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Autore: Shikayuki    13/08/2012    1 recensioni
*I primi quattro capitoli sono un'esperimento,ovvero sono stati scritti e pubblicati senza essere riletti e minimamente corretti,quindi sono pieni di errori e devono andare in revisione dato il successo che riscontrato la storia, quindi vi consiglio di leggere tutta la storia prima di cestinarla definitivamente! ;)*
Siamo veramente quello che facciamo vedere di essere, o dentro di noi o nel nostro privato siamo completamente l'opposto?
è la mia prima fan fiction e io non sono molto brava a presentare i miei lavori, ma spero che vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora mi stavo chiedendo che cosa diamine ci facessi io lì, in mezzo ad una scatenata orda di fan sfrenate che spaziava in una fascia di età compresa tra i sedici anni scarsi e la mezza età abbondante e tutte più o meno vestite a tono con la band, ovvero capelli tinti (alcune imitavano il cantante, e non parlo solo delle ragazzine) e maglie più o meno cosparse di teschi o i simboli della band stessa.
Mi sentivo spaesata con i miei capelli rosso tiziano (naturali), la carnagione pallida e il viso spruzzato di lentiggini e la mia polo verde smeraldo firmata su un paio di semplici jeans e converse nere. Eppure non potevo prendermela con nessuno: ero stata io stessa a cacciarmi in questo casino. Era giunto il venticinquesimo compleanno di Elena, la mia migliore amica, e volevo fargli un bel regalone, così avevo optato per due biglietti, uno per lei e uno per il suo ragazzo (fan scatenato a sua volta), comprensivi di pass per il backstage, per il concerto della sua band preferita: i 30 seconds to mars. Tutto il problema è sorto quando il giorno prima di partire, Davide è stato chiamato dal lavoro per una cosa urgente riguardo ad un progetto importante o che so io e davanti alla faccia in lacrime della mia amica che sola non voleva andare non ho assolutamente avuto il coraggio di dirle di no e distruggerle un sogno. Risultato: adesso sono qui, spersa nella follia collettiva, al concerto di una band sentita solo di nominare dalla mia amica e della quale non so nientaltro se non il nome e che il cantante è un ex attore strafigo. Bah, io non ho mai capito perché gli attori che non sono in grado di sfondare ripiegano sulla carriera da cantanti…
Comunque fatto sta che il concerto inizia e sento subito un attacco di batteria seguito a ruota da un giro di chitarra… e questa sarebbe musica? Per me è rumore! Il concerto prosegue così con gente che urla, luci stroboscopiche, chitarre e batterie a manetta e un ‘cantante’ che saltella sul palco urlando, che mal di testa! Praticamente passo un’ora rintanata nel mio angoletto in fondo alla sala mentre cerco di individuare Elena in mezzo alla folla che turbina a suon di musica davanti a me, ogni tanto riesco ad intravederla, grazie ai suoi capelli tinti di rosa shocking, anzi no, scusate color pomegranate (sennò si arrabbia e si offende!): è quasi sotto al palco e in visibilio. Sono contenta per lei, era da mesi che mi parlava di questo concerto e non stava più nella pelle una volta ricevuto i biglietti e poi in fondo almeno una delle due si sta divertendo!
Tra questi pensieri siamo arrivati a metà concerto e parte tipo una specie di momento acustico e sul palco restano solo il cantante che ora imbraccia una chitarra acustica e il chitarrista, che adesso è fornito di violino e tastiera. Fanno tre o quattro canzoni e io finalmente mi fermo ad ascoltarli: il cantante ha una voce dolcissima che ti culla mentre devo ammettere che il chitarrista è proprio un mago con il violino. Dopo poco mi ritrovo a canticchiare le melodie sottovoce e mi piacciono molto, si avvicinano di più al mio stile… Ma il momento magico passa e mi ritrovo catapultata per un’altra mezz’ora nel tragico mondo degli urli, delle schitarrate folli e della batteria malmenata. Finalmente arriviamo alla fine del concerto, il cantante saluta con un ultimo urlo e dopo un inchino si ritirano nel backstage. Le luci si riaccendono e subito mi metto a cercare Elena in mezzo alla folla. Dopo poco la trovo e ci riuniamo avviandoci verso la porta del backstage con i nostri pass al collo e ben in vista. Ci sono accalcate moltissime ragazze che tentano di corrompere i buttafuori con tutti i mezzi possibili e immaginabili, ma non riescono a smuoverli, noi invece mostriamo i pass e veniamo ammesse in un coro di invidia da parte delle escluse. Potevano affrettarsi a comprare il pass invece di stare qui a dare spettacolo, penso con una punta di fastidio. Veniamo introdotte in una stanza drappeggiata con bandiere che riportano i simboli della band e anche loro foto in cui vi è un tavolo stracolmo di cibo e bevande. Ci dicono di servirci a piacimento mentre aspettiamo la band che momentaneamente si sta dando una sistemata dopo il concerto. Le altre ragazze, circa una quindicina e Elena sono troppo nervose per mangiare, bere o fare altro così se ne stanno lì, ma io sonno assetata, così afferro un bicchiere e mi servo dell’acqua minerale ghiacciata, do un’occhiata intorno e poi torno da Elena che ora sta parlottando concitata dei suoi idoli con le altre fans in visibilio. Alzo gli occhi al cielo, ma non avendo meglio da fare mi metto in ascolto e effettivamente colgo stralci anche di altre conversazioni:
«Secondo te chi sceglie?» sta dicendo una bassa e tarchiata bionda tinta ad altra bionda tinta, che però è alta e statuaria, magrissima, con una quarta di reggiseno, risaltata dalla maglietta di rete nera con reggiseno in pizzo in tinta (uao, anni ’80 che passione!) e gambe perfette risaltate da una mini di pelle nera e anfibi… neri.
«Beh, io spero scelga me! Non me ne vorrete ma sono perfetta per lui, ho tutti i requisiti che cerca e poi conosco certi giochetti…» e fa un occhiolino molto pieno di sottointesi alla sua interlocutrice che inizia a ridacchiare per la battuta che io, non essendo fan, di sicuro non ho colto. In quel momento una terza, capelli viola, si inserisce nel discorso:«Io ho sentito che se non trovano niente che il aggrada qui nel backstage, vanno a cercare nelle fan che li aspettano all’uscita e che se non trovano niente anche a lì, fanno a pagamento…» Quest’ultima cosa la sussurra e io tendo l’orecchio per capirla, ma di cosa stanno parlando? Non ho il tempo di chiedere spiegazioni ad Elena, perché un gridolino collettivo scuote le ragazze annunciando l’entrata dei tre… musicisti. Mi ritiro in un angolino con il mio bicchiere e lascio tutto il piacere a loro, che per lo meno sentono davvero di dover essere in questa stanza. Dopo un’oretta di convenevoli, autografi, foto e curiosità poste dalle fan, con l’intermediazione di un traduttore, ci dicono che è ora di andare. Mi riscuoto dal mio torpore e do un’occhiata alla band… beh, non sono male in fondo. Il batterista, vestito solo con un paio di jeans neri lascia poco all’immaginazione: ha un fisico scolpito, dei bei capelli e una faccia affascinante che dice ‘sono un cattivo ragazzo e mi piace giocare’, peccato sia basso per i miei gusti…
Il chitarrista ispira devozione con i lunghi capelli e barba, mi fa pensare ad una rappresentazione di Gesù, mentre il cantante… uao. È davvero stupendo, non me lo sarei mai aspettato. Capelli castani più corti sui lati e più lunghi e disordinati sopra, faccia d’angelo con due occhioni di ghiaccio e un fisico che sembra stupendo sotto agli aderenti vestiti neri. Però c’è qualcosa che non mi convince, sembra troppo un bravo ragazzo… infatti dopo un po’ il batterista se gli avvicina e gli sussurra in un orecchio:«Bro scegli adesso o mai più, se ne stanno andando! C’è quella biondona lì, che se non la prendi tu…» e gli fa un occhiolino d’intesa. La biondona in questione era maglia di rete mini in pelle che prima smaniava e che ora ammiccava con i suoi occhioni azzurri bistrati di nero in direzione della band. Il cantante sembra pensarci su un attimo e poi scuote la testa:«Tutta tua bro, non c’è nessuna che mi interessa…».
In quel momento esco dal mio angoletto facendo finta di nulla per riunirmi ad Elena che si sta riavviando verso la porta con aria triste ed abbattuta. Le metto un braccio sulle spalle per consolarla, anche se non so di cosa e proprio in quel momento sento una voce:«Hey you! You with the red curly hair, wait!»
Faccio finta di nulla e continuo a camminare con nonchalance verso la porta, forse se lo ignoro mi lascerà in pace, ho capito che tipi sono questi… musicisti, e non voglio avere nulla a che fare con loro.
Il mio piano non funziona e dopo poco sento una mano battermi sulla spalla:«Hey, I was talking with you, red! Maybe you don’t understand me… I can call the translator!»
Ero tentata di far finta di non capire per poterlo ignorare, ma non volevo dargli la soddisfazione di credermi ignorante, così mi volto e lo fisso dritto nei suoi disarmanti occhi azzurri. Verde smeraldo contro azzurro, lago di montagna misterioso contro ghiaccio trasparente. E posso vedere il torbido in quegli occhi che a tutti sembrano dolci e innocenti. «I can understand you, what do you want?» gli sputo in faccia con il mio miglior accento. «Uao che pronuncia perfetta, mi sarebbe servita per Mr Nobody!» scherza, ma torna subito serio vedendo la mia non reazione a quella che per una fan sarebbe stata sicuramente una fonte di lacrime da risata. «Comunque volevo chiederti se ti andava di venire a bere qualcosa con me!»
Silenzio in aula, non vola una mosca, sento solo Elena sussultare. Mi volto a guardarla e la vedo che mi fissa ammirata con gli occhi sgranati, annuendo impercettibilmente, come a suggerirmi la risposta.
Non ci penso su neanche un attimo:«No.» Mi volto e mi dirigo all’uscita accompagnata da un coro di offesa da parte delle fan e da un sussulto sconvolto da parte del cantante. Di sicuro non è abituato a sentirsi dire di no, soprattutto in un dopo concerto… ma non aveva mai fatto i conti con chi si trovava ai concerti solo per accompagnare una sua amica ignorando totalmente la band.
L’ultima cosa che sento è Elena chiamarmi con voce strozzata:«Mary!»
Ma non mi fermo e non mi volto, niente potrà farmi cambiare idea, perché so cosa voleva quell’essere, ed è una cosa che vogliono tutti i sacrosanti ragazzi su questa terra, ma questo in particolare la voleva solo per una sera e per potersi vantare di aver provato un’italiana o un’ennesima fan. Ipocrita schifoso, faccia d’angelo che nasconde le corna da diavolo.
 
  
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