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Autore: Eliessa    17/08/2012    3 recensioni
Elisa è una giovane ragazza che non potrà mai realizzare il suo più grande sogno.
Ma non è detto che non possano avverarsene altri.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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STORIA SCRITTA PER PARTECIPARE AL CONTEST: "LA BALLATA DELLE EMOZIONI" DI PHOENIX_ESMERALDA



ANCHE L’IMPERFETTO PUO’ ESSERE PERFETTO.
 

 
È estate.
È tempo di divertirsi, di non pensare a nulla. È un periodo di tempo dove tutto quello che hai in testa si annulla. I tuoi pensieri si annullano. È un tempo di staccare la spina e basta.
Per un po’ di tempo, la vita può essere diversa, migliore per tutti.
Per tutti ma non per Elisa.
Elisa era una ragazza che abitava in Costiera Amalfitana, in Campania.
Elisa aveva 17 anni, era alta, occhi e capelli castani, andava bene a scuola, aveva pochissimi amici, tanto da potersi contare sulle dita della mano. Aveva una vita felice, o quasi.
L’unica cosa che non si perdonava era quello di essere grassa. Aveva 20 kg in più e non era mai stata fidanzata.
Tutte le sue poche amiche lo erano, ma loro erano belle e soprattutto erano magre.
Elisa era innamorata, ma nessuno sapeva del suo amore.
Non lo aveva detto alle amiche, si vergognava perché pensava la potessero prendere in giro.
Lei si vedeva brutta e pensava di essere fuori di testa.
Anche Dario era innamorato di lei. Dario era un ragazzo vent’enne, ma nessuno dei suoi amici lo sapeva
Nessuno perché tutti erano fidanzati con delle belle ragazze, sempre alla moda, e soprattutto con un fisico perfetto.
Era luglio ed Elisa scendeva a mare con le sue amiche, quelle che non la giudicavano mai e le volevano bene per quello che era, per la ragazza che era.
Solo loro sapevano il motivo del suo peso in eccesso.
Solo le sue amiche sapevano che il suo sogno era quello di fare danza classica, ma i genitori non le hanno mai potuto far frequentare una scuola, così si buttò a capofitto su tutto il cibo che trovava.
Ma arrivata al quarto superiore, due sue compagne le diventarono amiche, confidenti e le dissero che il suo comportamento era sbagliato.
Non poteva frequentare una scuola di danza, non sarebbe mai diventata un ballerina, non avrebbe mai danzato in un teatro famoso, ma non poteva passare la sua vita mangiando.
Ed Elisa ci stava credendo, con l’aiuto delle amiche stava iniziando a perdere peso, ma non era facile. C’erano dei momenti in cui la tristezza la faceva da padrone e la sua unica consolazione era il cibo. Mangiava e poi se ne pentiva, promettendosi di non farlo più
Balle. Erano tutte balle, perché poi continuava a mangiare.
Era un circolo vizioso che non aveva fine. A cui non voleva mettere fine. […]
Un giorno come altri scese in spiaggia con Marica e Mariagiovanna.
Accanto al loro ombrellone c’era Dario con la sua combriccola.
Si conoscevano, ma non erano amici.
Quel giorno però iniziarono a parlare. Parlarono così tanto da non accorgersi nemmeno quando i loro amici gli facevano cenno di entrare in acqua.
Dario aveva sempre avuto un debole per lei.
Lei invece no. Aveva perso la testa per un ragazzo che si era fidanzato solo qualche giorno fa.
Ma ora si stava ricredendo. Dario in fondo era un bravo ragazzo.
Non l’aveva giudicata, né assalita.
Dopo aver chiacchierato un po’ con lei, se n’era uscito con la frase: “Perché non andiamo a mangiarci una piazza una sere di queste?”. Lui ci teneva a lei. Non gli importava del fisico. Gli importava di quello che aveva dentro.
Elisa rimase spiazzata. Mai nessuno l’aveva invitata a cena. Dapprima pensava si trattasse di uno scherzo. Poi parlando si rese conto che faceva sul serio.
E allora perché negargli quest’opportunità? In fondo ad Elisa iniziava a piacergli, con lui ci stava bene, e cosa più importante di tutti, Dario era un ragazzo per bene.
Prima di andarsene si scambiarono i numeri di telefono.
Sul tardi pomeriggio alla ragazza arrivò un messaggio: “Allora questa pizza? Alle 20 al Quadrifoglio, non mancare! Dario.-
Elisa si sentì al settimo cielo.
Era il suo primo invito ufficiale, anche se da parte di un semplice amico.
Subito chiamò le amiche per dirgli dell’invito, ovviamente le dissero che il giorno dopo avrebbero voluto tutti i dettagli della serata.
Elisa alle 20 era davanti la pizzeria. Aveva indossato un jeans, delle scarpe blu con un tacco alto, ed un toppino blu a fascia, uno di quelli senza bretelle. Una mini borsa argentata, un paio d’orecchini tipo perle, i capelli ricci grazie alla spuma, tipo effetto permanente.
Dario invece aveva un paio di jeans, una camicia bianca con i primi due bottoni sbottonati in modo tale da far risaltare la sua collana e delle scarpe nere.
-Sei fantastica.- disse Dario andandole in contro e dandole un bacio sulla guancia.
-Beh neanche tu scherzi.-
Dandosi la mano, insieme entrarono in pizzeria. Ordinarono da mangiare. Un’oretta ed erano già fuori. Passarono per una gelateria e si presero due coppette gelato.
Insieme andarono a mangiarlo sugli scogli.
Davanti a loro solo la luna ed il suo riflesso sul mare. Tutto intorno silenzio.
-Eli, tu mi piaci.- disse Dario decisivo.
-Io non posso piacere a nessuno.
-Io ti vedo quando piangi. Ti sento.-
-Non piango mai quando sono fuori, e noi c’incontriamo solo fuori.-
-Sento quando piangi in silenzio. Sento quanto stai male. Anche oggi, insieme parlavamo, scherzavamo ma soffrivi. So anche il perché, Mariagiovanna mi ha raccontato tutto.- disse Dario guardandola fisso negli occhi-
-Tu non sai niente di me!- esclamò Elisa girandosi di scatto, guardando la luna che aveva di fronte.
-So quello che mi basta. So che ami la danza e non hai mai potuto frequentare un corso, non hai mai indossato le punte e mai potrai diventare una ballerina classica. Però so anche che sei una ragazza fantastica, sei simpatica, sei forte, sei gentile, sei bella. Sei un amore. Il mio, capisci?- continuò a dire il ragazzo avvicinandosi a lei per baciarla.
-No Dario, no.- lo fermò lei.
-Lasciati andare. Vedrai che è fantastico. Io ti amo.-
-Io non mi so lasciare andare. Io vivo sempre con la paura che la felicità possa svanire. Ho paura ad affezionarmi alle persone perché poi rimango sola. È sempre così. Anche io ti amo, o meglio ho imparato ad amarti in un solo giorno, ma ho paura.-
-Lasciati andare.- ribadì il ragazzo. –Con me non sarai mai infelice. Tu piangi perché ti vedi brutta; io ti vedo solo come la mia principessa.-
-Allora devo proprio darti questo bacio. Non vorrei che scoccasse la mezzanotte, dove poi tutti i sogni rimarranno tali.- disse la ragazza.
Dario si avvicinò a lei e questa volta si baciarono. Lui la spinse sugli scogli, si sdraiò sulla ragazza e continuarono a baciarsi.
Erano fidanzati.
Mariagiovanna e Marica con i loro fidanzati, decisero di fare una passeggiata sulla spiaggia. In lontananza videro due ombre sugli scogli, ma non ci fecero caso.
Camminando si avvicinarono a loro e capirono che le ombre viste erano Elisa e Dario.
Mariagiovanna corse dall’amica.
L’abbracciò perché aveva capito che era felice. Per la prima volta in vita sua era felice.
Aveva un motivo più che valido per esserlo.
-Mari…- disse Elisa.
-Visto? Ora anche tu sei accasata come noi.-
-Sentite.- disse Elisa. -Davanti a voi, che siete le persone per me più care, voglio fare un giuramento.-
-Quale?- chiese Dario.
-Da ora farò di tutto per togliere tutti i chili che ho di più. Devo farlo per me, devo farlo per voi che avete fiducia in me.-
-Devi essere prima di tutto tu ad avere fiducia di te stessa.- replicò Marica, abbracciando l’amica insieme a Mariagiovanna.
Da quel momento Elisa aveva capito che anche se non poteva avere la danza, poteva avere qualcosa di più, poteva avere l’amore.
Poteva essere amata come tutti i ragazzi fanno con la propria compagna.
Poteva essere felice lo stesso anche non danzando sui più famosi teatri del mondo.
Aveva capito di avere l’amore e per questo aveva tutto. Aveva tutto ciò per essere felice.
Elisa aveva capito che non c’era più motivo di piangere e vedersi brutta.
C’era chi l’amava per quello che era e non per il fisico.
Ciò che si vede con il cuore, non ci vede con gli occhi.


Fine.

   
 
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