Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: phantomwise    16/08/2012    4 recensioni
Ambientata dopo due anni dall'inizio degli eventi, questa fanfiction sul mio manga preferito, Detective Conan, inizia con Vermouth che contatta il nostro mini-detective preferito per aiutarla a sconfiggere l'Organizzazione.
Da questo nascerà una squadra, in cui tutti dovranno mettere da parte i propri sentimenti per raggiungere l'obiettivo finale.
Avvertimento: chi non ama le storie lunghe e romantiche, si tenga alla larga!
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Estratto al quarto capitolo: "All I ever wanted"
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Alzò il viso e lo fissò, i suoi occhi azzurri fissati in quelli blu di lui.
In uno sguardo si capirono al volo: non servivano parole per dimostrare ciò che sentivano.
Lui si avvicinò a lei, lei sporse il viso in avanti e chiusero gli occhi, assaporando il loro primo bacio.
In quel momento esistevano solo loro due.
Ran mise una mano sulla nuca di Shinichi, accarezzandogli i capelli, mentre lui posò le mani sui fianchi della ragazza, attirandola a sé dolcemente e lasciando che i loro corpi si toccassero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Again

 







-Ti prego! Che ti costa? Solo per questa volta!-
-Ho detto no, Kudo. E quando dico no, è no.-
-Ti prego, Haibara! Ho bisogno dell’antidoto! È importantissimo!-
-Certo, il compleanno della tua ragazza è così importante da poter mettere in pericolo le nostre vite.-
-Ma…!-
-Niente “ma”, Kudo. Non capisci che se scoprissero che sei ancora vivo, ti ucciderebbero? Dopodiché, di quanto tempo pensi che avrebbero bisogno per ricollegarmi a te? E poi sarebbe tutto finito. Anche la ragazza dell’agenzia e tutti i tuoi amichetti sarebbero finiti.-
-Ti giuro che starò attento! Ran no mi perdonerebbe mai se mancassi al suo compleanno!-
-E a me che importa?-
-Tu sei l’unica… l’unica persona al mondo che potrebbe aiutarmi in questo momento. Capisco che è rischioso, ma per me ne varrebbe la pena. È… davvero importante.-
La ragazzina non rispose, fissando con i suoi occhi verdi gli occhi blu dell’amico.
Lui tacque, ricambiando fermamente lo sguardo.
-D’accordo… però mi devi promettere che non darai spettacolo come alla recita scolastica. Devi farti vedere solo da lei, d’accordo?- disse lei alzando gli occhi al cielo.
-Lo prometto!- rispose lui raggiante.
All’improvviso Conan Edogawa, la versione ristretta del famoso detective liceale Shinichi Kudo, abbracciò l’amica, senza notare il rossore che faceva capolino sul viso di lei.
-Ti ho mai detto che sei fantastica?- disse lui in preda all’allegria.
L’ex-scienziata Shiho Miyano, ora nota come la piccola Ai Haibara, si scansò, fingendo nervosismo.
-Meno smancerie, Kudo! O la tua ragazza potrebbe ingelosirsi…- disse lei girandosi per non far notare di essere arrossita e cercando di far rallentare i battiti del suo cuore.
-Lei non è la mia ragazza!-

***

-Ehi, Ran!- esclamò Sonoko Suzuki mentre correva per raggiungere la sua amica.
-Oh! Ciao, Sonoko.- disse la più pacata Ran Mouri.
Erano entrambe alunne dell’ultimo anno al liceo Teitan. Sonoko non aveva ancora deciso, ma Ran era sicura che l’anno seguente avrebbe studiato Giurisprudenza, seguendo le orme della madre, Eri Kisaki, avvocato di grande talento, soprannominata “Principessa del Foro”.
-Domani è il grande giorno! Hai già deciso come vestirti?- chiese eccitata Sonoko.
-No, non ancora… In questo momento ho altri pensieri per la testa…- rispose l’amica abbassando il capo.
-Scommetto che pensi al tuo maritino! Ma quando ti deciderai a lasciar perdere quel detective da strapazzo?- disse con rabbia l’erede della compagnia Suzuki.
-Sonoko! Shinichi non è il mio “maritino”! Anche se, comunque, stavo pensando proprio a lui…- ribatté la karateka.
-Visto? Come fai a sopportarlo? Lui non si fa vedere per secoli e tu ancora lo aspetti! Tra l’altro, sono sicura che domani non verrà! Fa sempre cos…-venne interrotta dallo squillo di un cellulare.
-È Shinichi!- esclamò Ran tirando il cellulare fuori dalla tasca e leggendo il nome sullo schermo.
-Scommetto che dirà che non potrà venire…- sbuffò Sonoko.
-Sta’ zitta! Pronto?- esclamò la figlia del detective Mouri.
-Ciao Ran! Come va?-salutò la voce proveniente dal telefono.
-Tutto bene… Tu come stai? Quando torni?- chiese lei al settimo cielo.
-Proprio per questo motivo ti ho chiamata. Visto che domani è il tuo compleanno, pensavo di tornare giusto per farti gli auguri. Ovviamente dopo dovrei ripartire, ma…- continuò lui.
-Davvero? Non sai quanto mi rendi felice! Comunque, Sonoko mi ha organizzato una festa domani pomeriggio, verso le cinque, alla sua villa, perciò mi chiedevo se tu… insomma vorrei che venissi anche tu. Ci sarai?- lo interruppe lei.
-Temo di no… Non credo che arriverei in tempo. Ti verrò a trovare dopo la festa, ok?-
-Va bene… Alloraci vediamo domani sera, ok?-
-Ok… Ci vediamo domani, allora.-
-Si… Ci vediamo… domani.- e chiuse la conversazione con un sorriso e le guance rosse.

***

-Allora, Kudo, questa è una dose dell’antidoto provvisorio contro l’apotoxina. È leggermente diversa da quella precedente: ha una durata di 48 ore, e i tuoi anticorpi non dovrebbero diminuirne l’effetto. Comunque, devi stare molto attento. Non dovrai…- spiegò Ai porgendo all’amico la piccola capsula bianca.
-…“Non dovrai farti vedere da nessuno tranne Ran, altrimenti metteresti in pericolo le nostre vite e quelle di coloro che ci circondano”. Si, lo so, me l’avrai ripetuto un centinaio di volte.- ribatté scocciato Conan afferrando l’antidoto.
-Te lo ribadisco sempre perché, conoscendoti, so che potresti cedere alle tue manie di grandezza e uscire allo scoperto. Giurami che starai attento.- pretese lei.
-Lo giuro.- confermò lui.
-Me lo devi giurare su ciò che per te conta di più.- continuò lei.
-Te lo giuro su Ran. Lei è la mia ragione di vita.- rispose serio lui.
-…Risparmiati i sentimentalismi per domani sera, Kudo.- ribatté, quasi sembrando schifata, la ragazza.
La giovane si voltò e prima di uscire dal laboratorio, lanciò un ultimo sguardo nostalgico a Conan.

“Sei davvero fortunata, Ran Mouri.”
  
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