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Autore: Myeu_    13/08/2012    3 recensioni
"Nulla è come sembra."
Genere: Dark, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Le luci tremolanti erano ormai l'unica cosa che illuminasse la stanza tinta di rosso.
Avevi detto «dai, andiamo un pò a divertirci!».
Mi avevi preso in giro, ridendo «non aver paura, non è mica una casa infestata».
Io ti avevo avvertito, Marth.
Ti avevo anche pregato di non farci entrare in quella casa. Ma tu, tu no.
Eri tanto stupido, da farlo soprattutto perché io ti chiedevo il contrario.
Tante orribili storie erano già legate a quel vecchio edificio, ormai disabitato da anni e anni, o forse anche da secoli.
Ed ora se n'era aggiunta un'altra. La tua.
Non hai voluto ascoltarmi, Marth, e guarda come sei finito. Guarda come sei morto.
«Aiutami» mi imploravi tu. «Aiutami, ti prego!».
La sento ancora, la tua voce. Nella mia testa, ancora viva, ancora piena di paura e lacrime.
«Non hai voluto essere serio nemmeno un pò, non mi hai dato retta» ti ho semplicemente detto io,
mentre ti vedevo lì, a terra, coperto dal sangue.
Mi hai guardato con quegli occhi scuri, pregandomi di un aiuto. Oh, com'eri spaventato, Marth. Eri scioccato, anche.
Si, eri scioccato. Perché non volevo aiutarti, mentre morivi.
Ti avevo guardato dritto negli occhi, mentre quell'anima stralciava la tua, ti distruggeva.
Mentre la morte ti voleva portare con sé, levandoti il cuore.
Una mano. Infilata diretta, veloce, forte, dentro il tuo petto.
Ti aveva squarciato la carne. Ed io, ero lì.
Ero lì a guardare i tuoi occhi, che piano si velavano.
I tuoi occhi che piano iniziavano a dirigersi verso il vuoto, verso la morte.
Ero lì, e non avevo fatto nulla. E sai perché, Marth?
Perché era la mia vendetta. Perché ti odiavo.
Tutte le volte che mi prendevi in giro, tutte le volte che alzavi le mani contro di me.
Tutte le volte che non mi davi retta, tutte le volte che ridevi. Ridevi come un matto.
Eri sempre fuori di te. Eri sempre ubriaco, nonostante tu non avessi mai bevuto.
Cosa c'era che non andava in te, Marth? Non lo so proprio.
Beh, ora sappi che quella, quella, era la mia vendetta per tutto ciò.
Sappi che non ho mai dimenticato tutto il male che mi facevi.
Ma tu non sapevi una cosa, Marth. No, non lo sapevi.
Io sono un demone, in realtà. Oh, si. Ho questa capacità.
Sono stata io, ad ucciderti, Marth. Sono stata io, a strapparti il cuore.
Si, ero io. Non sono così fragile. Non sono come sembro.
Niente è come sembra, Marth.
Il tuo cuore, batteva ancora dopo qualche minuto, mentre i tuoi occhi si spegnevano.
Oh, come c'ho goduto. La mia vendetta era compiuta.
E poi, chi andrebbe mai ad incolpare una piccola, tenera, bambina, Marth?
Chi? Nessuno. E non avevo nemmeno armi. Non avevo nulla, oltre il demone in me.
La tua anima è andata, Marth. Mentre la mia è salva.
La mia è sempre salva, riesce a scamparla in ogni caso.
Ah, sai una cosa, Marth? Sai, tutte le leggende passate, quelle legate a quella casa dove sei morto?
Beh, quelle, quelle le ho compiute tutte io. Non sono leggende.
La paura delle persone, ha fatto si che lo fossero.
Ma i morti, i morti erano veri. Erano viventi prima, prima che li uccidessi.
Nulla è come sembra, Marth.
Ma ora, ora. Addio, Marth. Ci vediamo all'inferno tra qualche secolo.
   
 
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