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Autore: Debbie_93    13/08/2012    2 recensioni
Il mio primo scritto su Dean Winchester. (one-shot)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Qualunque cosa che io facessi, non cambierà nulla. Questo mondo non poteva mai cambiare.
Dovunque io andavo, vedevo sempre: morte, disperazione e tristezza. Potevamo cercare di fare qualcosa, ma sembrava che qualunque cosa io facessi non cambiava nulla. Io, cambiavo e le persone accanto a me. La mia decisione l’avevo presa. Il mio motivo di vita, la mia unica ragione per andare avanti. Non avevo paura di affrontare ciò che rendeva tutto questo un inferno.
Pensare che tutto questo sia stato scatenato da una semplice cazzata. Indietro non si poteva tornare. Le alternative erano scarse. Lo sentivo in me stesso. Solo al pensiero di svegliarsi la mattina e cominciare un altro giorno, ti faceva pensare che la vita continuava, nonostante tutto quello che succedeva tutti i giorni.
Questa tristezza che mi stava divorando, scavava nel profondo fino ad arrivare alla mia parte più sensibile. Forse non era solo tristezza, nella mia mente vagavano emozioni, sentimenti e pensieri di genere.  Tutti avevano un nesso. Quello che mi stava succedendo e quello che stava succedendo era generato da tutto ciò che la gente normale non ne aveva una minima idea. Piangersi addosso non serviva a nulla. Non c’era motivo di restare fermi a non fare nulla, ma anche se avessi fatto qualcosa. Cosa cambiava? 
Avevo riposto fiducia a tutte le persone che mi erano vicine. Dimenticare non si poteva, perché mi sarebbe rimasto tutto qua. Dimenticare non si poteva.
Mi ero fidato troppo della persona che avevo sempre stimato. Lui mi aveva deluso, io pensavo che dopo tutto questo casino avesse capito quanto era importante restare dalla parte giusta. Anche quando ero finito in quel lurido posto, pensavo a lui. Io, ci tenevo. Forse mi ero fidato troppo. Avevo riposto tutte le mie energie per superare la situazione in cui era capitato. Insieme, ce l’avevamo sempre fatta. Insieme eravamo, grandi.
Avevamo passato, tutte le avventure che ci erano capitate. Insieme, ci sentivamo uniti.
Adesso, non era stato più così. Al mio ritorno, l’avevo trovato diverso. Cambiato.
Non sapevo cosa, avrei dato per tornare indietro e impedire tutto quello che era accaduto. Un uomo doveva ammettere i suoi limiti. Qui eravamo andati oltre l’umano.
Trovarsi, in una stanza. Seduto, su una sedia con in mano una penna e un bicchiere di whisky. Così, mi immaginavo. Questa era la mia visione di me stesso.
Stare seduto e aspettare quello che verrà. Ormai, cosa potevo fare. Il peggio doveva ancora arrivare.
Avevo fatto errori su errori, non dimenticherò mai quello che era accaduto. Una cosa potevo impedirla, impedire che gli errori si ripetano. Provare ad aggiustare, le cose che non andavano. Avrei dato la mia vita per impedire il peggio.
Mi era stata posta la domanda: “Come fa a svegliarsi la mattina?”, ed io avevo risposto: “Bella domanda”. La verità era che una risposta non c’era. Ogni giorno, ogni momento, ora e minuto vivevo nel pericolo. Questa faceva parte del mio lavoro. Non mi ero mai posto il problema di fermarmi un attimo e riflettere su come riuscivo a superare tutto quello che mi accadeva. Non volevo ammetterlo, mentivo  a me stesso. Avevo bisogno di aiuto. Una persona come me che cercava aiuto, non l’avrei mai detto. Eppure ne avevo bisogno, non c’era nessuno che comprendesse il mio stato d’animo e la mia disperata situazione.
Questa condizione era talmente incasinata a tal punto di diventare incontrollabile.
Il mio destino era quello di combattere un’entità superiore. La cosa da una parte era plausibile. Dall’altra il destino poteva andare a farsi fottere, ma io volevo farlo alla mia maniera. Non volevo che un essere si impossessasse di me e poi combattere un figlio di puttana che aveva tradito la propria famiglia. In questo caso, volevo mollare tutto.
Il mio cuore sentiva il peso di tutto quello che avevo passato. Da solo non potevo farcela. L’unica persona a cui avevo riposto la mia fiducia se ne era andata.
Eppure, dovevo andare avanti. La mia decisione l’avevo presa e avevo intenzione di finire quello che avevo cominciato con tutti i mezzi possibili.
Affidarti a un’entità che forse nemmeno ti ascoltava, il quale preferisce non intervenire e lasciare che il mondo cada a pezzi.
Nella mia mente si ripercuoteva la figura di mio fratello. Non potevo lasciarlo solo, nonostante quello che aveva fatto. Dopotutto, dovevo impedire che il Diavolo si impossessasse di lui. Non l’avrei permesso, anche se ormai non c’era molto da fare.
Aveva fatto degli sbagli, ma era sempre mio fratello. Tenevo a lui, più di ogni altra cosa. Non l’avrei mai mollato.
Lottare.
Non chiedevo nulla dalla vita. Solo di vivere come avevo sempre fatto.
Restare nella realtà in cui ero, camminare incessantemente. Non fermarmi di fronte a nulla.
Lasciare che tutto passi. Se mi fermavo solo per un attimo, mi rendevo conto di quanto la vita fosse difficile. Di quanto fosse complicato riuscire a superare tutto.
Ero la classica persona che si preoccupava degli altri e dava tutto per loro, ma alla fine non si preoccupava di se stessa.
Tutto ciò che avevo dentro, tutto ciò che avevo visto e udito era sepolto nella mi mente per sempre. Le mie emozioni non erano più qualcosa che contava.
Mi ero illuso di cambiare questo mondo. Mi sentivo così triste e distrutto.
Avevo il compito di fermare tutto, ma come potevo. Le persone che mi erano accanto, credevano in me. Io le avevo deluse e avevo deluso anche me stesso. Per tutto.
Inferno o paradiso, non m'importava. La sola cosa, alla quale pensavo incessantemente era di non perdere la persona accanto a me. Di proteggerla al costo della vita, se era necessario.
La mia vita dipendeva tutta da lui. Il mio destino, era quello di sostenerlo. Non sarebbe andata diversamente. La vita faceva il suo corso, la mia era già stata programmata. Il mio modo di vivere, seguiva una via ben precisa. 
Non deludere le persone che ti erano accanto. Provare a migliorare giorno per giorno. Trovare la forza di andare avanti e non fermarsi mai. Camminare incessantemente, contro ciò che ti fa star male. Lottare, con tutte le tue forze.
Tutto ciò che mi rimaneva, era una famiglia distrutta. Distrutta, per colpa di un maledetto figlio di puttana. Cercare di ricomporla e tenerla salda, questo lo potevo fare. Al solo pensiero di avere ancora qualcuno che tiene a te, era rassicurante. Questo mondo, era totale schifo. Io vivevo la mia vita, come una persona normale. Almeno credevo che lo fosse. Non è stato così. 
Finire di pensare a quello che mi preoccupava. Andare avanti.
Percorrere, chilometri e chilometri. Asfalto, su asfalto. Per raggiungere, una qualsiasi meta. 
Non volevo, deludere la persona accanto a me. Con cui, condividevo tutto. Non mi andava. Io credevo, in lui. In tutto questo, c'era una speranza. 
Non mollare mai e affrontare tutto a modo mio.
Cosa, potevo fare. Il mio cuore si sentiva spezzato in due. Tra due metà, talmente separate che non sapevo neanche quanto erano lontane. In questo mondo, maledetto da tutto ciò che non ha senso. Tutto ciò che genera quelle azioni, insensate. Le persone non sanno neanche più a cosa, aggrapparsi. Neanche il sottoscritto aveva perso le speranze, l'unica cosa che lo teneva a galla era: migliorare tutto ciò che non andava. Volere bene alle persone che amavo e non lasciarle sole, per nessun motivo. Cascasse il mondo, le avrei protette ad ogni costo.
Fanculo, il destino!
Non m’importava più nulla. Io dovevo fare il mio lavoro e l'avrei fatto fino in fondo. Per eliminare, quei bastardi di demoni che rendevano tutto il mondo peggiore di quello che era. Questo era il mio compito!
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Premetto una cosa. Questo è il primissimo monologo, che ho scritto su Dean Winchester. Non avevo ancora visto bene la quarta e quinta serie, quindi ci sono andata a naso. Diciamo che quando l'ho scritto, mi sembrava di essere nella sua testa (e devo dire che questo mi capita spesso). 
Ad ogni modo spero vi sia piaciuto. Perché lo considero uno dei migliori, che ho scritto.

Debbie_93

   
 
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