Premessa: tutti i personaggi di
questa fic non mi appartengono, ma sono di proprietà di Kazuya Minekura e di
chiunque altro ne detenga i diritti. Io mi limito solo ad utilizzarli per
divertimento, senza scopo di lucro.
Note
dell’autrice:
velocemente due parole su questa “cosa” che è uscita. La mia prima fic non
yaoi, quindi apprezzate almeno lo sforzo ^^ Ok, a parte gli scherzi, ho preso
ispirazione essenzialmente da alcune tematiche del Romanticismo per rendere la
storia, spero non risulti troppo pesante ^^ Spero vi piaccia, come è piaciuto a
me immedesimarmi in Hakkai.
Eternal Love
Passi
risuonano lenti sulla stradina sterrata, scandendo il tempo e rompendo il
silenzio che surreale attraversa il villaggio.
I
suoi capelli scuri svolazzano al vento, il volto è basso, rassegnato.
Perché sorridi?
Questo
sussurra il vento, consapevole che tanto mai otterrà una risposta.
La
figura procederà incurante, dimentica di tutto e di tutti, ma non di lei.
La
sua risata lo raggiunge la notte.
Il
suo sorriso lo abbaglia di giorno.
La
sua voce risuona la sera.
E
un suo bacio lo risveglia la mattina.
Eppure
lui sa, che sono tutte illusioni. Il passato non può tornare e il presente è
ben diverso.
Il
villaggio si allontana… e la sua mente vaga.
Ricordi
di una vita passata insieme, di un amore appassito ancor prima di germogliare.
Un
abbraccio rassicurante nella notte, mentre due corpi si avvicinano sfiniti
nello stesso letto, udendo uno il respiro dell’altro.
A
questo pensa Cho Hakkai… o Cho Gono.
Ai
momenti perduti e a quelli mai trascorsi, complici una vita ingiusta e un mondo
crudele.
Perché
questo non è un giorno come gli altri… oggi
è speciale.
E
lui lo sa, non potrebbe mai dimenticarlo.
I
sorrisi si sono fatti più intensi, il bacio più vero e la voce più forte.
Anche
gli altri se ne sono accorti.
Il
suo sorriso si è oscurato e la sua pazienza decimata.
Hai tolto la tua maschera,
oggi.
Il
ragazzo entra nella foresta, meta inconsapevole dei suoi erranti passi.
Un
paesaggio utopico gli si presenta davanti.
Gli
alberi rigogliosi, il ruscello che gorgoglia… e la sua anima che si svuota,
poco a poco.
Finalmente
la sera è giunta, il sole cala dietro le montagne ad ovest.
Le
sue ginocchia cedono al raggiungere la riva del piccolo corso d’acqua, proprio
mentre l’ultimo raggio di luce si spegne.
I
minuti passano… e la sua vista si annebbia.
E poi accade.
Alzando
la vista, la vede.
Sembra
incorporea, proveniente dalle acque che scorrono.
E
lui sorride, per la prima volta oggi.
-
Kanan… - mormora alzandosi.
La
giovane figura sembra risplendere di luce propria e la sua risata cristallina
riecheggia per la piccola foresta.
Hakkai
si alza, si avvicina…
…
e anche lei si sporge, in fretta.
Le
loro labbra si uniscono, in quel bacio che sa di tutto e di niente.
Lei
è fredda come l’acqua.
Eppure
lui è felice.
Non
capisce ciò che sta accadendo, anche se non sembra importargli.
Si limita ad essere di
nuovo felice.
[…]
Hakkai
si alza di scatto, disorientato e confuso.
Che
posto è mai quello?
Si
guarda attorno… e ricorda.
Prende coscienza delle sue
illusioni.
L’apparizione
è svanita.
Tutto
è normale, niente magia, niente di niente.
Solo
lui.
Il
suo corpo ha ceduto ed è svenuto, si dice.
Per
questo ha sognato Kanan.
Lentamente
si alza e raccoglie un fiore, gettandolo poi nel ruscello.
Due
parole banali, scontate e semplici escono dalla sua bocca.
-
Ti amo -.
Quelle
lacrime trattenute da troppo tempo sgorgano dai suoi occhi, poiché non ha un
posto dove piangere se non lì, in un luogo sperduto, in un angolo remoto del Togenkyo.
Questo
è il destino di chi non ha una tomba su cui disperarsi, su cui piangere la
morte della persona amata.
Proprio
lì, in quel momento.
Nell’anniversario della
sua morte.
* * *
-
Somma Kanzeon Bosatsu, credete di aver fatto la cosa giusta? -.
La
dea rise.
-
Oh andiamo Jiroshin, a quel ragazzo serviva un attimo di felicità, non trovi?
-.
-
Non sono sicuro che la abbiate ottenuta, però -.
-
Tu credi? Ti dico solo una cosa… chi si è amato a quel modo, non può non
ritrovarsi, prima o poi -.