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Autore: SaM    27/02/2007    5 recensioni
Finalmente anche questa fanfiction è giunta alla conclusione! Ringrazio spongy mami_ e jodi per le loro recensioni (spero che quest'ultimo capitolo vi piaccia quanto gli altri)...grazie anche a chi ha semplicemente letto! a presto... francesca
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus, Silente, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oliver Baston aprì gli occhi, ritrovandosi in quella stanza che ormai conosceva come le sue tasche: la sala comune dei Grifondoro. Ci mise qualche minuto per capire che ci faceva su quel divano invece che nel suo comodo letto a baldacchino. Poi un atroce mal di schiena gli fece capire che forse la sera prima aveva esagerato un po’ troppo con gli allenamenti. Forse avevano ragione Fred e George quando si lamentavano dei suoi metodi. Ma la voglia di vincere la coppa di quidditch era tanta e lui non si sarebbe fermato davanti a niente. Stropicciandosi gli occhi, decise di alzarsi definitivamente. Avrebbe fatto meglio a muoversi se voleva trovare qualcosa da mangiare. Si stava dirigendo verso il dormitorio maschile per prendere un maglione da indossare da sopra la camicia quando si accorse che la sala non era poi del tutto vuota. Una sagoma si stava muovendo sulla poltrona vicino la finestra. Non era stato l’unico a crollare come un sasso allora. Spinto da una curiosità che di solito non gli era propria, si avvicinò silenziosamente alla finestra. Grazie alla luce seppur debole del sole di dicembre, riuscì a scorgere il viso dello studente beatamente perso nel mondo dei sogni. O meglio di una studentessa. Lunghi capelli neri come il suo calderone incorniciavano un viso abbastanza pallido, ma armonioso e regolare. Era una ragazza del quinto anno. Non riusciva a ricordare il suo nome e si chiese come poteva non averla notata fino ad allora. Certo, non si poteva definire una bellezza di quelle tutte curve, ma era quel che i suoi compagni di classe avrebbero definito un gran bel pezzo di grifone. Un sospiro proveniente da quel volto che fino a poco prima era rilassato, lo fece voltare fino ad incontrare i suoi occhi. Un mare di cioccolata in cui perdersi. Occhi che però cambiarono improvvisamente colore, diventando prima neri come la notte e subito dopo verdi come gli alberi della foresta proibita. L’espressione che gli si era dipinta sul volto doveva essere davvero molto buffa poiché la ragazza scoppiò a ridere, tenendosi le braccia intorno al corpo come a voler calmare le risate.
“ Non mi dire che in tutti questi anni nel mondo magico non hai mai visto un metamorfomagus, capitano!?”
Sembrò risvegliarsi dallo stupore e riacquistare la sua solita tranquillità solo quando si sentì chiamare “capitano”. Era strano che a chiamarlo così non fossero i suoi compagni di squadra, ma il tono giocoso della sua voce gli fece escludere la possibilità che lo stesse prendendo in giro.
“ Di solito i metamorfomagus non cambiano solo il colore degli occhi. Mi hai lasciato un po’ spiazzato.”
“ E’ stato un vero piacere… non è facile stupirti a quanto ho sentito. Altrimenti credo non saresti uno dei più bravi portieri della storia di Hogwarts.”
La ragazza si era alzata e stava tranquillamente mettendo la coperta e i suoi libri a posto sotto lo sguardo indeciso di Oliver.
“ Se sono davvero tanto bravo perché non abbiamo vinto la coppa negli ultimi anni?”
Il ricordo gli bruciava ancora. Per un patito di quidditch come lui, entrare nella squadra della sua casa era stato fantastico. E diventarne poi il capitano era stato come vivere in un sogno. Ma non riuscire a vincere una coppa aveva fatto sì che il suo stupendo sogno si tramutasse in un incubo.
“ Non si può dare la colpa solo a te per questo. Se non sbaglio ci sono 7 giocatori in una squadra… e comunque la tua è una grande squadra. Hai scelto i migliori, capitano. E tutta Hogwarts sa che se non avete ancora vinto non è stato perché non ve lo meritiate. Prendi ad esempio l’anno scorso: Potter era in infermeria quando c’è stata l’ultima partita, altrimenti avreste vinto sia il match che la coppa. E credo che anche il tuo cercatore avrebbe preferito disputare una partita di quidditch piuttosto che affrontare un enorme cane a tre teste e chissà cos’altro.”
Erano uno di fronte all’altra e Oliver poteva vedere bene ogni lineamento del suo viso ora: sembrava dolce ed innocua, ma nei suoi occhi splendeva una scintilla di coraggio e determinazione. Una vera Grifondoro.
“ Vedremo quest’anno se hai ragione. Che ne diresti di scendere a colazione ora? Sto morendo di  fame e temo che la voracità dei Weasley possa aver dato fondo alle scorte del castello. Muoviamoci se vogliamo trovare qualcosa da mettere sotto i denti.”
E senza aggiungere altro, si avviarono al buco del ritratto e poi dritti verso la Sala Grande. Parlarono tranquillamente lungo il tragitto finché un gruppo di Serpeverde non si parò davanti a loro, facendo cadere senza troppi complimenti la ragazza.
“ Guarda un po’ chi abbiamo qui: il grande capitano Oliver Baston e la mezzosangue Samantha Smith. Riesci solo a cambiare il colore degli occhi vero, Smith? Mi chiedo con quale coraggio ti definiscono metamorfomagus se non riesci neanche ad accorciarti i capelli!”
La voce di Marcus Flitt era arrivata sgradevole e alta mentre le risate dei suoi compagni riecheggiavano nel corridoio deserto.
“ Se stavate andando a fare colazione potete pure tornare nel vostro ritrovo… è già tutto finito! Ciao ciao grifoni!”
Oliver stava guardando le serpi che si allontanavano, ripromettendosi che alla prossima partita Flitt avrebbe pagato quelle offese.
Poi le parole dette dal suo rivale gli tornarono in mente e si volse verso Samantha con una muta domanda negli occhi. Domanda che lei colse al volo.
“ Vuoi sapere che cosa voleva dire Flitt prima? Ti rispondo subito. Vedi mia madre era una strega e mio padre è un babbano. Lei è morta di parto e quando mio padre si accorse che potevo cambiare i miei tratti somatici non ne fu molto felice. Sono cresciuta con il terrore delle mie capacità e le ho represse talmente tanto che adesso l’unica cosa che riesco a cambiare è il colore dei miei occhi. Deludente, vero? Non sono una strega, non sono una babbana e non sono neanche una metamorfomagus.”
“ Sei solo Samantha. E questo basta.”
Samantha si voltò verso di lui: non riusciva a credere alle sue orecchie. Quel ragazzo la conosceva solo da poche ore e l’aveva subito fatta sentire a suo agio, non rinfacciandole niente di se stessa. Era stato molto più gentile lui in quell’ultima ora che non suo padre in tutta la sua vita. Hogwarts era davvero piena di persone speciali.
Oliver notò le lacrime che si stavano affacciando nei suoi occhi e decise di cambiare repentinamente discorso.
“ Che ne… ehm… diresti di tornare in sala comune? A quanto pare abbiamo fatto troppo tardi.”
Gli occhi di Sam si illuminarono, facendo sparire l’aria triste che aveva regnato fino a poco tempo prima sul suo volto. Diamine, così era ancora più bella!
“ Certo. Non possiamo fare nient’altro visto il freddo che fa fuori. Avanti capitano, ti sfido. Chi arriva ultimo in sala comune deve baciare il rospo di Paciock!”
E detto questo iniziò a correre verso il famoso ritratto che dava accesso al loro ritrovo, seguita da un sorridente Oliver.
Arrivarono davanti al ritratto ansanti e rossi per la corsa. La signora grassa li guardava sconvolta ed incuriosita allo stesso tempo, ma Oliver non le diede alcuna opportunità di impicciarsi.
“ Fervet olla”.
Appena entrati, videro molti volti posarsi su di loro mentre altrettanti bisbigli richiamavano l’attenzione di chi non si era ancora girato verso i nuovi arrivati.
“ Mi spieghi che cos’hanno da guardare?” gli aveva bisbigliato la ragazza all’orecchio, posando lo sguardo sui Grifondoro presenti nella sala che continuavano a bisbigliare eccitati.
Oliver le rivolse uno sguardo pieno di stupore, che lei non colse, troppo impegnata a studiare le facce dei suoi amici.
Guardandola, Oliver capì il motivo di quell’interessamento: aveva i capelli un po’ in disordine, la camicia fuori dai jeans ed il volto arrossato. Pensò allora che anche lui non doveva essere conciato meglio.
Tutta la sala comune era arrivata alle stesse conclusioni guardandoli.
Alzò gli occhi al cielo, pensando che aveva sempre tenuto le sue storie nascoste appunto per questo motivo.
Voltandosi di nuovo verso Sam, le toccò leggermente il braccio, cercando di attirarne l’attenzione. Ma appena i loro occhi si incontrarono, il cuore di Oliver perse un battito, per poi ritrovarlo centuplicato l’attimo dopo.
Anche se i suoi capelli non erano in ordine e i suoi occhi continuavano a cambiare colore un po’ per la confusione un po’ per l’imbarazzo, Oliver pensò che fosse la ragazza più bella di tutta Hogwarts. Passando ancora una volta in rassegna il suo corpo, notò come la camicia fuori posto le donasse una aria trasandata, come il maglioncino le modellasse le forme, scoprendole appena, e risaltasse il ventre piatto mentre i jeans le avvolgevano i fianchi in modo armonioso, evidenziando le gambe magre. Una visione paradisiaca dalla quale si riscosse solo quando qualcuno gli piombò improvvisamente addosso.
Ormai steso sul pavimento, cercò di scorgere le due figure che gli erano letteralmente saltate al collo. Vide due teste rosso fuoco che gli davano le spalle e che coprivano dalla sua visuale l’angelo che aveva completamente rapito la sua attenzione, impedendogli di sentire l’arrivo delle due furie.
“ Dannati Weasley… adesso mi spiegate che bisogno c’era di buttarmi a terra!?”
I gemelli in questione si voltarono verso il loro capitano, quasi offesi dalla sua reazione.
“ Volevano complimentarci con te, capitano…”
“ Finalmente una storia ufficiale… abbiamo aspettato tanto di quel tempo… Dopo tante storie segrete, ci presenti la fortunata che ti farà mettere la testa a posto e pretendi che noi non ti dimostriamo la nostra felicità! Sei un ingrato!”
Nel frattempo, gli occhi di Oliver avevano incontrato quelli di Sam e dire che era imbarazzata era poco.
“ Non c’è niente di cui complimentarsi, ragazzi. Avete capito una cosa per un’altra come al solito.”
Ormai tutta la sala comune aveva accerchiato i quattro, nella speranza di qualche scoop bollente in grado di vivacizzare la giornata.
“ Sam, ci spieghi che è successo? Sei talmente tanto rossa da poter fare concorrenza ai Weasley, senza offesa ragazzi!”
A parlare era stato un compagno di classe di Samantha, che aveva dovuto faticare non poco per superare la folla attorno a loro.
“ Noi… beh… abbiamo fatto solo una corsa per tornare qui… nient’altro. Volevamo evitare brutti incontri… tutto qui!”
Il suo volto stava tornando a mano a mano del suo colore originale e anche la folla stava sciamando, alcuni borbottando e altri scuotendo la testa.
“ Continuo a credere che non sia solo questo… Ricordati che siamo la tua squadra Oliver… possiamo solo essere felici per te se voi due state insieme.”
“ Angelina ha ragione… e poi almeno non avresti più la fissa per gli allenamenti impossibili e spaccaossa…”
Detto questo, le teste di tutta la squadra di Quidditch annuirono, reduci da uno degli allenamenti più duri della storia.
“ Non ci sperate… anzi che ne dite di un altro allenamento oggi pomeriggio? A quanto pare quello di ieri vi ha lasciato abbastanza forze, vista la facilità con cui mi avete buttato a terra prima.”
Sotto i suoi occhi, Oliver vide i suoi compagni di squadra fissarlo con espressioni schioccate, per poi scoccare sguardi assassini nei confronti di Fred e George. Si allontanarono mestamente, mentre Alicia e Katie facevano una ramanzina degna della McGrannit ai due poveri battitori.
Volgendosi a Sam, la ritrovò con un sorriso sulle labbra che le illuminava il volto ancora in parte segnato dall’imbarazzo.
“ Buon allenamento capitano. Ci vediamo.”
E detto questo anche lei scomparve verso i dormitori femminili.
  
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