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Autore: Lezzie    13/08/2012    2 recensioni
Lucida. Grigia. Fredda. Tagliente.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ha afferrato. Ancora. La terza volta questa settimana. Mi ha estirpato da quel temperino, ha tolto la vite che mi teneva collegata alla mia casa, alla mia famiglia. Mi ha sviscerato. E ora mi ha fra le sue dita. Fra l'indice e il pollice. Mi tiene stretta tra loro, tra questi due ammassi di cellule, terminazioni nervose e batteri. Vedo che si sfila qualcosa dalla mano. Si è tolta il polsino, quello che tiene al sicuro il suo segreto. La sua miriade di segreti. Non è buffo? Millemila piccoli inconfessabili segreti nascosti da un pezzetto di stoffa grande neanche metà spanna. Sono terrificata. Ecco, mio Dio. Mi sta premendo contro quella lineetta azzurrognola sotto la pelle. Vengo tirata con forza da un'estremità all'altra del polso. Mi impregno di un liquido rossastro, che come le altre volte si seccherà in poco tempo. Sangue, lo chiamano. La cosa si ripete varie volte. Ora le sue dita tremano. Lei trema. Mi lascia cadere, distrutta, come le nuvole fanno con le lacrime. Come lei fa con le lacrime. Aspetto. Mi ripeto di stare calma. Non... non ce la faccio più. Odio quando fa così. Mi si sta arruginendo tutta la parte affilata, sto diventando grigia e arancione, ormai. Terribile. Quando mi tirerà su per pulirmi? Quando? I minuti scorrono come Vodka ad una festa. Ora li conto, voglio vedere quanta importanza mi da. Uno, due, tre... dieci... quindici... Finalmente l'attesa finisce. Cerca di afferrarmi con le dita, diventate rosse e violacee. E' stremata. Sento qualche goccia salata cadere su di me. Pioggia? Lacrime? Lacrime, definitivamente. Dopo vari tentativi, riesce a prendermi. Si trascina fino alla stanza bianca, quella piena di cose lucide, quella dove andiamo ogni volta dopo... dopo questo. Mi sembra di essere un peso emìnorme, ma forse lo sono, ora, per lei. Mi appoggia su una superficie gialla, per poi essere inondata da un liquido verde. Ritorno quella di prima, senza sangue coagulato su di me, ritorno alla mia solita lucidità. Sia mentale che fisica. Sento una porta che sbatte e delle voci provenire dalla stanza accanto. La osservo. Non mi preoccupo, ma lei si, a quanto pare. Afferra la bottiglietta con dentro la sostanza verde e distrattamente spruzza un po' della soluzione sul polso. Nei punti in cui io le sono servita. Si asciuga con della carta, che diventa rossastra. Mi prende, e in tutta fretta mi riporta nella sua camera. Si rimette il polsino. Anche i nuovi terribili segreti sono al sicuro, ora. Mi rimette a posto. Finalmente rivedo mamma e papà. Finalmente sono al mio posto, dove dovrei essere, con la mia vite. Finalmente sul temperino.
  
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