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Autore: _Branwen_    18/08/2012    12 recensioni
Una malinconia crescente durante un giorno di luna mancante...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ricordi tristi, nostalgici e poetici.'
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Vuoto di luna.



Non ho voglia di cenare,
preferisco soltanto riflettere,
per la casa mi metto a girovagare,
ed alcune parole più che mai mi paiono vere.


“Se ti senti triste e stanca,
fermati un attimo e dedicati solo a te stessa:
alle volte ciò che manca
è soltanto una pausa del tuo cuore che non ti sei concessa.”


Hai ragione, come sempre, sai?
Non nego che me ne compiaccio.
Ti immagino sorridendo, per i cieli, cantando vai,*
ma questo per davvero non lo so, lo solo taccio.


Preparo un tè in fretta e furia,
mi scotto anche, che sbadata!
Questa sera di fresco non v'è penuria,
da una forza verso il balcone mi sento chiamata.


Esco fuori, guardo il cielo,
fisso le stelle,
adornate da un leggero velo
mi appaiono del mondo mute spettatrici e sorelle. 


Un frastuono lontano
dà leggero fastidio,
si tramuta in assordante baccano
per me flebile, il mio cuore ha un altro presidio.


Un vuoto di luna è ciò che mi appare,
sembra triste il cielo senza la sua compagnia,
penso a quante volte dal dolore avrei voluto scappare,
consapevole che avrei perso tanta energia.


Un vuoto nel mio animo è ciò che traspare,
mi manchi tanto, ti penso sempre,
non appena la mia mente inizia a vagare
il tuo spirito è qui, alimentando le mie tempre:


Non ti vedo, non ti odo,
ma sei qui, in ogni gesto, costantemente,
ho imparato tanto da te, gentile rapsodo,
cosicché possa pensarti, ora, senza lacrime, dolcemente.

*nota: le parole "cantando vai", le ho riprese da "Il passero solitario", di Giacomo Leopardi.







L'angolo di Layla.

Salve, tornata di nuovo a scocciare, eh?
Penso di sì, ormai mi sento di casa in questa sezione pur non avendo pubblicato molto, e soprattutto non essendo dell'idea che ciò che scrivo siano poesie.
L'ho scribacchiata sul balcone di casa, con un leggero venticello, fissando le stelle prive della luna, ed ho pensato ad una persona a me cara, che mi manca molto, che credo ora sia una di quelle stelle che ci vedano da lassù.
Che dire più?
Il titolo è preso dall'omonimo libro di Michael Connelly; è un thriller, ma ha un che di evocativo come titolo, non vi pare?
Ora vi saluto, credo di aver scocciato anche troppo, spero vi piaccia, un saluto affettuoso,

la vostra
Layla_Morrigan_Aspasia.
   
 
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