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Autore: Kornblume Cavalier    16/08/2012    3 recensioni
{Terza classificata al contest 'Il seme della follia' indetto da Akamint sul forum di EFP}
Non c'era mai stata alcuna pietà, nessuna compassione, nessuna umanità nel gesto del suo patrigno, solo crudeltà. Il piano per distruggere Jotunheim non era mai stato suo: Loki era stato solo una pedina; proprio lui, il dio dell'Inganno, era stato ingannato.
{Loki}{One-shot; Missing Moment}
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: GreenKnight_
Titolo: Mischief - The darkness
Personaggio: Loki
Pacchetto: Verde - manie di persecuzione
Raiting: Giallo
Generi: Introspettivo, Dark, Malinconico.
Note: L'ho scritta, riscritta, cancellata, scritta ancora una volta... eppure non  mi convince. Lo so che è pietosa, e imploro pietà per questo, ma è il meglio che sono riuscita a fare ç_ç
Ho deciso di far impazzire Loki nel periodo tra Thor e The Avengers, spero vada bene comunque :) Ah, il finale - che è piuttosto incomprensibile, me ne rendo conto - si ricollega all'inizio di The Avengers e quindi ai Chitauri :) Consiglio Wicked Games di Coeur de Pirate come sottofondo. Buona lettura :)

 

Mischief

The darkness

I will brush off all the dirt
And I will pretend it didn't hurt.
You're a cheap and nasty fake,
And I am the bones you couldn't break.

 

Era un'oscurità densa, soffocante, liquida. Lo avvolgeva totalmente, penetrandolo in ogni anfratto del corpo, della mente, del spirito. Quale spirito poteva poi avere un essere come lui, pronto a distruggere la sua razza, suo padre, suo fratello?

Loki, nel buio, deglutì. Quanto tempo era passato, quanto ne doveva ancora passare prima che qualcuno venisse a salvarlo - prima che Thor venisse a salvarlo?
Perché sarebbe venuto, ne era sicuro. Non poteva abbandonarlo, non lui: Thor avrebbe distrutto ogni pietra che gli avesse intralciato il cammino per riuscire a liberarlo. Questa, questa soltanto era la sua certezza.

Loki, nel buio, sospirò. I secondi passavano, inesorabili come la morte, dolorosi come spine nella carne. Ricordò le rose selvagge di Asgard: quanto le amava, quelle rose; le guardava sempre, da lontano, non osava sfiorarle- troppo delicate per essere toccate. Gliele aveva fatte scoprire Thor, tornato trafelato da un'escursione a cavallo. Gliene aveva donata una sorridendo, poi lo aveva portato a vederle. Chissà com'erano ora, quelle rose.

Loki, nel buio, chiuse gli occhi. Nulla sembrò cambiare, le tenebre continuarono a circondarlo, inquietanti. Gli era sempre piaciuta la notte, dove poteva celare la sua presenza persino ai più attenti osservatori, persino ad Heimdall, persino ad Odino. Le ombre di Asgard erano la sua casa; ma queste no, queste erano soltanto oscene e mostruose, e lo trascinavano a fondo con le loro dita gelide.

Loki, nel buio, digrignò i denti. Rifletté sul come fosse finito così. Prima credeva di aver lasciato scivolare le sue dita da quelle del fratello, ma adesso non ne era più tanto sicuro. Forse era stato proprio Thor a lanciarlo nel vuoto. Forse le sue non erano state grida di dolore nel vederlo precipitare: forse erano state urla di vittoria, gioiosamente indecenti. Thor aveva vinto, Loki non era più il re. Loki era morto, Loki era dimenticato.

Loki, nel buio, spalancò le palpebre. All'improvviso fu tutto chiaro. C'era un senso dietro tutti quegli anni di dolore, era tutta una cospirazione contro di lui: l'ultima vendetta di Odino nei confronti dei Giganti di Ghiaccio. Non c'era mai stata alcuna pietà, nessuna compassione, nessuna umanità nel gesto del suo patrigno, solo crudeltà. Il piano per distruggere Jotunheim non era mai stato suo: Loki era stato solo una pedina; proprio lui, il dio dell'Inganno, era stato ingannato.

Loki, nel buio, gridò forte. Non c'era l'amore, non c'era mai stato. Tutto nella sua vita era stato un trappola, un complotto per annientarlo; a nulla erano serviti i suoi sforzi per diventare re, a nulla se non a soddisfare Odino e a ferire Thor. Anzi, no. Sicuramente anche suo fratello aveva contribuito, lui sapeva tutto. Altro che cambiato, aveva solo fatto il doppio gioco. L'aveva tradito persino lui, lo stupido, l'irruento, l'ingenuo Thor. Loki era davvero solo.

Loki, nel buio, sprofondò. Ma stavolta non fu come cadere nel vuoto: era precipitato con l'anima. Non c'era più niente, adesso - non c'erano più le speranze, non c'erano più le scuse, non c'era più la colpa. Non era lui ad aver sbagliato: no, lui non era altro che la vittima. E quanto bruciava pensare a tutto il tempo speso a maledirsi per i suoi gesti da traditore. Nient'altro che prese in giro. Un dolore sordo gli artigliava il petto, un dolore di cui non si sarebbe mai più liberato.

Fu in quel momento senza tempo - che poteva essere durato un secondo come un anno- che apparve la luce. Fu uno spiraglio pressoché impalpabile, ma agli occhi di Loki fu più luminoso del sole. «Thor?», disse, la sua voce spezzata. Forse non tutto era perduto. «No.», fu la risposta, brutale. Una nuova morsa al cuore. «Ma so dove trovarlo.»
Loki sbatté le palpebre; un altro sentimento correva nella sua mente, adesso. Poteva scappare, poteva liberarsi, poteva castigare i traditori. Avrebbe portato la giustizia, ora che poteva. Sarebbe partito dal mondo infame protetto da Thor, Midgard. Non avrebbe avuto pietà, come nessuno ne aveva avuta di lui. Avrebbe distrutto tutto, avrebbe distrutto
Thor.
«Ci vediamo, fratello.», urlò, mentre gli ultimi echi della sua inumana risata si spegnevano nell'ombra.

 

   
 
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