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Autore: ChantalFromMars    13/08/2012    2 recensioni
"Enchanté, je suis Jared Leto"
Una presentazione e una discussione sul francese di questo tipo dagli occhi azzurri che le sembrava tanto famigliare, ma che non riusciva a riconoscere.
E poi l'aveva riconosciuto una settimana prima del concerto, maledicendosi per aver comprato il Golden Ticket, l'avrebbe incontrato sicuramente. Shannon e Tomo assisteranno a una scena unica.. che succederà?
One-Shot!:)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONE DAY MAYBE WE'LL MEET AGAIN

 

Lei

Maggio

La mia vita era solo lavoro, ero una modella e quando si comincia a farsi un nome nella moda s'incontra tanta gente, del settore e non. Amavo la musica anche se non avevo tempo per dedicarmi a seguire nemmeno un gruppo in particolare e andando al lavoro in metropolitana lessi un cartello che annunciava un concerto di una band che in quel periodo ascoltavo spesso, i Thirty seconds to Mars. Non li conoscevo bene così lessi anche i loro nomi e guardai la loro foto insieme, cercando di fissarmeli in testa e mi scrissi il sito dove comprare i biglietti. Chi sa, magari non avrò niente da fare e un concerto ogni tanto ci sta... non sapevo ancora cosa sarebbe successo.

Luglio

Ennesima sfilata, ennesimi sorrisi e presentazioni inutili, perché figurarsi se mi sarei ricordata un solo nome! Ma poi mi presentarono un tipo, con una faccia talmente famigliare.. non riuscivo a riconoscerlo eppure ero convinta di averlo già visto. Si tolse gli occhiali, mostrandomi due occhi azzurri che scrutavano nei miei e mi disse “Enchanté, je suis Jared Leto”, tutto convinto. Lo guardai accigliata e gli risposi “Scusi, ma devo proprio dirglielo, ha una pronuncia terribile”. Mi guardò all'inizio stupito e poi sorrise chiedendomi se lo stavo prendendo in giro e dicendomi più volte che lui aveva origini francesi, dandosi delle arie assurde. Ma da dove veniva quel tipo?! Di sicuro non dalla Francia, poco ma sicuro.. Era più probabile che venisse da Marte!

-Beh, scusi ma le ripeto che non si sente che ha origini francesi..- ero un po' seccata, si vede che era offeso e per questo continuava a cercare di convincermi di avere qualcosa a che fare con la Francia. In più quella era una giornata no e nessuno voleva lasciarmi stare, compreso il 'francesino'.

-E va bene non sono francese, ma mio padre discende da una famiglia...-

-Sì, suo padre aveva un nonno, che aveva uno zio, che aveva a sua volta un lontano parente che era francese ma poi si è trasferito qui dimenticandosi la sua lingua d'origine- lo zittii io.

Povero ci era rimasto male e non gli avevo lasciato il tempo di replicare. Lo guardai male un'ultima volta e mi girai andandomene, sperando che fosse l'ultimo scocciatore della serata.

-Acida la ragazza, eh?!- sentii pronunciare dal 'francesino' e alzai gli occhi al cielo, non ne potevo più.

Shannon

Jared era andato ad una sfilata e voleva portare anche me e Tomo, ma noi gli avevamo prontamente risposto che a noi non interessava e che preferivamo rimanere a casa a guardare la tv o a giocare con la play station. “A quarant'anni a giocare con la play?!” era stata la risposta urlata da mio fratello. A volte era proprio snervante.

 

-Ah! Ti ho ucciso, bro!- dissi a Tomo tirandogli una pacca sulla spalla. Lui mi guardò con aria di sfida e riprese a giocare, cercando di sparare al mio personaggio.

-Sì, ma non vale, Shan! Tu usi sempre i trucchi!- disse esasperato dopo l'ennesima morte per mia mano. Quanto mi sentivo potente!

-Non è colpa mia se tu sei un santarellino che non vuole essere scorretto!- sghignazzai io.

Tomo era fatto così, era sempre leale e onesto, veramente un buon amico. Perso in questi ragionamenti non mi ero accorto che Tomo stava per colpirmi e disperato cercai una scusa per smettere di giocare. Il campanello suonò e io subito spensi la tv, facendo arrabbiare Tomo che mi inseguì fino a quando arrivammo alla porta e trovammo Jared con un'espressione indecifrabile sul volto.

-Che ti è successo, bro?- gli chiesi notando il suo viso.

-Una modella particolarmente acida mi ha detto che ho una brutta pronuncia in francese...- disse guardando per terra.

Io e Tomo ci guardammo e scoppiammo a ridere, per poi subito smettere, fulminati da uno sguardo di ghiaccio.

-Non c'è niente da ridere! Secondo me aveva il ciclo ed è solamente per questo che è stata così antipatica nei miei confronti!- disse mio fratello che era così orgoglioso del suo francese.

-Ma facci capire com'è andata e cosa ti ha detto precisamente...- disse Tomo con fare calmo e interessato.

Alcuni minuti dopo, Jared ci aveva raccontato la scena nei minimi particolari, pensando di avere il nostro appoggio.

-Quella ragazza ha fatto proprio bene, bro!- sbottai mettendomi poi a ridere.

-Io mi immagino la scena: Jared intento a fare il figo che parla francese, pronto a baciarle la mano, e lei che lo interrompe dicendogli che la sua pronuncia fa schifo!-intervenne Tomo morendo dalle risate.

Jared cercò di farci cambiare idea, ma ogni volta che soltanto accennava a quell'episodio, scoppiavamo a ridere e a prenderlo in giro, dicendo qualche parola in francese tra le risate. Così mio fratello capì che su quell'argomento era meglio tacere e darla vinta a quella ragazza sconosciuta.

Lei

Novembre

Alla fine avevo deciso di andare al concerto, anche se non capivo perché avevo deciso di prendere anche il Golden Ticket. Avevo speso un sacco di soldi per incontrare persone di cui non sapevo neanche il nome. Anzi del cantante sì.. me ne ero resa conto più o meno solo una settimana prima del concerto. Per curiosità mi ero soffermata a guardare uno dei loro video e BAM! L'illuminazione era arrivata: alla sfilata mi sembrava famigliare perché avevo osservato il suo viso sulla foto del poster e però non mi ero ricordata di questo piccolo particolare.. 'Vedremo cosa succederà, sperando solo che non mi riconosca..' era l'unica cosa che sono riuscita a ripetermi per un'intera settimana.

Il giorno del concerto era arrivato e andando lì, continuai ad ascoltare le loro canzoni, anche se ormai le sapevo quasi tutte a memoria, le adoravo, ma non riuscivo ancora a considerarmi un'Echelon. Ammiravo quel rapporto nella famiglia dei Mars e per questo non riuscivo a capacitarmi di farne parte. Il caso volle che io finii in prima fila. Aspettando parlai con alcuni ragazzi che si trovavano nelle mie vicinanze. E poi tutto ebbe inizio.

Durante il concerto mi scatenai, come tutti gli altri, e decisi che avrei fatto finta di niente con Jared, e che, nel caso mi avesse riconosciuta, avrei improvvisato.

Finito il concerto mi diressi al capannone del Meet&Greet. La sala era piena e tutti i ragazzi presenti aspettavano solo l'arrivo dei loro tre idoli. Quando arrivarono, cominciarono subito a fare autografi, sorrisi e foto. Io per il nervoso continuavo a mordicchiarmi le unghie.

E poi venne il mio turno. Mi ritrovai di fronte ai tre sorridendo come un ebete, mi presentai e subito dopo aver detto il mio nome, notai che l'espressione di Jared era cambiata: mi guardava con gli occhi spalancati, mostrando un mix di stupore e incredulità. Vedendo la sua faccia, scoppiai a ridere.

-Ma tu sei quella della sfilata!- disse quasi urlando. Credo di averlo ferito profondamente quella volta, offendendo il suo francese.

Shannon e Tomo si guardarono con aria interrogativa, fissando prima me e poi Jared.

-Accidenti pensavo non ti saresti ricordato... O dovrei cercare di dirlo in francese?!- cercai di trattenere le risate, povero Jared, con lui non riuscivo proprio a contenere il mio leggero sarcasmo.

Tomo e Shannon a quel punto scoppiarono a ridere.

-Sei tu che gli hai detto che ha una terribile pronuncia?!- mi chiese Shannon ridendo come un matto.

-Sì...- mormorai io intimorita. Non sapevo più che aspettarmi.

-Io.. io ti stimo!- disse Tomo fra le risate. Mi persi a guardare Tomo ridere, era proprio un bell' uomo, a differenza di ciò che dicevano alcune ragazzine in calore che riuscivano a vedere solo il cantante.

Intanto Shannon era venuto dalla mia parte del tavolo al quale erano seduti per fare gli autografi e, inginocchiato a terra, mi disse:

-Dimmi un tuo desiderio e io farò in modo che si avveri-

Io lo guardai e mi misi a ridere, che burlone che era! Avvenne tutto sotto lo sguardo del povero Jared, che a quanto pareva aveva raccontato l'accaduto agli altri due cercando conforto, ma aveva solo trovato due che lo prendessero in giro tanto quanto me.

-Guarda che sono serio- disse Shannon alzandosi e guardandomi negli occhi.

Lo guardai accigliata, pensando a tutte le cose che avrei potuto chiedergli.

-Io..io vorrei..mmmh.. Posso salire sulle tue spalle?- dissi senza mai smettere di ridere. Non ero seria, insomma era la prima cosa non sconcia che mi era venuta in mente fissando i suoi occhi.

Stavo ridendo così tanto che non mi accorsi che Shannon si era posizionato dietro di me.

Venni sollevata in aria e tutti mi stavano osservando. Guardai giù e vidi che Shannon mi teneva sulle sue spalle. Ricominciai a ridere e Shannon fece lo stesso.

Il batterista cominciò a roteare su se stesso e io ridevo sempre più forte. Poi mi mise giù e io istintivamente lo abbracciai sussurrando un lieve grazie. Lui mi sorrise di rimando e poi tornò a sedersi.

-Gimme five, sis!- mi disse Tomo imitando la parlata dei rapper.

Risi alla sua imitazione e poi mi voltai verso Jared.

-Ehi, non sarai arrabbiato con me?!- dissi mostrando i miei occhi da cucciolo – non volevo offenderti, ma a volte non riesco proprio a trattenermi..

Mi guardò prima con aria truce, e poi mi rivolse un sorriso dicendo -Mi tieni testa, è una cosa positiva. Certo che non sei una donna con tatto, eh?

Mi misi a ridere e li salutai facendo velocemente una foto con loro, il mio turno era terminato. Shannon mi rivolse uno sguardo di fuoco, e pensai subito che lì dentro facesse fin troppo caldo. Guardai anche gli altri e sussurrai piano senza farmi sentire -one day maybe we'll meet again..- mi girai allontanandomi dai tre.

Shannon

La guardai camminare, sorridendo appena sentii quella frase.

-Sicuramente!- le urlai per farmi sentire continuando a sorriderle anche se lei mi dava le spalle.

Vidi che si irrigidì alle mie parole, forse non voleva nemmeno farsi sentire.

Feci gli ultimi autografi e guardai nuovamente nella sua direzione, ma lei non c'era più.

Dopo alcuni minuti ci alzammo e uscimmo dalla stessa parte da cui eravamo entrati. Guardai per l'ultima volta l'entrata del capannone ormai vuoto e dissi senza neanche rendermene conto -one day maybe we'll meet again..- con un sorriso spontaneo.  

  
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