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Autore: bulmasanzo    13/08/2012    8 recensioni
Una riscrittura della storia riproposta in ogni titolo della saga dei fratelli Mario, in uno stile semiserio e tragicomico che diventa progressivamente sempre più impegnato.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bowser, Luigi, Mario, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1


Il diciannovesimo giorno, il padretherno dei videogames creò il Regno dei Funghi.

Disponeva di uno scarsissimo budget e quindi dovette risparmiare molto sulla grafica, riciclare un vecchio personaggino già apparso da qualche altra parte per fargli fare da protagonista e creare il suo secondo dalla sua stessa base, senza cambiare altro che i colori. I cespugli dovettero rassegnarsi a essere null'altro che nuvole verdi, alcuni personaggi rinunciarono alle gambe e moltissimi altri elementi dovettero essere lasciati all'immaginazione.

Si manteneva però viva la speranza di guadagnare abbastanza da migliorare la grafica nel mezzo secolo che sarebbe seguito.

Oggi, ecco come può essere visto questo paradiso.

Il sole si leva alto illuminando lo splendido panorama lussureggiante, verdeggiante di freschezza. Sorride, splendente di salute e di positività, alle simpatiche nuvolette di pixel che ricambiano il suo gioioso saluto e alle collinette ridenti che gli fanno l'occhiolino. Lentamente e senza che nessuno immagini che qualcosa possa andare storto, comincia un nuovo giorno.

Basta guardarsi intorno per rendersi conto immediatamente che non ci troviamo più nel nostro mondo. Qui tutto è colorato allegro, vivo, ogni cosa ha un'anima propria, ogni cosa ti parla, ti sorride, ti guarda, ti ascolta, ti conforta. Qua e là, su e giù, a destra e a manca, senza un ordine apparente, strani oggetti cilindrici verdi, blu, gialli e cavi si ergono dal terreno. Alcuni sembrano essere vuoti, altri dentro hanno una sorpresina. Una di quelle sorprese che ti mangia se non stai attento, non una di quelle dell'uovo di Pasqua.

Sono stati costruiti dei muri a cavolo che circondano tutto il perimetro del parco, e per aria invece possiamo veder galleggiare dei cubi. Nessuno sa per quale razza di fenomeno di magnetismo 'sti cosi se ne restino sospesi a mezz'aria. Bisogna solo credere ai propri occhi.

È un mondo bizzarro e meraviglioso in cui raramente potresti incontrare un elemento familiare che ti ricordi il mondo grigio, triste e pieno di smog dal quale provieni.

Se sei particolarmente fortunato, potresti perfino incontrare un piccolo dinosauro.

Di cosa stiamo parlando? Semplicemente di un regno che si trova al di fuori della nostra portata, impossibile, irraggiungibile eppure, irrazionalmente, siamo qui. Ci siamo arrivati attraverso le tubature di una vasca da bagno che ci si sono aperte sotto i piedi, pensate un po': quante possibilità ci sono?

Ma andiamo per ordine: gli abitanti di questo posto meravigliosamente psichedelico sono dei tipi un po' strani: sono bassi, goffi, apparentemente senza naso e hanno un ombrello a pallini colorati attaccato alla sommità della testa. Sono praticamente dei funghi antropomorfi. No, non funghi allucinogeni, anche se a giudicare da quello che vedi il dubbio ti viene...

Fondamentalmente poi, questi funghi sono un po' idioti. Avevano a disposizione un mondo bellissimo e incontaminato tutto per loro che non era umido e ammuffito come quello sotterraneo dal quale venivano, in cui si sono riprodotti tramite le spore generazioni or sono, e anziché goderne per i fatti loro hanno pensato bene di farsi governare da un re che non è nemmeno un re fungo come loro ma è un umano, uno di quegli umani che vengono dal nostro mondo buio e triste, con il rischio che combinasse un disastro e rovinasse questa utopia, come tutti gli umani sono soliti fare con qualsiasi cosa che sia bello e perfetto.

Per fortuna re George, così si chiama, non ha voluto (leggasi: non è stato in grado di) distruggerlo, anzi gli si deve riconoscere il merito di averne saputo conservare la purezza e la semplicità che gli sono caratteristiche. Certo, a parte il fatto che adesso i funghi vivono in case più grandi e più comode delle loro originarie capanne, che indossano degli abiti firmati, che costruiscono le strade e che guidano le macchine, ma questi sono comunque dei cambiamenti che possiamo considerare più o meno benefici, per loro.

Re George ha una figlia che si chiama Peach e che evidentemente ha preso molto sul serio il suo nome, visto che nel suo disperato tentativo di assomigliare a una pesca si è perfino tinta i capelli di biondo (prima li aveva rossicci) e veste sempre e solo di rosa. Le pesche sono più che altro arancioni, dite? Non nel Regno Dei Funghi.

A pochi chilometri di distanza da questo posto idilliaco, comunque, ci sono svariati alti regni. Uno di questi si chiama Sarasaland, un posto che si riesce a definire solo come “assurdo”. Perché? In primo luogo perché si trova in un luogo sospeso nel nulla, a metà tra la Cina e l'Egitto e tutti noi sappiamo che questi due stati non sono confinanti. Secondo poi per la sua conformazione: praticamente si tratta di un deserto fiorito. Infatti, in primavera in mezzo alla sabbia spuntano fiori dal nulla e l'effetto è paradossale e anche un po' ridicolo. Anche questo regno, seppur abitato da esseri fantastici che nel nostro mondo non esistono, è governato da un re umano che si chiama Richard, pare proprio che si tratti di un vizio. Evidentemente c'è una principessa anche qui. Questa si chiama Daisy e lei al contrario di Peach non ha preso molto sul serio il proprio nome, se no anche lei avrebbe dovuto farsi bionda e poi indossare un abito bianco che evocasse le margherite... Invece si veste di un bel giallo e sfoggia con orgoglio la sua chioma rossa. Ci sono anche le margherite gialle, dite? Beh, non a Sarasaland.

Siccome tra il Regno dei Funghi e Sarasaland c'è una specie di gemellaggio, Peach e Daisy sono amiche del cuore, e meno male, se no sarebbero state lì a litigare tutto il giorno su chi delle due sia la più bella. Se le mettessero ai voti, io il mio lo darei alla seconda. Con ciò non sto dicendo che Daisy sia più bella di Peach, ma non sto nemmeno dicendo che sia meno bella di lei. Sono entrambe piuttosto carine. Poi sono gusti.

Al di là di questi spazi idilliaci, comunque, esiste un'altra terra chiamata semplicemente la Terra dei Koopa. Cosa sono i Koopa? Una sorta di draghi che però assomigliano più a delle tartarughe giganti e piene di aculei sulla schiena. Cattivi? Dicono.

Forse i Koopa sono i più intelligenti di tutti perché si sono messi a capo uno di loro.

Il re dei Koopa, lo sanno tutti, si chiama Bowser, e non ho ancora capito se si pronunci come è scritto o in un altro modo. È un cosone enorme, spaventoso, che sputa fuoco. Tutti hanno giustamente paura di lui, ma non è che in realtà lui sia poi così cattivo. Ha solamente una storia travagliata. Ha otto figli che gli sono stati dati da diverse mogli, tutte morte oppure scappate, volate via perché per distrazione aveva lasciato la gabbietta aperta. Non è felice, vorrebbe una stabilità, vorrebbe che qualcuno si prendesse cura di lui, che si occupi di portare i bambini a scuola, che gli cucini la pasta quando torna dal suo duro lavoro di re, che lo aiuti a fare le pulizie di casa che finora si accolla sempre da solo, che lo abbracci quando è triste, che dorma con lui nel suo letto raggomitolata a cucchiaio e che la mattina lo svegli con un bacio e che gli prepari il caffè. Sono tutti desideri legittimi che nessuno ha mai saputo o voluto esaudire.

Ma al di là del suo disperato bisogno di avere una moglie nuova per lenire il dolore della perdita di quelle che ha già avuto ma che per motivi vari ha dovuto lasciare, questo giovane mostruoso bellissimo drago-tartaruga ha trovato il coraggio perfino di innamorarsi. E come poteva non farlo? Lei è così bella, dolce, aggraziata, gentile, buona, eccezionale. Ha una pelle bianca, nivea come un giglio appena sbocciato, gli occhi profondissimi di un blu inquietante, i capelli di un biondo miele morbidissimi e lucenti, le labbra rosa a cuoricino e sotto dei denti bianchissimi, perfetti, splendenti. L'ha vista per caso per un attimo e una volta sola, eppure non ha più potuto fare a meno di lei. Non c'è da stupirsi che l'abbia voluta egoisticamente tutta per sé, non c'è da stupirsi se vuole almeno cinque figli da lei e non c'è da stupirsi se, nonostante tutto, voglia farsi amare da lei anche solo la metà di quanto lui la ama. Quello che lui vorrebbe e che le chiede disperatamente non è un amore fisico, lui non vuole semplicemente colmare quel vuoto che gli è stato scavato dentro dalla vita che con lui è stata così crudele, no, quello che vuole è il suo Amore, in ogni sua possibile accezione e sfaccettatura.

Ma torniamo nel Regno dei Funghi.

In mezzo a una prateria si solleva un colossale tubo di metallo lucente blu, dalle cui profondità emerge una figura snella e slanciata. È Daisy, la principessa di Sarasaland. Ha venticinque anni, è giovane, fresca e abbronzata. La sua bellezza però in questo momento è compromessa dall'affanno e dalla fretta.

Si affanna a sbucar fuori e inciampa, evidentemente impacciata dal lungo abito che lei odia. Il tacco della scarpetta le si rompe, ma lei non si fa problemi, si toglie tutte e due le scarpe, le butta via, si solleva la gonna che le da noia così può correre molto più svelta. Si allontana disperatamente dal tubo dal quale ha fatto la sua entrata e dal quale, dietro di lei, sbucano fuori due enormi Koopa con un elmetto in testa.

La stanno inseguendo e dalle loro facce non sembra che abbiano buone intenzioni.

La principessina inizia a stancarsi per la corsa, i due mostri sono più veloci di lei, hanno le scarpe da ginnastica, stanno per raggiungerla.

Guidata dalla forza della disperazione, la piccola freccia gialla riesce a raggiungere gli alberi in fondo, si attacca al primo ramo che riesce a prendere e si mette a pregare che i Koopa non sappiano arrampicarsi e che desistano. Ma capisce subito di essere in errore.

Quelli si guardano e sogghignano tra loro. Si è messa in trappola da sola.

La principessa sa di non avere scampo e dandosi della stupida fa l'unica cosa che possa fare: inizia a chiamare aiuto, anche se nei paraggi non si vede nessuno che possa aiutarla.

Ma in realtà qualcuno c'è.

Dall'altra parte del bosco, due uomini sono impegnati in una passeggiata rinvigorente.

Il più anziano dei due ha una trentina d'anni. È un po' basso e ha una corporatura piuttosto robusta ma non si può dire che sia proprio 'grasso'. Anzi, sembra molto atletico e allenato, per la verità. Indossa una tuta blu... una maglia rossa e un cappellino dello stesso colore. Oh, e porta i guanti bianchi, chissà perché.

Ha una gran massa di capelli castani ricciuti, due occhi azzurri come il mare e un buffo nasone tondo sotto cui svettano due meravigliosi mustacchi scuri. Ha un viso simpatico e divertito. E ha lo sguardo fiero. Tutte queste caratteristiche gli conferiscono un aspetto buffo, ma nel complesso, è un bell'uomo.

Il suo compagno -che è anche suo fratello- è un po' più giovane, visibilmente più alto e più magro, anche lui ha gli occhi azzurri, anche se a volte sembrano verdi, il naso tondo e i baffi, i suoi capelli invece sono lisci e più scuri di quelli dell'altro, ed è vestito più o meno allo stesso modo, salvo il fatto che anziché rossi la sua maglia e il suo cappellino sono verdi. Ha un'aria perennemente spaesata e, a dirla tutta, anche un po' patetica e insignificante, come se non sapesse mai bene dove si trova, a differenza di suo fratello che invece sembra essere tranquillissimo e a proprio agio ovunque vada. Nonostante i due si somiglino fisicamente molto, basta guardarli per capire subito chi tra loro due è il capo.

Avete già intuito chi sono questi due?

Nel momento in cui la principessa ha urlato, i due stavano facendo una conversazione piuttosto importante, ma l'hanno interrotta per sentire meglio.

“Cos'è stato?” chiede il più giovane, dimostrando di non avere fantasia.

“Sembrava la tipica donzella in pericolo.” risponde l'altro come se fosse ovvio.

“La tipica che?”

“Ma dai, non lo sai? Non hai imparato niente?” Lui sarà anche simpatico, ma ha questo vizio. Dà sempre tutto per scontato.

“Scusa” fa il Fratellino con un sorriso, stando attento a controllare il tono della voce per non far trapelare il fatto che sia seccato “Tu ne sai più di me.”

“Puoi dirlo forte.”

Ridono, poi tornano subito seri.

“Non facciamola attendere.”

E si inoltrano nel bosco, seguendo la direzione da cui sembra provenire la voce.

Per un attimo credono di averla persa perché c'è silenzio, ma poi la principessa urla di nuovo e stavolta sentono scandire chiaramente la parola “aiuto.”

Sbucano fuori dal fitto degli alberi e a una trentina di passi vedono i due energumeni che scuotono l'albero e fanno precipitare la ragazza come un frutto maturo. Subito la agguantano.

“Te lo dicevo che era una ragazza...” fa il maggiore avanzando, poi si rivolge ai due Koopa dicendo qualche frase che si dice in queste circostanze, qualcosa come “In due contro una ragazza! Vi sembra corretto? Lasciatela stare altrimenti... ”

Quelli si girano e con la faccia antipatica tipica dei cattivi che sono sicuri di se stessi si mettono a ridere dell'uomo che li sfida. E quindi, naturalmente, l'uomo che li sfida parte con un pugno potente e li smonta. Anzi solo uno, mica può smontarne due con un colpo solo! Sarà bravo, ma non fino a questo punto.

Il Koopa colpito si tiene il muso che sanguina, mentre l'altro fa un passo indietro trascinando con sé la principessa. Ma a quest'altro ci pensa il Fratellino, che comparendogli all'improvviso di fronte lo smonta con un cazzottone e lo butta a terra, poi tende la mano alla ragazza che senza pensarci due volte la afferra e si lascia trarre in salvo.

Capendo che questi due nuovi arrivati sono più forti di loro, i due Koopa tirano fuori le armi pesanti, alias si mettono a tirare martelli. Infatti loro, se non l'avevate capito, sono i Fratelli Martello.

Ovviamente i nostri sono così veloci che non si fanno beccare dai martelli, ché altrimenti si spaccherebbero la testa, e saltando ripetutamente sul guscio che i Koopa hanno sulla schiena li costringono a deporre le armi. Ma quelli hanno la pellaccia dura e si impegnano nella lotta anche a mani nude. E danno giù anche di parolacce e insulti.

Alla fine sono tutti e quattro esausti e non vogliono più combattere.

Allora Daisy si intromette nella questione da uomini e decide che la diatriba sarà risolta con una gara di bevute. Sarà anche bella, ma a volte ha delle idee strambe.

“Se vincete voi” sentenzia indicando i Koopa “Mi porterete via. Se invece vincono loro” e indica i due umani “Ve ne andrete e mi lascerete in pace.”

I quattro naturalmente la prendono per matta, ma non hanno capito che si tratta di una scusa.

Nel momento in cui i due Koopa si rotolano a terra dal ridere per l'assurdità della proposta, lei afferra i martelli che hanno lasciato per terra e li colpisce a ripetizione sulla capoccia. Quelli non se lo aspettano e si rintanano nel guscio.

Allora i due uomini, che hanno capito il giuoco come diceva Pirandello, li prendono e li usano come palle da bowling, salvo il fatto che i birilli sono gli alberi e che di sicuro non vanno a terra.

I due Koopa quindi sono svenuti e i tre umani si allontanano insieme.

“Lascia che ti accompagniamo... Tutto bene?” si preoccupa il maggiore.

“Sto alla grande!” lo rassicura lei facendo una grande risata che le viene dal cuore. Evidentemente è contenta di quello che ha fatto.

“Sei una tipa strana, tu.” dice il Fratellino guardando la ragazza con ammirazione.

“Lo prendo come un complimento.” fa Daisy allegra “Comunque grazie, senza di voi non ce l'avrei fatta. Con chi ho il piacere?”

“Io sono Mario” fa il maggiore presentandosi “E lui si chiama Luigi.”

“Ciao.” fa Luigi arrossendo subito. Si mette sempre un po' in ombra da solo, ma non lo fa apposta.

“Molto piacere. Io sono Daisy.”

“E cosa ci fai qui?”

Daisy lo guarda male.

“Mio fratello intendeva dire: Perché quelli ti stavano inseguendo?”

“Volevano catturarmi. Come hanno già catturato la mia amica, la principessa Peach.”

I due rimangono un po' intontiti. Hanno già sentito parlare della principessa Peach, naturalmente, ma non hanno mai incontrato nessuno che la conoscesse.

“Come sarebbe?”

E Daisy inizia a raccontare.

“Io sono la principessa di Sarasaland. Ero qui in visita per festeggiare il compleanno della mia amica. Ha fatto ventisei anni, e come ogni anno s'è trattato di un evento in grande. A tutti è stato permesso di partecipare. Un gruppo di Koopa, però, è entrato nel castello da nonsiècapitodove e ha portato a sorpresa una torta altissima, bellissima, favolosa. Erano tutti entusiasti e nessuno ha sospettato niente. Però poi, al momento del taglio, la torta è esplosa. Ed è uscito un mostro! Un Koopa grossissimo, enorme. Ha detto “tanti auguri”, ha acchiappato Peach e poi è saltato dalla finestra. I Koopa che avevano portato la torta quindi si sono dati alla pazza gioia e hanno aggredito gli invitati. E tra gli invitati c'ero anche io. Quei due di prima se la sono presa con me, dicevano “c'è un'altra principessa! Acchiappiamola!” ma io gli sono sfuggita, mi sono infilata nel primo tubo che ho trovato, ma loro mi hanno seguito. Il resto lo avete visto con i vostri occhi.”

Detto questo la principessa ha perso un po' della sua vivacità, ha abbassato la voce, è come se si rendesse conto solo adesso della gravità della situazione.

“Ti rendi conto di quello che vuol dire, Luigi?”

“No, che vuol dire?”

“Ma cavolo, è chiaro! Dobbiamo aiutare questa povera creatura.”

Luigi non ha capito, odia che suo fratello dia SEMPRE tutto per scontato.

“Questa povera creatura chi?”

“La principessa Peach, idiota!”

“Ah, no.” Luigi si ferma di botto “Che cosa ti sei messo in testa?”

“Lo fareste? Voi?” fa Daisy guardando Mario con gli occhi da cucciolo.

“Ho una certa esperienza nel settore.”

“Davvero? Sei... una specie di supereroe?”

“No, sono un idraulico, però fa lo stesso.”

“Ha salvato una ragazza da un gorilla gigante che l'aveva portata sulla cima di un palazzo...” si intromette Luigi con aria annoiata “È finito sui giornali e gli è piaciuto, quindi si crede un eroe. Ma la verità è che ha avuto fortuna.”

“Sei solo invidioso.” dice Mario con una linguaccia.

“No, per niente.”

“Beh, non so nulla di questo, non leggo i giornali.” ammette Daisy.

“Oh, ma non è successo qui, è successo dall'altra parte.”

“Uhm, da quale altra parte? Non siete di qui?”

I due fratelli si guardano e sorridono.

“Veniamo dal 'mondo reale'.”

“Perché questo è finto, giusto?”

“Un pochino. Dalle nostre parti gli oggetti inanimati non hanno gli occhi, ma questo è ovvio.”

“Quindi voi non conoscete niente di questo regno?”

“No, non molto. Ci siamo arrivati per caso e prima di venire ad aiutare te discutevamo proprio se ci convenisse tornare a casa o stabilirci qui definitivamente.”

Daisy sorride a sua volta. Infila una mano dentro una tasca della gonna e tira fuori un libricino. Sulla copertina c'è scritto il titolo: Guida al Regno dei Funghi – tutto quello che dovete sapere: le vie, i percorsi segreti, gli abitanti, i power up.

Comodo, no?






Spazio autrice:

Sono arcisicura che qualcuno che abbia letto questo capitolo deve aver pensato: “Ma non è così che si sono incontrati!”... Beh, sappiate che se volete continuare a leggere la storia dovete dimenticare tutto il resto. Spero che qualcuno mi lasci un commento, sulla storia in generale, ma vorrei anche qualche critica sullo stile di scrittura. Detto questo, arrivederci.

  
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