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Autore: frankyfitzgerald    14/08/2012    22 recensioni
Questa è la storia di Emma e di Liam, di due adolescenti completamente diversi l'uno dall'altro, provenienti da due realtà famigliari diverse, la cui esistenza verrà completamente sconvolta dall'entrata nella loro vita l'uno dell'altro. Questa è la storia di un giovane amore, di una giovane passione, ma non è una storia felice. Vi farà sorridere, vi farà rattristare e forse qualche volta (almeno così spero) vi farà anche piangere.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ognuno di noi ha una concezione diversa di famiglia, ognuno di noi ha una famiglia diversa dalle altre e ognuno di noi prima o poi finisce per allontanarsene e per ricominciare una vita da zero, magari con un nuovo nucleo famigliare. Questa storia non sarà una storia di famiglie, non sarà una storia di nuclei, ma sarà una storia di individui, una storia di persone completamente diverse la cui esistenza verrà completamente stravolta dalle altre. Se cercate una storia a lieto fine allora non perdete nemmeno tempo con questo racconto, non andate oltre questa riga, ma se nel vostro cuore risiede, come nel mio, quella piccola briciola di infondato masochismo che vi porta a sorridere laddove il vostro cuore sta piangendo, a commuovervi nel momento in cui un personaggio si evolve completamente in qualcun altro, allora rimanete sintonizzati e vi prometto che cercherò di non deludervi.

PS. Lasciatemi il vostro account di Twitter nella recensione,così saprò a chi linkare il prossimo capitolo.

 

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Where does the family start? 
It starts with a young man falling in love with a girl ,
no superior alternative has yet been found

-Wiston Churchill


 

 

Molte volte quando analizziamo il ritratto della perfetta famiglia felice ci basta guardare l'insieme dei suoi componenti seduti a tavola, raccolti attorno a un tavolo intenti a raccontarsi tutto ciò che è successo nelle ultime ore al di fuori delle mura domestiche l'un l'altro. La storia di cui vorrei parlarvi è la storia della famiglia Doolittle, la storia della loro figlia minore, Emma. La famiglia Doolittle aveva sempre abitato in una piccola cittadina situata nei pressi della capitale degli Stati Uniti d'America, Upper Marlboro; vista da fuori non sembrerebbe altro che la classica famigliola americana: composta da un padre magnate di un'azienda di spedizioni, una madre casalinga e tre figli, questa rivestiva un'ottima reputazione nella comunità del luogo e ogni Domenica, in occasione delle riunioni in chiesa, faceva attenzione ad aiutare alla piccola mensa dei poveri che il consiglio di zona aveva fondato. James Doolittle, il capofamiglia, aveva fatto si che i suoi figli frequentassero solo le migliori scuole e per questo li aveva iscritti tutti a istituti privati che li istruissero sia dal punto di vista scolastico che civile e, una volta a casa, si era sempre premurato di riservare l'intera serata ai loro singoli bisogni. La madre, Herrietta, è una casalinga, ha abbandonato il suo precedente lavoro dopo la nascita di Emma per stare più vicino ai suoi figli e per crescerli così come sua madre non aveva fatto con lei abbandonandola alle cure di innumerevoli badanti senza mai farle sperimentare quello che era il vero amore materno.
Tutto considerato la vita di Emma si poteva dire felice: campionessa di pattinaggio sul ghiaccio nel Maryland e sorella di Calvin e Timothy, entrambi studenti all'università di Georgetown, aveva sempre reso felice i suoi genitori senza mai dargli alcuna preoccupazione o alcuna delusione in nessun campo. Si svegliava la mattina quando il sole solcava il suo viso e le accarezzava le gote, indossava la sua divisa scolastica e faceva colazione in compagnia degli altri membri della sua famiglia tra risate e battute provenienti soprattutto dalla bocca di Calvin che, oltre a essere suo fratello, era anche il suo migliore amico. Una volta terminata colazione si alzava da tavola e veniva accompagnata dalla madre in macchina alla fermata dell'autobus più vicina che la portava alla sua scuola, la famosissima Largo High School, situata al 505 di Largo Road. La c'era Winona, la sua migliore amica, la ragazza con la quale era cresciuta sin dal giorno in cui era nata dato che le madri erano state sistemate in stanze contigue. Winona aveva la capacità di farla sorridere anche nei giorni di pioggia, aveva la capacità di darle la carica prima di un compito in classe, di darle forza prima di una competizione, era come una sorella per lei e non avrebbe mai potuto immaginarsi la sua vita senza di lei. Era un'alunna modello, una di quelle studentesse che durante le lezioni stanno attente, che alzano la mano quando l'insegnante pone una domanda alla classe, una di quelle persone che una volta in mensa non rifiuta mai la richiesta di un compagno di classe per sedersi al suo tavolo. Era stata cresciuta così, nel rispetto del prossimo, e non aveva mai permesso a nessuno di mettere in dubbio la sua moralità o la sua dolcezza nei confronti del prossimo, era impossibile odiarla poiché non aveva alcun nemico, nessuno avrebbe mai potuto trovare qualcosa contro di lei. Una volta terminate le lezioni prendeva nuovamente l'autobus e a seconda dei giorni si recava agli allenamenti di pattinaggio, dove passava il suo tempo in compagnia di Winona, la quale cadeva ogni due per tre sul ghiaccio passato a nuovo, e Harry, il loro compagno di giochi dai tempi delle elementari, oppure tornava a casa e si chiudeva in camera con la musica nelle orecchie per concentrarsi sulla lezione che doveva preparare per il giorno successivo. La sera preparava la cena con la madre, apparecchiava facendo attenzione che i piatti fossero posizionati secondo il galateo, così come gli aveva insegnato sua nonna prima di lasciarli, e aspettava insieme ai suoi fratelli il ritorno del padre dal lavoro, con il quale mangiavano per poi guardare un film facendo a gara per chi poteva decidere il tema della serata. Non aveva mai avuto un ragazzo, non si era mai innamorata di qualcuno e non aveva mai permesso a nessuno di possedere il suo cuore. Oh, certamente, aveva baciato un ragazzo, ma non aveva mai incontrato
la persona giusta, quella persona che nel momento in cui la guardi negli occhi capisci che è lei, che è quella la persona che ti fa sorridere al solo pensiero della sua esistenza, la persona al cui tocco sussulti per poi rilasciare tutti i muscoli precedentemente tesi in una morsa di nervosismo puro. A volte, nei giorni di pioggia, si era rintanata in camera sua a guardare film come Sixteen Candles desiderando di trovare anche lei un Jake Ryan che la facesse sognare così come succedeva nei film, a volte si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se fosse vissuta in un altro secolo, in un secolo fatto di balli da sala e di occasioni importanti che le avrebbero permesso di conoscere persone di varia estrazione sociale, ma non si era mai lamentata della sua situazione, aveva sempre preso la vita così come le era stata donata e ne aveva fatto tesoro cercando di trovare sempre il lato positivo in tutto quello che faceva.

 

Ma questa non sarà solamente la storia di Emma, sarà anche la storia di Liam. La vita di Liam è sempre stata complessa, sin dal momento della sua nascita. Quando era venuto al mondo i suoi genitori avevano appena affrontato la perdita del nonno di cui lui per altro portava il nome in sua memoria. Figlio di una coppia in carriera, Liam era stato cresciuto dalla nonna in compagnia dei suoi cinque fratelli maggiori e della sua sorellina minore. Nel corso degli anni tutti avevano lasciato il nido di famiglia per andare a cercare la loro strada nel mondo e così erano rimasti solo lui e la piccola Beth-Ann, la persona più importante della sua vita. Non guardava nessuno nel modo in cui guardava lei, non si prendeva cura nemmeno di se stesso così come se ne prendeva della sorella. Ogni giorno l'accompagnava a scuola prima di recarsi al suo liceo, si piegava in avanti davanti alla porta d'entrata e le lasciava un leggero bacio sulla fronte, bacio che le faceva nascere un sorriso immenso sul volto prima di solcare l'entrata della scuola. La seguiva con lo sguardo fino a quando non la vedeva scomparire nei corridoi della scuola e solo allora si allontanava per recarsi a scuola, dove seguiva le lezioni in modo svogliato, guardando fuori dalla finestra ogni dieci minuti alla ricerca di quella foglia che cadeva sul letto di erba che cresceva incolta nel giardino della scuola. I suoi voti non erano mai stati entusiasmanti, ma non aveva mai rischiato di perdere un anno o di rimanere indietro rispetto al resto della classe. Non aveva amici, nessuno sapeva chi fosse, preferiva passare inosservato nei corridoi della scuola e pranzare in giardino piuttosto di stare con i suoi coetanei, forse perchè non riusciva a socializzare o forse solo perchè aveva perso fiducia nei confronti della razza umana. Alle 14.25, quando suonava l'ultima campanella, lasciava che tutti uscissero dalla porta principale e si recava a casa a piedi attraversando i quartieri circostanti e costeggiando l'autostrada che collegava il liceo al paese in cui abitava e una volta arrivato a casa saliva le scale di casa sua per fermarsi un attimo davanti alla stanza di suo fratello che al giorno d'oggi avrebbe dovuto avere 21 anni e poi chiudersi in camera. Non cenava mai con i suoi genitori, non c'erano mai in casa ed era sempre costretto a cucinare qualcosa per se e sua sorella che veniva riaccompagnata a casa dalla madre di un'amica verso l'ora di cena. Mangiavano davanti alla televisione situata nel salotto, solitamente guardavano uno di quei talent show che venivano dati in prima serata senza scambiarsi una parola, non c'era bisogno di parlare, sapevano benissimo che l'uno era li per l'altro. Beth-Ann si addormentava ogni giorno contro il petto del fratello all'incirca verso le 22.30 di sera e lui la sollevava facendo attenzione a non svegliarla nel trasporto per poi portarla in camera dove la sistemava nel letto e le rimboccava le coperte controllando che tutte le luci fossero spente e le tende fossero tirate in modo tale che lei non si svegliasse in piena notte a causa della luce dei lampioni. Avrebbe ucciso chiunque le avesse spezzato il cuore, alcuni giorni si sedeva sulla sedia situata accanto al suo letto e la guardava dormire, guardava il suo torace alzarsi e abbassarsi lentamente e la sua fronte distesa mentre il suo cervello le permetteva di fare quello che lui non riusciva più a fare dall'età di quindici anni: sognare.

 

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Questa è la storia di Emma e di Liam, di due adolescenti completamente diversi l'uno dall'altro, provenienti da due realtà famigliari diverse, la cui esistenza verrà completamente sconvolta dall'entrata nella loro vita l'uno dell'altro. Questa è la storia di un giovane amore, di una giovane passione, ma non è una storia felice. Vi farà sorridere, vi farà rattristare e forse qualche volta (almeno così spero) vi farà anche piangere.

  
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