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Autore: Imapopcorn    14/08/2012    4 recensioni
Un incubo può mai trasformarsi in un bellissimo sogno?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A FrancaH, la sociopatica (<3) che mi ha fatto conoscere la Synacky e che ha ispirato il mio nick.
Metti toppe che è un piacere, honey.


Dolore.
Fu quella la mia prima percezione. Un dolore indescrivibile, lancinante, spasmi che attraversavano il mio corpo da capo a piedi a intervalli regolari che mi davano una frazione di secondo per chiudere la bocca prima di doverla riaprire in un altro urlo.
Catene stringevano i miei polsi, le mie caviglie, il mio collo. All'inizio avevo provato a liberarmi strattonando e dimenandomi, cercando di spezzare quegli odiosi ceppi ma dopo poco rimasi inginocchiato, sfiancato dal dolore: tutto ciò che avevo ottenuto erano solo piaghe sanguinanti.
Rivoli di sangue scorrevano sulle mie braccia e ancora non capivo da dove venisse quel dolore.
Sembrava partire dalla schiena e diffondersi poi per tutto il corpo con la velocità di un lampo, una stilettata dolorosa fino all'inverosimile che stordiva i miei nervi e mi lasciava boccheggiante.
All'ennesima fitta sentii qualcosa fremere alla base delle mie scapole.
-Ma che...?- Un mormorio stanco uscì dalle mie labbra e capii finalmente da dove proveniva il dolore.
Ali.
Le percepivo, pesanti e reali sulla mia schiena, le sentivo come sentivo le mie braccia e le mie gambe, parte di me. Provai a spiegarle ma il dolore si intensificò strappandomi un urlo roco e stentato ed esse ricaddero scompostamente causando l'ennesimo spasmo, se possibile anche più doloroso dei precedenti.
Ero là inginocchiato da un tempo indefinito e non capivo dove fossi, perchè fossi là e cosa sarebbe successo. Poi una luce. Una luce accecante mi costrinse a chiudere gli occhi e subito dopo una mano si posò sul mio collo delicata, fresca. Il dolore cessò.
Un moto di speranza animò i miei muscoli, sollevai il viso in cerca di quella fonte di serenità e vidi una ragazza sovrastarmi.
I suoi lunghi boccoli neri arrivavano a lambire il mio viso e i suoi occhi, di un azzurro glaciale, mi guardavano pietosi. La sua mano si muoveva delicata sulla mia schiena, sulle ali e tutto il dolore svaniva.
Mossi le labbra per ringraziarla, chiederle chi fosse ma non appena la guardai negli occhi il suo sorriso divenne crudele, le sue mani si chiusero sul bordo delle mie ali e fecero forza, una forza inaspettata da una ragazza del genere, spezzandole.
Urlai. Urlai, a pieni polmoni, la gola bruciava, raschiava ma continuavo a urlare, il dolore era insopportabile, mi costrinse a inarcare la schiena e urlare con tutto il fiato che avevo.
Gli occhi della ragazza mi guardavano ora placidi e indifferenti, solo il sorriso stonava con quel suo aspetto angelico, un sorriso agghiacciante, cattivo e tremendamente calmo. I muscoli tesi allo spasimo, i denti scoperti e buona parte delle gengive in bella vista trasformavano i suoi lineamenti in una maschera orribile.
Avrei voluto chiederle perchè, perchè dovevo subire tutto questo ma non trovavo la voce. Se n'era andata con la mia forza di volontà. Poi fu come se mi avesse letto nel pensiero. Si chinò, si avvicinò al mio orecchio poggiando le labbra ai miei capelli e sussurrò: -Lo meriti.-

 

 

-Brian! BRIAN!-
Qualcosa, o meglio, qualcuno riscosse Brian dal sonno pesante e inquieto in cui era caduto.
-Brian Elwin Haner Jr, o ti svegli o sarò costretto a darti fuoco alla chitarra.-
Un occhio color cioccolato al latte si piantò nell'iride chiara che lo sovrastava: -Provaci e sei un uomo morto.-
-Intanto ti sei svegliato- constatò con un sorriso (e che sorriso) la causa del risveglio brusco di Brian. Una causa che doveva essere alquanto carina per aver fatto arrossire quest'ultimo con tale violenza dietro la minaccia assonnata.
-Sì..grazie a Dio, mi sono svegliato- Si passò le mani sul viso sudato e un sospiro sfuggì dalle sue labbra secche e screpolate, neanche avesse passato una settimana nel deserto.
-Sapevo di essere figo, ma a tal punto da essere paragonato a un dio no.-
Brian tentò una risata ma si bloccò non appena sentì il sapore del sangue e uno sgradevole bruciore sul labbro inferiore, spaccatosi in seguito alla distensione esagerata della pelle.
-Zacky, sei un egocentrico del cazzo. E pesi anche, togliti che c'è un caldo fottuto-
Non era vero, era Settembre e le notti cominciavano a farsi più fredde in preparazione all'imminente autunno e il peso di Zacky era il più dolce che Brian potesse sopportare ma non poteva certo darlo a vedere.
Zachary Baker, compagno di stanza nonché cotta nucleare di Brian Elwin Haner Jr: alto un metro e un topo, spalle larghe, capelli corti che in circostanze diurne sarebbero stati irti come spunzoni di vetro sporgenti dal suo cranio e occhi come frammenti di diamante incastonati nel suo viso pallido ma bellissimo.
Per non parlare poi del suo sorriso: una finestra verso il paradiso contornata da labbra morbide e carnose, labbra da baciare senza fermarsi mai. Due piercings brillavano nel buio della notte, i suoi snakebites, oggetto di tante e tante fantasie di Brian e orgoglio di Zacky, una piccola ribellione ai genitori lontani, ma anche segno che quella notte quest'ultimo non aveva chiuso occhio né toccato un letto con lo scopo di farlo.
Le labbra presero di nuovo una piega seria e gli occhi chiari del ragazzo cercarono i pozzi scuri dell'altro, preoccupati.
-Che è successo, Brian? Che hai sognato? Urlavi come un forsennato, non so come ancora nessuno abbia bussato credendo che ti stessi uccidendo-
Quant'era bello..avrebbe dovuto essere illegale tanta bellezza in un individuo solo.
-E'...è stato solo un brutto sogno.-
Quell'ultima frase lasciò le labbra di Brian incerta, più per rassicurare lo stesso che non l'altro e rimase lì, nello spazio quasi inesistente tra i due a formare una pellicola di insicurezza, un tentativo di celare la paura in quegli occhi scuri, un tentativo di non scoppiare in lacrime su quel petto pallido per uno stupido incubo.
-Mi fido?-
Un sopracciglio perfetto di Zacky si inarcò appena sopra un sorriso dolcemente accennato. Conosceva bene quel ragazzo, sapeva che quei centimetri in più rispetto a lui, quei muscoli che andavano rinforzandosi di mese in mese grazie agli sforzi in palestra, quel modo di fare a volte strafottente e stupido nascondevano un lato invisibile alla maggior parte: il lato vulnerabile di Brian Elwin Haner Jr., il lato insicuro e bisognoso di qualche certezza nel continuo sballottamento dell'adolescenza.
No, non fidarti, ti prego. Baciami e basta, baciami e pronuncia solo parole così dolci da farmi salire il tasso glicemico a livelli letali, ti scongiuro”
Il tenore dei pensieri di Brian era questo e i suoi neuroni, bastardissimi neuroni del cazzo che gli facevano sognare incubi del genere, ebbero l'idea di disconnettersi e lasciare il poverino senza una risposta tra i denti ma con uno sguardo da cucciolo indifeso che avrebbe sciolto il più cinico tra i cinici. E di nuovo ebbe l'impressione che qualcuno avesse messo un teleschermo gigante con i suoi pensieri scritti a caratteri cubitali a scorrervi sopra.
-Non mi fido, ho recepito il messaggio-
Fu tutto un lampo. Solo un guizzo d'insicurezza negli occhi di paradiso del più basso e poi un bacio.
Già, un bacio, un inaspettato, delicato e dolcissimo bacio. Le labbra di Zacky avevano eliminato la distanza tra loro e si erano poggiate con delicatezza su quelle dell'altro, fermandovisi quasi incerte sul da farsi, come a chiedere il via libera e lasciare a Brian il tempo di realizzare ciò che stava accadendo, cosa che richiese qualche istante più del normale. Ma d'altronde si poteva capire il poverino, alle tre di notte, appena sveglio in seguito a un incubo infernale viene baciato dal ragazzo più bello del globo a suo parere e deve pure rimettere in moto la sinapsi in un tempo decente! Non era fisicamente possibile.
Così, dopo tre secondi lunghi un'eternità, le labbra sottili del più alto si rilassarono e accennarono dei morbidi movimenti subito assecondati e incoraggiati da quelle del compagno di stanza.
Erano così...morbide, morbide e decise, il loro calore era spezzato solo dalle sottili eccezioni di quei piercing così tremendamente eccitanti e così tremendamente perfetti su quelle curve che Brian credette di morire per le troppe emozioni e sensazioni in un solo momento.
Per qualche secondo i due ragazzi lasciarono che le loro labbra si incastrassero, si accarezzassero incuriosite e si esplorassero prendendo sicurezza. Dopo poco avevano memorizzato qualsiasi curva o variazione e le loro lingue fecero capolino quasi contemporaneamente, ritrovandosi a sfiorarsi inaspettatamente. Quel contatto fu come una scossa elettrica che bloccò tutto per pochi attimi durante i quali Brian e Zacky rimasero così, a respirarsi addosso delicatamente, quasi paurosi di rompere quell'atmosfera di dolce serenità che si era creata loro attorno. Il primo a rompere quella bolla di cristallo fu Brian che, in un impulso di coraggio, insinuò la lingua tra le labbra dell'altro senza invadenza ma con una punta di timidezza, quasi a voler chiedere il permesso di dissacrare quella bellezza tale da sembrare ultraterrena.
Il permesso fu dato, Brian fu calorosamente accolto dal piccolo Zee (che tanto piccolo poi non era) e i due cominciarono un dolce gioco senza alcun vincitore: la sconfitta non era abbastanza dolce da poter prendere posto tra le mille sensazioni che in quel momento scuotevano nel profondo quelle due anime.
Quei minuti sembrarono durare anni e dopo quello che parve un lustro, due occhi di paradiso si schiusero e le soffici labbra di Zacky si allontanarono di un soffio.
-Brian.-
Fu un sussurro che scosse Brian fin nel profondo dell'anima, era solo il suo nome ma non sarebbe mai suonato tanto bene come suonava in quel momento nella sua bocca. Poteva sembrare stupido ma il suo nome, quella piccola parte di sé sembrava al sicuro lì, tra le vibrazioni delle sue corde vocali.
Alzò lo sguardo e al vedere il suo sorriso dolce sentì il cuore in festa, come se stesse correndo per il suo petto, le braccina al vento a urlare la sua felicità.
-Z-zee..- Avvampò fino alla radice dei capelli, c'era caldo, troppo caldo.
Zacky si sdraiò accanto a lui invitandolo a fare lo stesso con un cenno della mano, invito che fu accettato volentieri. Un braccio cinse dolcemente le spalle di Brian, il quale si rannicchiò come un bimbo contro il fianco dell'altro poggiando poi il viso sul suo petto caldo.
-Che succede?- I suoi caldi occhi nocciola cercarono quello sguardo che tanto li aveva attirati con impazienza, come un piccolo di tartaruga cerca l'onda che lo porterà dalla madre. Lo trovarono e vi si persero di nuovo mentre il proprietario arrossiva per la prima volta in quella successione di eventi.
-Secondo te cosa succede?-
Zacky prese ad accarezzare delicatamente una guancia di Brian sorridendo e attese che quest'ultimo trovasse una risposta. Risposta che arrivò presto:
-Succede che sono ancora in un sogno, sì. Ora mi tiro uno schiaffo e mi sveglio, non c'è altra spiegazione-
E lo stava per fare veramente, Zacky dovette fermare la sua mano a mezz'aria per evitare che si schiaffeggiasse veramente. Rise appena e si riavvicinò al viso dell'altro.
-Non è un sogno. E' tutto vero. Tutto.-
-Allora sei ubriaco, sei sotto effetto di un qualche droga pesante, non lo so, da quando ti fai, Zee? Non me l'hai mai detto.-
Brian cominciò a farneticare su come la droga facesse male ecc ecc mentre Zacky lo guardava, un sopracciglio inarcato sopra un sorriso, stavolta divertito.
-Ti amo.-
-Sì, anch'io, la droga p-COSA?!-
-Ho detto di amarti.- E sorrideva, sorrideva e sorrideva ancora, altro che droga, pensò Brian, bastava il suo sorriso a fottergli il cervello.
-E..e ti amo. Ti amo anch'io, Zacky.-
Un brivido corse lungo le schiene dei due ragazzi al sentire quelle parole e al pronunciarle un rossore si diffuse sulle loro guance. Brian abbracciò Zacky e lo strinse a sé, una mano sulla sua nuca e il viso nell'incavo del suo collo a inspirarne il profumo. Solo quando ne fu completamente inebriato, si decise a parlare:
-Vuoi essere il mio sogno, Zee?- Mormorò ad occhi chiusi, godendo del suo respiro sulla pelle, del suo calore mischiato al proprio.
-Un sogno ma mai un incubo, promesso?- Lo sentì sorridere contro il proprio collo e sorrise di rimando.
-Un sogno ma mai un incubo, promesso.-
Brian, prima di addormentarsi, colse un tintinnio indistinto sul comodino e un soffice bacio sul collo, un bacio senza interruzioni di metallo, un bacio nudo. La firma di una promessa.

 

 

 

*fa ciao ciao con la manina * I pomodori marci a dopo, vi prego.
Bene, buongiorno\sera\pomeriggio\qualsiasimomentovoistiatevivendo sono l'autrice spastica e vorrei precisare un paio di cosine:
-è la mia primissima Synacky, critiche a go go, mi raccomando. E se avete qualche suggerimento, che ben venga.
-Spero di non aver dipinto Brian come un passivone :'D Ho voluto provare a dare a Zacky un ruolo un po' più attivo del solito, dietro protesta del mio Zee personale, Carlotta (<4), e spero di non aver esagerato.
Beh, che dire..aspetto le vostre recensioni!
Alla prossima.<3
-Popcorn

   
 
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