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Autore: DauntlessBadWolf    18/08/2012    4 recensioni
“Mi dispiace di non essere venuto al tuo funerale…mi dispiace tanto.”
Ti sei chinato a terra e hai iniziato a sistemare i fiori.
“E’ solo che…che se fossi venuto avrei cercato di aprire la bara per tirarti fuori.
Io, non rassegnerò mai, tu non sei morto Arthur, tu sei vivo.”
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno muore mai veramente, noi tutti riviviamo nei ricordi di chi ci ha voluto bene.               



Da quanto tempo vivo in questa situazione?
Da quanto tempo lui non mi abbraccia?
Saranno quattro mesi?
Mi manca stringermi a lui, mi mancano le sue carezze, mi manca abbracciarlo nel sonno e mormorargli tutto quello che da sveglio non riuscirei mai a dirgli.

La sveglia sta suonando, sono seduto sul letto, nel mio posto, accanto a te.
Tu, come tutte le mattine, hai allungato la mano per accarezzarmi la guancia, ma non mi hai trovato, l’ho vista, una piccola lacrima ti è scesa.
Mi sono avvicinato, nel vano tentativo di asciugarti quella gocciolina, ma ho ti ho semplicemente trapassato.
Alfred, se solo tu sapessi che io sono qui, forse non piangeresti più.

Ti sei messo seduto sul letto con la testa fra le mani, ti sei voltato a guardare quello che una volta era il mio posto, hai alzato lo sguardo, mi stai guardando, allora mi vedi!
Ti prego Alfred, dimmi che mi vedi!

“Arthur…perché non sei più qui con me?”

Ti sei alzato.
Allora non mi vedi, non mi vedrai mai più.
Perché sono qui allora?!
Perché ancora sono sulla terra?
Io sto soffrendo troppo, non posso più accarezzarti, sgridarti, abbracciarti, cosa ci sto a fare qui?!
Le lacrime stanno rigando il mio volto, il che è strano visto che sono un fantasma, un ricordo a cui tu non vuoi rinunciare.
Alfred, ti prego, dimenticami, solo così entrambi potremo continuare a condurre un esistenza felice!

Mi sono alzato dal letto e ti ho seguito in bagno, ti sei già fatto la doccia.
In genere ti dovevo pregare per farti fare la doccia la mattina, sei riuscito a rubare un mio dolce sorriso, sai?
Peccato che tu non possa vederlo.

Perché tieni la testa bassa?
Alzala!
La vita va vissuta fino in fondo, io, si vede, ho toccato il fondo molto presto, ma tu no!
Devi continuare a vivere anche per me.

Mi sono avvicinato, ti abbracciato, per quanto mi fosse possibile.

“Ogni tanto, ti sento ancora vicino a me Artie.”
Sei sceso di sotto.
Mi guardo intorno, alle pareti sono ancora appese tutte le nostre foto.
Quella del Luna Park, come potrei dimenticarmi quel giorno?
Mi ricordo che ti eri perso e appena mi hai ritrovato sei corso verso di me e mi hai abbracciato forte.
Tu potrai sembrare grande, ma hai ancora bisogno di affetto, tanto, forse troppo, sei ancora un bambino.

Ti sei seduto al tavolo, io mi sono messo davanti a te, come tutte le mattine.

“Che scemo, il caffè devo farmelo io…”

Ti ho osservato mentre ti alzavi da tavola.
Niente sarà più come prima, devi dimenticarmi Alfred, non voglio vederti soffrire.

Sei ricomparso poco dopo con una tazza di caffè in mano.
Un momento, quella è la mia tazza!
Non l’hai buttata?!
Avevi detto al dottore che l’avevi buttata perché non l’hai fatto?
Sei uno stupido!

Ti sei messo nuovamente seduto, hai appoggiato la testa sul tavolo e ti sei messo a guardare la tazza.
La guardavi, l’accarezzavi, ci parlavi pure!
Mi allungai sul tavolo, stranamente non riuscivo a trapassare gli oggetti, allungai una mano verso di te e cercai di toccarti una guancia, un momento, stavolta non l’ho trapassata!

“Arthur!”

Tu subito hai alzato la testa, hai sentito la mia mano.

“Me lo sono immaginato.
Arthur è morto, non può essere qui ad accarezzarmi una guancia…lui…non tornerà mai più da me.”

Hai iniziato ad accarezzarti la guancia.
Alfred, sono qui!
Guardami!
Incrocia per un ultima volta tuo sguardo con il mio!

“Oggi…è quattro mesi…oggi era anche il nostro anniversario, ricordi?”

Giusto, oggi è il nostro anniversario.

“Non credevo che un giorno così bello potesse diventare, di punto in bianco, il giorno più brutto della mia vita!
Tu e il tuo maledetto lavoro!
Non ti risposavi mai, correvi sempre dietro ai ladri, perché quel giorno non sei restato a casa, potevamo divertirci insieme?!
Perché?!”

Ti sei alzato da tavola, lasciando la tazza, piena, li.
Perché non hai bevuto niente?!
Zuccone, devi fare colazione, altrimenti poi stai male, brutto idiota!

Dove stai andando?
Perché ti sei vestito?

Mi sono alzato e ti ho seguito.
Sei andato dalla fioraia.

“Good morning miss.”
“Hi Alfred!
Cosa posso fare per te, caro?”
“Ha delle rose rosse?”
“Hai deciso di ricominciare a vivere a quanto posso dedurre.”
“No.
Quelli erano i suoi fiori preferiti, mi dia anche dei narcisi, amava guardarli.
Quante volte gli ho detto di non uscire mentre pioveva ma lui non mi ascoltava mai, voleva curare i suoi amati fiori…
Da quando lui è morto…i fiori non sono mai più stati belli come prima.”

Alfred…
Non piangere, io sono sempre qui, accanto a te, non me ne andrò mai, almeno finché tu non mi dimenticherai.

“Alfred…
Tieni caro.
Però devi riuscire a vivere di nuovo, questo è quello che vorrebbe.
Se continui così ho paura che tu farai la sua stessa fine molto presto.”
“Non si preoccupi per me.
Arrivederci signora.”

Si può sapere cosa stai combinando?
Perché tu dovresti fare la mia fine?
Ti prego vivi, fallo per me!

Ma dove stai andando?
Prima i fiori adesso questa camminata verso…il cimitero.

Non sei mai stato al cimitero a trovarmi, non sei venuto nemmeno al mio funerale, lo so che non l’hai fatto apposta, ma cosa ti ha spinto oggi a venire?

Tu ti sei fermato a vedere anche le tombe dei tuoi genitori, io invece sono stato attratto dalla mia, quasi come se mi volesse indietro.

Mi ritrovai davanti alla mia lapide.

“Arthur Kirkland
Born: 23-04-1989
Die:  18-04-2012”

Eccoti qui.
Davanti alla mia lapide.
Cosa faccio adesso?

“Mi dispiace di non essere venuto al tuo funerale…mi dispiace tanto.”

Ti sei chinato a terra e hai iniziato a sistemare i fiori.

“E’ solo che…che se fossi venuto avrei cercato di aprire la bara per tirarti fuori.
Io, non rassegnerò mai, tu non sei morto Arthur, tu sei vivo.”

Alfred.

“Tu sei vivo, lo so, tu non morirai mai, tu vivrai sempre!
Mia madre, quando è morto mio padre, mi diceva sempre che nessuno ci abbandona mai veramente, che le persone rivivono nei nostri ricordi.
Io cercherò di non dimenticarti mai, nemmeno quando avrò ottant’anni, sappi che io ti aspetterò per sempre, aspetterò per sempre il momento in cui finalmente ti rivedrò, il momento in cui ci potremo nuovamente abbracciare a dirti ti amo.
Arthur, non ti dimenticherò mai.
So che c’è l’hai con me perché non sono venuto al funerale e non mi sono fatto vivo per quattro lunghi mesi, ma solo ora ho avuto il coraggio di farlo.
Oggi è il primo giorno, dopo quattro mesi, che esco per i fatti mie, oggi ho avuto il coraggio di alzarmi dal letto perché ti ho sentito accanto a me, ti ho sentito, capisci?!
Ho sentito la tua mano, il tuo abbraccio, il tuo calore, questo mi ha fatto alzare stamattina, queste saranno le uniche cose per cui continuerò a vivere.”

Alfred.
Sei solo un brutto stupido!
Solo tu riesci a farmi piangere, solo tu, riesci a evocare in me questa sensazione di calore.

“Ogni tanto correi averti accanto a me…per poterti raccontare la mia giornata, i mie sentimenti.”

Alfred, sono qui, io, voglio che tu sappi che veglierò sempre su di te.
Ho preso una rosa, che strano, non mi sono punto lo messa ai tuoi piedi.

“Ma cosa, ero sicuro di averla messa nel vas-
Arthur…”

Un piccolo gesto vale più di cento parole.
   
 
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