Libri > Twilight
Segui la storia  |      
Autore: Lully Cullen    16/08/2012    8 recensioni
Isabella Swan, aveva diciotto anni, era una ragazza normale, che tra un paio di mesi avrebbe frequentato Yale grazie ad una borsa di studio. Aveva la testa sulle spalle, e non se la tirava anche se i suoi genitori erano dei dottori. Viveva a New York, dove nel periodo estivo, molti ragazzi decidevano di trovarsi un lavoretto part-time per racimolare qualcosa e farsi una vacanza.
 
E proprio di fronte a lei, nella casa della signorina Thompson, il diavolo aveva deciso di trovarsi un lavoretto come giardiniere.
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi con una mini fic. Sarà composta da due, massimo tre capitoli.

Ho tratto ispirazione dal video " Call me maybe", è da questa estate che mi ci sto sockando xD

Vi lascio, ci vediamo tra qualche giorno con l'aggiornamento di " A Twist in my story".

Buona Lettura!



 

 

 

 

 

 

 

No, decisamente quella non era giornata.

 

Isabella si trovò ad emettere un sospiro di sollievo dalle sue sottili labbra rosee.

 

Ancora un po’ e mi avrebbe scoperto. Pensò la ragazza nascosta dietro la tenda color crema della cucina. Isabella Swan, aveva diciotto anni, era una ragazza normale, che tra un paio di mesi avrebbe frequentato Yale grazie ad una borsa di studio. Aveva la testa sulle spalle, e non se la tirava anche se i suoi genitori erano dei dottori. Viveva a New York, dove nel periodo estivo, molti ragazzi decidevano di trovarsi un lavoretto part-time per racimolare qualcosa e farsi una vacanza.

 

E proprio di fronte a lei, nella casa della signorina Thompson, il diavolo aveva deciso di trovarsi un lavoretto come giardiniere.

 

La prima volta che Isabella lo vide, pensò ad un miraggio dovuto al caldo soffocante di quella mattina. Solo qualche secondo più tardi, quando quella scultura greca si stava dirigendo verso di lei, si accorse di essere finita con il sedere a terra e di aver rovesciato la confezione di pesche gialle appena comprate da Nate,il fruttivendolo.

 

Totalmente imbarazzata, la ragazza si alzò da terra, cercando di afferrare quante più pesche possibile per fuggire via e rinchiudersi dentro casa per auto commiserarsi.

 

Qualche altra ragazza avrebbe utilizzato questa tattica per farsi soccorrere e scoprire il nome di quel fusto per poi attaccare bottone, ma non lei. Isabella era goffa di suo, riusciva ad inciampare su una superficie totalmente liscia, e aveva una media di cinque cadute settimanali. Passava più tempo a terra che in piedi.

 

Proprio per questo dopo quella figuraccia decise di spiare il fusto da lontano.

 

Ma purtroppo lo spionaggio non era il mestiere adatto per la povera diciottenne, poiché spesso, molto spesso, si imbambolava a guardare il giardiniere, proprio come era successo poco fa. Quando quel ragazzo dai capelli rossicci, si era tolto la maglietta dal caldo. Una mossa da dichiarare illegale, data la tartaruga che faceva bella mostra di sé. Probabilmente tra qualche secondo ci sarebbe stato qualche incidente, o la signora Thompson sarebbe morta di infarto…o sarebbe morta di infarto lei stessa, chi può dirlo.

 

Acqua, aveva bisogno di acqua.

 

Si diresse verso il frigo e prese la bottiglia d’acqua. Non si diede pena di usare il bicchiere, in quel momento doveva riprendersi, e raggiungere la mensola dove erano i bicchieri voleva dire perdere ancora più tempo prima di poter tornare a spiare il fusto.

 

Isabella tornò nel suo “nascondiglio “, e si mise un paio di occhiali a mosca per celare la sua identità.

 

Come se non ti riconoscesse. Le suggerì la coscienza.

 

Esaminò pezzo per pezzo di quel giardino, ma del ragazzo nemmeno l’ombra. Così ormai demoralizzata, si tolse gli occhiali e sbuffò.

 

Il campanello di casa spezzò quel momento di auto commiserazione e fece arrabbiare Isabella. Se lui fosse tornato a lavoro, lei non l’avrebbe visto.

 

Si diresse verso la porta e la aprì. Gli occhi della ragazza si posarono su un puzzle di muscoli magnificamente assemblati. La bassa statura di Isabella infatti le impediva di guardare in faccia direttamente il suo interlocutore,fortunatamente. Alzò cautamente gli occhi e si scontrò con due pozze smeraldine che sembravano prendersi gioco di lei. Presa dal panico, chiuse la porta di scatto.

 

Cosa ci faceva lui lì? Senza maglietta per di più?

 

Eccolo, lo sentiva. Lo sentiva arrivare quel maledetto infarto.

 

Isabella si riscosse dai suoi pensieri e si diede mentalmente della stupida: gli aveva chiuso la porta in faccia!

 

La aprì di nuovo e si scontrò con le spalle del ragazzo che stava per andare via.

 

“ Ciao, scusa se sono stata così maleducata, ma l’ultima cosa che mi aspettavo era trovarmi un ragazzo mezzo nudo  davanti “ mormorò a bassa voce la mora, tenendo lo sguardo basso per l’imbarazzo.

 

Il giardiniere si voltò verso di lei e le sorrise, intenerito dalla sua timidezza.

 

“ Scusami tu, mi ha mandato mia nonna “ lei sgranò gli occhi e lo guardò confusa.

 

“ La signora Thompson.” Precisò il ragazzo. Isabella maledì la signora Thompson per averle nascosto tutto quel ben di Dio per diciotto anni. Certo, era normale custodire gelosamente un figo del genere, ma cavolo, se lo avesse visto prima si sarebbe dilettata nello spionaggio più spesso.

 

“ Vedi, il taglia erba elettrico non va, così mi ha chiesto di venire qui per vedere se avevate ancora quello manuale “ Manuale.

 

Il cervello di Isabella si disconnesse a quella parola.

 

Se lui avesse usato il taglia erba manuale avrebbe sudato, e il sudore avrebbe risaltato i suoi muscoli. Questo voleva dire solo una cosa: Isabella non si sarebbe staccata dalla finestra per le prossime ventiquattr’ore.

 

“ Ah, io sono Edward. Edward Cullen “ Edward, un nome che sprizza erotismo da tutti i pori. Ma da dove era uscito? Da un’orgasmo, senza dubbio. Si disse Isabella mentre gli porgeva la mano.

 

“ Isabella Swan, anche se preferisco essere chiamata Bella “ al contatto tra le due mani, la ragazza diventò subito rossa e abbassò lo sguardo.

 

“ Comunque, seguimi in garage, vediamo se papà lo ha messo lì “ Gli fece strada e davanti la porta del garage di servizio Isabella si chiese se la chiave della porta funzionava ancora. Lo avrebbe stuprato e poi lo avrebbe lasciato lì, in modo di poterne abusare quando voleva.

 

Sì, era senza dubbio un piano eccellente.

 

Purtroppo lei non era di certo il tipo che avrebbe aggredito un ragazzo saltandogli addosso,certo, era caduta addosso a tanti ragazzi, ma questo era un altro paio di maniche!

 

Aprì la porta e si guardò intorno.

 

“ La ricerca è compito tuo. Sinceramente non so distinguere una chiave inglese da un bullone, figurarsi un taglia erba “ mormorò mettendosi di lato per farlo passare.

 

Edward le sorrise e si guardò intorno. Afferrò il taglia erba e uscì dal garage, le si avvicinò e le scompigliò i capelli.

 

“ Grazie, te lo riporto, promesso. “ le fece un occhiolino e se ne andò ridendo.

 

Isabella rientrò in casa e iniziò a mettere a soqquadro i cassetti dei mobili in cucina. Non poteva rischiare di essere vista di nuovo, quindi perché non inaugurare quel binocolo di Hello Kitty, ricevuto in quinta elementare, con i pettorali di Edward?

 

Si nascose dietro la solita tenda color crema e portò il binocolo agli occhi perfezionando la messa a fuoco.

 

Accadde tutto in un momento, i muscoli di Edward si tesero mentre si piegava in avanti, i bicipiti si gonfiarono come due palloni, e il sedere era in bella vista.

 

Fuoco, Isabella sentiva un tremendo bruciarle le membra e prosciugarle la salivazione.  Allontanò il binocolo dagli occhi solo quando il suono del cellulare la distrasse. Lo afferrò e accettò la chiamata senza guardare il mittente.

 

“ Isabella, staccati da quella maledetta finestra “ Uno scampanellio acuto le fece inarcare le sopracciglia, per poi farle emettere un sospiro.

 

“ Che vuoi Alice? “ Alice era una vera e propria rompi scatole, riusciva ad interrompere momenti idilliaci e a risanare momenti orribili. Isabella non aveva ancora capito come lei, pacata e riflessiva, avesse potuto affezionarsi in modo così morboso al folletto dai capelli neri, diventando poi migliori amiche.

 

“ Sai, ho una strana sensazione. Una di quelle che mi viene solo se accade qualcosa. Ho già chiamato Jazz , Emm e Rose, ma a loro non è successo niente. Quindi resti tu mia cara. Cosa è successo? “ Disse con aria frizzante. Sì, la cosa inquietante di Alice era il suo sesto senso super sviluppato.

 

“ Ho parlato con il giardiniere. “ mormorò Isabella a bassa voce, sperando che non la sentisse.

 

“ Cosa?! E quando avevi intenzione di dirmelo? Come si chiama? “ Sì, era decisamente frizzante.

 

“ Edward, Edward Cullen. E’ il nipote della signora Thompson. Ci credi? “

 

“ Davvero? Io non ho mai visto nessun nipote…sarà perché è sempre lei ad andare da loro nel periodo delle vacanze “ Alice aveva ragione, era sempre stata Margaret Thompson a raggiungere la sua famiglia a Chicago, (o almeno così le aveva detto quando era malauguratamente rimasta chiusa fuori casa), dato che il figlio lavorava in ospedale lei non se la sentiva di farlo allontanare così tanto dal lavoro.

 

Isabella alzò lo sguardo e vide Edward sorriderle e farle un gesto della mano, almeno adesso aveva la scusa di star parlando al telefono!

 

“ Bells, ci sei? “

 

“ Sì, sì ci sono “

 

“ Va bene,  ora devo staccare. Tra un po’ passa a prendermi Jazz, ti chiamo stasera! “ Isabella non ebbe neanche il tempo di rispondere, che Alice aveva già chiuso. Scosse il capo sorridendo e posò il telefono sul tavolo della cucina.

 

“ Bella, sono a casa! “ Renèe Swan, spuntò in cucina sommersa da buste della spesa.

 

“ Hai svaligiato un supermercato? “  La morettina sorrise e inarcò un sopracciglio, prima di aiutare la madre a posare tutte le buste sul tavolo. La signora Swan efferrò il polso della figlia e lo tastò.

 

“ E’ la vena ironica che pulsa più delle altre? “ domandò con aria circospetta.

 

“ Ho preso dalla migliore “ rispose Isabella mentre addentava una mela.

 

“ A proposito di migliore… mi devi lavare la macchina Bells “

 

“ Co-cosa? Non possiamo portarla ad un lavaggio, come tutte le persone normali? “

 

“ Perché sprecare soldi ad un lavaggio, quando hai come figlia una sirena a cui piace sguazzare nell’acqua e bagnarsi quando fa caldo? “

 

“ Ero piccola, avevo dieci anni! “

 

“ Ed eri molto più accondiscendente allora “

 

“ Non avevo la capacità di intendere e di volere allora, mamma! “ Renèe si limitò a scrollare le spalle, mentre Isabella sbuffava.

 

“ Io devo uscire, lava la macchina. E poi, che ti costa? Almeno sei faccia a faccia con quel tipo “ Renèe schioccò un bacio sulla guancia alla figlia prima di sparire. “ E comunque, io approvo! “

--

 

Erano dieci minuti che Isabella si trovava in garage.

 

Erano dieci minuti che Isabella malediva la madre.

 

Erano dieci minuti che Isabella cercava di non farsi prendere dal panico.

 

E se lui avesse pensato che era tutta una tattica per circuirlo?

 

Io sono innocente! Urlò mentalmente Isabella.

 

Ormai il danno è fatto, esci fuori e fai finta di nulla.

 

Si precipitò verso la macchina con le sue comode infradito, e bagnò la golf della madre con la pompa dell’acqua. Afferrò il secchio con il detersivo e la spugna e iniziò ad insaponare.

 

Aveva messo le cuffie per non distrarsi e non lasciarsi prendere dal panico, probabilmente non avrebbe sentito nemmeno se un meteorite si sarebbe abbattuto sulla casa del signor Black, a due passi da casa sua.

 

Caldo, Isabella aveva tanto, troppo caldo.

 

Se avesse potuto avrebbe preso la pompa dell’acqua e si sarebbe innaffiata come si fa con una pianta. Ma non poteva rischiare di risultare volgare o goffa agli occhi di Edward, quindi si limitò ad insaponare, insaponare e insaponare.

 

Dal suo canto Edward trovava abbastanza bizzarra quella ragazza che lo spiava da quando era arrivato dalla nonna. Non che non avesse ragazze che cercavano di accalappiarlo, ma avevano sempre dimostrato (anche in modo spudorato), il loro interesse. Isabella invece cercava di farlo discretamente. Anche ora che lavava la macchina, non osava girarsi verso di lui. Sì, si vergognava.

 

Ecco perché lo incuriosiva, non faceva mai il passo più lungo della gamba, e poi ormai gli sembrava di conoscerla. Prima di andare a prendere il  taglia erba, la nonna lo aveva riempito di raccomandazioni: “ Sii educato con Isabella”, “ Isabella per me è come una nipote “, “ Isabella è una ragazza speciale e dolce” .Insomma, da quando era arrivato, Isabella era da tutte le parti. Così Edward decise di vedere cosa aveva di speciale.

 

Bella intanto, lucidava l’auto della madre, pensando che a breve, finalmente avrebbe terminato quella tortura. Si passò una mano sulla fronte matida di sudore quando sentì un picchiettio sulla spalla destra, girò il capo per vedere chi fosse, e si trovò davanti Edward Cullen.

 

Si tolse un auricolare e lo salutò.

 

“ Ti sono venuto a portare il taglia erba, lo porto in garage? “ Isabella si limitò ad annuire, in quel momento non si fidava della sua voce. Seguì Edward con lo sguardo, soffermandosi soprattutto sul suo fondoschiena, e poi riportò l’attenzione sulla macchina, conscia di essere diventata rossa come un pomodoro.

 

“ Senti, mi stavo chiedendo… Stasera vogliamo uscire insieme? “ La ragazza strizzò gli occhi un paio di volte e si morse il labbro ferocemente per vedere se era un sogno o se era la sua immaginazione che giocava brutti scherzi. Quando si rese conto che era tutto reale si limitò a sorridere ed annuire.

 

“ Era un sì? “ domandò il Rosso.

 

“ Sì “ rispose lei.

 

“  Passo a prenderti alle nove, a dopo Bella “ Si sporse a darle un bacio sulla guancia, e si ritirò verso casa della nonna con un sorriso smagliante, mentre quest’ultima, si era goduta tutta la scena nascosta dietro la tenda.

 

 

--

Recensite, alla prossima!

Lully ^^

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Lully Cullen