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Autore: Nellie    13/08/2012    2 recensioni
Senza perché, la voce di una ragazza che sta cadendo a pezzi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sarei sgretolata
non potevo lasciarmi andare

 


Quando schiusi gli occhi – quel martedì di luglio – dei deboli raggi di luce filtravano tra gli spiragli delle tapparelle. Non era mattina – responsabile del chiarore era il nuovo lampione che il comune aveva impiantato a pochi centimetri dalla mia finestra.
Le ciglia erano impastate fra loro, ma ero ben consapevole che non era stato il sonno a renderle tali.
Ero come ricoperta da un leggero strato di brina, appiccicosa, dato che l’umidità della notte non mi aveva risparmiata. I capelli color mattone, al tatto, parevano unticci, quasi non mi lavassi da settimane, ed erano attaccati alla nuca, duri, irremovibili.
Ogni mio respiro era bramato, atteso, ma nell’istante in cui i miei polmoni si aprivano annaspavo l’ossigeno senza catturarlo.
Il lenzuolo ai miei piedi, a cavallo tra letto e piastrelle, era stropicciato, raggomitolato su se stesso, troppo lontano perché riuscissi ad afferrarlo senza mettermi a sedere. Gli addominali mi dolevano, li sentivo pulsare sotto quegli strati di grasso del tutto nuovi, di alzarsi non se ne parlava.
Ma un bisogno fisico, del tutto animale, mi spinse verso il bagno. Le ginocchia tremavano deboli, quasi scontrandosi, e lo sguardo ancora appannato non mi guidò alla perfezione, come sempre, verso la porta dei servizi.
I piedi umidi aderivano alla perfezione con il pavimento, per un istante quasi s’incollavano così che la falcata successiva fosse ancora più faticata, più sudata. Mi aggrappai allo stipite della porta nel tentativo di non cadere, ma cedetti accasciandomi su me stessa, raggomitolandomi e chiudendomi nel tentativo di occupare meno spazio possibile. Le cosce contro il mio petto, le mie mani intorno agli stinchi e la testa tra le gambe: non potevo lasciarmi andare, mi sarei sgretolata. Si era creata – in quei giorni distaccata dal mondo – una voragine al mio interno, perché non ero stata abbastanza per lottare. Non avrei dovuto permetterle di propagarsi fino a tal punto; qualche istante, un movimento azzardato, e mi avrebbe risucchiata.
Ma quello stimolo animale non si attenuò, ero all’orlo, così soddisfai il mio problema d’incontinenza lì, a terra, tra il corridoio e quella che una volta era stata la nostra camera.

   
 
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