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Autore: Neko_tensai    02/03/2007    7 recensioni
“nessuno ti hai mai detto che gli uomini non piangono?” “ mi era stato anche detto che gli Homunculus non possono soffrire per amore...”.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Envy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Domani Senza Rimpianti

Le strade sono deserte, è tutta la sera che non passa neppure una macchina da questa via in periferia...

Lo so bene, poiché sono ore che sono seduto su questo marciapiede freddo avvolto dal buio della sera.

Che ore saranno?

Ho perso il conto oramai, so solo che tutto già dorme… tutto tranne me, ovvio.

Unica illuminazione di questa stradina sudicia, il lampione sopra la mia testa, la cui luce tremolante emana un rumore insopportabile… sembra quasi mi prenda in giro... anche tu? Mi basta il silenzio x ricordare… mi basta il ricordo per soffrire… e le lacrime per sentirmi morire.

Buffo che sia proprio io a dirlo, no?

Guardo imperterrito quella strada che svolta a destra… a meno di cento passi ci sei tu, lo so. Sei al tuo “canile”, con tutti quegli altri “cani” che magari si chiedono cosa ti sia successo… già t’immagino O’chibi-san… sarai arrivato lì, di corsa, mostrando l’orologio identificativo d’Alchimista di Stato che ti permette di tornare ai tuoi alloggi… con passo smorzato dai singhiozzi sarai salito sino alla tua camera, non rispondendo a nessun richiamo di colleghi e amici… poi avrai liquidato il tuo fratellino con un “sto bene, devo solo dormire un pò”… pessima scusa, ma sai che lui ci crederà e deciderà, dopo poca insistenza, di lasciarti solo, mentre ancora vestito ti lascerai cadere stremato sul letto.

So anche che tra le bianche lenzuola della tua camera piangerai come il bambino che tuttora troppe persone credono stupidamente tu sia… con tutte le tue forze ti aggrapperai a quel cuscino che ancora sa del mio odore… e tra i singhiozzi e le lacrime invocherai il mio nome, assieme a qualche epiteto non troppo carino.

Eh, si! Mio caro O’chibi-san, sei un libro aperto per me! Come potrebbe essere il contrario? È più di un anno che mi cibo della tua vitalità e dei tuoi sbalzi d’umore… e, bhè, non solo di quelli. ^^

Ce ne hai messo di tempo ad aprirti a me, ma ti sei lasciato andare alla fine.

Prima di quel nostro incontro nella neve non ti avevo mai visto piangere, eppure era tanto che ci conoscevamo… e nonostante tutto per me eri meno di niente. Eppure, quel giorno d’inverno, in cui ti trovai stremato sotto la neve, coperto solo dal tuo mantello rosso, con il codino sfatto e il corpo smosso dai singhiozzi, una parte di me che non conoscevo si e mossa… e come uno stupido sono rimasto a fissarti, con l’atteggiamento di un bambino che per la prima volta vede un giocattolo rompersi, qualcosa che non credeva possibile che accadesse.

Eppure tu eri lì: il mio giocattolo. Rotto.

Mi sono accucciato davanti a te. Te ne sei accorto, perchè il tuo corpo ha smesso con i singulti… hai alzato la testa e già io mi preparavo a difendermi dai tuoi attacchi… ma non lo hai fatto… guardandomi con quei tuoi occhi d’oro pieni di lacrime mi hai fissato negli occhi e flebilmente mi hai chiesto con un filo di voce: “ uccidimi”.

Lo ammetto, sono rimasto paralizzato per almeno 10 minuti.

Poi feci una cosa che mi lasciò a bocca aperta… e immagino che la cosa sia stata reciproca.

Ti abbracciai.

Non un abbraccio violento o forzato… solo… ti abbracciai… come una mamma abbraccia il suo bambino che giocando è caduto e si è sbucciato il ginocchio.

Quando l’abbraccio si sciolse entrambi avevamo una faccia sconvolta, ma non del tutto allibita.

Quello che mi scosse di più, infatti, fu quello che feci dopo: alla tua semplice risposta” perchè?” premetti le mie labbra sulle tue… piano... in un bacio casto.

Ricordo come se fosse ora quel bacio... le tue labbra erano gelide…come il tuo corpo del resto, chissà da quanto eri rimasto la fuori sotto la neve!

Cosi senza pensarci ti sollevai con una facilita tremenda… da quanto non mangiavi Ochibi-san? E com’eri caduto in quella profonda depressione che traspariva dai tuoi occhi? Questo pensavo mentre ti portavo nella pensione lì vicina. Tu ti aggrappasti a me con forza, probabilmente per il freddo, e iniziasti a tremare… entrati in camera ti adagiai sul letto.

Ti eri già addormentato quando lo feci, così accesi il camino, ti levai la giacca zuppa e i vestiti fradici e ti sistemai le coperte.

Mentre dormivi, con le guance arrossate dal colore della stanza, ricordo di aver passato la nottata ad osservarti…e pensare.

Non ti avevo mai visto cosi rilassato da quando ti conoscevo…che fine avevano fatto i tratti da ragazzino superbo e viziato? Dove era tutto l’orgoglio e la tua voglia di vivere che sempre ti avevano caratterizzato?

Solo in seguito scoprii cosa ti affliggeva… e ci misi parecchio per farti uscire da quella fase.

Lo stress e i continui sensi di colpa ti avevano portato a questa situazione, e a quanto pare il tuo bel faccino da attore aveva dato i suoi frutti se nessuno dei tuoi “ amici” o il tuo caro fratellino se n’era accorto.

La cosa che mi preoccupò più di tutte però, fu il mio comportamento… non mi ero mai visto cosi preoccupato per qualcuno che non ero io da quando ero divenuto homunculus.

A mente fredda credo di essere stato l’essere più immaturo della terra, ma ero talmente perso di te che le mie missioni le svolgevo con velocità e quasi con rimorso, per essere lì a fare una cosa cosi stupida invece di starti vicino mentre avevi chissà quali pensieri in testa.

Tuttora dovrei essere ad uccidere un qualcuno d’importante nella città vicina…invece sono qui a pensare a te.

Volgo lo sguardo verso la centrale. Ed… ma hai visto come mi hai ridotto? Sono qui, su un marciapiede in una serata umida e buia a ricordare giorni che non sono altro che fumo e cenere.

L’ homunculus più antico e quello più stupido, ecco cosa sono… stupido, gia… “baka” e stato l’unica parola che hai saputo dirmi, ore fa, prima di girarti e andartene via correndo. Avresti potuto colpirmi, dopo le cose che ti ho detto avresti fatto bene, e dubito che mi sarei difeso. Ne avresti avute tutte le ragioni.

Dopo quella sera ci siamo visti… prima quasi di rado… poi sempre più spesso… se chiudo gli occhi posso ancora sentire il calore della tua pelle sotto le mie mani e la tua voce dolce che chiama il mio nome mentre facevamo l’amore, o mentre ti strusciavi su di me per ricevere un po’ di coccole.

Eppure…eppure ti ho detto delle cose orribili. Cose che mai avrei voluto che tu sentissi uscire dalle mie labbra peccatrici: che in tutti questi mesi per me non eri stato che un giocattolo, un passatempo divertente. Ma che ora mi ero stancato e preferivo trovarmi un altro gioco. Sono stato uno stronzo… e vero… ma anche se tu non vuoi vederlo, O’chibi-san, questa relazione era diventata troppo pericolosa.

Dalla tua parte se n’erano accorte troppe persone... e da come ti osserva il caro Mustang presumo che abbia anche scoperto qualcosa... quell’uomo ti sbrana con gli occhi, e ti ritiene una sua proprietà da quando sei giunto qua, a Central. Non dirmi che non te n’eri accorto!

Per quanto riguarda me… Dante fa domane insinuatrici, e non vede l’ora di sbarazzarsi di te; Lust è fin troppo intelligente invece per non averlo capito, così come Greed… mi conoscono troppo bene a quanto pare, e, infatti, hanno scoperto tutto al primo colpo…dannati! Mi hanno teso un’imboscata per scoprire tutto!

In ogni caso non è per me che mi preoccupo: sono abituato alla solitudine.

Ma tu… tu, solo, cadresti, O’chibi-san.

Hai bisogno di un appoggio fisso, prima tuo fratello, poi io…

Ma rischiavi troppo, la guerra e vicina oramai e ci metterebbero troppo poco ad ucciderti se scoprissero di noi.

È stato meglio cosi… lo so io... lo sai tu… gia… e stata la cosa migliore…la cosa migliore…

“nessuno ti hai mai detto che gli uomini non piangono?” una voce di donna mi raggiunge dalle spalle. Nel suo tono non c’e rimprovero né rabbia. Solo amarezza. E altrettanto amara arriva la mia risposta.

“ mi era stato anche detto che gli Homunculus non possono soffrire per amore...”.

Una mano si posa sulla mia testa con fare materno. Grazie Lust, in questo periodo mi hai aiutato molto.

Non lo avrei creduto possibile, tuttavia mi hai spronato spesso ad andare avanti, e coperto le mie assenze con le tue scuse, a volte anche prendendoti la colpa… tutto questo solo per permettermi di provare quello che tu provasti in passato.

Ma alla fine ho dovuto cedere all’evidenza.

Chiudo un attimo gli occhi e il tuo volto sorridente mi ricompare davanti.

O’chibi-san, so che e ipocrita ma… spero di non averti fatto soffrire come sto soffrendo io… Koi… altrimenti starei ancora più male… non voglio più sapere che piangi.

Questa sera basto io… come prima e unica volta da quando sono rinato, sto piangendo. Negli anni a venire so per certo che non lo avrei più rifatto.

Per te.

Per me.

Chissà, magari ci rincontreremo… ma fino ad allora, koi, cresci, non atteggiarti solo a bambino cresciuto troppo in fretta, cresci anche di testa.

Le ferite sono dure a rimarginarsi, e vero. Ma se posso farcela io, con uno squarcio del genere sul cuore che credevo di non possedere, puoi farcela anche tu, che le hai sempre sopportate.

Magari allora saremo entrambi più maturi per trovare una soluzione meno drastica di questa.

L”invidia” tornerà a pungerti quando avremo entrambi preso le nostre posizioni e le nostre scelte, quando sapremo camminare da soli, con le nostre sole gambe, quando non avremo più costrizioni e non dovremo più uccidere il nostro amore con futili promesse per mantenerlo vivo.

Fino ad allora però, addio, koi.

Aishuteru.

Envy.

Fiu!!! Finita! Premetto di avere riletto questa fanfiction una ventina di volte, e spero di aver corretto se non tutti almeno gli errori più grossolani! Mi scuso per la mia scadente grammatica in anticipo!^^! Che dire… ho scritto questa fanfiction di getto, mentre ascoltavo la canzone “fumo e cenere” dei Finley, tornando a casa da scuola^^! Dal primo momento in cui ho conosciuto Envy e Ed mi sono piaciuti subito, e ho voluto scrivere qualcosa su di loro^^.

Ringrazio in anticipo le persone che l’hanno letta e che, se vorranno, recensiranno, ma un mio grazie speciale va alle persone che hanno letto questa storia prima di tutti, cioe alla mia koi Crazy, a lay, a maffin che leggerà e a Kit che nonostante non ami lo yaoi l’ha letta e in parte corretta^^!

Grazie tantissimo anche a tutte le persone che hanno recensito e letto la mia one shot di harry potter! Grazie ragazze! Senza di voi mi sarei demoralizzata subito!

Aggiungo inoltre che tutti i personaggi qui citati e presenti non sono miei ma della sensei Arakawa, e non scrivo a scopo di lucro.

Arigato! Neko

  
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