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Autore: Madnesss    18/08/2012    2 recensioni
Quando ero piccolo, mi capitava spesso di andare dormire nel letto di mia madre, a causa dei frequenti incubi che avevo. Riuscivo sempre a trovare la pace sotto le coperte di quel letto, ma ora ho capito che la sensazione di benessere veniva dalle luci.
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ero piccolo, mi capitava spesso di andare dormire nel letto di mia madre, a causa dei frequenti incubi che avevo. Riuscivo sempre a trovare la pace sotto le coperte di quel letto, ma ora ho capito che la sensazione di benessere veniva dalle luci. Anche se la mia memoria è annebbiata, ricordo che ci sono sempre state due lucine da qualche parte sul soffitto di quella stanza; non ho mai pensato niente su di loro, erano confortevoli e rassicuranti. Iniziai a essere dipendente di queste luci, così tanto che quando non c’erano (ciò accadeva in rare occasioni) mi sentivo turbato e non riuscivo a dormire bene. Non investigai mai su di esse, e forse se l’avessi fatto non sarei nella situazione in cui mi trovo ora. Comunque diventai più grande e gradualmente smisi di dormire nel letto di mia madre. Smisi di avere incubi e mi ero relativamente dimenticato delle luci, fino a quella notte. Verso mezzanotte, trascinandomi verso il letto dopo una lunga serata di studi, Non aspettavo altro che mettermi a dormire. Tormentato da visioni che non avevo avuto da tanto tempo rimasi paralizzato e coperto di sudore quando mi svegliai. Un po’ sollevato di essere di nuovo nel mio mondo mi trovai a confronto con un caro ricordo riportato attraverso una sensazione familiare. Ci volle un po’ di tempo per notare le due luci compatte e in quel momento i miei occhi si erano appena abituati all’oscurità. L’adrenalina iniziò a scorrere nel mio corpo e mi aggrappai ai lati del letto. Quando i miei occhi si erano adattati, avevo notato qualcosa che non avevo ricordato attraverso la mia memoria annebbiata. Non erano luci; erano due occhi rossi e luminosi.

Iniziai a chiedermi se tutto questo facesse parte di un altro incubo, mi dissi che doveva essere così. Però nel profondo sapevo che non lo era, era tutto troppo reale. Per la speranza che stavo perdendo e la paura dell’ignoto presi la cosa più vicina che potevo, un regalo di mia madre ad un mio compleanno alcuni anni fa, una di quelle palline di vetro con la neve dentro. Poiché a scuola gioco a baseball, ho un braccio ben allenato, e dopo aver lanciato il souvenir attraverso la stanza gli occhi diventarono neri. Seguì un tonfo sul pavimento, davanti al mio letto. Quando accesi la luce sentii un forte senso di colpa, mi chiedevo perché era stato così facile. A guardare per la prima volta la creatura da vicino e capendo che era stata vicina a me da quando ero piccolo mi saltò il cuore in gola. Le sue braccia erano larghe la metà di quelle di una normale persona, e dove c'era la sua pelle c’era una sostanza a me sconosciuta, nera e simile al cuoio, ma sembrava che fosse possibile passarci attraverso anche solo con una mano. Cosa successe dopo mi ha convinto che la teoria che avevo pensato quando accesi la luce era vera. Quella creatura non era mia nemica, e non era neppure una presenza neutrale. Da quel momento tutto cominciò: gli scricchiolii tremolanti per le scale, lo sbattere delle finestre, e soprattutto, la cosa peggiore, ovvero le grottesche urla. Capii che la cosa che feci quella sera era il peggiore e probabilmente l’ultimo sbaglio della mia vita. Da qualche parte nell’atrio, mia sorella ha urlato. La creatura, quella che ho ucciso, era il mio protettore.
   
 
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