl, grattandosi la testa.
- Carl... lo farò io! - Ilary si fece avanti e balzò sulla spalla di Carl.
- Cosa?!
- Massì! Farò io da esca! Tu rimarrai qui e seguirai le istruzioni di Frank per catturare Kong e Jong, mentre io li attiro sul punto esatto. E poi, sono anche più agile e scattante, nonché mingherlina! Riuscirei a passare attraverso le sbarre con facilità mentre tu saresti rimasto all'interno della gabbia con quei due.
- La ragazza ha ragione, signorino Carl – continuò Frank.

Carl rimase pensieroso a lungo, con aria preoccupata per l'idea avanzata da Ilary. Ma attualmente era l'unica possibile e attuabile.

- E va bene Ilary – sospirò Carl – faremo come dici tu. Ma mi raccomando...
- Si, si, lo so. Fai attenzione. - sbuffò lei – So cavarmela, cosa credi?
- Abbiamo finito con queste smielata dimostrazione di sdolcinatezze aggratis? Quei due si stanno avvicinando! - Francine riportò il gruppo coi piedi per terra e fece notare che, effettivamente, Kong e Jong stavano arrivando vicino alla loro zona.

Ilary saltò giù dalla spalla di Carl e cominciò a scendere dalla gru zampettando velocemente.

- Fatemi gli auguri! - disse, prima di fare un piccolo balzo che la portò proprio davanti ai due armadi – Ehi, bestioni! Da questa parte ciccioni! - gridò Ilary con tono scherzoso e agitando la coda come per prenderli in giro.
- Ehi! Quello no è gruosso tuopo che stava con quei muocciuosi? - disse Jong, grattandosi la testa.
- DA! E' proprio quello! Prendilo, prendilo! - continuò Kong, cominciando a correre appresso a Ilary.
- Non sono un topo! Sono un lemure! E comunque sono molto più veloce di voi!

Ilary scattò verso il punto designato dove far cadere la gabbia a gran velocità, seguita a stento dai due armadi ambulanti. Carl e Frank, nel frattempo, tentavano di calcolare bene il tempismo in cui far scendere la gabbia su Kong e Jong.

- Dai calala ora! Ora ti dico! - ripeteva Francine in continuazione.
- Signorina Francine, così ci deconcentra! - si lamentò Carl, pronto a tirare la leva che avrebbe sganciato la gabbia.
- Eccoli che arrivano! Signorino Carl, si tenga pronto! - Frank attirò l'attenzione del ragazzo e lo guidò con lo zoccolo verso un pulsante – Quando le dirò io, schiacci quel bottone e subito dopo tiri la leva!
- Ricevuto!

Ilary era ormai arrivata al punto predestinato e i due energumeni sembravano non avere la minima idea di quello che gli sarebbe accaduto di lì a poco. Proprio a pochi metri dal prendere Ilary, Frank diede il segnale a Carl, il quale fece cadere la gabbia sui due, intrappolandoli. Le sbarre della gabbia si conficcarono in profondità nel terreno sottostante ed Ilary, come previsto, uscì facilmente dalla gabbia passando liberamente attraverso le sbarre, lasciando Kong e Jong all'interno della trappola, furiosi.

-Libuerateci dannati muocciosi!
- DA! QUANDO NOI USCIRE ROMPEREMO VUOSTRO CU...CUOLLO!
- Si, si, dimenatevi quando volete! Le sbarre sono d'acciaio! HA! - gridò Francine cominciando a scendere dalla cabina di controllo della gru assieme a Carl e Frank. Ilary li raggiunse, saltando nuovamente sulla spalla di Carl.
- Te l'avevo detto o no che ce l'avrei fatta senza alcun problema?
- Va bene, va bene, te la sai cavare.
- Mhm? - rispose Ilary un po' accigliata.
- Ok, te la sai cavare EGREGIAMENTE. Ecco.
- In ogni caso. – si intromise Frank – Dato che questi due sono sistemati, suggerirei di tornare al ristorante e dare manforte al sindaco e alle altre due signorine.
- Giusto consiglio. - disse Carl cominciando a correre di nuovo verso la trattoria, seguito a ruota dagli altri animali.

Il sindaco Panzoni era stato condotto a suon di bastonate verso l'interno di una delle tante celle di vetro della trattoria da Jacques, il quale continuava a non perderlo di vista, dato che lo considerava una grande minaccia.
Errore grave il suo. Poiché non sapeva che proprio alle sue spalle, dentro la cucina, Julie e Amelie si erano intrufolate di nascosto per tentare di cogliere Jacques di sorpresa. Erano riuscite ad entrare da un'altra porta sulla fiancata del locale, la quale conduceva all'interno di un piccolo ufficio, disordinato e angusto. L'unica cosa tenuta in ordine era un'enorme catasta di fogli e documenti posizionati sulla scrivania. Le due si avvicinarono alla scrivania cercando di non causare rumore alcuno. Julie prese uno dei fogli in cima alla pila accatastata e lo osservò. Amelie intanto gironzolava per la stanza annusando in giro e cercando qualsiasi cosa di sospetto o fuori dal normale.

- Non ci credo. - disse Julie sottovoce prendendo un altro paio di fogli dalla pila e leggendoli con gli occhi sbarrati per lo shock – Quel damerino voleva vendere tutti questi animali. Alcuni a circhi, altri a zoo! Altri addirittura a fabbriche per il macello!
- Non mi sorprende. Quell'uomo mi ha subito dato l'aria di uno che non si fa scrupoli per niente e nessuno. - continuò Amelie frugando all'interno di un cassetto semiaperto.
- Anche con questi documenti in ogni caso non potremmo arrestarlo. Chi crederebbe mai alla storia di un matto che trasforma i clienti della sua trattoria in animali?
- Sarebbe piuttosto umiliante testimoniare sotto queste sembianze.
- Oltretutto potrebbero credere che ci sia un qualche ventriloquo che parla per voi. La questione verrebbe archiviata come buffonata del secolo e quel tipo sarebbe rilasciato per mancanza di prove.
- Uhm, non ne sarei così sicura Coal... - un sorrisetto si estese sul muso da bassotto dell'ispettrice – Guardi un po' cos'ho trovato...

Amelie porse una specie di telecomando a Julie. Davanti era disseminato di pulsanti di ogni forma e colore, mentre sul retro vi era appiccicato un adesivo con su scritto le funzioni di ogni pulsante. Julie sorrise ampiamente non appena capì a cosa potesse servire l'arnese che aveva in mano. Lo nascose subito nella tasca interna della sua giacca e prese anche alcuni dei documenti presenti nella stanza, mettendoli dentro la sua borsa.

-Testa di zucca! Hai trovato proprio un bell'aggeggio! Ma è meglio non uscire dalla porta principale dell'ufficio per venire colti sul fatto.
- Primo, smettila di chiamarmi in quel modo. Mi merito un po' più di gratitudine, dannata irriconoscente!
- Va bene, va bene, scusa cagnolino.
- Mhmpf. - sbuffò Amelie – Secondo. Mi pare di capire che tu abbia un piano.
- E che piano! Basterà che lei mi regga il gioco e vedrà che tutto andrà bene!
- Moriremo tutti.
- Eh, come siamo ottimisti e fiduciosi, Ispettrice. Suvvia si fidi di me, Pumpkinro. I cani dovrebbero essere fedeli e fiduciosi dei propri padroni no?
- MA TU NON SEI LA MIA P- AAARGH! Lasciamo perdere! - ringhiò Amelie, guardando male verso Julie che intanto se la rideva. - Se solo avessi delle mani in questo momento la strozzerei!
- Può sempre mordermi.
- Non mi abbasserò mai ad un livello così indignitoso!
- Sia. In ogni caso è meglio muoverci. Mi segua!

Le due uscirono dalla stessa finestra dalla quale erano entrate poco prima e rientrarono dalla porta che dava sulla cucina. Avanzarono lentamente verso la porticina che dava sul salone principale ma con loro brutta sorpresa sentirono due voci in più, a loro non gradite. Kong e Jong erano misteriosamente riusciti a liberarsi dalla trappola orchestrata da Carl e gli altri ed erano arrivati all'osteria prima di loro.

- Carl ha fallito? - si chiese Julie sottovoce, piuttosto stupita.
- Quel che mi chiedo ora è, staranno bene? - sussurrò Amelie con tono preoccupato.
- Sono sicura che staranno bene. Carl non è così ingenuo da farsi mettere fuori gioco da questi due bestioni... qualcosa sarà andato storto. Ma si procederà comunque con il piano!
- Ehi, ehi! Non voglio affrontare quegli energumeni! Finiranno per farmi diventare più salsicciotta di quanto non lo sia già!
- Sfrutteremo l'effetto sorpresa di cui ti parlavo prima. Ora va! Procedi come le ho detto!
- Ma...
- Si fidi! Non le farò accadere alcunché!
- Ma chi me lo fa fare... che me la mandino buona!

Amelie cominciò a correre all'interno della sala verso Jacques, Kong e Jong, saltellando da un tavolo all'altro, cercando di creare più confusione possibile. Appena si rese conto di chi era a causare tutto quel caos, Jacques mandò Kong e Jong a riacchiappare Amelie, la quale corse subito fuori dall'edificio, ripassando dalla porta della cucina. Julie nel frattempo si era appostata dietro un tendone, nell'attesa che i due armadi uscissero di scena. Jacques nel frattempo era rimasto di fronte alla gabbia del sindaco, il quale continuava a dimenarsi e a sbattere contro il vetro, nel vano tentativo di sfondarlo.

- Oh, si risparmi le energie per le Cirque du Monde, mio caro monsieur Sindaco. Vedrà che le piascerà passare il resto della vita come un divertonte orso giocoliere! Ci farà l'abitudine a stare dietro le sbarre! - Jacques rise di gusto.
- Temo che invece quello che dovrà abituarsi a stare dietro le sbarre sia proprio lei signor Jacques.

Julie uscì da sotto il tendone vedendo via libera e si stava avvicinando con calma verso l'ometto.
Appena Jacques si girò e vide la ragazza ancora nella sua forma umana ebbe un momento di panico totale.

- COMME EST POSSIBLE?! T-tu! L-lei aveva mangiato comme tutti gli altri! E-eppure pourquoi est ancore umana? Dovrebbe essere diventata, che ne so, un bradipo! Un qualsiasi altro animale!
- Tecnicamente sarei un “animale”. - continuò Julie con tutta tranquillità mostrando uno dei suoi soliti sorrisoni beffardi - Homo Sapiens Sapiens appartenente al gruppo dei mammiferi. Mi sembra parecchio sorpreso che il suo strano intruglio non abbia funzionato con me, n'est paaas, monsieeeuur Jacques?
- C-Che raSSa di sistema immunitario ti ritrovi!? C'est impossible! - Jacques sembrava aver raggiunto l'apice della follia ma stranamente, poco a poco, parve calmarsi e riprese a sfoggiare il suo solito sorrisetto raccapricciante - Devo capire come tutto ciò è successo! E lei sarà la chiave necessaria per lo scopo madamigelle!
- Pfft, si risparmi queste scenate da dottore pazzo, Jacques. Si consegni e non le farò troppo male. - Julie si scrocchiò le dita e si infilò il suo fidato tirapugni in una delle mani, continuando ad avanzare in direzione di Jacques, il quale non sembrava troppo scosso dalla minaccia della Coal.
- Farmi troppo male? Perché prima non ne parli con loro due, madamoiselle? - Jacques indicò proprio alle spalle di Julie.

A quanto pare, Kong e Jong erano riusciti a catturare la povera Ispettrice, stretta nella manona di Jong, incapace di muoversi. Colta alla sprovvista, Julie non seppe reagire per tempo, e finì anche lei nella stretta di Kong.

- “Non le farò accadere alcunché” eh, Coal?! Dannazione, piantatela di stringere! Non sono uno squeeze-toy! - urlava Amelie.
- Se tu no sta zitta, io fuare uscire tuoi occhi fuori da orbite, stupido cagnolino! - Jong strinse la presa facendo fare una smorfia di dolore sul muso dell'Ispettrice.
- Qui le cose non si mettono tanto bene... - disse Julie continuando a dimenarsi tentando inutilmente di liberarsi dalla stretta di Kong.
- Mi spiace per lei, madamoiselle ma il suo piano è fallito. I vostri amisci verranno spediti ai vari zoo, cirques e macellai come da programma e lei non potrà farsci nulla! Ora mi serve un suo piccolo campione. Credo che prenderò un dito o un'intera mano... – Jacques prese un segaossa dal tavolino accanto a lui e si avvicinò a Julie, tenuta bassa da Kong e col braccio teso a forza, guardandola con un ghigno malefico stampato in viso – Si tranquillizzi e forse non le farò troppo male. Forse.
- Spiacente Jacques, ma quelli che si faranno davvero male sarete voi! CARL!
- QUE?!

Prima che qualcuno si potesse rendere conto di quello che stava succedendo, Kong cascò a terra svenuto con una zoccolata sulla nuca, mollando la presa su Julie, mentre Jong era stato assediato in faccia da Ilary e Francine, le quali continuavano a graffiarlo e a morderlo su tutto il viso.

- AARGH! TOGLIETEMI DI DUOSSO QUESTI CUOSI!

Jong mollò la presa su Amelie per cercare di togliersi dalla faccia il lemure e la salamandra. Con tutta risposta Amelie, una volta libera, fece un salto e gli azzannò una gamba. Jong cominciò a correre ovunque, urlando di dolore e incapace di fermare la furia dei tre animali.
Carl si diresse verso Julie, aiutandola ad alzarsi.

- A quanto pare il piano che mi ha detto via auricolare ha funzionato alla grande, Doc!
- Già, ma temevo di stare per perdere veramente un braccio.
- Vedo che si fida molto di me, doc. Fortuna che il nostro intervento è stato tempestivo!
- CE N'E' UN ALTRO?!? COMME EST POSSIBLE?! JE DOIS PRENDRE LUI AUSSI!! - gridò Jacques guardando shokkato verso Carl.

 

Brandendo ancora la segaossa in mano, caricò verso i due cieco di rabbia. Carl e Julie fortunatamente riuscirono a scansarsi in tempo. Nel frattempo, purtroppo, Kong e Jong erano riusciti a riprendersi, intrappolando Amelie e gli altri con delle corde e ad affiancare nuovamente il loro padrone.

- C'est ça! Non sce la fascio più! Finiamo la cosa qui e subito! Kong, Jong! Sbarazzatevi di questi dannati ficcanaso!
- Oh, non avrei saputo dire una frase migliore monsieur Jacques – disse Julie estraendo dall'interno della giacca il telecomando trovato prima. Jacques sbiancò totalmente e tremava visibilmente alla vista del telecomando.
- NON! NON! Dove l'avete trovato?! COME l'avete trovato?! NON PREMETE ALCUN PULSANTE!
- Troppo tardi monsieur Jacques. - riprese Julie ghignando.

Poi, premette un paio di pulsanti sul telecomando facendo aprire tutte le gabbie della sala in una volta sola e attivando il sistema di irrigazione interno. Solo che il liquido che ne usciva non era acqua, bensì una sostanza color verdognola e appiccicosa, che, a contatto con gli animali, li aiutò a ritornare poco a poco alle sembianze umane originarie. In una decina di secondi, Jacques, Kong e Jong si ritrovarono circondati da una massa di persone inferocite vestite solo con i rimasugli dei loro indumenti. Tra loro si fecero largo alcuni degli agenti dell'Ispettrice puntandogli la pistola contro e ripetendo la solita tiritera “mani in alto”, “siete in arresto”, “arrendetevi ora o ne subirete le conseguenze”, “avete il diritto di stare in silenzio, ogni cosa detta potrebbe essere usata contro di voi”, eccetera eccetera.

- Finalmente! Credevo che sarei rimasta una viscida e orribile salamandra per il resto dell'eternità! - una giovane donna con i capelli lunghi e mori, occhialuta e dallo sguardo severeo, aveva preso il posto della piccola salamandra arancione.
- Non sarebbe stato male signorina Francine. Sarebbe stata più... gestibile. - disse Frank ironicamente. Frank invece era uno spilungone ossuto con i capelli colore biondo cenere e una barbetta incolta sotto il mento.
- Ti gestisco io, ti gestisco! - continuò lei, infervorandosi.
- Via, via, Francine. Frank. Mi sa che dobbiamo ringraziare un pò di persone in particolare qua dentro se siamo riusciti a tornare normali... - Tony si intromise nel discorso e si avviò verso il gruppo Julie/Carl/Amelie/Ilary. L'enorme stazza che aveva da orso, cambiava poco e nulla anche da umano. Era un uomo panciuto, barbuto e con un portamento nobile ma baldanzoso.
Carl cominciò a gongolarsi e a sistemarsi la camicia, pavoneggiandosi.
- Eh, signor sindaco. Abbiamo solo fatto il nostro dovere, non si preoccupi!
- In realtà mi riferivo alle nostre care signorine qui presenti...
- Noi? - dissero all'unisono Julie, Amelie, Ilary e Francine. Carl a quelle parole parve demoralizzarsi e si mise in un angolino della sala a fare cerchietti, attorniato da una leggera e immaginaria aura di depressione.
- No Francine, tu non hai fatto altro che lamentarti e a fare sfuriate inutili. - disse Frank sghignazzando.
- CHE COSA?! NON E' VERO! GIURO CHE TI STRAPPO QUELLA BOCCACCIA E LA USO COME FERMACARTE!
- In ogni caso, - si intromise Ilary cercando di calmare la situazione – abbiamo solo fatto ciò che ritenevamo più giusto. E anche voi vi siete rivelati utilissimi allo scopo signor Sindaco! Senza di voi e i vostri colleghi non saremmo riusciti a farcela!
- Confermo appieno. - disse Amelie compiaciuta – Quella zoccolata non è stata niente male signor Roman.
- Ahh, si figuri.
- E tu Francine! Mi hai aiutato un sacco a tenere occupato quel bestione di Jong! - continuò Ilary.
- Ce l'avrei fatta benissimo da sola, ragazza. Ma... beh, si. Un grazie anche a te è di dovere.
- In ogni caso, signor sindaco. Per me niente ringraziamenti. E' stato mio dovere d'ispettrice fare tutto il possibile per assicurare quei tre mascalzoni alla giustizia. - continuò l'Ispettrice con tono fiero.
- Io invece terrei a fare un ringraziamento speciale alla nostra cara detective... e al suo collega – disse il sindaco Panzoni, abbassando la voce e tossendo sull'ultima parte della frase – Senza il suo peculiare sistema immunitario e le sue mani prensili, non saremmo riusciti nell'impresa!
- E che intende per “ringraziamento speciale”, signor sindaco? - gli occhi di Julie iniziarono a brillare solo all'idea di una possibile ricompensa in denaro da parte del sindaco. In effetti, sperava solo in quella.
- Volevo proporle una bella cenetta rom- ahem, di “lavoro” per parlare delle nostre future collaborazioni nonché retribuzioni meritate per il servizio che offrite alla nostra città... maaa, notando la vostra espressione credo che lei stia disapprovando assai l'idea della cenetta, dico bene?

Julie alzò un sopracciglio con fare scettico.

- Doc, il sindaco ha parlato delle nostre “future retribuzioni” come argomento presente all' interno della “cenetta di lavoro” - Carl si era ripreso dalla depressione di prima e si era nuovamente affiancato alla sua collega, cercando di spronarla ad accettare.

Alla parola “retribuzioni future”, il broncio della Coal si capovolse in un enorme ghigno.

- Dovrei essere libera venerdì sera, signor sindaco. E spero per lei che queste retribuzioni siano belle abbondanti!
- Ma pensa sempre e solo a quello? - sospirò seccata Amelie verso Carl.
- Non può immaginare quanto Ispettrice.
- Beh. Comunque in fondo la cosa non m'interessa. Voglio solo tornarmene a casa dopo aver consegnato questi tre dannati alle guardie carcerarie di Brightburg per fargli ricevere da loro un... “servizio speciale” - l'Ispettrice rise in maniera raccapricciante mentre si avviava per scortare Jacques, Kong e Jong assieme ai suoi sottoposti.
- Non voglio minimamente sapere cosa sia questo “servizio speciale” - disse Carl a tratti disgustato, a tratti timoroso verso Ilary.
- Non ci tengo nemmeno io.

Nel frattempo, i tre, avviliti, si fecero ammanettare e condurre fuori dall'edificio, pronti per essere spediti in gattabuia; ma Jacques, poco prima di entrare nell'autovettura della polizia, volse uno sguardo truce verso Julie e Carl, ancora costernato sul perché quei due non fossero stati animalizzati come tutti gli altri. Ci doveva essere qualcosa sotto. E lui avrebbe scoperto di cosa si trattava.



Angolo dell'Autrice: le cose stanno prendendo una piega un pò "sovrannaturale", eh? Il prossimo capitolo non sarà da meno! Finalmente verrà svelata qualche "curiosità" sui nostri due detective.
Giuly

 

   
 
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