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Autore: nevissima    18/08/2012    1 recensioni
In ogni cuore c'è un segreto troppo grande per essere condiviso: Justin e Melissa lo sanno bene. Il loro odio si consuma così forte da far credere a tutti che non ci sia nessuna soluzione tra loro se non la morte, ma loro non sanno... non c'erano due anni prima in quella camera a Miami.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardava Michael mentre sceglieva il detersivo per i piatti. A dire il vero non guardava proprio lui, ma più che altro nella sua direzione con la mente in un altro posto. Capitava, a volte, che si fermasse a pensare a quella sera, quella camera e quelle lenzuola imbrattate di sangue.

Oddio, Jordan…Jordan!” la voce le si bloccò in gola mentre scuoteva con forza il ragazzo.
L’aveva lasciato che dormiva e ora che era tornata …
Si guardò intorno con le mani nei capelli e qualche lacrima che scendeva dalle sue guance fino a bagnarle il petto, si sentiva pesante e stanca. Fissò il volto senza vita di quello che era stato il suo ragazzo e il sangue che aveva bagnato tutta la sua maglietta bianca e le lenzuola sulle quali la notte prima aveva dormito insieme, abbracciati. Si ritrovò piegata sul suo corpo a piangere disperatamente in silenzio, di tanto in tanto gli sussurrava qualcosa, gli accarezzava i capelli credendo di poterlo risvegliare e sentirlo parlare. Quando si asciugò una lacrima con la mano si accorse di essere piena sangue e allora pianse ancora di più.
La porta della camera si aprì, e quella voce le arrivò dritta allo stomaco:” dobbiamo solo prendere il corpo, sarà un gioco da ragazzi …”
I loro sguardi si incrociarono, e capì subito.


“Mel… Melissa Cornwell ci sei?”
“Si, io stavo pensando ad altro, ci sono!”
“Bene, andiamo a pagare, ho una fame terribile…” Michael prese il carrello e si diresse alla cassa con Melissa al suo seguito.
Fecero la fila e pagarono, per poi andare in macchina.
“Senti, vai a prendere da mangiare e va a casa, io faccio quattro passi, devo risolvere una cosa …” disse la ragazza bagnandosi le labbra con la lingua. L’amico la guardò con aria interrogativa ma poi annuì semplicemente e avviò la macchina. Aveva smesso ormai di fare domande a Melissa per quanto riguardava le “cose da risolvere”, in fondo era un modo gentile per dirgli “ levati dalle palle” e lui ci aveva fatto l’abitudine.
Non si stupiva dei suoi cambi d’umore o dei suoi pianti improvvisi, né degli affari da terminare in piena notte o delle sparatorie, specialmente in quel periodo.
“A differenza di quello che la gente crede Melissa non è così, lei odia fare quello che fa ma lo fa perché deve, l’ha promesso” disse Michael a se stesso mentre guidava verso casa. Ripensò al giorno del funerale e alla sua voce rotta dall’emozione quando leggeva la lettera che aveva scritto insieme a Melissa, Lucy e le altre.  Non c’era stato giorno peggiore per lui.
Le macchine sfrecciavano veloci nel poco traffico di quell’ora e lui in men che non si dica arrivò a casa con il suo cibo cinese per tutti, anche per Melissa che sicuramente non sarebbe tornata presto quella sera.

***

“Non è un po’ tardino per andarsene in giro, eh?”
“Sapevo che saresti venuta …” il biondo si sedette sulla panchina accanto a lei. “Le vecchie abitudini non muoiono mai, Mel!” continuò facendo segno alla sigaretta che la ragazza stava portando alla bocca, lei fece spallucce.
La osservò mentre il fumo fluiva lento dalle sue labbra e dal suo naso insieme, e pensò che il fumo era il minore dei problemi che lei potesse avere.
“Che vuoi Justin?” disse Melissa rompendo il silenzio.
“Ho avuto una soffiata e pare che qualcuno ci abbia visto mercoledì notte ed abbia spifferato tutto alla polizia, compresi i nostri nomi. Ci verranno a cercare quindi dobbiamo inventarci qualcosa…”
“Mi stai chiedendo di collaborare con te per salvare il tuo maledetto culo da una cella di prigione?” ribattè lei alzando il sopracciglio.
“Il nostro culo, ci sei dentro anche tu in questa merda, Cornwell!”
Fece un altro tiro e assaporò il sapore del tabacco nella sua bocca. Aveva ragione, c’era dentro anche lei.
“Non ho ancora un alibi quindi…”
“Io e te mercoledì notte eravamo a casa mia, insieme a tutti gli altri della tua banda e della mia, abbiamo fatto un barbecue e bevuto fino a tardi… parlerò con i vicini, sono abbastanza facili da corrompere. Tenendo conto che quel macello è avvenuto verso le 2 del mattino dovremmo essere abbastanza credibili se aggiungiamo il fatto che voi avete dormito da me… “
Justin sorrise compiaciuto, “… e abbiamo fatto sesso!”
“Se vuoi aggiungere anche questo sei libero di farlo, direi qualunque cosa pur di non fare la fine del topo e poi le mie mani non toccheranno mai qualcosa che vada al di sotto della tua cintura quindi non ci sono problemi!”
“è per questo mi sei sempre piaciuta…”
Mel spense la sigaretta con la scarpa e si mise in piedi, il parco era buio ed era sicura che solo qualche tossico poteva avere il coraggio di andarci a quell’ora. Sentì una delle anatre del laghetto starnazzare.
“A pensare che la settimana scorsa mi hai minacciato di morte proprio nel corridoio a scuola” disse ridendo.
“Potrei dire la stessa cosa di te, bellezza!”
Il braccio di Justin sfiorò il suo per un momento mentre le si affiancava,  aveva entrambi le mani nelle tasche e guardava dritto di fronte a se, verso l’uscita principale del parco. Avrebbe voluto dirle qualcosa per giustificarsi inutilmente di tutto ciò che le faceva passare e le aveva fatto passare, ma le sue scuse non sarebbero state accettate. Ma poi fu lei a parlare.
“Vorrei smettere di odiarti tanto, Bieber, ma non posso. Ho fatto una promessa e devo mantenerla, porterò a termine tutti gli affari di Jordan e poi me ne andrò da qualche parte a vivere in pace la mia schifosa adolescenza …”
“Non hai intenzione di uccidermi, quindi?”
“è quella la promessa, ucciderti!”
Melissa mise le sue mani in tasca e si avviò lenta verso l’uscita del parco, “chiedimi di tornare indietro, ti prego, rincorrimi e baciami, ti prego” pensò proprio quando arrivò a quel grande cancello verde, ma non lo fece.


La guardò andare via, in meno di un secondo avrebbe potuto raggiungerla e tirarla a sé. Per quei dieci minuti che aveva passato insieme si era sentito bene, sentire il calore della sua pelle vicino al suo e poi il profumo dei suoi capelli era qualcosa alla quale non riusciva a resistere. Si sedette di nuovo sulla panchina e sbuffò portando le mani tra di capelli fino a farle scorrere sul collo. Ciò che gli fece nascere un sorriso sulla labbra fu il fatto che in poco tempo l’avrebbe rivista, lo sceriffo li avrebbe chiamati per interrogarli e li sarebbero stati uniti, avrebbero fatto squadra ancora una volta.
Chiuse la felpa fino al petto e si alzò.
La sua più grande nemica, pronta ad ucciderlo il prima possibile, era l’unica persona che lo faceva sentire vivo nel suo mondo di fantasmi.
La odiò per un istante, poi smise di mentire a se stesso.



Lalalalalalalal, ecchime.
Ok, come secondo capitolo non è tanto male, le cose iniziano un po’ a chiarirsi.
Lo sceriffo crederà al loro racconto? O li sbatterà in galera? E poi Justin e Melissa si dichiareranno l’un l’altra prima o poi?
Fatemi sapere :D
E recensite vi prego anche per dire che vi fa schifo ma vi prego fatelo, mi sento sola D:

A presto,
NEVE
XOXO

  
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