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Autore: La Mutaforma    14/08/2012    5 recensioni
“Non sono stato programmato per dare conforto, Kate Walker, tuttavia sono desolato nel non poter fare nulla per lei”
“…stai dicendo che ti dispiace, Oscar?”
“Assolutamente no, Kate Walker, devo forse ricordarle per quali scopi sono stato creato?”
Oscar non era un robot. Era un'automa. Col tempo, Kate imparò a riconoscerne la differenza.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oscar non era semplicemente un macchinista, né tantomeno un essere umano.

Solo qualche mese prima, Kate sarebbe stata dell’idea che viaggiare da sola sarebbe stato infinitamente frustrante.

Sospirò a lungo, guardando fuori dal finestrino.

In fondo Oscar non era da considerarsi una buona compagnia. Era solo il solito, freddo, metallico e testardo conducente del treno più strano del mondo.

 

Dovendo però riconsiderare l’oppressiva figura multiruolo di Oscar, Kate avrebbe sorriso al pensiero che era la sua unica compagnia.

Dopo il suo litigio con Dan aveva staccato il telefono, senza la voglia di sentire né Olivia, né sua madre, né tantomeno il signor Marson, sicuramente furioso con lei.

Non voleva parole di conforto, di circostanza, false scuse e sorrisi incerti.

Eppure quando il treno si era fermato Oscar era sceso per andare da lei.

“Va tutto bene, Kate Walker?”

Era detestabile il suo modo di chiamarla ossessivamente per nome e cognome.

“Sì… sono solo un po’ giù, Oscar”

“Non sono stato programmato per dare conforto, Kate Walker, tuttavia sono desolato nel non poter fare nulla per lei”

La ragazza lo guardò con il capo inclinato sulla spalla, stringendo gli occhi.

“…stai dicendo che ti dispiace, Oscar?”

L’automa indugiò per pochi istanti, con gli occhi freddi e grigi puntati sul viso fresco di una giovane donna sempre più turbata lungo il viaggio che stava intraprendendo.

“Assolutamente no, Kate Walker, devo forse ricordarle per quali scopi sono stato creato?”

Kate scosse lievemente la testa con un sorriso comprensivo di cui Oscar non avrebbe mai potuto afferrare il senso.

Era bello sentire un po’ di sincerità e allo stesso tempo sarebbe stato inutile farlo notare al bizzarro conducente del treno, che sicuramente non avrebbe capito.

Ne avrebbe avuto ragione. Nemmeno Kate capiva molto, soprattutto in quei giorni.

 

A volte era frustrante non riuscire a vedere una luce in quegli occhi da automa che non esprimevano niente.

Quell’automa non era predisposto al cambiamento, ma aveva un sopporto d’anima, o almeno così diceva lui. E Kate dubitava fortemente che un automa potesse mentire.  

Eppure, nel freddo di Aralbad, era la prima volta che Kate lo vedeva scendere dal treno e guardare lontano, con quegli occhi grigi e freddi che non esprimevano niente.

Forse perché, contrariamente ad ogni aspettativa, Oscar davvero non sentiva niente.

 

“Sa Oscar, lei è davvero la più grande invenzione di Hans Voralberg”

“La ringrazio, Kate Walker, questo mi dà un grande senso di soddisfazione metafisica”

“Non avevo dubbi, mio caro Oscar”

“Ora, se non le dispiace, potrebbe mostrarmi il suo biglietto?”

 

 

   
 
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