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Autore: Mister_Black95    13/08/2012    2 recensioni
Dante aprì gli occhi lentamente, ancora desideroso di starsene a letto a dormire... Qualcosa non quadrava: pochi minuti prima lui era in un vicolo buio per le strade di Firenze e qualcuno, o qualcosa, lo aveva massacrato come un capo da macello. "Dove cavolo sono?!?"
-A questo posso rispondere io.-
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo de Black Angel


-Prologo-


Quel sabato sera Dante non sarebbe dovuto uscire, avrebbe dovuto starsene a casa, così non avrebbe incontrato il suo assassino. Quell'uomo non era nella norma: Dante lo aveva colpito in più punti vitali, come gli avevano insegnato all'Accademia militare, ma il suo aggressore era ancora in piedi e non dava segni di cedimento, come uscire da quella situazione? Dante decise di ricorrere al coltello che suo fratello gli aveva regalato per il compleanno non lo avrebbe ucciso, magari lo avrebbe solo messo KO con un colpo alla spalla; Dante dovette però schivare un gancio del suo avversario, aveva già preso dei colpi da parte di quell'individuo e non voleva prenderne altri: quel tizio aveva una forza spaventosa, già sperimentata quando lo aveva preso per il gilet nero che indossava e lo aveva scaraventato nel vicolo come se fosse un cuscino. Schivato il gancio, Dante avanzò descrivendo una parabola con la mano armata di coltello nel tentativo di colpire la spalla del nemico, il colpo non andò a segno e quando riprovò a colpire, il suo assalitore gli bloccò il braccio, lo disarmò e lanciò il suo coltello dall'altra parte del vicolo, Dante cercò allora di sferrargli un colpo col pugno sinistro, ma questo venne intercettato e come risposta al colpo, l'omero sinistro di Dante venne spezzato come se fosse stato un fuscello, in aggiunta quel tizio gli aveva sferrato un calcio alle costole spezzandone tre in un colpo solo, il cui dolore si sommò a quello per il braccio fratturato; dopo che Dante fu spedito contro un cassonetto con un pugno al plesso solare, cacciò un urlo di dolore che non riusciva più a contenere... Ma sputò sangue ed ad ogni respiro tossiva, avvertendo dolore al polmone destro sputando sempre più sangue: le costole fratturate gli avevano bucato il polmone destro, che cominciò a riempirsi di sangue rendendo molto difficoltosa la respirazione; il suo carnefice ridacchiava qualcosa riguardo la debolezza degli umani o qualcosa del genere, Dante non aveva capito bene, era in carenza d'ossigeno e tutto per lui avveniva al rallentatore: quel bastardo si era avvicinato a lui brandendo il coltello regalato dal fratello della sua ormai prossima vittima, lo rigirò tra le mani e con un movimento fulmineo, affondò la lama d'acciaio nello stomaco di Dante che sputò sangue prima di avvertire un bruciore al ventre. Tutti gli attimi per lui più importanti avvenuti negli ultimi mesi gli passarono davanti agli occhi: la sua promozione all'Accademia militare, il compleanno della sua ragazza, le bevute con i suoi amici e le serate passate a ridere e scherzare, desiderava tanto poter rifare tutto daccapo... Ma anche gli attimi più tristi della sua vita gli passarono davanti: le litigate col fratello, il coma del suo migliore amico dopo che si era beccato una mazza da baseball al posto suo, la litigata tra i suoi genitori che tanto lo preoccupava; quando sbatté le palpebre si ritrovò davanti ai suoi occhi il suo carnefice, le palpebre gli parevano di piombo e nella sua testa qualcosa gli diceva di lasciarsi andare per porre fine a quello strazio, Dante non voleva arrendersi, doveva combattere! Ma ad ogni tentativo di rimanere svegli, il dolore aumentava sempre di più. Dopo cinque, interminabili, minuti, Dante si arrese e man mano che si lasciava andare, il dolore diminuiva gradualmente quasi fino a sparire, ma un'ultima enorme paura lo tormentò prima della morte: non avrebbe più rivisto la sua ragazza, la morte lo stava portando via da lei. Per sempre.

  
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