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Autore: Naco    12/08/2012    10 recensioni
[...] “Giulia, ma non ti sei accorta di niente?”
“Uh?” finalmente anche lei rallentò il passo fino a fermarsi.
“Poco fa.”
“Poco fa cosa?”
“Ti è passato accanto un ragazzo che ha continuato a guardarti per un bel pezzo!”
“COSA?” l’urlo attirò l’attenzione di più di qualche passante, ma non ci badò – o forse, semplicemente, della cosa non le importava granché “E tu non mi dici niente?!”
L’amica alzò le spalle: “Beh, l’ho appena fatto!”
“Ma ti rendi conto?! Magari ho incontrato l’Uomo del Destino e non l’ho neanche visto! [...]
Però, peccato. Avrebbe potuto essere davvero una bellissima storia d’amore!”
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nota, prima di iniziare.
Ma come, c’è bisogno di una nota pure prima? Si chiederà qualcuno.
Certo.
Questa storia è in realtà un esperimento (Sherlock docet), quindi è una storia parecchio fuori dai miei standard. Niente di troppo complicato, ma quando mi frulla un’idea in testa e non si decide ad andarsene, tendo sempre a provare ad andare fino in fondo e a vedere come finirà. Quale esperimento, mi chiedete? Ne riparliamo alla fine! U_U
Dite che queste cose le potevo anche dire direttamente alla fine? Sì, lo so. XD

Un grazie mille speciale va a Fanny per la betatura. Arigatou! <3


L’Uomo del Destino

“…poteva anche evitare di farmi fare quella figura di merda! Davanti a tutta la classe poi!”
La ragazza che le stava accanto si fermò, ma lei era così presa dal racconto dell’ennesimo 4 che aveva preso al compito di matematica, che non se ne accorse.
“Giulia, ma non ti sei accorta di niente?”
“Uh?” finalmente anche lei rallentò il passo fino a fermarsi.
“Poco fa.”
“Poco fa cosa?”
“Ti è passato accanto un ragazzo che ha continuato a guardarti per un bel pezzo!”
“COSA?” l’urlo attirò l’attenzione di più di qualche passante, ma non ci badò – o forse, semplicemente, della cosa non le importava granché “E tu non mi dici niente?!”
L’amica alzò le spalle: “Beh, l’ho appena fatto!”
“Ma ti rendi conto?! Magari ho incontrato l’Uomo del Destino e non l’ho neanche visto!”
“Scusami, eh, ma non ti sembra di stare un tantino esagerando? In fondo, non è che fosse questo granché!”
“Beh, forse a me sarebbe piaciuto! Sarà stato attratto dal mio fascino inconfondibile!”
L’amica la freddò con un’occhiataccia. “Secondo me ha solo pensato che sei una capra in matematica, visto quello che stavi dicendo!”
“E invece, secondo me, è successo anche a lui e stava provando tanta pena per me! Pensa, uniti anche in questo!”
“Qualsiasi sia stato il motivo, ormai è andata.” Tagliò corto e riprese il suo cammino verso casa, segno che la conversazione, per lei, era praticamente chiusa.
Giulia sospirò, ma la raggiunse. “Già. Però, peccato. Avrebbe potuto essere davvero una bellissima storia d’amore!”

***

“Giulia!” Roberta le diede una gomitata e finalmente l’amica si tolse gli auricolari per degnarla della sua attenzione.
“Che diavolo vuoi?” le urlò praticamente contro: come aveva osato interromperla mentre ascoltava per la milionesima volta l’ultimo singolo di Lady Gaga, godendosi il calduccio del termosifone del corridoio, prima che quelle noiosissime lezioni riprendessero?
“Frequenta la nostra scuola!”
“Ma chi?”
“Come chi? Il tizio di ieri!”
“Quale tizio?”
“Oh Santissimo! Ieri continuavi a rompere con la storia dell’Uomo del Destino e dopo neanche ventiquattr’ore ti sei dimenticata di lui?”
“Oh! Quel tizio! E chi era?”
“E che ne so, chi lo conosce?”
“Ma hai appena detto che frequenta la nostra scuola!”
“L’ho appena visto passare di là!” alzò il mento per indicare la finestra di fronte alla loro postazione. “Quindi, o studia qui o lavora in questa scuola.”
“Forse è un nuovo docente!”
“È troppo giovane.”
“Un tirocinante?”
“Una voce del genere sarebbe già circolata!”
“E se fosse uno studente appena trasferito?”
“Stessa cosa, Giu’.”
“Magari è venuto qui per cercare proprio me!”
“Lo sai che non fanno entrare gli sconosciuti!”
“Forse è il figlio di qualche prof!”
“Può darsi.”
“Perché non chiediamo a Maristella?”
“No! A Maristella no!”
“E perché? Lei sa sempre tutto di tutti!”
“Appunto, è una pettegola. Chissà che finirà per raccontare in giro!”
“Meglio, no? Così il mio Uomo del Destino saprà che lo sto cercando!”
“E se poi tenta di fregartelo lei?”
“Il potere dell’Amore ci permetterà di sconfiggere l’insidiosa nemica, vedrai!”

***

Maristella, conosciuta da tutti come la bidella, in realtà era una semplice studentessa della loro scuola; i suoi avevano un panificio, sua sorella studiava pianoforte al conservatorio e non aveva mai avuto un ragazzo. Insomma, non c’entrava assolutamente niente con il mestiere di bidella, però, come queste, amava molto la chiacchiera – altrui. La si vedeva sempre intorno a gruppetti di studenti intenti a chiacchierare dei fatti propri, per carpire da loro informazioni potenzialmente utili su tutto e tutti.
Che cosa se ne facesse di tutte quelle notizie era un vero mistero: non si faceva pagare per i suoi servigi e donava sempre una notizia fresca di giornata a chiunque gliela chiedesse.
“Potrebbe trattarsi del figlio della Mitti. Quella di filosofia della A.” commentò infatti appena sentì la descrizione del ragazzo. “Però non mi risulta che sia mai venuto a trovare sua madre, anche perché, che io sappia, dovrebbe essere a scuola in questo momento.”
“E tu come fai a conoscerlo, allora?”
“Perché una volta la prof. fece vedere una sua foto alla Gallo, quella di italiano, che si stava pavoneggiando perché suo figlio aveva preso trenta e lode a non so che esame difficile all’università. Intendiamoci, il figlio della Gallo è un genio, ma è proprio cesso. Me lo ricordo bene, faceva il quinto, quando io ero al secondo.”
“Non potrebbe essere un nuovo studente?” domandò allora Roberta.
“Impossibile! Nessuno si è trasferito qui quest’anno, altrimenti l’avrei saputo immediatamente.”
“Un nuovo insegnante?”
“Neanche.”
“Ma insomma! Da quando in questa scuola circolano studenti che nessuno conosce?!” Giulia batté spazientita un piede per terra.
Il cervello di Maristella, intanto, era in piena attività. “Beh, potrebbe non essere uno studente della scuola. Magari è uno spacciatore!”
“E come sarebbe entrato?”
“E che ne so? Si sarà intrufolato da una finestra aperta!”
“Con ‘sto freddo, una finestra aperta?!”
“Le vie dei ladri sono infinite! Avrà aperto la finestra del bagno con un coltellino!”
“Mah, non è che mi sia parso un poco di buono, a dire il vero…”
“Mai fidarsi degli sconosciuti, Roberta! Non è certo la prima volta, e non sarà l’ultima, che uno che sembra un bravo ragazzo in realtà è un criminale!”
“Ma allora, non sarebbe meglio chiamare la polizia?”
“Ma che polizia! Il mio Uomo del Destino non è sicuramente un malvivente!”
“E poi, chi ti dice che è il tuo uomo del destino? Magari è venuto a prendere la ragazza da scuola!”
“Durante l’intervallo? E poi, da quando in qua i fidanzati hanno l’autorizzazione di venire a prendere le ragazze da scuola?”
“Allora dev’essere il parente di qualcuno!”
“Può anche darsi. Se è vero che conosco la storia di tutti i ragazzi dal secondo anno in su, quelli del primo non li ho ancora inquadrati tutti, dunque qualcuno può essermi sfuggito. Magari, è il fratello di qualcuno di loro e, per qualche motivo, è stato costretto a venire a prendere il fratello o la sorella prima della fine delle lezioni. Oppure è stato chiamato da qualche docente!”
“Ma di solito, non dovrebbero venire direttamente i genitori?”
“Magari non li ha e il fratello maggiore ne ha la tutela. Sì, potremmo partire da questi piccoli indizi per scoprire l’identità del famoso ragazzo!”
“Non è che forse stiamo dando per scontato un po’ troppe cose?” Roberta era titubante, ma Maristella era sicura delle proprie teorie. “Ma no, vedrai che ho indovinato! Tutti gli indizi portano in questa direzione!”
“Il posto migliore per recuperare queste informazioni è sicuramente la segreteria!”
“Giulia, mi spiace deluderti, ma non credo proprio che darebbero a noi certe notizie!”
“Allora dobbiamo andare a chiedere a tutti, classe per classe!”
Tuttavia, un suono prolungato mise fine alla loro conversazione. “Mi sa che se ne parla domani, ragazze: l’intervallo è appena finito!”

***

Cinque ore dopo, Giulia, Roberta e Maristella avevano già finito i propri compiti – se mai qualcuna di loro li avesse davvero iniziati – fatto un pranzo frugale e aggiunte su MSN, Skype, Twitter e Facebook, per continuare il discorso iniziato in mattinata.

Detective Mary scrive: Allora, ragazze, ci ho pensato per tutta la mattinata e l’unico modo per rintracciare velocemente la nostra vittima…
Roberta scrive: ma non è morto nessuno!
Detective Mary scrive: …è provare a cercare tramite la grande rete! E quale luogo migliore del mercato del pesce per eccellenza: Facebook!
BaMbOlInA DoLcIsSimA scrive: cioè?
Detective Mary scrive: Sicuramente, tutti noi, abbiamo almeno un conoscente, o un conoscente di conoscente (insomma, ci siamo capite) che frequenta il primo anno.
Roberta scrive: sì…
Detective Mary scrive: Io conosco, almeno di vista, tutti gli studenti della scuola, anche quelli del primo anno.
Roberta scrive: sì
BaMbOlInA DoLcIsSimA scrive: ok!
Detective Mary scrive: Pensavo che potremmo partire da qualche conoscenza comune, oppure sfruttare i filtri per le ricerche di Facebook, sulla scuola che frequenti e cose del genere. Per esempio, io conosco una cugina di una mia compagna di classe e va in I C: potrei partire da lei, trovare i suoi compagni di classe tra gli amici e così via. Se lo facciamo per tutti quelli che conosciamo e che frequentano la scuola, sicuramente riusciremo a trovare la persona che cerchiamo in un batter d’occhio! Da lì poi sarà facile rintracciare il famoso ragazzo: se è il fratello di qualcuno, sicuramente apparirà nelle foto o sarà taggato nei suoi post.
BaMbOlInA DoLcIsSimA scrive: ottimo piano!
Roberta scrive: scusa, ma chi ti dice che qualcuno scriva su Facebook cose del genere? E poi, potrebbe avere la bacheca chiusa…
Detective Mary: oh, credimi, lo scriverà di sicuro: tutti si lamentano su Facebook di qualsiasi cosa! Per le bacheche non ti devi preoccupare: qualsiasi adolescente lascia la bacheca aperta!
BaMbOlInA DoLcIsSimA scrive: anche io lo faccio!
Roberta: io no, veramente. Ma se lo dite voi…

Cinque ore e almeno dieci diottrie in meno, le ragazze avevano controllato tutte le centoventisette bacheche degli studenti del primo anno della loro scuola scoprendo che solo cinque avevano la bacheca chiusa, mentre gli altri, invece, non rispondevano ai loro requisiti.

Roberta scrive: lo sapevo che non ne avremmo ricavato niente!
Detective Mary scrive: però abbiamo scoperto che Pierluca di I B è il migliore amico di mio cugino! Potrei chiedergli di presentarmi suo fratello, che per inciso è proprio un figo!
BaMbOlInA DoLcIsSimA scrive: e poi ricordati che ci sono cinque persone che dobbiamo ancora controllare. È tra loro, me lo sento!
Detective Mary: Giusto! Nessuno di voi li conosce?
Roberta: io no.
BaMbOlInA DoLcIsSimA scrive: dagli amici in comune, ho visto che Vittoria va in classe con Elettra, la sorella di una mia compagna di classe delle medie. Posso chiedere a lei.
Detective Mary: perfetto! Io invece escludo Claudia Ferretti, perché è un’amica di Giovanna, la mia vicina di casa, e dai discorsi che sento tra le due, non ha fratelli maggiori.
Roberta: ora che mi ci fate pensare, Paolo non può essere perché qualche giorno fa sua madre è stata convocata in presidenza perché il figlio aveva fatto a botte con un compagno di classe. Quindi la madre ce l’ha.
Detective Mary: bene, quindi, se escludiamo questi due, rimangono l’amica di Giulia e altri due, abbastanza pochi per poter avere un contatto diretto.
Roberta: e chi ti dice che parlerebbero proprio con noi? Se delle perfette sconosciute mi facessero delle domande sulla mia famiglia, io non risponderei mai!
Detective Mary: ma no! Basta trovare la scusa giusta e vedrai che andrà tutto bene!
Roberta: per esempio?
Detective Mary: per esempio “Ieri sera, fuori dal bar, ho trovato un portafoglio e, visto che il proprietario ha il tuo stesso cognome, non è che per caso è tuo fratello?”
Roberta: e come faccio a conoscere il suo cognome?
Detective Mary: hai un amico in comune con lui su Facebook e ogni tanto ti capita di vedere i suoi commenti.
Roberta: Ma non è vero! E se mi chiede chi? E poi gli oggetti smarriti vanno portati alla polizia, non a un ipotetico fratello!
Detective Mary: va bene, ho capito, ci parlo io con tutti e due. Voi intanto controllate quell’altra ragazza, ok?
BaMbOlInA DoLcIsSimA scrive: agli ordini, capo!
Roberta: io continuo a pensare che ci sia qualcosa che non vada in tutta questa storia!

***

“Giu’! Giulia!”
Roberta diede un calcio all’amica che emise un rantolo soffocato; la professoressa di italiano lanciò un’occhiataccia nella loro direzione, ma continuò imperterrita la sua spiegazione.
“Che vuoi?”
“Il tuo cellulare sta vibrando.”
La ragazza lo estrasse dal borsellino e lesse rapidamente il contenuto.
“Chi è?” Roberta non si fidava affatto del sorriso trionfante che si era dipinto sul volto dell’altra.
“È Maristella. Dice che Marzia ha solo una sorella più piccola. E, visto che abbiamo scoperto che Vittoria non ha fratelli…”
“…dev’essere per forza Lucia!”
“Sì! Durante l’intervallo andiamo ad interrogarla!”
“Interrogarla?! Ma non è mica una criminale!”
“Chiunque cerca di ostacolare il mio incontro con il mio Uomo del Destino è un nemico che dev’essere punito!”
“Mattei, Gufati! Visto che avete tanta voglia di chiacchierare, riassumete alla classe quello che ho appena finito di spiegare!”

***

Per qualsiasi studente del liceo scientifico “Guglielmo Marconi” quella era una giornata come tante altre: compiti da copiare, interrogazioni, pianti e gioie per aver ricevuto l’ultimo compito, storie d’amore che sbocciano, altre che terminano…
E, per un qualunque ragazzo del liceo, quella giornata sarebbe rimasta tale se la sua attenzione non fosse stata attirata da tre tipe che si aggiravano per i corridoi con aria furtiva.
“Sei sicura che sia in classe, Mari?”, domandò Giulia togliendosi gli occhiali da sole.
“Sicurissima.” Annuì l’interpellata alzandosi il bavero della camicia “Ho controllato io stessa e ho pagato profumatamente una sua compagna di classe perché non la facesse uscire neanche per andare in bagno!”
“Perfetto! Così non avrà scampo!”
“Ragazze, non vi sembra di esa-“
“Eccola!”
Ecco infatti che videro all’orizzonte la testa di una ragazzina, visibilmente arrabbiata con un’altra ragazza che si frapponeva tra lei e l’uscita.
“Per favore, aspetta un altro po’!” stava cercando di rabbonirla quella.
“Ma chi se ne frega di ‘sta tizia! Devo andare in bagno!”
“Lucia Arcuani!”
Le due ragazze interruppero il loro battibecco e si voltarono all’unisono verso la nuova venuta.
“Lucia Arcuani. Sei tu Lucia Arcuani?”
Giulia e Lucia si fissarono per un lungo, lunghissimo momento.
“Sì. E tu sei la rompicoglioni che mi ha fatta incarcerare nella mia classe. Che vuoi?”
“Sono io che faccio le domande, qui.” Si posizionò meglio gli occhiali da sole sul naso. “Dimmi come si chiama, quanti anni ha, cosa fa nella vita e il numero di telefono di tuo fratello.”
Lucia non batté ciglio. “Io non ho nessun fratello.”
“Tu menti! Vuoi tenermi lontana dal mio Uomo del Destino! Ma io non ti permetterò di fargli del male! La forza dell’amore alla fine trionferà!”
“Ma sei scema?! Chiedi pure ai miei genitori se non ci credi.”
“Anche loro vogliono dividerci!”
Maristella continuava ad annuire con convinzione, per corroborare le parole dell’amica; Roberta, invece, intuendo che la situazione stava diventando piuttosto grottesca, si guardava intorno, cercando una via di fuga; nel frattempo, gli studenti della scuola le avevano praticamente circondate nel tentativo di capire che diavolo stesse accadendo. Fra un po’, sicuramente sarebbero anche arrivati i professori, ci avrebbe scommesso qualsiasi cosa, e, sicuramente, avrebbero sospeso tutte e tre. E avrebbero avuto ragione, cavolo!
Roberta stava ancora cercando le parole che avrebbe usato per spiegare a sua madre cosa fosse successo, quando vide una testa più alta delle altre farsi largo tra la folla.
“Giulia!” la ragazza non riusciva a staccare gli occhi dalla figura, mentre tentava di attirare l’attenzione dell’amica, ancora impegnata a perorare la propria causa contro l’altra. “Giulia!”
“Insomma! Si può sapere che c’è?!”
La ragazza sollevò il suo indice per indicare la figura che via via si era fatta più vicina, fino a trovarsi a pochi metri da lei. “È lui!”

Un silenzio surreale cadde nel corridoio. Tutti si voltarono nella direzione indicata da Roberta. Il ragazzo, sentendosi osservato, si guardò intorno, perplesso. “Io?”
“Giulia lo fissò per un attimo: cavolo, il suo Uomo del Destino non era niente male! “Sì!” urlò lanciandosi contro di lui “Tu sei il mio Uomo del Destino!”
“Che?”
“Sei venuto qui per cercarmi, vero? Oh, ma non devi essere così timido! Anche io voglio uscire con te!”
Il ragazzo indietreggiò: “Tu sei tutta matta. Non ti ho mai vista in vita mia!”
“Su, non dire sciocchezze, tesoro mio. So di essere così affascinante che, l’altro giorno, non hai saputo resistermi!”
“L’altro giorno? Ah!” finalmente una nota di consapevolezza apparve nei suoi begli occhi scuri “Ho capito! Sei la ragazzina che l’altro giorno urlava come un’isterica per strada!”
“Isterica?”
“Quindi l’hai guardata solo perché stava urlando?” Finalmente anche Roberta cominciò a capire.
“Ovvio. In realtà era anche abbastanza divertente: anche io sono stato un allievo della professoressa Biagi e mi ricordo quant’era severa. Mi ha portato alla mente tantissimi ricordi!”
“Ma… ma… non sei venuto a prendere tua sorella?”
“Io? No, ho solo un fratello, sposato, con figli. In realtà sono qui solo per riempire il distributore delle merendine: sostituisco un collega che è in malattia.”
“…”
“Allora, si può sapere che sta succedendo qui? Volete tutti una sospensione o cosa?”

***

“Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo! Che figura di merda! Che figura di merda!” Roberta continuò a sbattere ripetutamente la testa contro il tavolino, rischiando, a ogni colpo, di versare il contenuto della tazza che aveva di fronte.
“Su, Roby, non fare così!” Maristella le diede una pacca sulla spalla per tirarle su il morale. “Almeno abbiamo risolto il mistero, non ti pare?”
“Ma chi se ne frega del mistero! Poco ci mancava e la preside ci avrebbe rifilato una bella sospensione! Che dico? Ci avrebbe espulse! Che cosa avrei detto ai miei genitori in quel caso?”
“Dai, è inutile preoccuparsi! In fondo, alla fine si è risolto tutto per il meglio!”
“Giulia ha ragione! Comunque, quel tizio dev’essere davvero un bravo ragazzo: nonostante non ci conoscesse ci ha pure difese!”
“Vero, Mari? Magari si è davvero innamorato di me e per questo ci ha salvate! Che eroe!”
“Ancora con questa storia?!”
“Può darsi! Però alla fine non siamo comunque riuscite a scoprire niente su di lui.”
“Niente affatto. Abbiamo scoperto che lavoro fa: basterà chiedere al ragazzo che rifornisce i distributori di solito, fornendogli una descrizione, o al massimo alla bidella. E, se non lo sanno, possiamo chiedere direttamente alla ditta.”
“Perfetto! Intanto, abbiamo già una pista!”
Roberta si accasciò sul tavolino esausta: quelle due non avrebbero mai imparato la lezione!


FINE

Note dell’autrice
Non ci posso credere *risata isterica* ce l’ho fatta! XDDDDD È praticamente un anno e mezzo che volevo ricopiare questa storia al pc, ma per vari motivi (leggi: prima non trovavo più il quaderno; poi non ne avevo assolutamente voglia) non l’ho mai fatto. Spero che non passino altri mesi prima che mi decida a postarla! XDDD
L’idea di base di questa storia mi è venuta in mente un giorno, proprio mentre ero per strada e andavo in stazione. In quel momento mi è passato accanto, quasi finendomi addosso, un Qualcuno (nel senso che avevo notato solo che era di sesso maschile per via dei vestiti; solo che era così imbacuccato – era febbraio – che non l’ho visto per niente in volto) e mi sono detta “Magari era pure un bel ragazzo come quella volta!” riferendomi a quando praticamente finii addosso a un tizio che era sbucato dal nulla (e mia sorella commentò: “Nei film succede un sacco di volte che due si conoscono e si innamorano così!” Ovviamente, a me non successe). Da qui, la mia mente ha iniziato a fantasticare e, salita sul treno, mi sono messa a scrivere.
Se qualcuno in Giulia dovesse vedere echi di Haruhi Suzumiya, protagonista dell’omonima serie, sappia che non è impazzito: li vedo anche io, probabilmente perché stavo vedendo la serie proprio nel periodo in cui scrissi questa storia. Anzi, non vi pare che Roberta somigli un po’ a Kyon? XD

Come vi dicevo, questa storia è stata per lo più un esperimento. Chi mi conosce, sa che io adoro i dialoghi; non che schifi le descrizioni, eh, ma sono sempre stata del parere che, per far conoscere meglio il carattere di un personaggio, un dialogo vale più di mille descrizioni (e il lettore si annoia pure meno). Per questo, tra queste righe, avete trovato pochissime descrizioni (anche dei personaggi) e molto dialogo; se avete notato, anche quando parla un personaggio, non sempre ho scritto chi prendesse la parola. Questo perché volevo vedere se il lettore sarebbe stato capace, come me, di capire chi aveva preso la parola semplicemente da quello che diceva. Tuttavia, mi sono resa conto che non sarebbe stato così semplice: si tratta di una storia cretina, ai limiti dell’assurdo, che vuole solo far ridere e nulla di più, quindi non aveva senso far impazzire il lettore e fargli fare tutti ‘sti film mentali. Tuttavia, non me la sono sentita di rinunciare completamente alla mia idea di base; quindi, ho cercato di inserire vari accorgimenti per rendere la comprensione più facile. Spero solo di esserci riuscita e di non aver fatto solo un gran casino. XD
Bene, non credo di aver altro da aggiungere se non che, come sempre, commenti, critiche e pomodori sono sempre ben accetti! -
   
 
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