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Autore: kiara097    16/08/2012    4 recensioni
Ecco una Ff. Una povera ragazza che piange chi mai potrà essere?
Sta a voi scoprirlo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Spero vi piaccia, e se volete lasciate una recensione. Ne sarò felice qualunque sia.

Ecco un altra foto di Dalhia, come sempre:http://i47.tinypic.com/eqe58g.jpg



Era arrivato l'autunno. Le foglie stavano cadendo dagli alberi, ricoprendo il prato. Il parco era meraviglioso in quel periodo dell'anno. Varie foglie , di vario colore luccicavano al Sole e il vento che le trsportava le fogli facendole roteare nell'aria come se ballassero.
Una ragazza era seduta ai piedi di una quercia ed aveva la testa poggiata sulle ginocchia. Sembrava triste. Quell'albero riusciva a ripararla dal vento. Ma lei aveva ancora freddo. Tremava. Era vestita con abiti molto leggeri. Indossava short verdi , una maglietta marroncino che lasciava scoperte le spalle e l'ombelico e delle scarpe con le zeppe aperte. Tremava ed era triste. Triste per quello che le stava succedendo. Tutti la odiavano. La chiamavano manipolatrice. Lei odiava essere chiamata così. Cosa poteva farci lei se quella era la sua natura?
I ragazzi la evitavano, anche se era incredibilmente sexy. Aveva paura di lei. Avevano paura di essere manipolati. Perché glielo dicevano sempre. Non sapevano che così avrebbero solo peggiorato le cose. Dopo tutto lei voleva farsi solo accettare , per quella che era. Aveva gli occhi gonfi di lacrime. Non sopportava più quella situazione. Non sopportava più nessuno. Avrebbe voluto solo sparire. Andare in un posto lontano. Molto lontano. Dove nessuno le facesse del male. Non capiva qual problema avessero gli altri.
" Forse il problema sono io e non loro'' pensò fra sé .
" Impossibile, sono loro che sono stupidi ''.
Stupidi o no , restava il fatto che lei era sola.
Aveva freddo. Ma non voleva tornare a casa. Aspettava qualcuno. Qualcuno che non sarebbe mai arrivato. Un amico, qualcuno che ci tenesse a lei per fare compagnia. Ma sapeva benissimo che nessuno si sarebbe presentato.
" Sarai sola per sempre'' disse una vocina nel suo cervello.
Heather scosse la testa. Heather, si, era quello il suo nome. L'aveva quasi dimenticato. Da quando era arrivata in quella scuola il suo nome era sempre stato un altro. Manipolatrice, calcolatrice o vipera. Erano quelli i nomi più frequenti con cui la chiamavano tutti.
Era stufa, stufa di tutto e tutti. Se fosse stata una ragazza fragile a quest'ora si sarebbe già impiccata. Ma lei era forte. Abbastanza forte da ignorarli. Ma c'erano momenti in cui ignorarli era difficile. A volte si fermava lì, in quel parco, a piangere. Piangere, lacrime di angoscia.
"  Le belle ragazze non dovrebbero piangere'' disse una voce. Heather alzò la testa , davanti a lei c'era un ragazzo dai capelli marroni e dalla pelle abbronzata. I suoi occhi erano verde acqua , indossava un paio di orecchini d'argento una camicia rossa e bianca ed un paio di jeans neri.
"Lasciami in pace Alejandro '' disse lei.
'' Non ho voglia di litigare con te ''.
Alejandro era un ragazzo della sua scuola, i ragazzi lo definivano viscido come un anguilla, mentre le ragazze le cascavano hai piedi. Lui era quasi come lei, entrambi due manipolatori . Ma nonostante ci fosse qualcosa che li accumunasse loro si odiavano a morte. Ora era lì di fronte a lei. Cosa voleva? Se voleva litigare aveva trovato pane per i suoi denti.
'' Neanche io voglio litigare chica '' disse lui con uno dei suoi sorrisini.
'' Allora che sei venuto a fare qui?'' disse lei acida.
Non voleva nessuno tra i piedi specialmente uno come lui.
" Stavo facendo la mia solita passeggiata e ti ho visto qui''
" Stai mentendo , te lo leggo in faccia. Tu mi hai seguita non é vero?'' disse lei arrabbiata. Come si permetteva di seguirla?
"Scommetto che ha in mente qualcosa'' disse fra se.
'' In realtà é qui che vengo quando voglio starmene solo ''
" Uno come te che se ne sta solo, pensavo ti piacesse la compagnia femminile'' disse lei ancora più acida di prima.
Lui si mise in ginocchio davanti a lei. Poi prendendogli la mano disse
'' L'unica compagnia femminile che voglio in questo momento sei tu'' accennando un sorriso.
Heather rimase imbambolata a guardarlo. In realtà guardava i suoi occhi. Erano così verdi. Sembravano un prato estivo. Lei amava quei luoghi, anche se non lo avrebbe ammesso mai. Alejandro continuava ancora a fissarla e ,ad un certo punto le sue guance diventarono un pò rosse. Sul viso di Alejandro un altro sorriso di vittoria era apparso.
Heather si schiarì la voce.
'' Credi davvero di ingannarmi con un sorrisino così scemo? Ti sbagli di grosso'' era tornata com'era prima, forte e sicura di se.
Alejandro sorrise di nuovo.
'' Ora che sei tornata in te , ti va di darmi una mano in una piccola vendetta personale?''
'' Vendetta personale? Chi é la vittima?'' chiese lei con un piccolo ghigno maligno.
'' Owen'' disse lui ricambiando quel ghigno.
'' Ok , ma tu dopo dai una mano a me''.
" Certo e chi é la tua di vittima?'' disse lui porgendogli la mano per aiutarla a rialzarsi.
Lei accettò di buon grado.
'' Gwen ovvio '' .
" Ok'' disse Alejandro.
Entrambi uscirono da quel parco , confabulando piani di vendetta. Erano fatti l'uno per l'altra, ma non se ne erano ancora accorti. Per il momento almeno.

   
 
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