Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Selene Silver    17/08/2012    3 recensioni
Alterazione; pensare a tutte le parole che ti descrivono imprimendotele sulla pelle, dove tutti - soprattutto tu - potranno vederle. Come la marca di un formaggio. Rimarranno lì e saranno la tua scusa per non cambiare, la tua scusa per rimanere infantile e avere paura.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Tyler. Voglio che mi ascolti attentamente.»
«Va bene.»
«Ho gli occhi aperti.»
Fight Club.


Alterazione è starsene sdraiati al buio, con le cuffie nelle orecchie e la notte che sembra volerti soffocare come un cappuccio sulla testa.
Te ne stai sdraiato ad occhi aperti, perché proprio non riesci a chiuderli, e scrivi con la luce spenta, perché la vita di quell'unica scintilla di elettricità è troppo rumorosa nella tua testa, come un calabrone dentro un barattolo chiuso. Continua a sbattere contro le pareti di vetro della tua mente.
Alterazione; pensare a tutte le parole che ti descrivono imprimendotele sulla pelle, dove tutti - soprattutto tu - potranno vederle. Come la marca di un formaggio. Rimarranno lì e saranno la tua scusa per non cambiare, la tua scusa per rimanere infantile e avere paura.
E gli occhi proprio non ne vogliono sapere, di chiudersi, perché sono ancora alla ricerca di qualcosa da vedere nel paesaggio piatto della tua non-vita.
E provi a spiegare, con frasi che iniziano tutte per congiunzioni, cos'hai in mente, ma hai troppa fretta anche quando nessuno te la mette, forzi le parole tutte insieme, e apparentemente nessuno riesce a capire basandosi solo sulla canzone che ti è rimasta nella testa (come quel calabrone) e nelle dita, che hanno piccoli spasmi sulle lenzuola, come per afferrare uno strumento che, comunque, non sai usare.
Intanto la mano ti trema e la tua calligrafia sembra mutare in quella di qualcun altro, quella parte debole di te che non ce la fa a tenersi tutto dentro; scarabocchi calcati sulle pareti di un manicomio, di una prigione.
Cerchi di dare nuovi significati alle parole in modo da farle tue, da riuscire a usarle, ma sembrano tutte suoni vuoti, accozzaglie di sillabe che fanno l'autoscontro dentro di te, scoppiando come le auto di un film d'azione americano.
Alla fine ti accorgi di essere nient'altro che l'ennesima vittima della sindrome di Stoccolma, che t'impedisce di odiare totalmente tutte le catene che ti tengono legato a questo letto dove le lenzuola sono appiccicose di notti sole ed insonni, in cui i suoni cadevano nel vuoto e anche i tuoi pensieri
cedevano
cadevano, come in un crepaccio profondo, mentre i tuoi occhi, incapaci di chiudersi, incapaci di liberarti, vedevano nient'altro che le tue mille paure, ed i tuoi mille difetti, imprimendoteli 
nella
sulla pelle, come l'ennesima scusa per non cambiare.



Non dormo da troppe ore consecutive, ho lo stomaco vuoto se si escludono dei cereali senza latte, e le pellicine che sanguinano, tanto me le sono mangiate per l'ansia. E le parole di Tyler Durden non vogliono saperne di uscirmi dalla testa.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Selene Silver