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Autore: estisaurus    14/08/2012    2 recensioni
E se Quinn non avesse mai detto a Finn la verità su Beth? Se lei e Puck avessero chiuso tutti i rapporti, per poi incontrarsi di nuovo 6 anni dopo alla stazione di Lima?
'non è una questione d'amore, è questione di fare ciò che è meglio per lei. e tu non sei il suo meglio, noah.'
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quinn Fabray, Un po' tutti | Coppie: Puck/Quinn, Puck/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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'Dio mio, Finn! Ti avevo chiesto di riordinare il salotto, e invece è peggio di prima!” Quinn alzò gli occhi al cielo, sfilandosi il cardigan nero e appendendolo nell'atrio.

“Scusa piccola, ma io e Beth abbiamo giocato a Indiani e Cowboy questo pomeriggio. Scusa tanto” Il ragazzo si avvicinò alla moglie, alzandole il mento e stampandole un bacio sulla fronte. Quinn passò una mano sulle sue braccia muscolose: da quando, due anni prima, si era arruolato nell'Areonautica Militare, Finn aveva messo su una notevole massa muscolare, che non dispiaceva affatto alla consorte.

“Scommetto che tu facevi la parte della carrozza” I due si scambiarono un sorriso divertito.

“Mamma, sei tornata!” la bambina dai lunghi boccoli biondi saltò tra le braccia della madre, schioccandole un sonoro bacio sulla guancia.

“Com'è andata la giornata, mostriciattolo? Ti sei divertita con papà?”

“Abbiamo fatto un saaacco di giochi!” La piccola avvicinò le labbra all'orecchio di Quinn “Anche se sei più brava tu a Indiani e Cowboy”

Finn assunse un'espressione corrucciata, punzecchiando Beth sui fianchi

“Ah si? Mostro che non sei altro!”

Scoppiarono tutti e tre a ridere, e si avviarono in cucina.

In quell'appartamentino nella periferia di Lima, Ohio, si respirava un'aria più tranquilla da quando, due giorni prima, Finn Hudson era tornato dopo sei lunghi mesi in missione in Afghanistan. Quinn stava bene da sola con Beth, ovviamente, ma avere suo marito vicino la faceva sentire protetta e al sicuro. Anche perché, finalmente, poteva lasciare la figlia a qualcuno che non fosse Rachel, la sua migliore amica. Non che la ragazza non fosse capace di occuparsene, anzi. Rachel sapeva come prendere Beth più di chiunque altro al mondo. Il problema era che, ormai, quella povera brunetta non aveva un minuto per se stessa, dovendo dedicarsi completamente a quella trottola di 6 anni. Elizabeth Marie Hudson richiedeva troppa energia per una semplice ragazza di 22 anni, e per Quinn non era cosa semplice occuparsene da sola. Da questo punto di vista, le ricordava lui e la sua inesauribile energia.

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“Vi avverto che stasera c'è la partita del secolo in tv, Chicago Bulls contro Miami Heat, perciò lo schermo piatto in salotto è prenotato!” Finn afferrò un pezzo di pane dalla cesta al centro del tavolo da pranzo, addentandolo.

“NO! Stasera c'è Spongebob in tv! Ogni venerdì sera c'è Spongebob in tv! Non me lo perdo mai io” Beth protestò, arricciando d'istinto le labbra. Era un gesto che ripeteva sempre quando era nervosa.

Quinn e Finn si scambiarono uno sguardo complice, e la ragazza si avvicinò alla figlia appoggiandole una mano sulla coscia sinistra.

“Beth, tesoro, papà è tornato a casa dopo tanto tempo, non credi che sarebbe meglio-”

“No, Quinn” Finn allungò la mano oltre il tavolo, prendendo quella minuscola della bambina. “Non c'è problema, ci saranno altre partite. Stasera io e Beth guarderemo Spongirob insieme, eh?” Lanciò un sorriso alla piccola, che rilassò il volto e sorrise di rimando.

“Si chiama Spongebob, papà!”

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Intorno alle 21.30, Finn alzò il corpicino addormentato della figlia dal divano, e la portò in camera sua. Dopo averle rimboccato le coperte, salì nella camera matrimoniale, dove Quinn lo attendeva con un libro in mano.

“E' crollata, vero?”

“Già” Il ragazzo dai capelli neri sorrise, stendendosi accanto alla moglie. “Anche prima di quanto sperassi”

“Le sei mancato, lo sai? Quando eri via non riusciva mai a dormire da sola, aveva bisogno di qualcuno che le tenesse compagnia”

“Mi dispiace, lo sai che è il mio lavoro, Quinn”
“Lo so, lo so” la biondina accarezzò la guancia di Finn, facendolo arrossire leggermente.

“Lo sappiamo tutti, non ti devi preoccupare. Stai facendo tanto per la nostra famiglia”

Finn sorrise, ricambiando la carezza.
“Forse è meglio mettersi a letto, che ne dici? Domani devi andare a lavoro e a cena vengono mamma e Burt”

“Certo. Buona notte, Finn”

“Notte Quinn”

Erano una bella famiglia, nonostante tutto. E a Quinn andava bene così.

  
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