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Autore: Natsuki Nagoya    14/08/2012    6 recensioni
“Maledetta, altroché Principessa Fantasma sei soltanto una ragazzina! Mi vendicherò sicuramente... quando tornerò.”
“Horohorohoro...”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Perona, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Perona allungò velocemente le braccia in avanti e si avvinghiò al ragazzo dai capelli verdi, lasciando cadere il peluche di Kumacy e l’ombrello che portava sempre con sé.
“Che stai facendo!?” urlò Zoro, irritato e imbarazzato allo stesso tempo.
“Horohorohoro...” – La ragazzina rise allegramente, trattenendo un po’ la voce. “Non fare sempre l’antipatico! Volevo solo starti un po’ vicina!”
“Sono due anni che mi stai vicino! Anche troppo!” – Zoro allontanò la ragazza appena in tempo per riuscire a vedere Sanji roteare intorno a lei come non aveva mai fatto prima. In questi ultimi anni non gli erano proprio mancate queste sceneggiate da parte del cuoco e avrebbe continuato a farne volentieri a meno, non gli era mai andato molto a genio, con quell’inutile ciuffo biondo sempre davanti al viso e la sigaretta costantemente in bocca. Non si era mai interessato a quello che poteva combinare ma il suo comportamento nei confronti di Perona stranamente lo infastidiva.
Lei se ne stava lì, svolazzando dopo aver riaperto il suo amato ombrellino rosso, e cercava di allontanarsi da Sanji che di tutta risposta ignorava le sue lamentele cercando di prenderla.
“Allora, cosa ci fai ancora qui?” domandò lo spadaccino, di nuovo seccato.
“Che cosa ci faccio qui?!” rispose Perona puntandogli il dito davanti al viso. “Non credere che mi faccia piacere esserci! Dovresti ringraziarmi, senza di me non avresti saputo come fare a giungere da loro.” – Con un dito indicò Sanji alle loro spalle, che ora parlava allegramente con il capitano della ciurma. “Il tuo senso dell’orientamento è pari a zero!” – La ragazza dai capelli rosa si voltò di scatto e rimase per un po’ sospesa nell’aria in silenzio, in attesa di una risposta dal ragazzo che tardò un po’ più del solito ad arrivare.
“Hai ragione... ti ringrazio” disse all'improvviso Zoro, soffocando la voce per non farsi sentire dai propri compagni.
Perona si voltò versò di lui e lo guardò sconvolta ma incuriosita allo stesso tempo. Ridacchiava ma aveva l’espressione di chi non aveva compreso bene qualcosa.
Lo spadaccino sussurrò: “Ti ho appena ringraziata." - Sospirò. “Quindi smettila di fingere di non capire per sentirtelo ripetere!” terminò la frase urlando come suo solito e Perona appoggiò i piedi a terra.
“E’ la prima volta che sei gentile con me in tutto questo tempo.” disse la ragazza abbassando lo sguardo. “E’ perché stai per ripartire e non mi vedrai più? Scommetto che hai pensato “Accontentiamola, tanto sto per partire senza di lei!”
Zoro la guardò negli occhi mentre pronunciava quelle parole e notò che in lei c’era qualcosa di spento, di triste.
Allungò una mano verso la Principessa Fantasma per alzarle il volto ma dai suoi occhi scese una lacrima e lo spadaccino ritrasse la mano, sorpreso.
“C-che fai?” chiese goffo, portandosi una mano sulla fronte.
Perona si passò una mano nel viso per asciugare le lacrime e strinse più forte il peluche di Kumacy che teneva stretto nel braccio destro, poi scoppiò a ridere, lasciando Zoro pietrificato.
“Mi stai prendendo in giro?!” urlò lui, sapendo in realtà che la ragazza voleva soltanto nascondere il suo dolore.
Con il braccio destro la attirò a sé, facendo cadere Kumacy e il suo pesante cappello nero a terra. Voleva guardarla negli occhi ma sapeva di non essere in grado di sorreggere il suo sguardo diretto e profondo, o forse aveva soltanto paura di ritrovarsi nella stessa situazione dell’ultima volta, quando durante una furiosa lite tra loro e Mihawk si perse nei suoi occhi scuri come la notte ed ebbe paura di non riuscire più a tornare alla realtà. Quel giorno a causa sua si erano persi nella foresta ed erano stati attaccati da un branco di Umandrilli facendo infuriare non poco la Principessa Fantasma, che invece di dare una mano volò via singhiozzando lasciando lo spadaccino tutto solo.
Perona non disse nemmeno una parola e, continuando a tenere l’ombrello con una mano, abbracciò l’alto ragazzo dai capelli verdi che tanto aveva imparato ad amare nei due anni precedenti. Per tanto tempo aveva sperato che quel giorno non arrivasse mai, sembrava sempre così lontano, così irraggiungibile che per lei il tempo si era fermato al giorno in cui Zoro aveva deciso di rimanere a Kuraigana per allenarsi con lo spadaccino più forte del mondo. Ogni giorno lei si sedeva lì, con il suo Kumacy tra le braccia, e lo guardava da lontano mentre con fierezza estraeva le sue amate spade, e lei le guardava con invidia perché quelle grandi mani non avrebbero mai stretto lei nello stesso modo e con la stessa passione.
All’improvviso tremò e si rese conto di essere veramente tra le braccia di Zoro. Sentiva il suo calore e la sua goffaggine e le venne quasi spontaneo ridere.
“Che ti prende? All’improvviso ti metti a fare il romanticone? Sei strano!” - Perona iniziò a parlare, incapace di restare in silenzio per più di qualche secondo.
“Guarda che sei tu quella strana! Prima non vedi l’ora che me ne vada da Kuraigana e poi mi accompagni qui e hai pure il coraggio di mostrarti in lacrime!” - Lo spadaccino aveva iniziato ad urlare senza un’apparente ragione e Perona lo guardò negli occhi per comprenderne il motivo. Sembrava davvero furioso e... imbarazzato.
Alle sue spalle non sentiva più le voci fin troppe alte di Rufy e Sanji.
“Questo è troppo! Sei un’idiota! Ma li hai dei sentimenti?! E’ normale che mi dispiaccia così tanto se...” – La Principessa Fantasma ricominciò a piangere ma continuò a parlare: “ ...se dopo due anni che stiamo sempre insieme te ne vai! Mi sono affezionata a te, anche se sei soltanto un cretino!”
“Certo che ho dei sentimenti! Per tutto questo tempo non hai fatto altro che inseguirmi durante gli allenamenti, disturbarmi, urlare e piagnucolare e adesso non vedo l’ora di ripartire per non avere più tra i piedi una ficcanaso come te, ecco quali sono i miei sentimenti! “ – Zoro continuava ad urlare nonostante Perona, la Principessa Fantasma, la sua principessa... nonostante lei fosse in lacrime davanti ai suoi occhi non riusciva a smettere di urlarle contro tutte le volte in cui lei lo aveva disturbato e fatto arrabbiare con i suoi modi infantili. Ma in realtà era proprio questo che amava di lei, la sua emotività, la sua ossessione per le cose carine, il suo essere così “bambina” nonostante ormai fosse quasi adulta.
Ma ora non c’era più tempo, gli altri lo stavano aspettando.
Perona continuava ad urlare e ad agitare Kumacy contro di lui ma non la stava più ascoltando da tanto, si era bloccato ad un “cretino” che aveva sentito mentre era assorto nei suoi pensieri, ormai erano abituati così tanto a litigare e ad offendersi che entrambi non facevano più caso a certe parole. Questa sarebbe stata la loro ultima litigata...
Zoro alzò il volto umido della Principessa e senza lasciarle il tempo di respirare nuovamente avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza e la baciò. Sentì le braccia di Perona stringersi improvvisamente attorno a lui e ricambiare il suo bacio. Avrebbe voluto fermare il tempo, rendere quell’attimo un’eternità ma dentro di lui sentiva le voci dei suoi compagni che lo attendevano con ansia. Il suo cuore riprese a battere lentamente mentre controvoglia si allontanò dalla ragazza per fissarla negli occhi. Quanto avrebbe voluto restare così per sempre, soltanto lui e la sua amata principessa che ora lo guardava in lacrime, ma questo desiderio non avrebbe mai superato il sogno di tutta la sua vita. Con una mano spostò la frangetta di Perona per poterla guardare meglio un’ultima volta da vicino. Avrebbe dovuto farlo prima. Aveva avuto così tanto tempo... ma non poteva permettersi distrazioni e aveva deciso di mettere da parte i suoi sentimenti.
“Perché l’hai fatto?” chiese all’improvvisò la ragazza dai capelli rosa, interrompendo l’atmosfera che si era creata.
Zoro non sapeva cosa rispondere. C’era davvero bisogno di una motivazione?
“Tu... perché l’hai fatto?”
“Horohorohorohoro... sei furbo spadaccino, non si risponde ad una domanda con un’altra domanda!” – Perona lo prese in giro mostrando la lingua e per un attimo al ragazzo venne la malsana idea di prenderla a pugni.
“Io... ti amo.” - La risposta di Zoro arrivò così improvvisa da lasciare Perona totalmente senza parole e questo in un certo senso reso felice anche lui. La vide arrossire mentre cercava di trovare una risposta adatta alla sua inaspettata dichiarazione e per un attimo temette che la ragazza potesse svenire.
“Anche io... anche io ti amo” rispose imbarazzata.
Zoro sorrise profondamente e si baciarono di nuovo.
Cercò di memorizzare ogni cosa di Perona, il suo dolce profumo, i suoi lunghi capelli morbidi e lisci che cadevano lungo i fianchi, le sue braccia fine e le sue calde labbra. Questa volta si baciarono intensamente per qualche minuto, dopo di che Perona si allontanò per prima, capendo che era arrivato il momento di lasciarlo andare. Non disse nemmeno una parola, mentre Zoro raccoglieva da terra il suo cappello e glielo sistemava nella testa.
“Mi aspetterai?” chiese all’improvviso lo spadaccino. “Lo so, è da egoisti chiederlo ma... mi aspetterai?”
“Si, se prometti di aspettare con me.”
Zoro arrossì così tanto che si vergognò di se stesso e si coprì il viso con una mano, sentendosi quasi ridicolo. “Tornerò... quando sarò diventato lo spadaccino più forte del mondo e Rufy sarà il Re dei pirati.”
Perona si abbassò leggermente il cappello sul viso come a voler nascondere nuovamente le lacrime.
“E poi ti porterò con me. Ovunque vorrai.”
Zoro si voltò e iniziò a incamminarsi verso i ragazzi che lo attendevano poco più distanti di prima. Non si aspettava una risposta dalla sua principessa, sapeva che lei era così, quando era imbarazzata andava completamente in tilt. Avrebbe voluto voltarsi nuovamente per guardarla negli occhi ma ormai era già lontano.
Vide appena in tempo Rufy sorridergli in modo strano e sentì Perona urlare da lontano: “Ehi, idiota! Ti è rimasto del rossetto sulle labbra!”
Di scatto arrossì e portò un braccio alla bocca per pulirsi ma non si voltò. Continuò ad andare avanti, verso i suoi compagni, con un peso nel cuore ma felice. Perché sapeva che l’avrebbe ritrovata sempre lì, pronta ad aspettare solo lui.

“Maledetta, altroché Principessa Fantasma, sei soltanto una ragazzina! Mi vendicherò sicuramente... quando tornerò.”
“Horohorohoro…”
  
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