Autore: GreenKnight_
Titolo: Mischief - The darkness
Personaggio: Loki
Pacchetto: Verde - manie di persecuzione
Raiting: Giallo
Generi: Introspettivo, Dark, Malinconico.
Note: L'ho
scritta, riscritta, cancellata, scritta ancora una volta... eppure non mi convince. Lo so che
è pietosa, e imploro
pietà per questo, ma è il meglio che sono
riuscita a fare ç_ç
Ho deciso di far impazzire Loki nel periodo tra Thor e The Avengers,
spero vada
bene comunque :) Ah, il finale - che è piuttosto
incomprensibile, me ne rendo
conto - si ricollega all'inizio di The Avengers e quindi ai Chitauri :)
Consiglio Wicked Games di Coeur de Pirate come sottofondo. Buona
lettura :)
Mischief
The darkness
I
will brush off all the dirt
And I will pretend it
didn't hurt.
You're a cheap and nasty
fake,
And I am the bones you
couldn't break.
Era un'oscurità densa, soffocante,
liquida. Lo
avvolgeva totalmente, penetrandolo in ogni anfratto del corpo, della
mente, del
spirito. Quale spirito
poteva poi avere un essere come lui, pronto a
distruggere la sua razza, suo padre, suo fratello?
Loki,
nel buio, deglutì. Quanto tempo era passato, quanto ne doveva
ancora passare prima che qualcuno venisse a salvarlo - prima che Thor
venisse a
salvarlo?
Perché sarebbe venuto, ne era sicuro. Non poteva
abbandonarlo, non lui: Thor
avrebbe distrutto ogni pietra che gli avesse intralciato il cammino per
riuscire a liberarlo. Questa, questa soltanto era la sua certezza.
Loki,
nel buio, sospirò. I secondi passavano, inesorabili come la
morte, dolorosi come spine nella carne. Ricordò le rose
selvagge di Asgard:
quanto le amava, quelle rose; le guardava sempre, da lontano, non osava
sfiorarle- troppo delicate per essere toccate. Gliele aveva fatte
scoprire
Thor, tornato trafelato da un'escursione a cavallo. Gliene aveva donata
una
sorridendo, poi lo aveva portato a vederle. Chissà com'erano
ora, quelle rose.
Loki,
nel buio, chiuse gli occhi. Nulla sembrò cambiare, le
tenebre continuarono a circondarlo, inquietanti. Gli era sempre
piaciuta la
notte, dove poteva celare la sua presenza persino ai più
attenti osservatori,
persino ad
Heimdall, persino ad Odino. Le
ombre di Asgard erano la sua casa; ma queste no, queste erano soltanto
oscene e
mostruose, e lo trascinavano a fondo con le loro dita gelide.
Loki,
nel buio, digrignò i denti. Rifletté sul come fosse finito
così. Prima credeva di aver lasciato scivolare le sue dita
da quelle del fratello,
ma adesso non ne era più tanto sicuro. Forse era stato
proprio Thor a lanciarlo
nel vuoto. Forse le sue non erano state grida di dolore nel vederlo
precipitare: forse erano state urla di vittoria, gioiosamente
indecenti. Thor
aveva vinto, Loki non era più il re. Loki era morto, Loki
era dimenticato.
Loki,
nel buio, spalancò le palpebre. All'improvviso fu tutto
chiaro. C'era un senso dietro tutti quegli anni di dolore, era tutta
una
cospirazione contro di lui: l'ultima vendetta di Odino nei confronti
dei
Giganti di Ghiaccio. Non c'era mai stata alcuna pietà,
nessuna compassione,
nessuna umanità nel gesto del suo patrigno, solo
crudeltà. Il piano per
distruggere Jotunheim non era mai stato suo: Loki era stato solo una
pedina; proprio
lui, il dio dell'Inganno, era stato ingannato.
Loki,
nel buio, gridò forte. Non c'era l'amore, non c'era
mai stato. Tutto nella sua vita era stato un trappola, un complotto per
annientarlo; a nulla erano serviti i suoi sforzi per diventare re, a
nulla se
non a soddisfare Odino e a ferire Thor. Anzi, no. Sicuramente anche suo
fratello aveva contribuito, lui sapeva tutto. Altro che cambiato, aveva
solo
fatto il doppio gioco. L'aveva tradito persino lui, lo stupido,
l'irruento,
l'ingenuo Thor. Loki era davvero solo.
Loki,
nel buio, sprofondò.
Ma stavolta non fu come cadere nel vuoto:
era precipitato con l'anima. Non c'era più niente, adesso -
non c'erano più le
speranze, non c'erano più le scuse, non c'era più
la colpa. Non era lui ad aver
sbagliato: no, lui non era altro che la vittima. E quanto bruciava
pensare a
tutto il tempo speso a maledirsi per i suoi gesti da traditore.
Nient'altro che
prese in giro. Un dolore sordo gli artigliava il petto, un dolore di
cui non si
sarebbe mai più liberato.
Fu in quel momento senza tempo - che poteva
essere durato un secondo come un anno- che apparve la luce. Fu uno
spiraglio
pressoché impalpabile, ma agli occhi di Loki fu
più luminoso del sole. «Thor?»,
disse, la sua voce spezzata. Forse non tutto era perduto. «No.», fu
la
risposta, brutale. Una nuova morsa al cuore. «Ma so dove trovarlo.»
Loki sbatté le palpebre; un altro sentimento correva nella
sua mente, adesso.
Poteva scappare, poteva liberarsi, poteva castigare i traditori.
Avrebbe
portato la giustizia, ora che poteva. Sarebbe partito dal mondo infame
protetto
da Thor, Midgard. Non avrebbe avuto pietà, come nessuno ne
aveva avuta di lui.
Avrebbe distrutto tutto, avrebbe distrutto Thor.
«Ci vediamo,
fratello.», urlò, mentre gli ultimi
echi della sua inumana risata
si spegnevano nell'ombra.