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Autore: CaptainJollyRoger    17/08/2012    4 recensioni
Lo so, lo so, il titolo non è una mia invenzione, ma Vasco aveva trovato la parole giuste prima di me, perciò...
Non è una song-fic: è semplicemente una One-shot ispirata a Smoker e incentrata sulla sua personale bilancia morale.
Tutti lo conosciamo, e sappiamo che il suo senso della giustizia non sempre corrisponde con quello del governo o dei suoi superiori.
A voi, i pensieri e le opinioni di uno dei personaggi più intriganti di OP.
Come al solito, vi supplico, fatemi sapere, anche con due parole, cosa ne pensate.
CaptainJollyRoger.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Smoker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buoni o cattivi, non è la fine. Prima c'è giusto o sbagliato, da sopportare. [Vasco]


-Come ti sei permesso! È pur sempre un mio uomo!-
La voce di Hina risuonò acuta nello studio.
Smoker si gettò pesantemente su una poltrona e sospirò, senza preoccuparsi minimamente di nascondere il fastidio che stava provando. Quella donna sapeva essere talmente irritante...
-Per quanto mi riguarda, poteva essere anche Sengoku in persona. Quel che ha fatto non è corretto, e va punito.-
Hina, in piedi davanti a lui, strinse i pugni. Si vedeva lontano un miglio che stava combattendo contro la voglia di colpirlo, e questo fece scoppiare a ridere di cuore Smoker.
La conosceva da tempo ormai, e poteva quasi dire di trovarsi bene con lei. Quasi. Ovviamente, quando gli veniva chiesto, rispondeva semplicemente di sopportarla più di quanto non sopportasse gli altri Marines. Solo le persone più vicine a lui (forse era meglio dire solo Tashigi) avevano intuito che in realtà teneva a quella donna quasi quanto ad una sorella.
In fondo, per poterlo capire bisognava sapere, ad esempio, quante volte lei lo avesse salvato dall'espulsione alla scuola militare, e di nuovo solo Tashigi poteva vantare una simile conoscenza del passato dell'uomo. Non che lui raccontasse il suo passato, ma essendo la sua seconda, era capitato che assistesse a conversazioni di piacere tra i due, trovandosi involontariamente coinvolta nei loro ricordi e, il novantanove per cento delle volte, nelle loro litigate.
Sì, in fondo, ma in fondo, Smoker voleva bene a Hina.
-Non dovevi permetterti ugualmente! In fondo stava svolgendo il suo lavoro. Non è forse compito dei Marines tenere sotto controllo la pirateria?-
Ma a volte avrebbe preferito che scomparisse dalla faccia della terra.
-Ha ucciso un uomo che non rappresentava un pericolo per nessuno, non l'hai visto?- ringhiò, guardando la collega minacciosamente.
Quella sbuffò. -Ha svolto il suo dovere. Quell'uomo era un pirata.-
-Ex pirata.-
-La sostanza è quella. Certo, sarebbe stato preferibile catturarlo, ma...-
-Non stava dando fastidio a nessuno, non ne dava più da quasi un anno.-
-...ma ha detto di non aver avuto scelta. E sette mesi di inattività non sono 'quasi un anno'.-
L'uomo non rispose subito. Cacciò un sigaro dalla cinta che portava a tracolla e lo sostituì a uno dei due che reggeva tra i denti, ormai ridotto a un mozzicone.
Lo accese, e tirò un paio di boccate. -Quell'uomo non aveva fatto nulla di male. Stava semplicemente consumando il suo pasto, regolarmente pagato tra l'altro. Se non sai tenere sotto controllo la furia omicida dei tuoi uomini, almeno non cercare di difenderli quando sono nel torto più marcio.-
Smoker sapeva di avere ragione. Non aveva dubbi, al riguardo.
E sapeva che presto anche Hina non avrebbe potuto fare a meno di ammetterlo. Così continuò, portando avanti le sue motivazioni.
-A parte il fatto che la taglia era talmente insignificante che quell'uomo non poteva rappresentare un reale pericolo in una città così strettamente sorvegliata dalla marina. E poi, se proprio voleva, come ha detto lui, rendersi utile, sarebbe bastato ammanettare l'uomo e portarlo in galera. Il nostro ruolo non ci permette di disporre a piacimento della vita o della morte altrui, ma troppi marine sembrano dimenticarlo.- esalò, accompagnando le sue parole con un paio di cerchi di fumo.
Hina lo fissava. Sembrava combattuta tra due istinti, uno che voleva continuare a difendere il suo uomo per puro e semplice orgoglio, e uno che non riusciva a dare torto alle parole del collega. Alla fine, sembrò optare per una giusta via di mezzo.
-Anche ammesso che tu abbia ragione, e sia chiaro che non sono ancora convinta, era davvero necessario lasciarlo due settimane nella cella della nave, passandogli solo acqua e pane, al pari di un qualsiasi criminale?-
Smoker alzò un angolo della bocca, intenzionato forse a sorridere, ma dando vita ad un terrificante ghigno.
-E ringrazia il cielo che mi sia limitato a fare quello.-
-Ma è pur sempre un Marine!-
-E quindi?-
L'uomo cacciò un altro sigaro dalla cintura e cominciò a giocarci, rigirandolo tra le dita con piccole acrobazie della mano. Segno inequivocabile che la conversazione lo stava divertendo.
Hina non sembrava invece provare simili emozioni; più che altro, sembrava sull'orlo di una crisi nervosa, il viso che ormai aveva superato di parecchie tonalità il colore dei capelli.
-Accidenti, Smoker, si può sapere che hai fatto ultimamente? Sappi che io con i superiori non ti copro più! Prima permetti ad un'intera, pericolosa flotta di pirati di scapparci da sotto il naso, poi rifiuti una promozione, ed ora sbatti in cella un Marine perché ha fatto fuori un pirata! Da che parte stai? Sei forse passato con i cattivi?-
La mano di Smoker si fermò all'improvviso, il sigaro in perfetto equilibrio tra il medio e il mignolo. La sua espressione, prima vagante tra il divertito e l'annoiato, divenne indecifrabile. Alzò lo sguardo da terra, e lo fissò in quello della collega, che per la prima volta dall'inizio della conversazione avvertì un brivido lungo tutta la spina dorsale, come fosse stata avvolta da gelido fumo.
Dopo alcuni secondi, una risata amara e visibilmente forzata risuonò cupa nella stanza.
-I cattivi? E i buoni chi sarebbero, i Marines?- tornò a far danzare il sigaro spento tra le dita, mentre tirò una boccata da quelli accesi in bocca e soffiò fuori una nuvoletta di fumo grigio che restò sospesa davanti al suo volto per molto più tempo del normale, finché lui non la disperse con un movimento della mano libera. -Buoni...cattivi...tutte cazzate. Un uomo non si etichetta in questo modo. Un uomo non si giudica dal suo ruolo, ma dalle sue azioni. Prendi Morgan Mano D'ascia. Era uno dei cosidetti buoni, ma non c'è una sola persona a Sheltz Town che rimpianga il suo periodo di tirannia. Hina, la divisione da fare non è tra buoni o cattivi, ma tra giusto e sbagliato. E stai pur certa che, nonostante la maggior parte della gente sia convinta del contrario, non certo i buoni corrispondono al giusto.-
Hina lo fissò per qualche secondo, mordicchiandosi un labbro, pensierosa. Nessuno riusciva a metterla in difficoltà, mai. Tranne Smoker.
Maledizione.
-Va bene, hai vinto tu, ancora una volta, e la tua assurda legge morale che forse tanto assurda non è. Non riusciranno a piegarti, eh?- sorrise la donna, arrendendosi con un lungo sospiro e buttandosi finalmente su uno dei divanetti dello studio.
Smoker non ebbe bisogno di chiedere spiegazioni; aveva capito benissimo.
No, non l'avrebbero mai piegato. Non ci sarebbero mai riusciti. Né marina, né governo mondiale, né nobili di sorta. Si era arruolato per inseguire il suo personale senso della giustizia, non per diventare un burattino. Avrebbe combattuto le battaglie che gli sarebbero sembrate corrette, e avrebbe ignorato o ostacolato quelle partorite da ideali corrotti, come sempre aveva fatto.
-No, non ci riusciranno. Non seguirò mai un falso ideale. Io combatto per il popolo. Non per la marina.-
E Hina sapeva che diceva sul serio. Avrebbe combattuto per i giusti, non per i buoni.
Le sue non erano parole affidate al vento; erano promesse marchiate a fuoco nel suo fumo.






NDA: SALVE! Eccomi di nuovo con una delle mie idee serali/notturne!
Questa, in particolar modo, è dedicata ad una persona in particolare: in teoria doveva essere una specie di regalo di compleanno, ma mi sa che sono arrivata in ritardo...vabè, comunque sia, è dedicata ad Hamber of the helves! (se sapessi mettere il grassetto lo farei!)
Ok, passo alla storia: in realtà non c'è molto da dire: è ambientata poco dopo Alabasta, e Hina dovreste già conoscerla...
Mi limito a dirvi che il fumo dell'ultima frase è un'allusione al rogia di Smoky, ma in teoria dovrebbe capirsi, se non sono stata proprio incomprensibile! :)
Ok, si vede che ho sonno dalle cavolate che sto scrivendo! Quindi, vi lascio con una preghiera: per favore, vi prego, vi supplico...una recensioncina! Piccina piccina! Giusto per farmi sapere se i personaggi sono IC e se la storia era accettabile! :)
Au revoir!
CaptainJollyRoger.
  
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