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Autore: Mary West    15/08/2012    5 recensioni
[Le piccole donne crescono ~ Jo/Laurie]
«Così doveva essere e così sarebbe stato in ogni modo.»
{Piccola ispirazione al film del 1949}
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Josephine March , Theodore Laurence, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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It should be and so it would be anyway



“Non dire nulla, Laurie. Così doveva essere e così sarebbe stato in ogni modo.”
Lei gli aveva chiesto di non dire nulla e lui nulla aveva detto.
Proprio come quando le aveva parlato dopo il diploma, Jo aveva schiuso gli occhi colmi di lacrime e sofferenza e gli aveva posato due dita sulle labbra scure, pregandolo di chiuderle il suo cuore; ma quella volta Laurie non l’aveva ascoltata e il dolore che ne era derivato lacerava ancora le anime di entrambi.
Ma erano stati giovani e, come giovani, impulsivi e intraprendenti.
Ormai, erano adulti: non c’era più tempo per i giochi e quello un gioco non lo era mai stato, seppur sia Jo che Laurie avevano preferito ritenerlo tale per paura che la serietà della cosa li distruggesse del tutto.
Una parte di loro – la più nascosta, la più importante – portava ancora le cicatrici di quella sofferenza senza tempo e per sempre le avrebbe portate, ma Amy rideva radiosa, mostrando a tutti la sua fede nuziale e Jo pensò che era davvero bella, così felice; non avrebbe mai voluto distruggere la felicità di sua sorella.
E Fritz, che parlava entusiasta al signor March e a John del loro matrimonio prossimo a venire.
Così doveva essere e così sarebbe stato in ogni modo, loro non avrebbero potuto farci niente.
E anche se fosse stato in loro potere cambiare anche solo una virgola in quel futuro ormai diventato presente reale e tangibile sotto le loro mani, come avrebbero potuto fare una cosa simile?
Distruggere il sorriso raggiante sul viso finalmente sereno di Amy, sgretolare la gioia dai lineamenti grigi e benevoli del professor Bhaer, sconvolgere la vita di mami e papà con la loro scioccante rivelazione, portare allo svenimento il caro, vecchio signor Lawrence?
Perfino Hannah, così duramente abituata ai pettegolezzi di paese di ogni genere, sarebbe rimasta senza parole e, con tutte le probabilità, sarebbe finita stesa, svenuta, dritta sul pavimento.
No. Così doveva essere e così sarebbe stato in ogni modo.
“Jo, vieni a vedere che meraviglioso anello di fidanzamento Teddy ha regalato a Amy!”
La voce di Meg giunse da milioni di anni luce nella mente affollata di dolore della ormai non più piccola Jo.
I suoi acuti occhi grigi scrutarono con malinconica dolcezza il brillante che splendeva all’anulare della sua sorella più piccola; in un infimo angolino della sua fantasiosa testa da scrittrice, aveva visto quello stesso diamante sfavillare sulla sua grande mano sempre sporca d’inchiostro.
“È magnifico, Amy. Scusate, vado a controllare il thè.”
Si allontanò quasi correndo dal salotto e raggiunse il piano della cucina, portando le dita a stringere il marmo in un gesto quasi convulso. Serrò le palpebre per impedire alle lacrime di vincere.
“Jo.”
La voce di Laurie la fece trasalire di una violenza inaudita e una tazza cadde per terra, frantumandosi sul pavimento scivoloso.
“Oh, scusami Jo.”
“Non importa, non preoccupartene.”
“Aspetta, ti aiuto.”
“Non ce n’è bisogno.”
Le loro mani si incontrarono fra i cocci irreparabili della tazza e Jo sentì la punta di un frammento penetrarle a forza nella carne. Una fitta di dolore la fece sobbalzare e il sangue uscì copioso da quell’unico taglio.
No. Così doveva essere e così sarebbe stato in ogni modo.
Niente contatti, niente lacrime, niente sangue.
Portò la mano sotto l’acqua gelida, ma il sollievo che si aspettava non arrivò.
“Aspetta.”
Laurie era al suo fianco, con una benda sul braccio e le mani attorno alla sua. Jo cercò di allontanarsi, ma lui non glielo permise; le avvolse con delicatezza la ferita nella benda e sfiorò il dorso della mano grande che tanto amava con le labbra tremanti.
“Grazie, Teddy. Raggiungi gli altri in salotto, porto il thè.”
Laurie annuì, con un’espressione quasi rassegnata, e si avvicinò alla porta; prima di varcarla, si rivolse di nuovo a Jo – la sua Jo.
“L’avevo comprato per te.”
Jo si girò di nuovo verso la teiera e, ecco, le lacrime avevano vinto.
 













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Buongiorno e buon Ferragosto a tutti :)
In questa calda e speciale giornata di metà Agosto, eccomi qui a postare la prima storiella su una delle coppie che più immensamente amo nel mondo: Jo e Laurie. Ho letto 'Piccole donne' la prima volta a fumetti, a dieci anni, e a undici i due libri principali e mi sono follemente innamorata di questi due personaggi. Perfino a quell'età infantile, quando la mente è ancora poco corrotta da fanfiction e simili, avevo pensato che i due migliori amici sarebbero finiti assieme e il finale, per quanto la figura del professor Bhaer e quella di Amy non mi dispiacessero troppo - Amy all'inizio la odiavo, mi è migliorata nel tempo - mi deluse un po': volevo che Jo sposasse Laurie. Era normale per me *____________________________________________*
Dei tanti film, ne ho visti due - quello del 1949 e quello del 1994 - e ho amato alla follia il primo, mentre del secondo non ho apprezzato particolarmente l'eccessivo spazio dato alla relazione - del tutto infondanta e praticamente inesistente - tra Teddy e Amy, sebbene sia rimasta colpita dall'interpretazione della Ryder - i suoi occhi sono una delle cose più belle che abbia mai visto. 
La storia - 'Così doveva essere e così sarebbe stato in ogni modo' - è ispirata per lo più al libro, una specie di propaggine del finale, il momento seguente alla scena dell'ombrello. L'avvertimento "movieverse" è inserito per la citazione iniziale tratta dal film del '49. 
Dunque, spero abbiate apprezzato questa sciocchezzuola e spero di leggere i vostri pareri. Un bacio e ancora buone feste!
Alla prossima! Mary 
   
 
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