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Autore: marguerite_murcielago    15/08/2012    2 recensioni
[Catalina/Henry one-sided (molto one-sided)]
Il fatale divorzio, visto con gli occhi di una Regina ma, prima, di una donna ancora profondamente innamorata del marito.
Cit. Catalina provò una dolorosa stilettata tra il petto e il ventre: - Io vi amo – disse semplicemente.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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The day is past, and yet I saw no sun,
And now I live, and now my life is done.

(Elegy, Chidiock Tichborne)

 

- Dama Catalina!
La donna si mise a sedere sul letto.
- Chi è? Maria? Montserrat?
Le sue dame non risposero; non erano ai piedi del suo letto, né nell’anticamera.
Stringendosi nella veste bordata d’ermellino, Catalina percorse una lunga galleria illuminata dalla luna, resistendo con tenacia alla pietra fredda su cui posava i piedi bianchicci. Li osservò per un poco.
- Montserrat, mi avete chiamato? dove siete, dame mie?
- Non risponderanno, milady.
La peregrinazione incerta di Catalina si arrestò davanti ad una vetrata azzurra.
All’improvviso, la sua indole si scisse in due pensieri contraddittori: si avvolse le braccia attorno al corpo, per nascondere la carne bianca e troppo flaccida, ma desiderava anche lasciarsi guardare, nell’infantile speranza che a quella resa corrispondesse uno sguardo d’amore.
- Mio Signore… - balbettò, volgendosi indietro.
- Le vostre dame sono già in viaggio per Dover; si imbarcheranno per le Fiandre fra poco.
- Mio Signore, siete qui – ripeté Catalina, troppo sconvolta per comprendere appieno le sue parole.
Il re sorrise leggermente, quasi dispiacendosi per tale dimostrazione di debolezza.
Mosse qualche svagato passo in avanti, le mani intrecciate dietro alla schiena, mentre la luna sbiancava i suoi capelli fulvi e la sua pelle rosea. Catalina lo vide giovane e alto e bello, come lei non era più.
- Avete… delle richieste per me?
- In verità sì – sorrise accattivante – desideravo grandemente parlarvi.
L’affiancò, pur senza sfiorarla; Catalina ricordò le carezze fugaci che il re si concedeva anni prima.
- Di cosa vuol parlare il mio signore e re?
- Del divorzio.
Catalina respirò a fondo, fece scivolare una mano sotto la vestaglia da notte per poter sfiorare il piccolo crocifisso che portava al collo; senza parlare né dar segno di voler incoraggiare il consorte, guardò oltre il vetro luminoso, soffocando la propria angoscia e il proprio pianto.
- Catalina, perché non volete concedermelo? La nostra unione è un terribile oltraggio alla cristianità!
- Mio signore, le vostre parole mi feriscono più di quanto voi possiate pensare! Se mi chiedeste di buttarmi dalle scogliere per amor vostro, lo farei, ma non chiedetemi di andar contro la mia coscienza!
Il re continuò a camminare finché non giunsero alla cappella dedicata a Sant’Anna.
- Entriamo – l’invitò e la precedette.
Appoggiò la schiena contro l’altare maggiore.
Catalina provò una dolorosa stilettata tra il petto e il ventre: - Io vi amo – disse semplicemente.
Il re fece schioccare la lingua. – Se mi amaste, desiderereste vedermi felice, e ciò non accade.
La dama spagnola scosse la testa, muta. Le frasi pungenti del re le piovvero addosso come frecce.
- La verità è solo una, cioè questa: voi amate di più vostra figlia Maria…
- Maria è ancora anche vostra figlia!
- … di me. Siete egoista e calcolatrice, godete a far sì che il popolo mi disprezzi. Se mi amaste davvero, come proferite con tanto ardore, mi lascereste libero e privo di insalubri preoccupazioni.
Catalina fissò il crocifisso, dopo aver osservato il re con occhi limpidi, ma imperscrutabili.
Le lacrime scorrevano, urticanti e silenziose, sulle sue gote carnose.
A ciò che voleva dire si opponeva con forza la sua coscienza, la sua anima, la sua innocenza, eppure l’amore che provava per quel re insensibile e allegramente crudele che non conosceva la spinse a provarci comunque, come ultimo affronto autoinflitto alla propria dignità.  
- Mio signore, quello che vi dirò in questa cappella consacrata non ve lo dirò mai più, perché il mio animo è guerrigliero e fiero quanto può esserlo quello di una donna, quale sono io, nata da una madre coraggiosa, ma non è né invincibile né indenne, dopo i vostri dolorosi attacchi – riprese fiato – Ma ora, aprendovi il mio cuore con tutta l’onestà che so di possedere, vi giuro che non ho amato nessuno come amo voi: proprio a causa di questa debolezza femminile mi è perciò impossibile lasciare il vostro fianco, che ho a lungo desiderato e riverito, per lasciarvi unire ad un’altra donna che è lo scandalo della cristianità. Ho una dignità e un cuore di Regina, mio amato signore, per quanto voi sembriate averlo dimenticato. Ma come posso anteporre l’orgoglio di essere Catalina d’Aragona alla vostra persona? – stava perdendo il filo del discorso. Così tacque, sperando che suo marito replicasse.
Lui non disse nulla, guardava oltre le finestre.
- Sant’Anna, datemi la forza! Mio signore… voi mi amavate. In che modo posso farvi capire che io invece non ho mai cessato di provare questo sentimento, né rabbia né risentimento né dolore hanno avuto il potere di affievolirlo?
- Non trattatemi come se Anna avesse fatto di me il suo burattino, perché non è così! Mi sottovalutate, Catalina, questa è la vostra colpa! – le agitò l’indice davanti al viso, mentre lei negava, attonita.
- Non è così, no…
L’espressione del re raggelò, gli occhi azzurri si posarono annoiati sulla mano che celava il crocifisso.
- Sì, forse la vostra fede saprà proteggervi meglio di quanto possa fare il vostro sentimento amoroso.
Procedette a passi lunghi attraverso le file di panche e inginocchiatoi, dritto come un fuso.
Solo quando fu sulla porta, l’urgenza di Catalina si tramutò in parole.
- Mio signore, attendete!
Lui si voltò, apparentemente incuriosito: Catalina socchiuse le labbra, ma non trovò nulla da dire: si limitò a fissarlo, sperando di imprimersi nella memoria quei lineamenti forti e l’eccezionale statura, placidamente consapevole che forse non l’avrebbe mai più visto così.
- Allora? volete dire qualcosa?
Catalina non rispose.
Allora suo marito le volse di nuovo le spalle e se ne andò, seguito dal suono di passi sempre più lontani.

   
 
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