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Autore: Viky_Malfoy    16/08/2012    2 recensioni
So bene che spesso, il titolo in inglese attira di più l'attenzione, almeno, per me è cosi, ma siccome io scrivo in italiano, non sento il vero bisogno di mettere il titolo in inglese, non in questa storia.. è una long, e spero che possa piacere..
Dal primo capitolo:
"Quando Hermione aprii gli occhi si rese immediatamente conto che non si trovava nella sua stanza. Le idee più strane le vennero in mente.
Rapimento, stupro, morte.
Poi si guardò meglio intorno e notò tanto verde e tanto nero, con qualche striscia d’argento.
Le ricordò tanto la Casata Serpeverde.
Le si strabuzzarono gli occhi e si alzò di colpo."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buona sera, questa fic mi è venuta cosi, da un momento all'altro. Ho messo l'avvertimento OOC perchè se c'è questa coppia.. bhè è normale che cambi un po' il carattere del personaggio.. so che è un pò corto, ma non potevo farlo troppo lungo il primo capitolo. Vi lascio al primo capitolo, e spero in un vostro commento.. a presto.. Viky




-È uno scherzo.. Non è vero?- domandò la riccia fissando l’uomo dall’altra parte del tavolo. Gli occhiali tondi che gli fecero tornare in mente il suo migliore amico, come avrebbe potuto dirgli una cosa come quella? Come l’avrebbe presa?
-Sarebbe meglio non scherzare signorina.- disse il dottore sistemando la penna sulla scrivania.
Non ce da scherzare.. Proprio vero..
Senza aggiungere nessuna parola Hermione si alzò dalla sedia e si diresse veloce verso l’appendi abiti, si infilò la giacca bianca e prese la borsa del medesimo colore.
Uscii dalla porta e si diresse velocemente fino alle scale. Le discese velocemente e arrivò alla porta d’uscita in pochi secondi.
Corse furori nonostante la segretaria cercò di fermarla. Si fermò solo una volta nella sua macchina e accese il motore, partii e guidò fino notte fonda.
Le lacrime non smettevano di scendere, le bagnavano le guancie, le inumidivano le labbra, gli occhi le bruciavano, e l’orgoglio si faceva sentire, infatti si ricompose parlando ad alta voce.
Parcheggiò vicino ad un bar ed entrò a passo tirato. Si mise seduta al bancone ed ordinò un bicchiere di Votka liscia.
Perse presto il conto di quante ne bevve, ma si accorse comunque che un ragazzo infondo al bancone la fissava da quando era entrata. Si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio, e in questo non c’era niente di amichevole. 
Hermione non si capacitò di come fosse successo ma si ritrovò a gridare di non voler salire sulla Ferrari dello sconosciuto.
-Andiamo amore, sali!- gridò lui tirandola brutalmente per un braccio.
-Non ci salgo con te, pervertito!- gridò lei, ma la forza era poca e con l’alcool in circolo era ancora meno.
 
 
Dall’altra parte della strada Draco Malfoy camminava tranquillamente, forse troppo tranquillamente, diretto a casa sua.
Un grido lo fermò costringendolo, a mala voglia, a dirigersi verso la provenienza di esso.
-Ho dett.. Non cvoglio vnire!!- gridò una ragazza, molto ubriaca da come parala, e dai folti capelli mentre un uomo la tirava brutalmente.
-Non ha sentito quello che ti ha detto?- domandò Draco toccando sulla spalla il babbano, perché babbano lo era di certo. Era certo che avesse sentito, anche se il dubbio che avesse realmente capito quello che diceva la giovane lo assalì brutalmente.
-E tu che vuoi? Sparisci e lasciami in pace!- gridò lasciandosi sfuggire la ragazza che non perse tempo a nascondersi dietro il salvatore giunto.
-Ti ha detto di lasciarla stare, ed è quello che devi fare. Punto.- disse lui schivando un pugno che voleva prenderlo in piena faccia.
Draco mosse un braccio indietro per spingere più lontana la ragazza, in caso di urti almeno non sarebbero caduti entrambi come deficienti.
Un altro pugno partii e Draco lo schivò ancora, ringraziando mentalmente i Bolidi che tante volte avevano minacciato di spaccargli la faccia -soprattutto se giocati dai gemelli Weasley-, e che molte volte aveva maledetto.
-Sei lento.- lo provocò lui ghignando.
Il ragazzo moro gli si scaraventò praticamente addosso e Draco si scansò in fretta per far sbattere contro l’auto della polizia che prese subito a suonare.
Prese per un braccio la ragazza e la strattonò malamente dietro un’altra macchina. La strinse al petto e le coprii la bocca con la sua mano.
-Zitta, giuro che non ti faccio niente, ma sta zitta. Muta.- soffiò in un orecchio, ma la ragazza non aveva sentito, come si era sentita protetta, comoda e al caldo le sue palpebre avevano ceduto e lei si era addormentata, nascondendo il viso nell’incavo del collo del giovane.
Quando la polizia era rientrata per godersi in pace il suo maledetto caffè, Draco prese la ragazza tra le braccia  e la portò fino casa sua.
Entrare fu abbastanza difficile, grazie ad un passante che gli aprii la porta Draco ci mise poco, ma se quello non fosse passato sicuramente il biondo e la ragazza sarebbero ancora fuori.
Le scale invece furono molto più semplici, la mattina andava sempre a correre, andava in palestra e a nuotare, oltre al fatto degli allenamenti di Quodditch, Draco non poteva lamentarsi del suo fisico.
Arrivai alla sua stanza l’apri con un gomito e distese la ragazza sul suo letto. La coprii ma non fece in tempo a vederle il viso perché questa se lo coprii con un braccio.
Arreso e decisamente stanco, Draco si affrettò alla stanza degli ospiti, ora anche abbastanza irritato, lui, padrone di casa, doveva dormire in stanza per gli ospiti? 
Si spogliò rimanendo il boxer e poi si distese coprendosi con la coperta leggera verde scura.
In poco tempo si addormentò.
  
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