Capitolo 1.
Mi sentivo come sempre, come tutti gli altri giorni passati a leggere e guardare fuori dalla finestra per ore, attendendo un leggiadro fiocco di neve. Avevo smesso di andare a scuola da Dicembre, dopo che la macchina dei miei genitori si era scaraventata giù dal Tower Bridge, lasciandoli entrambi addormentati per sempre. Da quel giorno cominciai a scrivere il mio diario che non toccavo ormai da mesi, infondo era l'unica cosa con cui potevo realmente confidarmi. Mio fratello si era completamente abbandonato all'alcool se non alla droga, mentre io continuavo a fingere di stare bene. Odiavo le persone che venivano a farci visita nonostante fossero passati dei mesi perchè alla fine mi ricordavano solo l'accaduto. Ormai ero grande, avevo ben diciotto anni e sapevo badare a me stessa. Non avevamo rapporti stretti con parenti, e nessuno con cui fossimo veramente legati ma questo non fu un problema perchè ci affidarono ad un tutore. Si chiamava Paul, e con lui ne passammo di tutti i colori. Tentava di spronarci e non so come, ma ci riuscì. Era sempre molto impegnato nel suo lavoro, malgrado ciò ci riservava sempre del tempo magico. Ora posso dire di stare meglio, ma meglio per davvero e non come lo fingevo anni fa: le mie riflessioni sul passato mi rendono più forte . Ora Paul è diventato una specie di guardia del corpo di una band chiamata 'One direction', ma che personalmente non stimo troppo.
H: ''Dai Alex, è ora di andare a scuola preparati, ti aspetto in macchina.''
A: ''Vabbene Holly mi vesto ed arrivo!''
Ogni volta per andare a scuola dovevo pregarlo. Io non avevo più questi problemi anche perchè ora frequentavo una scuola privata per diventare un'ottima parrucchiera. Mi mancavano solo due esami e mi sarei laureata. Paul diceva che non serviva fare domande di lavoro o lavorare semplicemente in proprio perchè la parrucchiera della ''sua'' band era incinta quindi ne cercavano disperatamente un'altra.
H: ''Mi raccomando comportati bene oggi e non farti trovare impreparato..'' non riuscìì nemmeno a finire il discorso che Alex mi interruppe.
A:''Ehy, lo so. Andiamo, in questa casa non cresci solo tu, ho 17 anni!''
H:'' Lo so, scusami ma ti ricordo sempre che sono la sorella maggiore e devo badare a te, comunque passa buona giornata.''
A:'' Anche te sorellona!''
Era incredibile, i suoi occhioni color cielo mi facevano sempre ridere, e da lì intuivo subito se aveva bisogno di parlare o altro. Amavo mio fratello come nessun altro, e volevo solo che non andasse via.