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Autore: Yvaine0    13/08/2012    3 recensioni
Questa fanfiction fa riferimento al gioco Pokemon Ranger - Ombre su Almia.
SPOILER! della seconda metà del gioco (anche nell'introduzione).
Alex ha fallito la missione al tempio di Hippowdon e crede proprio di dover gettare la spugna. Ha una ruolo di rilievo alla Federazione Ranger, eppure non è più così sicuro di meritarlo. Le umiliazioni quel giorno sono state fin troppe. Tanto per dirne una, ha sfigurato enormemente agli occhi della sua AJ e ha finito per mandare all'aria anche la sua missione. Lei, tuttavia, non la pensa così.
Una notte insonne per entrambi i pokemon ranger e una chiacchierata alla luce della luna, mentre uno Starly osserva il bosco notturno e un Buizel molto pigro sonnecchia tranquillamente.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
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Fanfiction basata sul videogioco Pokèmon Ranger – Ombre su Almia.
Non è necessario aver giocato per leggerla, ovviamente. In fondo trovate qualche nota per chiarire qualche termine che potrebbe essere sconosciuto.
SPOILER (!!) un po’ su tutta la seconda metà del gioco, dall’ammissione alla Federazione Ranger in poi – lo segnalo in caso a qualcuno potesse far fastidio, e mi tengo un po’ “larga” per evitare di bruciare qualche sorpresa.


Buonanotte Alex

Dal fallimento della missione al Tempio di Hippowdon, nel deserto di Haruba, Alex era uscito devastato. Riusciva solo a pensare di aver combinato il guaio più grosso della sua vita, permettendo che AJ scambiasse la Gemma Gialla per la sua libertà. Lui era forse più importante della salvezza di Almia?
Si era lasciato sottrarre lo Styler, lo strumento che rendeva tale un Ranger, non era riuscito ad impedire che Aride inviasse un messaggio vocale alla Federazione in cerca di aiuto, spacciandosi proprio per lui. Aveva insistito, ne aveva mandati diversi, sempre più impaziente, ed AJ si era catapultata fin nel deserto di Haruba, aveva catturato un Hippowdon e aveva attraversato le insidie del Tempio.
Il tutto mentre lui si contorceva sull’elicottero del Team Pesto Buio, senza poter far nulla di concreto.
Lei era riuscita a catturare Cresselia, il pokemon Guardiano, aveva preso la gemma Gialla e poi... poi lui aveva fatto la figura del pollo.
Aride era sceso sulla cima del Tempio con l’elicottero e lo aveva mostrato ad AJ, legato come un salame e totalmente inerme; le aveva proposto lo scambio in modo arrogante e sgrammaticato e, nonostante le di lui proteste, dopo pochi attimi di esitazione lei aveva abbassato lo sguardo e aveva scelto la libertà dell’amico.
Ad Alex era crollato il mondo addosso. Come poteva meritare il titolo di Top Ranger un fallito come lui? In un giorno solo aveva disonorato il nome dei Ranger, spaventato a morte il suo Pokemon compagno, fallito una cattura, una missione ed era caduto in mano nemica. Come se non bastasse era stato visto legato come una salame da lei, dall’amica di sempre, e lei, probabilmente impietosita, aveva preferito salvarlo piuttosto che portare a termine la missione. Missione di riparazione per quella da lui fallita. Doppio fallimento.  
Si sentiva inutile e sbagliato. Ecco come si sentiva Alex mentre volava su uno Staraptor verso la Federazione Ranger. Come sarebbe riuscito a raccontare a Edvige e al professor Frenesio di quell’enorme fallimento? Non osava pensarci. Si vergognava, terribilmente. Forse avrebbe dovuto rifiutare il ruolo di Top Ranger, non ne era all’altezza. La sua era stata una nomina in via eccezionale, per via dell’emergenza in cui era caduta la regione di Almia. Forse quella volta avrebbe dovuto mettere da parte orgoglio ed entusiasmo e riflettere su quanto sarebbe stato difficile quel compito, prima di festeggiare. Non ne era stato all’altezza, dopotutto.
Atterrato davanti alla Federazione, ringraziò e congedò lo Staraptor ed entrò di corsa. Meno tempo avrebbe atteso, meno avrebbe pensato e meno si sarebbe fatto prendere dal panico. Meglio affrontare subito il professore e la presidentessa della Federazione, prima che arrivasse AJ a prendersi la colpa per l’accaduto – perché, se la conosceva, lo avrebbe fatto.
Entrò di gran carriera, con la sua solita carica di arroganza a nascondere i suoi reali sentimenti: sconforto e rassegnazione. «Willy! Dov’è...?» cominciò, ma prima che potesse concludere la frase, incrociò lo sguardo della presidentessa Edvige.
La sua maschera cadde all’istante, mentre l’anziana donna gli sorrideva materna. «Bentornato, Alex. Come è andata la missione? Glenda mi ha detto che non hai fatto rapporto».
Alex arrossì di vergogna e abbassò lo sguardo. «Ho fallito» disse solo.
Quelle parole bastarono per portare al silenzio la donna, che, tuttavia, non volle infierire. «Vieni, andiamo in Sala Riunioni e, mentre aspettiamo AJ, mi racconterai cos’è successo».
Lui annuì e la seguì a testa bassa.

Era sera inoltrata quando AJ tornò alla Federazione. Si era fermata a svolgere qualche incarico cittadino ed era passata a salutare i suoi genitori, che l’avevano invitata a cena.
Alex nel frattempo aveva finito di raccontare la sua versione dei fatti da un pezzo e aveva anche cenato, mentre lei aveva fatto rapporto a Glenda via messaggio vocale, sulla strada per il ritorno.
«L’importante è che Alex stia bene – disse Edvige, mentre il professor Frenesio era immerso nei suoi complicati pensieri, alla ricerca di una soluzione per il guaio che i due nuovi Top Ranger avevano combinato. – Avete raccolto comunque la Gemma Rossa e molti dati, questo è abbastanza. Immagino che siate stanchi, andate a riposare. Domani ripartirete con nuovi incarichi» li congedò la donna con un sorriso pacifico e confortante.
«Sì. Buonanotte a tutti» salutò Alex, dirigendosi poi verso la sua camera.
Sentiva lo sguardo di AJ su di sé, mentre usciva a testa bassa dalla stanza. Era raro che Alex abbassasse la guardia e lasciasse che gli altri notassero i suoi veri sentimenti, ma, quella volta, si disse che non era importante. Era stanco e frustrato e aveva bisogno di chiudersi in se stesso, al riparo della propria stanza, e leccarsi le ferite.
Come si richiuse la porta alle spalle, il ragazzo si tolse la divisa da Ranger e la lanciò con malagrazia sulla sedia; l’uniforme non faceva che ricordargli il disastro che aveva combinato quel giorno, sopravvalutandosi, come sempre aveva fatto in vita sua. Si fece una doccia, per cercare di spazzare via il senso di rammarico che si portava dietro da quel pomeriggio, poi infilò in fretta e furia il pigiama e si gettò a letto, senza nemmeno abbassare le coperte. Portò le mani dietro la testa e fissò a lungo il soffitto. Nella sua testa si ripetevano continuamente le immagini di quella fallimentare missione. Prima la sconfitta inflittagli da Cresselia, poi l’umiliazione di essere catturato da Aride. Infine la consapevolezza di aver mandato in fumo anche la missione di AJ. Non solo la propria, ma anche la sua.
Era... era un disastro. Come si poteva fallire così tante volte in un giorno solo?
Aveva stabilito un nuovo, schifosissimo record. Dov’erano i reporter? Doveva aspettarli sveglio o sarebbero giunti il giorno seguente?
Chissà se i suoi genitori erano orgogliosi di lui. Lui, al posto loro, non lo sarebbe stato.
Buizel, il suo pokemon compagno, saltò sul letto e lo studiò a lungo. Lo osservò, gli annusò la fronte, poi si accucciò al suo fianco e rumoreggiò piano per dargli la buonanotte.
Alex sospirò. «Ho spaventato anche te, vero?» domandò, accarezzandogli la testa.
Buizel si strusciò contro la sua mano, accettando le implicite scuse. Lo osservò con serietà qualche istante e verseggiò di nuovo, per poi chiudere gli occhi. Sembrava volergli dire “Tutto è bene ciò che finisce bene”.
Il problema, secondo Alex, era che nulla era finito bene. Aveva trascinato con sé nel baratro del fallimento anche AJ.
Avrebbe dovuto rinunciare al suo incarico, forse. Era vero, diventare Top Ranger era e sarebbe sempre rimasto il suo sogno, ma sapeva quando era il momento di tirarsi indietro. Non poteva anteporre il proprio egoismo alla salvezza dell’intera regione. Se non era in grado di svolgere il proprio compito, meglio tornare ad essere un Ranger di Zona o, al limite, trovarsi un’altra occupazione.

Era ormai notte fonda quando un fischio di Starly riecheggiò tra le mura della Federazione.
Alex stava ancora fissando il soffitto, incapace di dormire, ma trasalì comunque quando sentì bussare alla propria porta. Pigramente si tirò su a sedere, attento a non svegliare Buizel, e, senza nemmeno accendere la luce, andò alla porta.
Fu sorpreso di trovare ad aspettarlo nel corridoio buio AJ con il suo compagno Starly. Si stava guardando attorno con espressione allarmata, preoccupata al pensiero che il fischio del pokemon potesse aver svegliato qualcuno.
«Oh. Ciao» la salutò Alex, sorpreso, passandosi rapido una mano tra i capelli rossi, spettinati e schiacciati in modo indecente dal cuscino. Diede un’occhiata veloce al proprio pigiama, ringraziando il cielo per aver avuto la decenza di indossare quello grigio a tinta unita, anziché quello rosso con i Pikachu stampati sopra.
AJ lo guardò e sorrise. «Ciao! Posso?» chiese, indicando la porta.
Alex annuì e si fece indietro per lasciarla passare.
Si sentiva decisamente meno in imbarazzo ora che, alla luce della luna proveniente dalla finestra, aveva notato che anche lei era in pigiama. Un pigiama blu con un Mareep intento a saltare una staccionata, stampato proprio sul petto. Zona in cui, pensò arrossendo, non avrebbe dovuto per nessun motivo guardare.
«Ehm, siediti pure sul letto...» suggerì, ringraziando mentalmente l’oscurità che nascondeva il disordine agli occhi della ragazza. Se avesse saputo di quella visita, probabilmente avrebbe riordinato un po’ e si sarebbe fatto trovare almeno pettinato. Almeno avrebbe buttato gli involucri delle merendine sparsi sul pavimento. Forse. O forse l’epilogo perfetto per quella giornata era proprio farsi vedere da lei come il disastro che era.
«Grazie» sussurrò lei, obbedendo. Starly volò alla finestra e, appollaiato sul davanzale, si perse nello scrutare il paesaggio.
Alex lo imitò e per qualche istante guardò le macchie boscose che circondavano la Federazione. Quante volte AJ aveva portato a termine incarichi e missioni in quelle zone, mentre lui combinava guai e poi cercava di risolverli nella regione di Fiore?
Socchiuse gli occhi, respirò a fondo e tornò a guardare la ragazza.
Lei si accorse del suo sguardo e sorrise, imbarazzata. Non era certo normale piombare nelle stanze altrui e rimanere lì in silenzio, in attesa di chissà cosa. «Ti ho svegliato?» gli domandò, cauta.
Alex scosse il capo, poi, non sapendo se lei riuscisse a vederlo o meno, aggiunse: «No. Non riuscivo a dormire».
La sentì ridacchiare. «Nemmeno io».
Quasi arrossì vedendola così ingenua e serena seduta sul suo letto. Fragile, disarmata, così diversa dalla ragazza combattiva che vedeva in azione ogni giorno. Per un istante pensò che se Settimio l’avesse vista in quel momento, con l’aria così tenera e sprovveduta, ne avrebbe approfittato. Per un millisecondo si disse anche che se invece di Settimio ci avesse provato lui, probabilmente lei non avrebbe avuto nulla in contrario.
Arrossì al quel pensiero e sperò che lei non se ne accorgesse.
La luce della luna la illuminava e Alex, senza riuscire ad impedirselo, rimase ad osservarla, mentre lei tornava a guardare fuori dalla finestra. L’espressione innocente e spensierata, da bambina, i capelli castani insolitamente sciolti.
Quell’incursione notturna non doveva essere in programma nemmeno per lei, o si sarebbe legata i capelli. Non l’aveva mai vista così prima di allora, eppure lei sembrava a proprio agio. Si fidava di lui, nonostante il pasticcio che aveva combinato al Tempio.
«Preoccupata per la Gemma Gialla?» buttò lì lui, con una vena di amarezza nella voce.
Lei gli rivolse un’occhiata stranita, poi respirò a fondo e accarezzò delicatamente la testa di Buizel, che non si degnò nemmeno di svegliarsi, pigro com’era. Rimase in silenzio un po’ – parlava sempre poco AJ, era una persona di poche parole – poi lo guardò con serietà. «Non sono pentita della mia scelta di oggi pomeriggio» gli comunicò con risolutezza.
Alex sostenne il suo sguardo qualche istante, poi lo abbassò. «Hai fallito la missione per colpa mia» rincarò, con un tono mesto che non avrebbe mai usato in pubblico. Soleva farsi vedere forte e sicuro di sé, davanti a tutti. AJ era l’unica che, nonostante lui indossasse sempre la propria maschera di arroganza, aveva intuito la sua reale fragilità, il suo vero essere.
Si passò nuovamente una mano tra i capelli, in un gesto che ripeteva spesso quando si sentiva a disagio. Ironicamente, tutti lo prendevano per un vezzo di vanità.
Lei scosse il capo, severa, come avrebbe fatto per placare un bambino capriccioso. Batté delicatamente una mano sul materasso, invitandolo a sedersi accanto a lei.
Fu il turno di Alex di obbedire e, sentendo il calore corporeo di lei lungo tutto il lato sinistro del corpo, finse che il suo battito cardiaco non avesse accelerato, sperando che questo bastasse a non farlo arrossire di più.
«Cosa? – la precedette con un pizzico di arroganza mista a frustrazione. – Vuoi forse dirmi che non importa? Che capita a tutti di sbagliare? Sono – siamo – Top Ranger, AJ. Sai che vuol dire? Che siamo il livello più alto nella gradazione dei Ranger. Sopra di noi c’è solo la presidentessa! Sì, lo so: siamo stato nominati Top Ranger in via eccezionale, perché ce n’erano troppo pochi per affrontare questa emergenza, ma ora lo siamo. Non possiamo permetterci degli stupidi errori da ragazzini!»
«Noi siamo poco più che ragazzini, Alex» rettificò lei con tranquillità, guardandolo dritto negli occhi.
«Si nota» sbuffò allora lui, abbassando lo sguardo e il tono.
«Se non meritassi questa nomina non saresti un Ranger di livello sette» osservò allora lei.
Lui si strinse nelle spalle. «Tu lo sei di livello otto». Era sempre stato un tipo competitivo, Alex. Uno dei motivi che lo avevano spinto a fare amicizia con AJ, era la sua bravura. Alex aveva sempre desiderato essere migliore di lei. Era stato lo spirito di competizione a spingerli a legare sempre di più, nel tempo.
La ragazza rise, dandogli una gomitata. «E allora? C’era Aride ad aspettarti al Tempio di Hippowdon, altrimenti ora lo saresti anche tu» spiegò lei, glissando sul fatto che anche lei aveva avuto del filo da torcere nel vulcano Caldonio.
«Inoltre – riprese. – Settimio è un Ranger di livello dieci, ma si comporta in modo riprovevole con Linda e Glenda: fa loro regali e le illude. Credi che sia un uomo migliore di te?» sciorinò, con una particolare intonazione ironica che insospettì Alex.
La guardò con gli occhi leggermente sgranati: «Ci ha provato anche con te?» si stupì.
Lei ridacchiò, arrossendo leggermente sulle guance. «Forse. Durante l’ultima missione era un po’ troppo affabile. Faceva lo spavaldo e...»
«E??» Alex non sapeva se essere incredulo o geloso. Optò per uno strano mix tra le due cose.
AJ rise apertamente, socchiudendo gli occhi. «Era abbastanza ridicolo, a dire il vero. Ma evidentemente a certe ragazze piace quel genere di comportamento. Non credevo che Glenda fosse il tipo».
Alex fu sollevato da quella rivelazione. Ad AJ Settimio sembrava ridicolo, lo ripeteva mentalmente, gongolante. Poi improvvisamente si chiese se anche lui non si facesse un po’ troppo grosso, col suo fare arrogante. Sembrava ridicolo anche lui? No, forse lui non lo sembrava. Si rabbuiò.
«Sai, una volta sono andata in missione con Brando, il capo dei Ranger di Vien. Abbiamo dovuto affrontare due grossi Cranidos e... – arrossì. – e me la stavo facendo sotto dalla paura. Era già un po’ che facevo praticantato a Vien, quindi ormai avrei dovuto essere abituata. Invece ero così terrorizzata che mi tremavano le mani e mi cadde lo Styler. Un Cranidos lo pestò e quando lo recuperammo era distrutto».
«Ahia» commentò Alex con un sorriso, per dimostrare la propria attenzione. Appoggiò la schiena al muro e la guardò di sottecchi.
«Quel giorno – riprese, dopo un risolino imbarazzato. – pensai di aver fatto un disastro. I meccanici aggiustarono il mio Styler, ma io non volevo riprenderlo. L’avevo rotto, non meritavo che mi fosse affidato di nuovo. Era il più grande errore che potessi fare».
Alex incassò il colpo in silenzio, senza dir nulla, senza nessuna espressione particolare. Detto da lei, però, quella consapevolezza faceva ancora più male.
Si incantò qualche istante a guardare quegli occhi scuri, che tantissime volte, a scuola e poi in servizio, avevano cercato i suoi per ridere insieme di una battuta passata inosservata a chiunque altro, ma non a lei. AJ coglieva l’ironia della vita; rideva delle avversità e dei propri errori. Trovava sempre la forza di andare avanti e affrontare ogni ostacolo. Catturava il pokemon giusto e lo eliminava, proseguendo poi lungo il proprio cammino.
Alex si sentiva importante per lei. Erano tante anche le volte in cui, prima di partire per una missione o fare qualcosa di importante, AJ cercava il suo sguardo, gli chiedeva conferma. Come se Alex potesse infonderle il coraggio necessario per affrontare una missione importante.
Quando si accorse di starla fissando, distolse lo sguardo, rapido, accorgendosi però del rossore che aveva pervaso le sue guance. Si schiarì la voce e la spronò a continuare: «Dicevi?»
Lei annuì. «È lo Styler che fa il Ranger, mi giustificai. Brando non era d’accordo. Mi disse che lo Styler è solo uno strumento, mentre ciò che distingue un Ranger dal resto dalla gente è l’impegno con cui svolge gli incarichi, aiuta i pokemon, protegge le persone e l’ambiente. Quello che conta, insomma, è l’intenzione» concluse con un sorriso mesto.
Alex la osservò di sottecchi: guardava di nuovo il mondo fuori dalla finestra e sorrideva assorta, le gote ancora imporporate. Stava cercando di consolarlo. Stava cercando di evitare che lui si scoraggiasse troppo, che abbandonasse il proprio ruolo da Top Ranger.
Un moto di gratitudine gli esplose nel petto e, prima che potesse pensare lucidamente, le prese il volto tra le mani e la baciò. Fu un bacio casto, affettuoso. Le loro labbra si incontrarono solo per qualche istante e poi Alex realizzò cosa aveva appena fatto: l’aveva baciata.
Si tirò indietro, rosso di vergogna, e borbottò qualche parola sconnessa per scusarsi. Deglutì sonoramente, attendendo la reazione della ragazza. Non aveva il coraggio di guardarla.
Dopo lunghissimi istanti di silenzio non sapeva più che fare. Quindi cercò di rizzare le spalle e la spina dorsale e tornò a poggiarsi al muro con la schiena, come se nulla fosse. In realtà qualcosa era successo eccome. Un avvenimento con un sapore patetico - perché se almeno l’avesse baciata come si deve, avrebbe avuto la soddisfazione di essere riuscito ad aver battuto Settimio in qualcosa, qualcosa di tenero e con le guance imporporate -, ma era pur sempre un passo avanti dopo anni di sguardi sfuggenti e fantasie.
Ancora nessuna risposta da parte di AJ. Nessuna parola, nessuna fuga, niente di niente.
Poi, proprio nel momento in cui Alex stava per mettersi ad urlare frasi senza senso pur di sfogare l’agitazione che si era impossessata di lui, sentì una leggera pressione sulla spalla e un calore su tutto un lato del corpo. Si voltò a guardare, sorpreso, e trovò la sua testa posata di lui. «Buonanotte Alex».
Boccheggiò un po’, prima di riuscire a sussurrarle a sua volta una buonanotte.

La mattina seguente, a rapporto presso la presidentessa Edvige, Alex non riuscì nemmeno a guardarla in faccia tanto era il suo imbarazzo. Posargli la testa sulla spalla e dormire non era una risposto al suo bacio. Non essendo stato in grado di interpretare quel comportamento, aveva deciso si trattasse di un rifiuto. Ecco perché quando fu assegnato loro un giro di pattugliamento e AJ gli chiese di andare con lui, Alex si limitò a rispondere «Non mi piace rimanere fermo ad aspettare», senza accennare a seguirla.



DubbiDomandeDelucidazioni:
-         Styler: è lo strumento usato dai Pokèmon Ranger per catturare i Pokèmon. Non li cattura veramente, ma, secondo il gioco, incanala i sentimenti di amicizia del Ranger e li infonde al pokemon. Li rende amici del Ranger. Non so come sia fatto esattamente, personalmente lo immagino come una sorta di lanciatore per i Bayblade. XD
-         Aride: Uno dei tre membri del Sinis Trio, ovvero i “pezzi grossi” del Team Pesto Buio, i nemici di Pokemon Ranger – Ombre su Almia.
-         Federazione Ranger: è il luogo in cui abitano e si riuniscono i Ranger e gli Assistenti di Almia. Qui risiedono i Top Ranger, si discutono le missioni e si ricevono le segnalazioni da parte dei cittadini quando qualcosa non va.
-         Glenda: una delle assistenti della Federazione. Frequentava l’Accademia con Alex e AJ, insieme si erano promessi di raggiungere i propri sogni, ovvero diventare rispettivamente Ranger e Assistente.
-         Livello X, Top Ranger, Ranger di zona: Si diventa Ranger dopo essersi diplomati ad un’accademia. Dopo il diploma, si viene assegnati ad un Quartier Generale, in cui si trovano i Ranger di Zona. Questi sono Ranger, ma meno importanti dei Top Ranger, che sono, appunto, il Top, i migliori e più importanti – e se la tirano come pochi. Ci sono dieci livelli in tutto e più si portano a termine missioni difficili e pericole, più si sale di livello.
-         Settimio: uno dei Top Ranger, un po’ sciupafemmine a quanto ho capito. XD
-         Vien, Haruba, Vulcano Caldonio: luoghi della regione di Almia, in cui è ambientato il gioco. Fiore è un’altra regione adiacente, in cui Alex è stato Ranger di zona.

  
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