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Autore: Aniel_    15/08/2012    6 recensioni
Ridi perché è paradossale.
È paradossale il fatto che la tua ira sia tutto ciò che ti resta per stargli vicino, che il tuo dolore sia l'unico appiglio a quell'essere che ti ha salvato così tante volte da farti perdere il conto.
Odiarlo è l'unico modo per averlo vicino, l'unica scusa per andare da lui ogni notte e urlare, e percuotere e toccare.
Sei rotto, Dean Winchester, sei difettoso, sei distorto. Sei l'ombra concreta di ciò che eri diventato all'inferno, sei quanto di più malato dimori in quel campo.
Un respiro profondo è tutto ciò che riesci ad arrancare, insieme a pochi passi. «Mi dispiace» menti.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione, Nel futuro
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Autore: Aniel_
Fandom: Supernatural
Titolo: Possiamo farlo
Personaggi: Dean Winchester, Castiel
Pairing: Dean/Castiel
Raiting: giallo
Genere: introspettivo, sentimentale, angst su angst su angst su angst
Avvertimenti: slash, song fic, what if, 2014!verse
Note: questa one shot ha partecipato al contest Sono ciò che scrivo, ma non basta [http://nakarui.livejournal.com/21557.html?view=32821#t32821] sulla canzone The Kill-30seconds to Mars.
Disclaimer: Supernatural non mi appartiene, per questo invidio il Dio Kripke, unico detentore di cotanta meraviglia. Mi piacerebbe possedere Dean e Cas - in tutti i sensi possibili- ma purtroppo anche loro non mi appartengono.


Possiamo farlo



What if I wanted to break 
laugh it all off in your face 
What would you do? 


Il campo è deserto, il campo è silenzioso. La calma lo avvolge completamente e nessuno osa ridere o chiacchierare.
Oggi il campo è morto perché sei morto anche tu. Non del tutto, magari, ma una parte di te se n'è andata e sai di non poterla più recuperare.
È stato strano vedere l'espressione di Castiel mutare all'improvviso e il suo corpo contorcersi sul pavimento della sua cabina, è stato strano lo sguardo che ti ha riservato dopo, è stato strano vedere il nero della pupilla inghiottire il blu dell'iride già logorato dalla merda di cui si fa ogni giorno.
È stato strano chiedergli cosa fosse successo e non ricevere alcuna risposta per poi vederlo accucciarsi sotto le lenzuola in posizione fetale.
È stato strano, ma anche Castiel è strano ormai.
Anche tu lo sei, quindi non ti permetti di criticare.
E poi Chuck ti è venuto incontro, massaggiandosi le tempie: la sua ultima visione, l'ultima profezia che probabilmente ricorderai per il resto dei tuoi giorni.
Sam ha detto , Sam non c'è più.
Il tuo fratellino gigantesco ti ha lasciato, e anche se una parte di te continua a ripeterti che vi siete lasciati ormai da tempo, sai benissimo che quello che vi separava in precedenza era solo una distanza materiale, magari miglia e miglia dal campo ad una cittadina dell'Iowa dimenticata da Dio.
Ma la distanza che c'è tra voi adesso è incolmabile: distanza tra terra e cielo, o terra e...
No, non vuoi pensarci. Sapere di averlo perso per sempre è già abbastanza.
Castiel deve aver sentito suo fratello prendere possesso del tuo e in qualche modo provi rancore persino nei confronti del tuo angelo - o meglio, del tuo umano- perché è come se la sua famiglia avesse distrutto la tua.
Forse un po' stupida come idea ma è tutto quello che ti resta: un'idea annessa alla rabbia, e così ti precipiti nella cabina dell'ex angelo anche se non sai minimamente cosa dire o di cosa accusarlo.
Troverai una scusa perché ormai la scusa per maltrattarlo e prenderlo a calci finché non sviene riesci a trovarla sempre.
Scosti quella porta inesistente fatta di fili di perline e intravedi il profilo di Castiel rannicchiato su se stesso, con le ginocchia strette al petto e la schiena poggiata alla parete umida.
Piange, piange spesso ormai Castiel. Piange perché prima non sapeva farlo e adesso non può farne a meno. Piange perché ha perso tutto, un po' come te.
Piange perché vi siete persi e perché sa che sei lì solo per fargli male, solo per rincarare la dose.
E forse dovresti solo sederti al suo fianco e mormorargli che andrà tutto bene, ma non credi più nel futuro, non vuoi mentirgli, non vuoi che si butti via, non vuoi tranquillizzarlo perché hai appena perso Sam e sembra essere l'unica cosa ad avere effettiva importanza.
«Se n'è andato» mormori, cercando di attirare l'attenzione dell'altro. Non riesci nemmeno a pronunciare il nome di tuo fratello, quasi come se nominarlo ad alta voce rendesse reale tutta quella merda che ti sta schiacciando.
«Lo so» risponde Castiel e posa i suoi occhi su di te, e sono spenti e ti feriscono più a fondo di quanto tu possa immaginare.
«Ti sei fatto, vero?» chiedi e conosci già la risposta, vuoi solo un motivo per dargli addosso.
Lo sai tu, e lo sa anche lui.
Castiel annuisce lentamente, intontito. «Come al solito.»
Ridi, incredulo.
Ridi perché sai che è il modo migliore per ferirlo.
Ridi perché presto i suoi occhi si ricominceranno a riempire di lacrime ed è questo quello che vuoi.
Ridi perché Castiel è il tuo sfogo personale, qualcuno su cui rigettare la tua rabbia, qualcuno che non fa che ricordarti i tempi in cui potevi quasi essere felice.

What if I fell to the floor 
couldn't take all this anymore 
What would you do?

Sei stanco. Sei stanco da più di un anno ormai; ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
Sei stanco perché sei inutile, e solo. Tutti ti hanno abbandonato, persino Dean e sebbene tu sappia di dover essere arrabbiato sei solo sfinito.
Torni presto nella tua cabina, eviti di chiacchierare con gli altri, eviti lo sguardo di Dean e ti rifugi in un universo fatto di eroina, alcool e anfetamine.
Ti piace quel mondo perché ami quello che vedi, anche se non è reale.
Torni sempre presto nella tua cabina e ti lasci cadere sul pavimento. La brandina è quasi inutilizzata, ti serve solo per riposare dopo che Dean ti fa visita, perché Dean non fa che sfinirti, sopraffarti e anche se sei fatto e non capisci la metà di quello che ti urla contro - oh si, Dean urla spesso, ormai- la sua espressione disgustata ti rimane impressa nella mente, marchiata a fuoco.
Sam ha detto sì, e non appena hai sentito quella strana energia avvolgerti per poi esplodere nelle tempie ti sei quasi sentito morire: il tuo corpo non è più abituato a sopportare un'energia di simile portata. Persino il tuo tramite è stanco e non puoi dargli torto.
E adesso Dean è davanti a te, e ride e digrigna i denti, ti fa male in modi che mai avresti immaginato e nei suoi occhi vedi spesso un luccichio maligno, quello dell'inferno e ti spaventa a morte perché non sei più un angelo e non sapresti come difenderti da lui e dalla sua follia.
Vuoi solo che se ne vada, che ti lasci in pace e che la smetta di aggredirti con tanta malvagità. Sei stanco, Dio! così stanco...
«Vattene Dean» biascichi, facendo scoccare la lingua al palato. Non alzi lo sguardo su di lui: sei troppo occupato a frenare il flusso di quelle lacrime che sembrano scivolare sul tuo volto senza motivo e senza freni. «Vattene» ripeti, ed è più una supplica che un ordine.
Non riesci a respirare, non puoi respirare se Dean ti guarda in quel modo. Non puoi vederlo ma riesci a sentire i suoi occhi lambirti, ed è una carezza che ti uccide, brucia e ti dilania.
«No» risponde secco il cacciatore e tu sprofondi un po' di più, con le spalle contro il muro.
«Dean, non voglio sentirti» lo supplichi, «lasciami in pace.»
L'assenzio ha iniziato a fare effetto e un senso di torpore e leggerezza attanaglia le tue membra: stai bene, è un misto di serenità e tristezza che ti desta un po' dallo sfinimento che provi.
Ti senti meglio perché non riuscirai a cogliere il senso delle parole che usciranno da quelle labbra piene, labbra rosse, labbra che ami e che vorresti accarezzare con le tue, labbra che agogni ogni notte mentre nuoti in un mare di piacere tra le cosce di una sconosciuta.
Ti chiedi ancora come sia fare l'amore.
Quello a cui ogni notte ti presti, come una marionetta senza fili, è solo ricerca di piacere primitivo, quel godere senza ritegno mentre i mugolii delle donne di cui ti circondi non fanno altro che da distrazione a quello che non vuoi realmente sentire. Vieni dentro di loro ogni notte e dopo quel nudo e crudo appagamento, il vuoto che hai dentro risucchia via ogni emozione, ogni sensazione e ti addormenti sotto il tocco di carezze di donne che vorrebbero di più, qualcosa che non potrai mai dare loro.
Tutto quello che hai e avevi lo hai donato a Dean e non hai più nulla per te stesso, nemmeno le tue ali. Hai donato tutto a quell'uomo reduce dell'inferno e lui si è preso tutto, persino l'ossigeno che ormai ti serve per respirare.
Vuoi respirare.
Devi respirare.
È per questo che lo vuoi fuori dalla tua cabina e fuori dalla tua vita.
Stanco e annaspante non potrai sopravvivere.
«Vattene Dean. Lasciami solo.»

What if I wanted to fight 
beg for the rest of my life 
What would you do?

C'è qualcosa di sbagliato nella rabbia che provi: è come una pallina di gomma che rimbalza nelle pareti della tua coscienza, eppure le parole di Castiel la fanno fermare. Afferri la pallina e la riponi in tasca.
Sai benissimo quanto dolore tu abbia inferto a quell'essere così puro che va via via contaminandosi giorno dopo giorno, sai di averlo ferito in ogni maniera possibile, sai di averlo picchiato fino a fargli perdere i sensi.
Sai quanto male gli hai fatto eppure mai ti aveva chiesto di andartene.
Ridi perché è paradossale.
È paradossale il fatto che la tua ira sia tutto ciò che ti resta per stargli vicino, che il tuo dolore sia l'unico appiglio a quell'essere che ti ha salvato così tante volte da farti perdere il conto.
Odiarlo è l'unico modo per averlo vicino, l'unica scusa per andare da lui ogni notte e urlare, e percuotere e toccare.
Sei rotto, Dean Winchester, sei difettoso, sei distorto. Sei l'ombra concreta di ciò che eri diventato all'inferno, sei quanto di più malato dimori in quel campo.
Un respiro profondo è tutto ciò che riesci ad arrancare, insieme a pochi passi. «Mi dispiace» menti.
Non è vero, non ti dispiace affatto.
Se potessi tornare indietro rifaresti le medesime scelte, inchioderesti il tuo angelo a quella parete con chiodi di odio e frustrazione, perché quando ti supplicava di smettere erano i momenti in cui riuscivi a sentire il suo calore sulla pelle, la sua presenza al tuo fianco.
Lo maltratteresti ancora pur di sentirlo vicino perché è l'unica persona che ti rimane.
Ma non lo fai, non lo farai più: hai un nuovo compito e una nuova battaglia, un nuovo piano che libererà il mondo sia dalla piaga di Lucifero che da quella di Dean Winchester.
Ti sfreghi nervosamente le labbra con le dita, un gesto che hai imparato da tuo padre e che adesso hai fatto tuo. Chissà cosa penserebbe John se fosse ancora vivo. Cosa avrebbe detto di un figlio corrotto e madido di rabbia?
Scuoti la testa, lasciando che quell'ennesimo pensiero scivoli giù, in basso, insieme alla carcassa di altre colpe che collezioni come un tesoro che di prezioso ha ben poco.
«Ti ho fatto del male e lo rifarei» mormori e gli occhi blu di Castiel ti avvolgono, sono come acqua fresca e tu potresti farti cullare in eterno se solo potessi...e volessi... «non so più cosa sono, Cas ma questo non ti riguarda. È un mio problema e lo gestirò da solo. Sistemerò tutto, vedrai. Voglio solo che tu sappia che ho sempre desiderato qualcosa di diverso per me e...te. Odiare è l'unica cosa che mi riesce bene e detestarti era il solo modo che avevo per starti accanto senza una scusa.»
Ti interrompi e noti che Castiel si è alzato in piedi con un po' di fatica. Ti fronteggia con un'espressione che hai visto tante volte, quella di un soldato. Potrebbe spezzarti adesso se solo lo volesse, perché hai mostrato il tuo punto debole e nessuno potrebbe impedirgli di usarlo contro di te.
Potrebbe vendicarsi, Castiel.
Dovrebbe vendicarsi.
Dovrebbe distruggerti e farti sentire piccolo e inutile, perché è questo ciò che sei.
Piccolo e inutile.
Ma ancora per poco: sarai anche piccolo e inutile ma puoi prestarti a qualcosa di più grande e significativo. Salverai tutti, rimetterai a posto ogni cosa e Castiel potrà essere finalmente libero.
Supplicherai il cielo perché dopotutto sei ancora un ottimo contenitore.

You say you wanted more 
What are you waiting for? 
I'm not running from you

«Non pensarci nemmeno» tuoni ad un soffio dal viso di Dean.
È uno stupido figlio di puttana, è un debole. Non gli permetterai di farlo e se non puoi averlo tu perché Dean preferisce appartenere solo a se stesso, allora non sarà neanche di Michele.
«Non sto chiedendo il tuo permesso, Cas» ti risponde e c'è tanta di quella sofferenza nel suo viso che sei indeciso per punirlo o baciarlo.
Dean riesce sempre a farti male, anche quando non lo vuole, anche quando non sa di farlo.
E quante volte ti sei lasciato percuotere solo per essere il suo sfogo, solo per farlo concentrare su qualcosa che non fosse Lucifero o la fine del mondo, solo per sentirtelo addosso nella maniera più malsana possibile. Poi Dean usciva dalla tua cabina e andava in missione e avevi il tempo di guarire le tue ferite e il tuo orgoglio, aspettando il suo ritorno, aspettando un nuovo dolore che andava sempre ad intensificarsi.
Dean ha ferito la tua anima, o quella che puoi spacciare come tale.
Ha ferito il tuo corpo di cui ormai conosci la mappatura di ogni cicatrice.
Ti ha distrutto, ma lo hai voluto tu quando hai deciso di non ribellarti e lasciarlo fare. Ma non permetterai che Dean si arrenda e affoghi il suo dolore in qualcosa che non sia tu, non permetterai che si immoli per un mondo già distrutto al quale Michele darà solo il colpo di grazia o perirà provandoci.
La morte di Michele, la morte di Lucifero, la fine del mondo...che differenza vuoi che faccia? Sam era già morto e Dean lo avrebbe seguito presto.
Due martiri non possono salvare il mondo.
«Non te lo lascerò fare» ribatti e il respiro di Dean è caldo sul tuo viso, brucia, arde e corrode.
«E cosa vorresti fare per impedirmelo? Sei solo un drogato» risponde, rincarando l'ultima parola, «cosa farai? Mi vomiterai addosso o mi parlerai del potere della pace e dell'amore? E poi chissà, un'orgia liberatrice per permettere alle nostre essenze di levarsi nella natura...»
Lo detesti quando fa così. Lo detesti perché ogni parola che esce dalle sue labbra è un colpo alla tua essenza.
Sta scappando, Dean.
Sta scappando da te e dalla verità e gliel'hai permesso così tante volte che adesso sei solo stanco.
«Troveremo un altro modo, cercheremo la Colt, insieme» proponi e lui ride e ti spezza il cuore, ride e la sua risata è peggio di frustate sulla pelle, «hai detto di volere di più!» urli improvvisamente, afferrandolo saldamente per il bavero della giacca, «allora perché non ti fidi di me? Perché non fai qualcosa per dimostrarlo? Perché cazzo non ti decidi a fare quello che ti dico? Sei un codardo, un patetico ragazzino insignificante! Io sono qui, ti sto offrendo una possibilità. Non sto scappando da te, Dean! E io sono stanco di rincorrerti, quindi fermati!»
Qualcosa in quel viso che conosci meglio di qualsiasi costellazione cambia, si spezza. La maschera dell'imperturbabilità e della durezza cade e si frantuma, l'elmo e l'armatura vanno in pezzi e lo rivedi: il vecchio Dean, il vero Dean ed è bellissimo, è puro.
Posi un palmo sul suo viso perché per la prima volta lo senti vicino. Dean è finalmente avvicinabile, come non lo era più da anni. «Non deve andare per forza così Dean» mormori, «non possiamo più perdere altro. Non voglio perdere altro.»
Fissi sfacciatamente le sue labbra, sono ipnotiche, perfette e rosse come frutti maturi. Le fissi perché le ami, le fissi perché vuoi vederle schiudersi e pronunciare qualcosa che ti faccia capire che non ha intenzione di arrendersi.
La mano di Dean raggiunge la tua ancora premuta al suo volto e insinua le proprie dita tra le tue. Chiude gli occhi, Dean. Chiude gli occhi e si lascia cullare dal tuo tocco. Chiude gli occhi prima che una lacrima abbandoni le sue lunghe ciglia bionde e si lasci cadere sulla guancia.
«Non posso sistemare tutto questo, Cas» singhiozza, «sono cambiate troppe cose.»

I tried to be someone else 
But nothing seemed to change 
I know now, this is who I really am inside

Sei cambiato in troppe cose e troppo a fondo. Navighi in una mare di sensi di colpa, di vittime innocenti e speranze disattese.
Troppe persone hanno perso la vita perché sei stato troppo cieco, troppe persone hanno perso affetti perché non sei stato in grado di affrontare il tuo destino.
Dicevano che potevi fare le tue scelte, ma le tue scelte sbagliate hanno avuto conseguenze che non avresti mai potuto immaginare. Anche Castiel ha fatto le sue scelte, ha deciso di restarti accanto quando tutti ti avevano lasciato e tu non hai fatto che maltrattarlo, che ferirlo in ogni modo possibile.
Magari è il karma.
Magari la tua scelta egoistica di salvare il mondo a modo tuo, alla fine quel mondo lo ha distrutto.
Magari la scelta di Castiel di amarti nonostante tutto alla fine vi ha allontanati più di prima.
Ma adesso, con la sua mano calda sul viso e il suo respiro sulla pelle, vorresti solo farti cullare da quell'uomo, perché per te è ancora un angelo, per te è ancora Castiel.
Siete due bravi attori e in quel campo, sotto terra, avete trovato maschere perfette.
Scappate da voi stessi ogni giorno e da così tanto tempo da dimenticare di indossarle.
La tua si è appena dissolta e ti senti nudo, vulnerabile ma Castiel ti fa sentire al sicuro, con lui accanto sei sempre a casa, anche se casa non esiste ormai da troppo tempo.
Ma non farai lo stesso errore due volte, non anteporrai la tua felicità a quella di tutti gli altri. Per questo hai allontanato quell'uomo da te, perché è la tua debolezza, il ricordo di un passato più felice, la speranza di poter essere qualcosa di diverso.
In un universo parallelo ti piacerebbe avere una persona così accanto, magari svegliarsi al mattino e preparare la colazione, andare a lavoro e discutere al telefono su quale carta da parati sia più indicata per la camera da letto. Ti piacerebbe avere una persona come Castiel ad aspettarti la sera prima di cena, ti piacerebbe sistemare il giardino e accoccolarti con lui sotto le stelle con una sigaretta accesa a parlare di motori e partite di football.
Ma il tuo universo è differente, è fatto di sofferenza, di morte e di responsabilità. Nel tuo universo non c'è posto per due individui come voi, non insieme almeno.
Schiudi le palpebre e il blu delle iridi dell'altro ti investono con violenza: fremono perché sanno che te ne andrai, tremano di terrore perché potrebbe essere un addio, e vorresti rispondere, vorresti riproporre il repertorio di pessime battute e sfoggiare un sorriso sornione ma non ci riesci.
Le lacrime non scendono più ma nonostante questo non sei sollevato.
Non sei felice.
Sei solo vuoto.
«Dean...» sussurra Castiel, così piano che non sai esattamente se sia stato lui a parlare o se si tratti della sua voce ormai radicata dentro la tua testa.
Non vuoi parlare, non vuoi rispondere perché non sai che spiegazioni dare. Poggi la fronte sulla sua e lo senti fremere appena quando la tua mano scivola sulla sua nuca e la accarezza. Non siete mai stati così vicini, hai sempre mantenuto le distanze ma adesso proprio non riesci a farne a meno.
Vuoi sentirlo.
Vuoi sentire le sue mani sulla pelle.
Il suo sapore, il suo odore.
Non credi di aver voluto qualcosa così tanto in vita tua.
Le tue labbra solleticano le sue, scambiandosi sbuffi impercettibili. Quando colmi ogni distanza è come affondare, affogare in un mare di piacere e profumi esotici.
La bocca di Castiel è calda ed accogliente, un palco umido pronto ad accogliere la danza delle vostre lingue. Un retrogusto amaro che sa di tristezza e frustrazione ti inebria a tal punto che ti lasci cadere sul pavimento, tirandotelo addosso, e Castiel mugola nella tua bocca, e geme, e soffre perché sa che non riuscirà a convincerti a restare. Sa troppe cose quel moccioso che adesso si muove sul tuo corpo con una lentezza esasperante.

Finally found myself 
Fighting for a chance. 
I know now, this is who I really am.


Il corpo di Dean è perfetto.
Nulla a che vedere con le donne che ti sei scopato per notti intere. Dean è poco più alto di te e i vostri corpi combaciano alla perfezione, quasi fossero stati creati appositamente per unirsi, pezzi di puzzle finalmente insieme.
Scivoli tra le sue gambe e non cerchi una posizione più comoda perché l'idea di separarti dalle sue labbra ti terrorizza.
Hai paura che possa svanire nel nulla come un fantasma.
Hai paura che se lo lasci respirare possa trovare la forza di dire di sì ancora stretto tra le tue braccia.
È un addio, lo senti. Non sai come fargli cambiare idea, vorresti solo tirare fuori la Colt dal cappello e concedergli un'alternativa.
In realtà, non sai nemmeno se quella pistola possa funzionare.
Per te sarebbe come abbattere un orso con una cerbottana.
Dean ti circonda i fianchi con le braccia e ti preme sul suo corpo un po' di più, un po' più vicino, quel tanto che basta da farti percepire il suo cuore tamburellare contro la gabbia toracica.
Quell'urgenza, quella voglia sentirsi non è che l'ultimo gesto disperato di due individui che non hanno il coraggio di lasciarsi andare, di due individui che si sono appena ritrovati e sono già costretti a dirsi addio.
E tu vorresti solo combattere ancora, vorresti tornare ad essere il soldato di un tempo perché solo adesso hai ritrovato una missione per cui combattere. È questo ciò che sei realmente: un soldato.
Dean è la tua missione, Dean è la tua possibilità.
Le sue labbra si allontanano appena e un'ondata di panico ti avvolge, stretto. Non puoi respirare.
«Cas, noi non...»
«Non dirlo, per favore Dean.»
Non lo hai mai implorato, nemmeno quella notte che ti ha trascinato sotto la pioggia per i capelli e preso a calci fratturandoti qualche osso. E adesso, con i suoi occhi teatro di confusione e sofferenza, lo stringi più forte; non vuoi che ti lasci ancora, non sarebbe giusto.
Avete sacrificato tanto, non meritate altro dolore.
«Tutti quelli che amo prima o poi mi abbandonano Cas» mormora, accarezzandoti una guancia e osservandoti con quegli occhi verdi che hai sempre associato ai prati sconfinati del tuo paradiso attraverso le lunga ciglia bionde, «è una qualche punizione. Me ne andrò sempre dopo le persone che mi sono state accanto e quando te ne andrai anche tu, quando morirai, io cosa farò? Non posso perdere anche te, non ci riesco...»
«E a me non pensi? Se dirai di sì sarò io a perdere te. Rimarrò solo, senza l'unica ragione che mi abbia spinto a diventare umano. Possiamo restare insieme, possiamo sistemare tutto se solo me ne dai la possibilità.»
Dean abbandona il capo sul pavimento e serra le palpebre: sta pensando, sta soppesando le tue parole e tu sai di aver ragione, dannazione. Sai che non è necessario immolarsi ancora una volta per un mondo che non può essere salvato.
Non ti importa del mondo, non ti importa di nessuno.
Sarai anche un fottuto egoista, ma vuoi che Dean viva, solo lui. Che possa avere la vita che desidera, che possa ridere e sognare come un tempo.
Non vuoi aggiustare il mondo, vuoi solo aggiustare Dean.
«Hai ragione» risponde all'improvviso, «possiamo farlo.»
Sospiri sollevato. Sei felice perché lo hai convinto. Lo stringi forte e affondi il viso nell'incavo del suo collo.
Possiamo farlo, ha detto. Ancora non sai che non si riferisce a voi due, ma a se stesso e qualcun'altro. Sei troppo felice per poterci far caso.

 

Come break me down 
Bury me, bury me 
I am finished with you.


Castiel sta riposando. Con un sorriso convincente lo hai afferrato e schiaffato sulla brandina intimandogli di dormire. Lui ti ha sorriso di rimando prima di strapparti un ultimo bacio e lasciare che le palpebre pesanti celassero il suo sguardo così blu, e innocente, e puro.
Un ultimo bacio...e lo è stato davvero, anche se lui non lo sa ancora.
Ma lo capirà, e speri che Michele ti seppellisca subito, magari fuori dal quel corpo, perché non ce la faresti a vedere l'indignazione e la delusione nello sguardo del tuo angelo.
Hai finito con lui, hai finito ogni cosa.
Ispiri il fumo dalla tua ultima sigaretta, la sigaretta che Castiel ha lasciato sul comodino.
Magari domani si sveglierà e sarà più incazzato per quel piccolo furto che per il fatto di esserti trasformato nel vestitino dell'arcangelo.
Ridi, è l'unica difesa che hai per non crollare.
Sei solo e nessuno noterà nulla, fatta eccezione per la luce che ti avvolgerà strappandoti dal tuo corpo.
Un ultimo pensiero ti attraversa: gli angeli divenuti mortali alla loro morte tornano in paradiso? Non te lo chiedi perché vuoi rivederlo, sai che non succederà: c'è una casa calda e bollente pronta ad attenderti, laddove sei già stato, e soffrirai ancora ma lo farai da solo.
Non lo vedrai più, lo sai benissimo.
Speri solo di conservare il ricordo dei suoi occhi che come acqua fresca e dissetante lambiranno le fiamme dell'inferno, anche solo in parte.
Ridi ancora, lasciando che le tue labbra si muovano spontaneamente, mentre lanci la sigaretta fumata per metà in mezzo al fuoco e mormori un sì deciso, contemplando il cielo.

Look in my eyes 
You're killing me, killing me 
All I wanted was you.


Qualcuno ha urlato e sei scattato sull'attenti, indossato le scarpe e ti sei precipitato fuori con una bruttissima sensazione.
Persone del campo circondano qualcuno che non riesci a vedere. E così spingi e ti fai largo e cerchi con lo sguardo Dean perché dovrebbe essere lì, perché quella confusione lo indisporrebbe ai limiti dell'umano, perché da bravo leader avrebbe mandato tutti nelle proprie cabine con uno sparo di pistola verso il cielo.
È lì Dean, in mezzo alla folla.
Sei sollevato perché odi l'idea di perderlo di vista.
Lo afferri per un braccio, la pelle bronzea risalta ed entra in contrasto con la tua, così pallida e chiara. Ma è freddo, Dean, e un lungo brivido spiacevole scorre sulla tua schiena.
Si volta e vuoi guardarlo negli occhi, e leggere la stessa risata e la stessa gioia che avete condiviso, ma il suo sguardo è glaciale, le sue iridi spente e vacue.
Non vi è nulla di Dean in quell'uomo.
Indietreggi e molli la presa. Hai paura, una paura matta che i tuoi sospetti si risultino fondati.
«Dean?»
Dean non sorride. Dean non è più Dean e per te è come morire.
«Ciao Castiel» risponde quell'essere, che muove il corpo del tuo cacciatore.
«Michele?»
Non risponde, si limita a svanire nel nulla e tu resti immobile, e solo.
Dean ti ha abbandonato, ha deciso di fare le cose a modo suo. Ti ha appena ucciso perché non hai mai voluto altro che lui e adesso non esiste più, frantumato dall'essenza dell'arcangelo Michele.
Qualcuno ti afferra e ti riporta in cabina, ti mormora parole di conforto ma non riesci a coglierne il significato.
La tua cabina è buia, il tuo letto è freddo così come il flacone di valium che tieni stretto tra le dita.
Ne prenderai un po', forse più di un po', domani ti sveglierai e troverai ancora Dean al tuo fianco.
È solo un incubo, Dean esiste ancora.
Berrai e ti farai di ogni sostanza immaginabile e ancora, e ancora, e domani ti sveglierai, fingendo di essere ancora vivo.

Fine

   
 
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