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Autore: Cat e Dog    16/08/2012    2 recensioni
Questa storia parla della vita di Gwen dopo 'A tutto reality: Azione'.
Spero vi piaccia, è la prima fanfiction che scrivo.
Scritta da Dog.
PS: Questa storia è creata come se 'A tutto reality: il tour' non sarà mai fato. Quindi se cose non tornano con la versione originale, non vi preoccupare, è tutto calcolato ;)
Inoltre, i personaggi potrebbero essere un po' OOC. Giudicate voi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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-Da allora passarono due settimane. Le due settimane previste prima della partenza di Courtney e Duncan per Montreàl.
Gwen era convinta di essersi “dimenticata” del punk, dato che con Trent stava benissimo.-


‘Gwen! SVEGLIATI! E’ TARDI!’. La dark, sentendo le urla della madre, si alzò di scatto dal letto e corse giù in cucina per fare colazione. Sono ancora in ritardo, cazzo! pensò la ragazza mentre scendeva le scale. Aveva fretta, dato che in meno di cinque minuti sarebbe arrivato Trent per accompagnarla a scuola.
Dopo aver mangiato alla velocità della luce i cereali, sotto lo sguardo di disapprovazione della madre, corse in camera sua e si vestì velocemente.
Mentre si metteva il suo amato rossetto blu notte, sentì il clacson del motorino del proprio ragazzo, così si affacciò alla finestra ed urlò ‘Arrivo’, poi prese la cartella e il casco per correre fuori di casa.
‘Ciao mamma!’ esclamò la ragazza uscendo dalla porta. Abby alzò gli occhi al cielo, come per chiedere a qualche strana presenza divina perché sua figlia era sempre in ritardo ultimamente.
‘Alla buonora!’ esclamò Trent, appena un secondo prima che la dark gli schioccasse un bacio.
‘Buongiorno anche a te’ ridacchiò la ragazza mettendosi il casco.
Puntualmente, beccarono tutto il traffico possibile e immaginabile, arrivando così a scuola con dieci minuti di ritardo La ragazza corse verso la sua classe, urlando un ciao al moro. Appena arrivò davanti alla porta della sua aula, si piegò sulle sue gambe per prendere un po’ di fiato. Dopo qualche secondo si alzò e busso alla porta, per poi aprirla lentamente e preparasi ad una bella sgridata dalla prof.
‘Buongiorno’ sussurrò la ragazza mentre entrava in classe. Tutti i compagni si girarono e iniziarono a guardarla e un brusio si alzò nella classe. La prof urlò contro i ragazzi, intimandoli a far silenzio.
‘Signorina ***. Perché questo ritardo? Lo sa che dopo dieci minuti dal suono della campanella deve aspettare l’ora dopo per entrare? Inoltre questo è il suo secondo ritardo’ disse la prof a Gwen.
‘Lo so prof, ma siccome ho trovato ancora il portone aperto, pensavo di non essere un quarto d’ora in ritardo. Mi scusi’ replicò la ragazza, abbassando lo sguardo. ‘Per questa volta la passa liscia, ma alla prossima la spedisco dritta dal preside’ disse la professoressa, sorridendo. La ragazza biascicò un grazie e andò a sedersi al suo posto.
Alla fine dell’ora Gwen andò dall’amica Glenda e, dirigendosi verso la prossima aula, iniziarono a chiacchierare. Passata la mattinata, la dark uscì di scuola e si recò verso la fermata del pulman accompagnata dalla bionda.

Mentre la gotica passava una noiosa giornata scolastica, Courtney e Duncan si stavano dirigendo col taxi verso l’albergo.
‘Non sono mai stata a Montreàl’ esclamò la ragazza entusiasta, guardando fuori dal finestrino e scrutando ogni singolo dettaglio di quella meravigliosa città.
Arrivati all’albergo, il punk rimase meravigliato: era un albergo cinque stelle, chiamato ‘Ritz-Carlton’. Esso aveva la facciata bianca e una tettoia molto grande, decorata con delle bandiere.
Quando entrarono rimase ancora più colpito. Era tutto in marmo, con decorazioni in oro sui muri e sulle colonne. C’erano dei lampadari bianchi con un fiore in oro disegnato sopra che pendevano dal soffitto e, in mezzo alla sala, un tavolo con dei fiori.
I due si diressero al bancone, dove una giovane donna bionda, con i capelli raccolti in uno chignon, li accolse. ‘Buongiorno! Avete bisogno di qualcosa?’ chiese la ragazza sorridendo.
‘Abbiamo prenotato una stanza a nome *****’ rispose la castana.
La receptionis prese una chiave elettronica e la diede alla ragazza, dicendo ‘Stanza N. 84, terzo piano. Buona giornata’. in seguito tornò a lavorare col computer.
I due ragazzi si recarono alla loro stanza. Aperta la porta, si trovarono davanti una camera bellissima, con un letto matrimoniale che sembrava comodissimo. Inoltre c’erano anche un divanetto, un frigo-bar e una tv, oltre al bagno.
‘Fantastico’ disse fra se e se il ragazzo, seguito da una risatina di Courtney.
‘Visto? – cominciò lei – Ci divertiremo un sacco. Ecco il programma’.
PROGRAMMA? pensò lui Ma che scherziamo? Odiava le cose programmate, preferiva decidere sul momento cosa fare.
La ragazza si mise a sedere sul letto e tirò fuori il suo amato palmare, per poi cominciare a leggere ciò che aveva pianificato. Voleva andare a visitare musei, luoghi storici e fare passeggiate noiosissime.
Alla fine della lettura, lui la guardò accigliato e disse ‘Mi rifiuto di fare cose programmate. E poi la metà di queste cose le ho gia viste. Per una volta, fammi decidere e fatti guidare da me, intesi?’.
La ragazza lo guardò sorpresa. Perché di punto in bianco vuole fare tutto di testa sua? pensò lei. Qualcosa non le quadrava, comunque fece spallucce e, malvolentieri, gli disse che andava bene.
Il resto della mattinata lo passarono in camera a riposarsi, dato che avevano viaggiato tutta la notte.
All’una si recarono al ristorante del hotel e ordinarono del fritto mare per lei e pasta agli scogli per lui. Nel frattempo parlarono del casting che la castana avrebbe dovuto affrontare il giorno dopo.
‘Sarò impegnata dalle otto alle dodici, quindi tu avrai la mattinata libera’ concluse alla fine lei.
Ottimo pensò Così ho un occasione per parlare con Gwen.
Poi prese il telefono è iniziò a scrivere un messaggio.

La dark mangiò a casa sua e si accontentò di un panino al forno con pomodoro, insalata e mozzarella.
Le due mangiarono silenziosamente, come al solito.
‘Oggi sarebbe tornato papà’ incalzò Abby. La ragazza smise di mangiare di colpo, dato che quelle parole le tolsero l’appetito.
‘Vado in camera mia’ bisbigliò la ragazza, alzandosi lentamente e dirigendosi verso la sua stanza, lasciando ancora mezzo panino nel piatto.
Appena entrata si sedette sul letto, ripensando al padre.
Sarebbe stato fantastico riabbracciarlo.
Il cellulare squillò e la ragazza, che era persa nei suoi pensieri, sussultò.
Prese il telefono e lesse il messaggio:
Sono in città, ti devo parlare. Domani mattina alle nove nel parco alle cascate. Vieni per favore,
Duncan

Sussultò nuovamente alla lettura di quel messaggio. Che avrà mai di così importante da dirmi? E poi, che ci fa in città? pensò lei, irritata.
Un altro pensiero le balenò in testa subito dopo: cosa avrebbe potuto dire a Trent? Sicuramente non sarebbe stato d’accordo che lei andasse da sola a parlare col punk. Avrebbe sicuramente voluto seguirla.
L’unica opzione valida era non dirli niente e non andare all’“appuntamento”, ma era troppo curiosa per saltarlo. Così prese l’unica decisione rmanente: ci sarebbe andata, ma senza dire niente al fidanzato.
Il cellulare suonò nuovamente, ma questa volta era il moro che la chiamava.
‘Pronto?’ disse rispondendo.
‘Ehi cucciola, ti va di uscire oggi? L’impegno che avevo è saltato, quindi volevo stare un po’ con te’ disse il ragazzo, con voce allegra.
‘Oh, certo! A che ora vieni?’ chiese.
‘Anche subito se vuoi!’ rispose lui. ‘Ok, allora ti aspetto. Ciao’ e chiuse la chiamata.
Il musicista andò subito a prendere il motorino e partì per andare dalla dark.
Lei prese i soldi e il cellulare ed andò fuori di casa ad aspettarlo. Prima voleva passare a salutare la madre e scusarsi, dato che l’aveva lasciata da sola, ma lei non c’era. Fece spallucce e si avviò verso la porta.. Un istante prima di uscire di casa, notò un post it giallo attaccato alla porta.
Lo staccò e lesse: Tesoro, non volevo disturbarti visto che parlavi con Trent. Io vado a lavorare. Ciao principessa.
Ah, una altra cosa: chiedi al bimbo se si vuole fermare a mangiare stasera.
Riattaccò il bigliettino alla porta, snervata per quel principessa, e uscì di casa. Si sedette sugli scalini e aspettò il ragazzo, che arrivò dopo dieci minuti.
‘Ciao tesoro’ salutò lui scendendo dal motorino.
‘Ciao’ rispose lei, un attimo prima che lui la baciasse.
I due si presero per mano e si diressero nel parco.
La ragazza era combattuta, perché non sopportava l’idea di tenere nascosto qualcosa a Trent. Di conseguenza era molto nervosa.
‘Che hai? - le chiese lui, accorgendosi del suo stato d’animo – Mi sembri agitata’.
‘No Trent, sono tranquillissima’ disse lei, sfoderando un ampio sorriso.
Quant’è bella pensò lui, guardandola.
Poi lei aggiunse ‘Ho fame, andiamo a prendere il gelato?’. Lui la guardò incredulo e replicò ‘Ma sono appena le due! Hai mangiato da meno di un ora – in seguito, vedendo l’espressione da cucciolo bastonato di Gwen, aggiunse sorridendo – E va bene, andiamo’. I due andarono alla gelateria dove sempre prendevano il gelato.
Nella direzione opposta alla loro, la mora vide arrivare Duncan. Sgranò gli occhi e lo stesso fece il punk alla di vista lei.
Impossibile pensò lui. Era sicuro che lei a quell’ora sarebbe stata a casa oppure da tutt’altra parte, visto che prendeva il gelato sempre fra le quattro e le cinque.
Courtney e Trent non si accorsero di niente invece, dato che lui stava ordinando il suo gelato e lei era troppo distratta a guardarsi a torno, per contemplare quel parco meraviglioso.
Al ragazzo, vedendo la dark mano nella mano col “musicista psicopatico”, venne un attacco di gelosia, che lo portò a baciare la castana. Gwen alla vista di quella scena distolse lo sguardo, trattenendo a stento le lacrime.
Lei non si era scordata di Duncan, ora ne aveva la prova.
Appena il moro finì di pagare il gelato, lei lo trascinò via, quasi con violenza.
Il punk, staccatosi dal bacio, si rese conto di ciò che aveva appena fatto e di aver potuto distruggere l’unica possibilità che aveva per parlare e riconquistare la sua amata gotica. Sono un idiota, uno schifosissimo idiota pensò lui amareggiato. Court lo prese per un braccio e lo trascinò verso la gelateria.

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Buona sera! Finalmente ho pubblicato il capitolo 15 (dopo tre giorni, perdonatemi D:).
Spero vi piaccia questo capitolo, perchè ho avuto il così detto "blocco dello scrittore" e non mi veniva niente in mente. L'ispirazione aveva fatto puff (??)!
Saluti, Dog <3

Pubblicità Time (??)
Se non sapete che fare e/o avete tempo da perdere, leggetevi queste due FlashFic:
- Stupide Bacchette. (Mia);
- Mi manchi (Di Cat).
E se volete leggere ancora, andatevi aleggere fra le originali 'LENNOX, la sua colpa? Assomigliare ad un pitbull.' ;3
  
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