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Autore: cOstanza    15/08/2012    2 recensioni
Portami fuori fammi girare
Possiamo ridere e cadere entrambi a terra
Facciamo uno stupido ballo con cupido stanotte
Quando canto stonato
Fai ancora play guitar per me
Facciamo uno stupido ballo con cupido stanotte
Non mi sento molto bene

Cupid- Daniel Powter
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'D&H *Songs of love*'
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“Cupid”
Daniel Powter 
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Indossò il suo vestito migliore. Forse era davvero il migliore ed il più bello che avesse mai indossato. Così meraviglioso
Si guardò allo specchio e si meravigliò di sé stessa. Quel vestito bianco la fasciava in vita alla perfezione, per poi aprirsi leggermente alla fine del busto. Era morbido e scendeva con delicatezza sulle sue curve. 
-Hermione.- La voce di suo padre la fece girare con forza e lo guardò osservarla con le lacrime agli occhi. A fianco a lui, sua madre era già con il fazzoletto in mano. Ginny, da brava damigella d'onore, si alzò di corsa ed andò ad asciugare con delicatezza le guance di sua madre.
-Il trucco, Jane, il trucco- affermò, quasi scusandosi per la sua intrapendenza. 
Suo padre fece qualche passo avanti, continuando a guardarla.
-So che probabilmente ogni padre lo dice alla figlia, ma sei la sposa più bella che io abbia mai visto. Il primato lo detieni con tua madre.-
Lei gli sorrise e gli strinse la mano. Il suo guanto non le impedì di sentire l'affetto che suo padre sprigionava da quel piccolo gesto.
Improvvisamente, la porta si spalancò ed entrò a grandi passi la sua seconda damigella, quella pazza della sua collega, Abbie.
-Ho trovato il Martini, ora sì ch...- cominciò ma, quando alzò gli occhi e vide i genitori della ragazza, si bloccò. Con un rapido gesto della mano, nascose la bottiglia dietro di sé e cominciò a camminare piano verso Ginny.
-Signora Granger. Signor Granger- salutò, con lievi inchini del capo, chino a voler nascondere le sue guance scarlatte.
-E' un piacere rivederti Abbie. Avevi intenzione di dare una festa a base di Martini?- domandò il padre, avvicinandosi alla madre, per poi metterle un braccio intorno alle spalle.
-Oh, no, no, no- affermò Abbie, scuotendo con forza la testa. Poi, percepì imbarazzata gli sguardi dei genitori, disse: -Si. Beh, erano per calmare i nervi alla sposa-.
-Ma io sono calmissima- scherzò Hermione, con la mano davanti alla bocca per frenare la risata che stava per sbocciare. La faccia di Abbie quando si rivolse verso di lei era tutt'altro che amichevole.
-E dammi una mano, strega!- sibilò a denti stretti, cercando di mantenere un certo sorriso.
-Devi stare calma, Abbie. Anche io mi sono fatta un goccetto prima di entrare in chiesa. Se non lo avessi fatto sarei svenuta in braccio ad Adam- la tranquillizzò la madre, con un grande sorriso.
-Anche io- aggiunse il papà, unendosi alla moglie.
I due si girarono un ultima volta verso di Hermione, sorridenti, e poi uscirono dalla stanza.
Quando chiusero la porta dietro di sé, Abbie buttò fuori il fiato. 
-Certo che potevi darmi una mano, razza di megera!- rimproverò Hermione, andandole vicino e tenendosi il lungo vestito lilla con una mano. -Ho fatto una figura pessima con i tuoi-.
-Sono abituati!- affermò Hermione con noncuranza, liquidandola con un gesto della mano.
-Ginny, dille qualcosa!- pregò Abbie, girandosi verso l'altra damigella, con voce supplicante.
A quel punto, Ginny esplose in un enorme risata. 
-Dovevi vedere la tua faccia, Ab. Sembravi sul punto di aprire la finestra e buttarti di sotto dalla vergogna.-
Abbie lasciò il vestito e si mise le mani sul viso. In una stringeva ancora la bottiglia di Martini.
-Oh, che figura, che figura- ripeteva, quasi inconsolabile.
-Smettila di fare così! Noi dobbiamo consolare Hermione. Per poco non sveniva, qualche minuto fa- disse Ginny avvicinandosi alla sposa.
-Cosa?- urlò Abbie, spostando le mani dal viso. Posò la bottiglia sul tavolino vicino allo specchio e corse dall'altro lato della stanza a prendere tre bicchieri. -Cos'è successo questa volta?-.
-Non crede di essere pronta a sposarsi- rispose Ginny per Hermione, meritandosi una sua occhiataccia.
-Oh, no. Di nuovo!- affermò Abbia girandosi verso di loro con tre bicchierini di vetro in mano. -State insieme da, quanto?, sei anni ed ancora ti fai domande del genere?-.
-E' che...- cominciò Hermione, senza trovare una vera ragione alla sua ansia. 
-Quante volte avrai massacrato quel povero ragazzo? Ti ha praticamente chiesto in ginocchio di diventare sua moglie e tu a neanche due ore dall'inizio della cerimonia hai intenzione di tirarti indietro?- domandò ancora Abbie, senza neanche darle il tempo di pensare.
-No, è solo...-.
-Beh, povero ragazzo, parliamone!- intervenì Ginny.
-Gin, smettila, solo perché non ti sta simpatico non puoi negare che ha fatto di tutto per Hermione- convenne Abbie, con le mani strette al petto.
-Dico solo che a volte sa essere prepotente e austero. A volte, insopportabile. Ma che ama molto Hermione non lo metto in dubbio. E' che forse lei non contraccambia i suoi sentimenti.-
-Non essere sciocca, Hermione lo ama, sennò non sarebbe qui, in abito da sposa!-.
-Prima ha provato a toglierselo, ha cominciato a dare di matto dicendo che era un errore e che si stava sbagliando. Poi però ha camminato fino allo specchio e si è guardata. Allora, è stata in silenzio.-
-Sai quanto lo ami e...-.
Le voci di Ginny e Abbie ormai non si distinguevano più. La mente di Hermione era concentrata su ben altre cose. Sul suo cuore. Lo sentiva battere irregolarmente, preso dalla paura. Paura che, sua madre le aveva spiegato milioni di volte, attanaglia tutte le spose poco prima di salire sull'altare. Ma non c'era solo paura, anche angoscia, ansia, felicità, gioia, incredilutà. 
Era arrivata a quel momento dopo circa sei anni di fidanzamento con il ragazzo più bello, più gentile, più arrogante e incredibilmente autoritario del mondo. Ma ne era innamorata da molto più tempo di quanto avesse mai immaginato. 
-Hermione!- gridarono in coro le due damigelle.
-Che c'è?- risposa in altrettanto tono.
-Avevi uno sguardo, sembravi pronta ad uscire dalla porta e scappare- affermò Abbie, avvicinandosi a lei.
Hermione sospirò e si gettò con ben poca delicatezza sul divano accanto alla porta.
-E' che non lo so. Mi sembra di essere arrivata ad un punto di non ritorno...-.
-Hermione, il matrimonio non ha un punto di ritorno- convenne Ginny.
-Non fraintendetemi. Lo amo, da impazzire, ma mi sembra che questa - Hermione indicò il suo vestito, quello delle damigelle, attorno a sé -non è la scelta giusta.- Sbuffò. -Mi sembra seriamente che sto per fare un errore...-.
-Eccola di nuovo!- disse Ginny sbuffando.
-Non ci posso credere, di nuovo!- disse nello stesso momento Abbie, alzando gli occhi al cielo. 
-Hermione, abbiamo fatto questo discorso un milione di volte. Persino al tuo addio al nubilato- affermò Ginny, camminandole incontro con passo lento. -Ci spieghi seriamente il motivo di tanta paura?-.
Hermione guardò prima Ginny, poi Abbie.
Che poteva aggiungere? Perché aveva così tanta paura di attraversare la navata e pronunciare quel fatilico sì?
-Lascia che ti ricordi una cosa- la riprese Ginny, puntandole il dito contro. -Tu e l'uomo che ti sta aspettando all'altare avete passato ogni genere di difficoltà e pericolo insieme. Io credo che tu sia solo temporeggiando perché effettivamente ti sei resa conto di non amarlo a sufficenza...-.
-IO LO AMO!- urlò Hermione, alzandosi in piedi. Rendendosi conto di aver esagerato, si rimise seduta sul divanetto, guardandosi le sue mani, inguantate di un candido bianco. -Forse sono troppo poco per lui, forse non mi ama davvero.- Alzò gli occhi lucidi verso le sue amiche. -Forse non sono abbastanza...-.
-Ora piantala, ti prego, piantala. Dovresti essere felice, non dovresti buttarti giù in questo modo- disse Abbie, alzando una seconda volta gli occhi al cielo. -Lui non vuole altro che te. Te ne rendi conto?- domandò. Aveva una mano inguantata sul fianco e lo sguardo triste. 
-Abbie...- sussurrò Hermione alzandosi di scatto. -Non volevo, ti giuro..-.
-Non...- disse Abbie con un sussurro, singhiozzando. Si asciugò velocemente una lacrima sul viso e guardò Hermione. -Non dirmelo. Non fare la scema, Hermione. Io so benissimo quanto lui ti ami, lo vedo nel modo in cui parla di te, nel modo in cui quando qualcuno ti nomina i suoi occhi brillano, lo vedo, Hermione. Non lasciartelo scappare, non permettere che la tua stupida paura di avere un futuro con l'uomo che ami ti impedisca di averlo.-
La sposa aveva gli occhi lucidi. Sapeva quanto Abbie soffrisse in quel momento, quanto fosse dura per lei vedere una sua cara amica sposarsi, quando avrebbe dovuto farlo anche lei, solo qualche mese prima. Ancora aveva il segno dell'anello di fidanzamento sull'anulare. Ancora non dimenticava. La morte non si dimentica.
Hermione corse ad abbracciarla. La strinse con forza tra le sue braccia e le trasmise tutto l'amore di cui aveva bisogno. Abbie, con un sorriso, rispose con amore all'abbraccio.
-E' il tuo giorno, Hermione- sussurrò Abbie all'orecchio. 
Hermione sorrise. Quando si staccarono, si girarono entrambe verso Ginny che le guardava con delle lieve lacrime agli occhi.
-Siete due sceme...- sussurrò, singhiozzando, ma con un sorriso sulle labbra. 
 
 
 
 
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You're the perfect part of me 
You're the oxygen I breathe 
You're a superstar 
A work of art 
It's electricity 
 
 
Stringeva con forza il braccio del padre. Teneva gli occhi fissi sul suo vestito bianco e sul suo bouquet di rose rosse, l'unico tocco di colore. Nonostante la paura, sorrideva ai presenti ad entrambi i lati della navata, creata da un semplice drappo rosso steso sull'erba. Poi, alzò gli occhi ed incrociò quelli del suo amore.
Amore, era l'unica parola con cui era capace di descriverlo. Per lei lui era l'amore, e sempre lo sarebbe stato. Per quello, in quel giorno speciale, si stavano per scambiare una promessa che sarebbe durata in eterno, anche oltre alla morte. 
Hermione vide gli occhi chiari del suo sposo scintillare ed il suo sorriso illuminò il suo volto. Le tremarono le gambe. L'aveva guardata così ben poche volte nella sua vita, come quasi se fosse rimasto senza parole, ed ogni volta sentiva le gambe cedere ed il cuore vacillare. Però, amava ricambiare con altrettanta passione e intensità quello sguardo, perchè anche lei era senza parole come lui. Il suo smoking nero metteva in risalto il corpo snello. Il fiore infilato dolcemente nel taschino della giacca faceva risaltare gli occhi chiari di Draco. Il suo sorriso, oh, il suo sorriso la mandò in confusione, come ogni volta che lo sfoderava. 
Era semplicemente perfetto, per lei. Ginny, ad esempio, non lo sopportava. Riteneva che Hermione meritasse qualcuno di più gentile, maturo ed anche bello. Non aveva idea di quanto si sbagliasse. Draco con lei era la gentilezza fatta a persona, era sempre premuroso e cercava di accontentarla in tutto. Era molto più maturo di quanto Ginny pensasse, perché era cresciuto dopo la Guerra. Inoltre, era meraviglioso dal punto di vista fisico.
Era lo stesso ossigeno che Hermione respirava, senza di lui, non sarebbe stata la stessa.
Percorse gli ultimi metri della navata senza interrompere il contatto tra lei e Draco. Quando il padre la lasciò andare, le diede un bacio sulla tempia e strinse la mano a Draco, avrebbe solo voluto essere da sola con lui per baciarlo. Represse quell'istinto quasi primordiale e sorrise a Draco.
Lui non le aveva tolto gli occhi di dosso. 
Quando si girarono verso l'officiante, Hermione continuò a sentire lo sguardo incantato di Draco su di lei. Fu meraviglioso sentire quanto anche solo uno sguardo potesse dargli i brividi, come se lui le procurasse sensazioni simili ad elettricità. Lui era elettricità.
Non si rese neanche conto della domanda dell'officiante, quella domanda che le metteva paura. 
-Vuoi tu, Draco Lucius Malfoy prendere la qui presente Hermione Jane Granger come tua sposa?-.
Incrociò gli occhi di Draco e lo guardai, sorridendo.
Le sue labbra si tesero in un magnifico sorriso e annuirono.
-Lo voglio.-
Non aveva mai sentito parole più dolci in vita sua. "Lo voglio" apriva davanti a sé una nuova vita, un nuovo capitolo, un capitolo meraviglioso, con Draco.
L'officiante si rivolse a lei.
-E vuoi tu, Hermione Jane Granger prendere il qui presente Draco Lucius Malfoy come tuo sposo?-.
Improvvisamente, la sua gola si inaridì. Per un secondo, il tempo si fermò. E pensò.
Se avesse rifiutato Draco, se avesse detto no? Se non lo amasse davvero?
Dubbi, incertezze, supposizioni, che ritardavano solo la verità.
Hermione amava Draco, come Draco amava Hermione e non c'era niente di più importante nel mondo, anzi nell'universo. 
Nel tutto, loro si amavano.
-Lo voglio.- 
Il volto di Draco si illuminò di nuovo, come se fosse stato sollevato nell'udire quella risposta.
-Allora, vi dichiaro marito e moglie. Draco, puoi baciare la tua bellissima Hermione.-
Non aspettavano altro, loro due!
Si strinsero in un passionale abbraccio ed unirono le labbra, alla ricerca disperata di quell'ossigeno che li aveva tenuti in vita negli ultimi sei anni. Non si resero neanche conto dell'enorme applauso che esplose nel giardino della villa.
Le labbra di Draco erano meravigliose come sempre, perfette, come se fossero un opera d'arte. Hermione avvertì sulle guance di lui un liquido salato, scendere fino al collo.
-Ma piangi?- domandò, staccandosi lievemente da lui.
-Hermione, sei tu che stai piangendo!-.
Poi Hermione alzò gli occhi verso di lui e notò che sì, stava piangendo, ma che lei lo aveva seguito. 
-Lacrime di gioia?- chiese Draco.
-Lacrime di gioia!- confermò Hermione ed unì di nuovo le loro bocche, in una danza che solo loro potevano afferrare fino in fondo.



 
You're a yes in a world of no's 
You're the Beatles to my Stones 
It's a sweet romance 
A spotlight dance 
Girl you shake me to my bones


 
Sottobraccio a Draco, Hermione percorse la navata creata dal tappeto con delicatezza, sciovolando come se fosse aria. 
-Devo dirtelo, Mezzosangue, adoro questo vestito!- affermò Draco, continuando a guardare davanti a sé, senza mai smettere di sorridere. Attorno a loro, c'erano tutti gli invitati che battevano le mani ai due neosposi e sorridevano imperterriti. Ma Hermione non vedeva altri che lui. Non c'era niente di meglio. 
-Oh, solo il vestito, eh?- chiese Hermione, maliziosa.
Vide il sorriso di Draco farsi un po' più teso e più luminoso.
-Okay, forse non solo il tuo vestito-.
-Forse?-.
Draco rise. Poi si mosse un attimo e la girò verso di sé.
-Forse, sei bellissima.-
-E forse, lo sei anche tu-.
Unirono le loro labbra con delicatezza, mentre attorno a loro esplodevano di nuovo gli applausi. 
In quelli che per Hermione furono secondi -quando era con Draco ogni secondo in realtà era un minuto, o forse un ora-, Draco aveva trasportato Hermione per mano fino ad un piccolo roseto.
-Ehi, ma dove siamo?- affermò Hermione, con una mano stretta a Draco ed un altra che teneva l'orlo del vestito.
-L'ho trovato per caso quando sono venuto a cercare il luogo per il matrimonio.- Draco osservò lo sguardo interrogativo di Hermione e rise. -Okay, effettivamente l'ho cercato apposta per questo giorno. Volevo un posto dove poter parlare in pace.-
Hermione mantenne lo sguardo interrogativo e si chiese cosa volesse fare, ma si lasciò condurre fino ad una staccionata che chiudeva l'intero roseto. Ogni bocciolo era sbocciato in una rosa rossa, o rosa. Quasi si perse nell'osservare la bellezza di quel posto, ma la stretta di Draco la ridestò. La fece sedere sul bordo della staccionata. Si mise accanto a lei.
-Avevo bisogno di parlarti, un attimo da soli.-
-Siamo sposati da meno di un quarto d'ora e già ci sono problemi?- domandò Hermione, sgranando gli occhi.
-No!-. Draco scosse violentemente la testa. -No! E' solo che volevo parlarti da solo, insomma...-. Si passò una mano sulla nuca, nervoso. Sulla mano sinistra scintillò la fede che si era scambiati poco prima. Ad Hermione fece uno strano effetto pensare che quello era il simbolo più semplice del loro amore, che l'avrebbe legata per sempre a lui. Quale prospettiva migliore? 
-Volevo parlarti da solo, perché sai che mi vergogno a parlare davanti agli altri.-
Hermione gli accarezzò dolcemente una guancia.
-Draco, parla tranquillo, ora non c'è nessuno- sussurrò a pochi centrimetri dalle sue labbra.
Draco sospirò e si distanziò un po'.
-Non credevo possibile tutto questo. Insomma, io sono sempre stato un uomo che non credeva nel matrimonio, in quell'unione strana che si crea in una coppia. Ma, con te..-. Alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi scuri di Hermione, che brillavano più delle stelle in cielo. -Con te è tutto diverso. Tu sei l'unica cosa bella nel mio mondo Hermione. Sei come un sì in un mondo di no. Sei... Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata.... Oh, Salazar  mi sento così imbranato...-.
Hermione continuò ad accarezzargli la guancia, con il cuore che batteva per quella dichiarazione così spontanea. Non ce n'era bisogno, eppure Hermione ne sentiva l'impellente desiderio. Voleva che lui finisse il suo discorso, che finisse di dirle quello che si era preparato, anche se con qualche incertezza. 
-Mi piaci molto quando fai l'imbranato, sai?- disse Hermione sorridendogli, pronta a dargli un bacio, ma lui mise ancora delle distanze tra di loro. -E' così romantico...-.
-Sembro stupido?-.
-Il tuo amore non è stupido, Draco.-
-Non sono capace a fare queste dichiarazioni.-
-E allora non c'è bisogno!-.
-Si invece!- ribattè Draco, alzandosi in piedi e passandosi una mano dietro la testa, nervoso. -C'è bisogno che io ti dica queste cose perché le sento veramente, perché sono sulle mie labbra sin dal primo momento in cui tu mi ha guardato. Ce l'ho lì da sempre e ogni volta che mi guardi riprovo quell'emozioni che ho provato la prima volta che l'hai fatto veramente. Mi sento come se tu mi stessi scuotendo le ossa, come se tu fossi dentro di me e mi dessi la scossa. Tu sei come elettricità per me.-
Hermione lo guardò camminare avanti ed indietro davanti a lei, con lo sguardo confuso e deluso, da sé stesso?
-Non capisco perché ti stai struggendo per dirmi cose che so. Draco, non c'è bisogno che tu faccia uno sforzo innato in questo momento. Fallo quando sarà arrabbiata con te e vorrai farti perdonare!- scherzò Hermione, mettendosi una ciocca di capelli sfuggita alla difficile acconciatura. 

 

But every now and then I'll start to slip away 
I gotta' hear you say 
Take me out spin me around 
We can laugh when we both fall down 
Let's get stupid dancing with cupid tonight 
When I sing out of key 
Still play air guitar for me 
Let's get stupid dancing with cupid tonight 
Don't feel all kind of right 



-No, voglio dirtelo ora, perché poi se me ne vado io..-.
-Te ne vai? In che senso 'se me ne vado'?-.
Draco alzò lo sguardo verso di lei. I suoi occhi erano velati, tristi.
-Dovrò partire ogni tanto, per quel lavoro di manager. Starò via molto spesso, ma voglio sentirti dire che quando tornerò sarai lì ad aspettarmi. Che farai come quando avevo la febbre e tu sei venuta a stare da me, ancora prima che ci dichiarassimo, e mi hai fatto ridere suonando la finta chitarra mentre io cantavo, delirando. Che ballerai ancora con me come se fossimo sotto la pioggia, come quel giorno quando ci siamo baciati per la prima volta sotto la pioggia. Voglio che quando torno tu mi accolga con lo stesso amore che ti sto donando ora.-
Hermione lo guardò. Poi, gettò i suoi occhi sui guanti, torturati dalle mani. Che poteva dire? Cosa poteva aggiungere? Avrebbe tanto voluto dargli quella garanzia, dirgli che se lui se ne fosse andato non si sarebbe mai arrabbiata, che non avrebbe mai sperato in un suo rientro imprevisto e anticipato, che non avrebbe di certo perso l'amore per lui. Ma non poteva. Dirgli ora cose che non era sicura di mantenere non l'avrebbero aiutati.


 
And when we fight we fight 
And it ain't a pretty site 
Well it's not complex 
It's the make up sex 
Though we always get that right 
Well they don't make a pill 
That can give me the thrill 
When you look at me 


-E se litighiamo? E se litighiamo e poi tu vai via, che succederà?- domandò Hermione, con le lacrime pronte a scendere. 
Draco le si avvicinò e si accovacciò su un ginocchio. Le prese le mani e le baciò.
-Litigheremo, ovviamente litigheremo. Non sarà per niente facile, e a volte ci metteremo un po' a fare pace. Magari potremo fare del sesso riparatore- affermò Draco, beccandosi uno scalpellotto gentile da Hermione. Poi, sorridendo, continuò: -Ma voglio sentirti dire che ce la faremo, che sarà difficile, ma che ce la faremo. Perché siamo fatti per stare insieme.-
Hermione gli sorrise e baciò le sue mani. 


 
Take me out spin me around 
We can laugh when we both fall down 
Let's get stupid dancing with cupid tonight 
When I sing out of key 
Still play air guitar for me 
Let's get stupid dancing with cupid tonight 
Don't feel all kind of right 

It's quite clear to me 
That we were always meant to be 
You're my bird 
Baby I'm your bee 
You got me a to z 




-A me sembra così chiaro- affermò Draco sorridendole. -E' chiaro che siamo fatti per stare insieme. Insomma, basta guardarci. Insieme, ci completiamo, amore. Siamo fatti per stare insieme, perché tu mi hai preso in tutto e per tutto. Hai saputo darmi un amore che io non ero più certo di essere in grado di provare. Ed invece, eccomi qui- disse indicando sé stesso -Eccomi qui, con un anello al dito, pronto a giurarti amore eterno, perché sono sicuro che durerà in eterno.-
Hermione si morse il labbro inferiore.
Draco mugugnò.
-Se fai ancora così, credo che manderò a far fare un bel giro al mio autocontrollo.-
Hermione si scordava di quanto controllo aveva su Draco. Presa da un impeto di amore -passione-, prese il viso di Draco tra le mani.
-Mandalo via, allora- sussurrò a pochi millimetri dalla sua bocca.
Draco la prese tra le braccia e fece sue le labbra di Hermione. Accarezzò le guance di Hermione con delicatezza, mentre le labbra sembrarono torturare quelle della sua sposa.
-Draco, Draco..- ansimò Hermione, staccandosi dalle sue labbra.
-Mmmh?-. Draco era tutt'altro che lucido. La sola vicinanza con Hermione lo mandava in confusione, fuori di sé.
-Dovremmo andare. Cominceranno a chiedersi dove siamo finiti-.
-Penseranno che abbiamo anticipato la notte di nozze.-
Hermione rise sulle sue labbra e gli concesse un ultimo fugace bacio, prima di trascinarlo fuori dal roseto. 
Era certa che la promessa che si erano scambiati sopra l'altare sarebbe durata ben oltre l'eternità.













 
*****
Spazio autrice:
Ciao a tutti!

Oh, beh, eccomi di ritorno con una nuova fresca e sdolcinata Song-Fic, intitolata
Cupid, dalla canzone di Daniel Powter, per intenderci quello che ha cantato "Bad Day".
Perché "Cupid" e non un altra canzone un po' più forte, emozionante? Perché, per una volta, non c'è niente di meglio che un bel lieto fine già anticipato, un bel amore che deve ancora praticamente iniziare, per scaldarti il cuore. 
Avevo proprio bisogno di scrivere un po' di smancerie, anche perché lavorando a "
Delirium" credo che un po' mi mancheranno. :(
Quindi, quando ho sentito "Cupid" su MTV ho subito pensato che era una canzone d'amore stupenda e che sarebbe stata meravigliosa come song-fic. Inizialmente avevo in mente un altra cosa, qualcosa di più eclatante ed emozionate, lacrime a non finire e via dicendo, ma poi ho pensato che Draco mi avrebbe avadakedavrizzata se ci avessi provato, quindi l'ho resa più intima e tranquilla.

E' sdolcinata? Io credo di no. Credo semplicemente che stiamo facendo una cosa bellissima ed importantissima: si stiano scambiando una promessa, che vale anche più di quella dell'officiante. Questo non è un capitolo o una storia, ma è una promessa. Draco ed Hermione si ameranno per sempre, anche sopra ogni difficoltà -la lontananza a volte forzata di lui per il lavoro di manager-, e sopra la rabbia -o meglio la paura di Hermione che possa finire l'amore-. Supereranno tutto insieme, perché? Perché l'amore è la cosa più potente che esiste al mondo.


Beh, dopo questo luuuuunghissimo spazio autrice, posso anche salutarvi, ringraziarvi e mandarvi tanti tanti tanti baci.

Ringrazio chi leggerà questa promessa.

Ringrazio chi leggerà l'angolo d'autrice.

Ringrazio chi, magari, lascerà una bella recensione.

Ringrazio chiunque farà lo sforzo, perché leggerla è un vero sforzo!, di aprire il link e leggere fino alla fine.

Ringrazio tutti.

Ma ringrazio soprattutto te, che mi hai insegnato qual'è il vero significato della parola amore.
Grazie.

C.




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