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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    18/08/2012    0 recensioni
Questa storia deriva da un sogno, che ho avuto. Draco è arrogante, snob, superbo, antipatico ma è davvero così? O nasconde un segreto, in se? Non è che è il ragazzo che tutte le donne vorrebbero al proprio fianco, elegante, gentile forse un po’ snob… ma che viene visto al di fuori in modo diverso per dei pregiudizi che gli sono stati appioppati? In questa storia ci sono varie differenze da quella descritta dalla Row, per esempio, Draco va al ballo del Ceppo con Daphne, Harry con Ginny.
Sirius è tornato a scuola per proteggere il proprio figlioccio ed ha preso una cattedra (non ho indicato quale) sotto consiglio di Silente che lo protegge, per quei mesi.
QUESTA STORIA HA PARTECIPATO ALLO SLASH CONTEST INDETTO DA GIADAGRANGERCULLEN È ARRIVATA TERZA. Spero che vi piaccia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Sirius Black
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Essere un Malfoy aveva i suoi privilegi. Anche a Hogwarts. Erano ormai passati quattro anni. Quella sera stessa ci sarebbe stato il Ballo del Ceppo.
Molti suoi compagni amavano divertirsi dopo le ore scolastiche.
Eppure non era attratto dai loro divertimenti più di quanto non lo fosse dalle donne.
Con quest’ultime non si era mai sentito a proprio agio. Non ne conosceva il motivo. Forse perché non gli andavano a genio i loro stupidi modi di fare. A lui sarebbe piaciuto qualcuno che lo completasse.
Non sapeva chi potesse essere. Si osservò allo specchio. Rimise a posto una ciocca dei suoi meravigliosi capelli biondi.
Non avrebbe potuto mancare, anche perché era l'unico Ballo dopo tanto tempo.
Controllò la propria cravatta. Quel giorno non gli andava proprio. Se la levò e sorrise alla propria immagine riflessa. Per quanto non gli piacessero le donne, a volte gli servivano.
Si diresse all’ingresso, dove attese l’arrivo della giovane cui avrebbe fatto da cavaliere.
- Ciao - lo risvegliò la voce allegra di Daphne.
Era l’unica ragazza che non gli aveva mai chiesto di mettersi con lui.
Sembrava quasi che avesse compreso qualcosa su di lui prima del diretto interessato.
Era vestita con un abito da sera color notte, che le circondava il corpo in un dolce abbraccio.
Delle perle bianche erano cosparse luminose nel suo abito.
 La scollatura era fine, a sigaretta. Indossava dei tacchi piuttosto alti, anch’essi neri.
 E la sua borsetta era perlinata. I suoi capelli tirati all’indietro, in un’elaborata acconciatura.
- Ciao, sei meravigliosa!- Le sorrise.
- Tu sei… come tuo solito: impeccabile, Draco!- Gli sorrise lei.
Sì, lo era anche senza cravatta. Si diressero alla festa.
Qualcuno, ancora senza accompagnatore o accompagnatrice, era appostato lì, all’entrata.
Daphne salutò una sua amica a distanza.
Il ragazzo la invitò a ballare, poco dopo. Anche quello doveva essere un comportamento abitudinario.
Le parole non toccarono mai le loro labbra. Danzavano, perché dovevano ballare, ma i loro cuori erano da tutt’altra parte.
Draco si soffermò a osservare chi aveva attorno. La stanza era la Sala Grande che aveva il compito principale di fare da mensa e da luogo d’incontro dei ragazzi. In quel caso i tavoli delle casate erano spariti in modo tale da non infastidire gli invitati. Il volto delle persone era estasiato, per lo più.
Draco fu attratto dal volto di un uomo. Si giurò che gli avrebbe parlato il prima possibile. Era castano dai capelli lunghi ed ondulati, il viso scarno e con due meravigliosi occhi grigi. Era appoggiato comodo su una sedia vicino al buffet. Per poco non abbandonò a metà il ballo e l’accompagnata.
Daphne si voltò per vedere chi stava osservando il giovane Malfoy. Notando il nuovo insegnante, sorrise sotto i baffi e fece finta di essere assetata.
- Draco, potresti andarmi a prendere qualcosa da bere? Non riesco proprio più a starci!- Lui le sorrise, quasi per ringraziarla.
- Sì, certo…- Rispose, prima di allontanarsi.
Daphne si andò a sedere in una delle sedie, continuando ad osservare Draco. Conosceva il nuovo insegnante da cui era stato attratto l’amico. Fra i due c’erano delle enormi differenze: erano agli opposti.
Draco era ligio e sempre perfetto, proveniente da una ricca famiglia, giovane e bello e di Serpeverde.
Sirius Black, l’insegnante, era maturo, diseredato dalla famiglia, non era più una gran bellezza dopo tutti quegli anni passati ad Azkaban. Era un povero. In più era un ex-Grifondoro.
Draco, però, non sembrava aver problemi nel chiacchierare con lui.  Parevano quasi capirsi.
Daphne si voltò e si mise a cercare un nuovo cavaliere. Poi notò dei boccoli rossi sbucare qua e là. Doveva essere Ginevra Weasley. Si morse un labbro, obbligandosi a non avvicinarsi, forse era quel colore così vivo dei suoi capelli o il sorriso così aperto. Lei non lo sapeva. Ma Ginevra era il suo peccato personale. Osservarla, anche in quel momento, mentre ballava con Potter, le faceva sussultare il cuore. Non riusciva ad allontanarsi dalla sua immagine. Ginevra allontanò il moro e si avvicinò.
- Daphne… il tuo cavaliere dov’è finito? – le chiese, facendole storcere le labbra.
- Ginevra, non dovresti chiedermi una cosa del genere! - le rispose, per ripicca.
- Hai ragione, scusami… vuole concedermi un ballo, madamigella?- Chiese, abbassando il volume della voce.
- Ma sei impazzita? Non ti rendi conto che se scoprissero…- Iniziò.
- Dai, non ci vedranno nemmeno! – Quando la ragazza ci si metteva, non sapeva proprio come non sorridere.
- Sì, se ne accorgeranno: siamo una serpe e una grifona che ballano insieme!- Daphne la guardò male, prima di aggiungere- E poi tu stai con Potter!-
- Non fare la gelosa. Comunque tu stai con Malfoy, no?- Sorrise. Era servito ad entrambe fare finta di stare con quei due ragazzi.
- Sì e la gente crede che si odino!- Ridacchiò Daphne.
- Beh, il tuo “ragazzo” si è arrabbiato parecchio l’ultima volta.- Ricordava ancora quando avevano scoperto che Harry tradiva il suo ragazzo dell’epoca, Malfoy, con la Lovegood.
Loro erano gli unici a sapere la realtà: Harry era bisex, Draco era Gay, Ginny era lesbica e Daphne era a sua volta bisex.
Daphne annuì, prima di indicare la nuova coppia: Draco-Sirius, che stavano chiacchierando amabilmente.
- Non credevo Sirius fosse gay.- Sorrise Ginny, prima di tirare la mano di Daphne per ballare, la quale alzò gli occhi al cielo.
- Ok, ma smettila di tirarmi. - Daphne si alzò ed iniziarono a ballare sussurrandosi parole e battute nell’orecchio.
***
Era, ormai, passato del tempo dal ballo scolastico.
Draco si vedeva sempre meno. Era sempre per i fatti suoi, si poteva trovarlo nella classe del professor Black negli orari più disparati. Le punizioni che gli erano state propinate si erano espanse a goccia d’olio e, misteriosamente, erano tutte di quello stesso insegnante. Da tali punizioni tornava sempre a notte fonda.
Daphne sembrava l'unica tranquilla. Lei non si preoccupava, seppur osservasse bene il tutto da lontano.
C'era qualcosa fra quei due che la tranquillizzava. Forse era la cosa che i loro sguardi si ricercassero ovunque, cosa che aveva notato con una certa felicità. Sembrava che Draco non fosse mai stato tanto contento in vita sua. Di certo Sirius lo faceva stare bene.
Quel giorno, però, c'era un nuovo dettaglio preoccupante: Malfoy senior, che era fino ad allora convinto di avere un figlio etero, era venuto a scuola per parlare con il preside Albus Percival Silente riguardo alle strane ed esagerate punizioni inflitte al proprio figlioletto.
La situazione che si trovò davanti non fu certo delle migliori, poiché sia Sirius che Draco non erano al corrente dell'arrivo dell'uomo.
Silente era stato elegante e gentile come suo solito, aveva cercato di fargli capire la situazione davanti a un bicchiere di Idromiele, ma era chiaro che ciò non poteva in alcun modo bastare.
La prima che venne a conoscenza di ciò che stava avvenendo - Sirius e Draco si sarebbero recati dal Preside e avrebbero dovuto tenere un certo decoro anche a causa della presenza del padre del ragazzo - fu Daphne.
Fino all'ultimo cercò di avvertire i due uomini, ma loro sembravano non capire.
Così si erano diretti dal preside, l'uno con la sua elegante divisa scolastica che era perfettamente in ordine, l'altro con un sorriso sul viso che si congelò non appena vide Lucius Malfoy.
Il mago, forse per pura fortuna non comprese subito ciò che stava accadendo, ordinò comunque: - Il signor Black deve stare lontano da mio figlio quando non si trova insieme a tanti altri ragazzi e dovrà fare solo il suo lavoro d'insegnante se non ha intenzione di tornare di filato ad Azkaban. Spero di essere stato chiaro, Preside.-
Si alzò e si mise a posto il mantello nero mentre usciva.
Silente guardò i due e per un attimo i suoi occhi persero quella fatidica e misteriosa scintilla che li illuminava sempre. Poi sorrise.
- Signor Black, si ricorda dell'unica stanza che la Mappa non indica? Beh, la controlli ogni tanto. - Gli fece l'occhiolino.
- Grazie, Professor Silente!- Sorrise l'altro adulto uscendo.
- Preside, le posso chiedere una cosa?- Fece il biondo, quando la porta si fu ormai chiusa.
- Sì, ragazzo mio?- Silente gli sorrise indulgente
- Beh, mi stavo solo domandando... come si potrà fare?- Sembrava che per una volta i sottintesi potessero servire.
- Ragazzo, ricorda: segui sempre il cuore, qualsiasi cosa succeda. - Come sempre il Preside sorprendeva chiunque e in tal modo fece comprendere che il discorso era concluso.
Malfoy cercò di ghignare, ma sulla sua faccia si formò solo un sorriso.
- Arrivederci, Preside!- Uscì da quella stanza, andando incontro a un destino forse fin troppo grande per lui.
***
Draco Malfoy era seduto nella sua camera. Suo padre non gli permetteva mai di uscire da solo ed ora era imprigionato nella propria casa. Si portò una mano alla faccia. Era successo tutto così velocemente, meno di un’ora prima.
Prima stava leggendo una lettera di Sirius dato che, adesso che non potevano stare vicini, se ne inviavano ogni giorno. Erano fidanzati da qualche mese.
Proprio in quel momento era entrato un Elfo Domestico.
Il padroncino vuole qualcosa? – Aveva domandato con la sua piccola voce stridula.
- No, Trusty! Puoi pure andare!- Gli aveva risposto.
- Il padrone ha detto a Trusty di tenerla d’occhio.- aveva ribattuto l’Elfo senza, però, osare guardarlo.
- Tenermi d’occhio… per quale motivo?- Draco era confuso, cosa aveva fatto di male? Che cosa poteva ancora rimproverargli il padre?
- Il padrone dice che lei usa… Trusty non lo doveva dire! Trusty Non lo doveva dire!Trusty Elfo cattivo! Trusty Elfo cattivo!- L’Elfo iniziò a punirsi dando testate al muro.
- Trusty! Smettila immediatamente! Ti ordino di smetterla!- L’Elfo sembrava non ascoltare.
Tutti quei rumori attirarono l’attenzione di Malfoy Senior, il quale entrò per vedere cosa fosse successo.
-Che succede, qui?- domandò, infatti, con la sua voce tagliente come una lama.
Un brivido percorse la schiena del figlio.
Il padre si era avvicinato all’Elfo a sufficienza per bloccare i suoi movimenti, ma nel far ciò sfiorò con il mantello la lettera che il figlio stava scrivendo; essa scivolò lentamente a terra, prima di volare poco più avanti  in bella vista.
Nessuno parve accorgersi di ciò.
Trusty non parve volersi calmare, nemmeno dopo che glielo ordinarono varie volte, fino a quando Lucius, spazientito dallo strano comportamento dell’essere, non disse:- Se non ti blocchi immediatamente, sarai licenziato;… spero di essere stato chiaro!- L’Elfo, sentendo quella monaccia, si fermò di botto.
-No, licenziato no, Trusty diventerà Elfo migliore…- sussurrò il povero Elfo.
Lucius non lo stava nemmeno ad ascoltare. Si girò e fece per andarsene.
Aveva già fatto qualche passo e Draco aveva già emesso un sospiro di contentezza pensando che il padre non si sarebbe più potuto accorgere di nulla, quando il padre posò gli occhi sul pavimento poiché gli era parso di vedere, con la coda dell’occhio, un qualcosa di biancastro là per terra.
-Cos’è?- Mormorò, mentre si piegava a prendere qualcosa.
Draco si voltò, preoccupato. Era troppo tardi, perché l’adulto aveva già raccolto la pergamena.
- Che significa questo, Draco?- Il padre aveva già letto le poche righe che erano state scritte.
Si mise a leggerla ad alta voce.
“Mio caro ed amato Sirius,
Come sai, sono costretto a uscire da casa solo con qualcuno, quindi non potrò venire da te in questi giorni. Oh, come vorrei, amore mio! Sarei l’uomo più felice del mondo se, invece di stare chiuso in questa camera che mi sembra ormai soffocante, potessi stare tra le tue calde braccia. Vorrei poter venire a vivere con te, lasciare la scuola, magari. Vorrei dire a mio padre che non voglio divenire un assassino, ma lui mi odierebbe a vita. Lui non comprende e non capirebbe mai. Crede che noi due non potremmo mai stare vicini. Oh, mio amato. Mia madre sa che sono gay, ma come lo posso dire a lui? Tu dovresti capirmi… non posso abbandonare il mio destino. Vorrei tanto…” La lettera era stata interrotta lì. Lucius si voltò a guardare il figlio.
- La tua malattia sarà curata.- disse, prima di stracciare la lettera che aveva in mano.
- Padre…- Iniziò il figlio, che tratteneva le lacrime, orgoglioso.
- Dammi le altre lettere!- Gli fu ordinato.
Draco negò.
- Accio lettere!- Lucius era davvero sconcertato del comportamento del figlio.
Un centinaio di lettere arrivarono verso di lui volando, dai posti più disparati. C’era una lettera che era sotto al cuscino, altre in un cassetto, altre, ancora, impilate alla bell’e meglio fra i compiti di scuola.
-No, vi prego, Padre…-
- Un Malfoy non prega! E tu sarai in punizione: non potrai più uscire, se non con qualcuno che dico io, fino all’inizio della scuola. - Disse Lucius incendiando con la magia le lettere, prima di uscire.
A quel punto era scoppiato in lacrime, progettando un modo per scappare.
***
Draco era ricercato dagli Auror, ora. Bella coppia che erano divenuti lui e Sirius, almeno erano felici l’uno accanto all’altro. Harry aveva trovato un modo per tener nascosto a tutti ciò che era successo fra loro, per non sorbirsi sguardi o altro, dato che anche lui ne faceva parte, in un certo senso. All’ordine si diceva che fosse un pentito, che bisognava capirlo, ma gli Auror non smettevano di cercarlo.
Malfoy scosse la testa.
No, si era dimostrato un codardo. Non era riuscito a scappare. Non lo aveva fatto. Con l’aiuto di Daphne, però, era riuscito ad andarlo a trovare varie volte. Sirius era felice tutte le volte che riuscivano a stare vicini. Ed ogni volta che si dovevano separare si rattristava.
Se c’era una cosa positiva in tutto questo era che Draco aveva, finalmente, compreso che il loro era Amore Vero. Non lo avrebbe mai tradito e sapeva che sarebbe stato lo stesso anche per lui.
Ormai il suo quinto anno era alle porte.
Sirius non sarebbe stato al suo fianco quella volta, però.
Il ragazzo storse le sue belle labbra, formando una smorfia di dispiacere.
Era nuovamente solo in camera sua.
Si decise a parlare a sua madre e a suo padre.
La madre sarebbe stata comprensiva, probabilmente aveva già persino capito di chi si fosse innamorato, il padre no.
Egli continuava ancora a fargli conoscere delle ragazze, speranzoso che il figlio se ne invaghisse. Ma lui le guardava, annuiva e storceva le labbra, chiedendosi per quanto ancora sarebbe durata quella noia.
Il padre sembrava non voler capire che lui non ne era attratto. Era attratto da altre persone.
Draco si alzò ed uscì dalla propria stanza. Scese una rampa di scale dirigendosi verso l’ingresso. Sua madre e suo padre stavano chiacchierando con la zia Bellatrix.
Li guardò per un po’, prima di andarsi ad adagiare su un divano.
-Non si saluta quando si entra in qualche stanza?- Chiese la zia, osservandolo.
- Ciao, zia Bellatrix! Ciao, mamma… padre!- piegò impercettibilmente la testa in avanti.
- Draco se sei qui c’è un motivo… qual è?- Gli chiese duramente Lucius.
- Mi sono innamorato.- Disse, senza tanti giri di parole.
Alla notizia ci furono diverse reazioni: sua madre gli sorrise felice, suo padre socchiuse gli occhi e sua zia lo guardò semplicemente.
-Di chi?- Fu quest’ultima a parlare per prima.
- Di… di Sirius Black.- Avrebbe voluto dire così, invece dalle sue labbra fuoriuscì un flebile:- di uno.- Aveva paura delle reazioni della zia.
- Perché hai usato il maschile??- Chiese, però sua zia. Sembrava arrabbiata già di questo, se avesse saputo che “l’uno” era il suo odiato cugino, chissà cosa avrebbe detto.
- Zia…- Iniziò Draco.
- Vostro figlio non è una checca, vero?- Chiese la strega e nel pronunciare la penultima parola sembrò totalmente schifata.
- Oh, no… non lo è, vero, Draco?- chiese il padre.
- Io…- stava per dire qualcosa, qualsiasi cosa, quando sua madre intervenne.
- Oh, Bella… dai, su, sai quanto sia improbabile una cosa del genere… e comunque credo che si possa almeno innamorare di chi vuole, basta che sia un purosangue.- Fece Narcissa, cercando di calmare la sorella.
- Hai ragione, Cissa! Sì, hai proprio ragione… Draco, il tuo… è purosangue, per lo meno? Già rovini la reputazione della tua famiglia con questa cosa che sei una checca, per lo meno spero che tu non la voglia proprio demolire.- Le parole di Bellatrix erano dure.
- Sì, zia. So per certo che è un purosangue.- Draco annuì mesto.
- Ah, meno male che non fai lo stesso errore di quel debosciato di mio cugino… di quel traditore del suo sangue di Sirius Black!- Esalò la strega, senza accorgersi dello sguardo arrabbiato del nipote e dell’all’erta del cognato. Poi, continuò:- Anche lui una checca, che schifo! L’ultima volta che l’ho visto si faceva quel suo “caro amico”… sì, quello che poi l’ha tradito, Minus! Sì, sì, proprio lui!-
Draco stava sempre più male. Si alzò, per andarsene. Sirius con Peter Minus?? Ma stiamo scherzando? Pensò appena fu rientrato in camera. Adesso aveva tutto il diritto di essere arrabbiato con quello stupido topo.
***
Si era giunti al 1° settembre. Draco quel giorno attraversò il muro per arrivare al binario 9 ¾ . Stava per iniziare il suo quinto anno.  Si appoggiò elegantemente alla barriera, come se stesse aspettando qualcuno, di schiena.  Fece un passo indietro ed eccolo che era già arrivato, si voltò. Sorrise. Il treno era lì, davanti a lui. Ma la cosa che lo attrasse maggiormente fu un cane nero che venne di corsa a leccargli una mano scodinzolando felice. Lo avrebbe riconosciuto fra mille, il suo Sirius. Gli accarezzò il folto pelo nero, inginocchiandosi di fianco a lui per poterlo coccolare meglio. Il cane si sdraiò a pancia in giù e spinse il bacino verso di ragazzo.
-  Qualcuno è impaziente qui, eh?- Draco sorrise, come faceva solo di fianco al suo compagno.
Il cane abbaiò, facendo capire che voleva coccole da quelle bellissime mani lunghe, affusolate che possedeva l’altro. Persino sdraiato in quel modo a pancia in giù si poteva notare la coda del cane scodinzolare.
- Draco!- Lo chiamò qualcuno dopo un po’. Draco alzò lo sguardo già pronto per inventarsi qualcosa da dire al padre quando notò che a parlargli era stato…
- Potter… che brutto rivederti!- Il biondo fece una smorfia di disapprovazione.
Harry non parve, però, averla presa male, infatti sorrise. – Ah, Malfoy! Sì, anche per me è un vero dispiacere!- Ridacchiò, prima di continuare: - Dai, alzati! Andiamo in bagno… non sia mai che qualcuno ti veda in queste pose.- Poi il bambino-sopravvissuto tirò per una manica il serpeverde, che si alzò di malavoglia, per non farsi strappare la divisa.
Draco dovette seguire il moro verso il bagno mentre questo continuava a dire un sacco di cose stupide.
- Ti piace il mio cane, eh?- Harry disse ad un tratto per attirare l’attenzione del biondo e vedere la sua reazione.
Il biondo si limitò a mandargli un’ occhiata assassina, facendo ridacchiare il grifone, prima di girarsi per cercare Felpato con lo sguardo. Sorrise quando notò che quest’ultimo era a pochi passi da loro e lo stava a sua volta guardando.
- Sfregiato, il cane è mio! Non osare pensare neanche più una volta che possa diventare tuo!-
Harry ridacchiò.
- Il nostro caro Furetto è geloso?- scherzò, voltandosi verso Felpato, a sua volta. Glielo aveva detto lui di seguirli.
- Ah ah, Sfregiato… hai battute così pessime che superano anche quelle del mio padrino!- Scherzò Draco, prima che l’altro aprisse la porta del bagno.
- Beh, Felpato… Furetto, divertitevi! - li salutò Harry, tenendo la porta aperta per farli passare entrambi e poi richiuderla alle loro spalle.
 Quando la porta si fu richiusa, Sirius si ritrasformò. Il bagno era un luogo angusto, ma non abbastanza per farci stare due o tre persone abbastanza bene.
- Sirius, amore mio!- Sussurrò Draco. Si accorgeva solo ora che quell’uomo gli era mancato come l’ossigeno.
- Draco… ti amo.- Sul volto di Sirius si formò un sorriso malandrino.
 – Ricominciamo da dove avevamo interrotto la scorsa volta?- Soffiò, sulle labbra dell’altro, prima di unirle dolcemente. I loro baci erano sempre inaspettati per uno dei due.
Draco posò le mani sul petto dell’altro, scostandolo dolcemente da sè.
- Prima parliamo. Mi mancherai ad Hogwarts. - Sorrise. - La cosa positiva è che ho deciso che l’estate prossima dirò ai miei che vado a passare le vacanze da Daphne ed invece verrò da te. Mi spiace solo non averlo fatto quest’estate.- Dichiarò.
Sirius sorrise:- Certo, a costo di portarti da me con la forza… ma dato che non riuscirò a stare lontano da te così tanto… che ne dici se vieni anche durante le vacanze natalizie? Vedrai, tutti ti accoglieranno alla perfezione!- Draco annuì, prima che gli tornassero in mente le parole della zia:
L’ultima volta che l’ho visto si faceva quel suo “caro amico”… sì, quello che poi l’ha tradito, Minus!
Le labbra perfette di Draco si piegarono in una smorfia.
- Che c’è, Draco?- chiese subito Sirius, preoccupato.
- Tu ti facevi Minus??- Lo guardò, mezzo disgustato.
- E’ stato così tanto tempo fa… ora lo odio!- Sirius lo guardò, sperando che la giovane serpe non si arrabbiasse.
- Ho capito com’è andata. Tu e lui provavate qualcosa l’uno per l’altro, ma ad un certo punto lui si è sentito tradito da te, forse perché stavi troppo tempo con James… forse per altro. A quel punto l’ha fatto anche lui… direi che fosse geloso di James. Non poteva tornare da te, dopo quello che aveva fatto, così è scappato. Tu ti sei sentito tradito, così hai iniziato a dargli la caccia. A quello che so, hai ammesso di essere riuscito a resistere ai Dissennatori grazie a qualche pensiero. Credo che fosse legato a lui, non alla tua innocenza. Quando sei evaso, lo hai cercato ovunque. Tu non lo odi, in realtà. Tu mi…- Fu bloccato da Sirius, che aveva negato con la testa per tutto il tempo.
- Non essere geloso di ciò che è stato. Non avrebbe alcun senso. Io sono qui. Sono qui solo per te. Io amo te, non Minus. Non ti sto mentendo. Non sei un giocattolo, come immagino tu abbia potuto pensare. Se vuoi senti il mio cuore, quello non mente. Non può mentire.- L’uomo posò le fresche mani di Draco sul proprio petto per fargli sentire il battito accelerato del proprio cuore.
- Sirius… anche il mio cuore batte solo per te.- Il giovane sorrise, ora non aveva più dubbi.
Un fischio acuto interruppe la loro conversazione, era ora di andare.
Sirius baciò velocemente Draco, prima di ritrasformarsi. Il ragazzo aprì la porta ed il cane sgattaiolò fuori.
Dopo un po’ uscì anche Malfoy.
Una spiacevole sorpresa l’attendeva di là dalla porta, a pochi metri dal treno. Un uomo dai capelli platinati stava cercando il proprio figlio.
Draco cercò di salire sul primo vagone disponibile. Aveva già un piede là sopra quando qualcuno richiamò la sua attenzione.
- Draco!- si voltò, ritrovandosi il padre a pochi metri di distanza.
Draco si sgridò da solo per non essere stato abbastanza veloce per salire sul treno. Vide in lontananza Harry, Weasley e la Granger salutare il loro gruppo. Felpato si era tuffato su di Harry, la signora Weasley strava abbracciando la giovane e il lupo mannaro stava salutando educatamente Ron. Se avesse saputo cosa sarebbe successo nel futuro, di sicuro non avrebbe fatto tanti errori come negli anni precedenti, si disse.
- Dove sei stato per tutto questo tempo?- gli stava chiedendo, forse per l’ennesima volta, suo padre.
- Ero… in bagno. – Guardò Felpato, sperando che non lo avesse visto nessuno.
- Cosa guardi?- Lucius si voltò per cercare con lo sguardo quello che osservava il ragazzo.
- Niente, padre. Solo uno stupido cane. Scusatemi se non vi ho avvertito che andavo in bagno. Ora salgo, non voglio perdere il treno.- Il padre annuì, lasciandolo andare.
Quando la giovane serpe fu salita, osservò fuori dal primo finestrino disponibile. Il padre era già sparito. Guardò Felpato che stava abbaiando. Poi cercò con lo sguardo Sfregiato e gli altri. Niente, doveva essere già salito sul treno. Sorrise, entrando nello scompartimento dei suoi amici, Serpeverde. Era inconsapevole che stava per iniziare un anno di grandi cambiamenti.
***
Le vacanze natalizie erano finalmente arrivate. Draco era stato accolto in Grimmauld Place n.12, per il piacere di tutti, anche della signora Black. Infatti pareva che persino il quadro, da quando era arrivato lui, avesse abbassato la voce dei suoi strilli, quasi a dare il suo consenso alla coppia di purosangue.
Quel giorno Draco era abbracciato al suo amante e teneva la bionda testa sulla spalla dell’altro. Sirius stava leggendo ad alta voce le ultime novità sulla famiglia Greengrass. Daphne teneva sempre aggiornato l’amico su tutto, in modo tale che se Lucius Malfoy avesse chiesto qualcosa sulla vacanza natalizia lui avrebbe saputo rispondere.
- Hai sentito? A quest’ora saresti a giocare con la neve…- Scherzò Sirius, introducendo le proprie dita fra i capelli del ragazzo, per poi iniziare a fargli delle leggere carezze.
- Oh, sì… che divertimento!- Draco si avvicinò a Sirius per poi unire delicatamente le loro labbra.
- Preferiresti stare lì con loro, vero?- Ridacchiò l’uomo sulle labbra dell’altro per poi rispondere al bacio. Il bacio non si fece tanto profondo, le loro lingue si accarezzarono, ma niente di più.
Draco fu il primo a staccarsi. – Sì, in effetti… - Ghignò, divertito. Black cinse il ragazzo in vita.
- Ah, così mi lasceresti da solo, eh?- Draco ridacchiò, stringendolo a sua volta.
- Forse… - Il giovane iniziò a baciare il proprio uomo, scendendo sempre più giù.
Si fermò a dare attenzioni ad un capezzolo di Sirius, facendolo sussultare. Ormai sapeva bene quali fossero le parti più sensibili dell’uomo.
Sirius iniziò a sua volta a far godere il giovane. Lì, in quella stanza nessuno li avrebbe disturbati, a meno che non fosse successo qualcosa a Fierobecco.
Nel frattempo, in un’altra stanza, due ignare persone ed una che conosceva la situazione, chiacchieravano dei nuovi eventi.
Draco, infatti, era preso più in considerazione dal padrone di casa del figlioccio stesso e di sicuro questo era stato ben osservato da una mente tanto puntigliosa come quella della Granger.
- A me non piace, non piace proprio!- piagnucolò a un tratto Ronald Weasley.
- Che cosa non ti piace, Ron?- chiese preoccupata Hermione, avvicinandosi.
- Non mi piace nulla! No, non mi piace.- Ron scosse la testa, prima di capire che nessuno stava capendo nulla. – Sto parlando di quel Malfoy che si trova qui…, non mi piace.-
Harry ridacchiò, comprendeva bene perché Ron non adorasse Draco.
- Beh, vedi, non è più come prima!- Rispose, prima di chiedersi cosa fosse realmente cambiato.
- Però i suoi… ma perché non c’è nessuno che capisca che è un pericolo per tutti? Ieri ne stavo giusto parlando con Remus e con Sirius, c’eri anche tu, Hermione, ricordi? Nemmeno loro capivano di cosa mi preoccupassi. Non capisco…- Ron guardò i due amici quasi speranzoso.
Harry si sistemò meglio sulla sedia, cercando di non scoppiare a ridere al pensiero di Ron che parlava male di Draco con il fidanzato di quest’ultimo.
- Harry, ti posso parlare un attimo… in privato?- Chiese Hermione, che fin da quando era iniziata quella conversazione era rimasta in silenzio chiedendosi una certa cosa.
- Sì, certo!- Il bambino-sopravvissuto si chiese cosa ci fosse di tanto importante e segreto da non essere condiviso con Ron.
Il rosso guardò gli amici uscirsene con un espressione da cucciolo bastonato.
- Harry... ti volevo chiedere: ma Draco è... omosessuale? Sta con Sirius, vero?-
Il moro sembrò per un attimo spiazzato.
- Tu come fai a saperlo?- fu l’unica cosa che riuscì a dire.
- Beh, in primo luogo per come si guardano, poi perché ogni volta che si accenna all’altro con uno di loro, gli occhi di quella persona brillano. In terzo perché ieri, quando Ron ne parlava, Sirius mi è parso che si stesse arrabbiando. Infatti Remus ha dovuto portarlo via.- Il giovane annuì spiazzato.
- Ma poi ho pensato che ce lo avresti detto, abbiamo sempre parlato di tutto... perché non lo hai fatto?-
Le gote di Harry si imporporarono per la vergogna.
- Hermione,c’è qualcosa che neanche voi sapete... ma hai ragione, scusami... ora rientriamo, così ne parliamo tutti insieme.- La castana lanciò uno sguardo al suo amico come per ricordargli che stavano parlando di Ron, ma quando quel ragazzo prende una decisione è poi difficile smuoverlo da lì.
Rientrati in camera Ron li guardò, offeso, per essere stato lasciato in disparte da qualcosa. – E’ un segreto tanto importante che non lo potevo sapere anch’io?-
I due negarono, prima che il bambino-sopravvissuto iniziasse a parlare.
- Ron, ti devo dire una cosa un po’… beh, spero solo che non ti... - lasciò la frase a metà.
- Sì, Harry? Che devo sapere?- chiese il ragazzo, iniziando a preoccuparsi sempre di più.
- Beh, Draco non sta con Daphne, in realtà. Quella è una copertura.-
La mascella del rosso parve cadere a terra, dalla sorpresa.
Il moro continuò:- Beh, vedi… se suo padre sapesse che si trova qui, in realtà lo sgozzerebbe, lo stesso discorso vale per Ginny.-
Ron, per poco strillò:- Cosa c’entra Ginny???-
Harry si diede mentalmente dello stupido, prima di continuare:- Vedi, in seconda io, Ginny, Draco e Daphne ci siamo ritrovati nella Sala Trofei. Abbiamo scoperto così che… insomma, sì, siamo tutti omosessuali…- Ron guardò stralunato l’amico. Per poco non parve svenire, poi, alcuni secondi dopo ruggì:
- COOOOSAAA???-
Harry abbassò il capo, vergognandosi di aver seguito quel consiglio.
Fu Hermione ad intervenire, in quel momento, totalmente scioccata pure lei: - Harry, ma allora dove finivi tutte le sere della seconda?-
- Vedete… In realtà io e Draco non ci siamo mai odiati. In seconda andavo da lui tutte le sere. Eravamo amanti. Poi anche Ginny e Daphne si sono messe insieme. Pare che loro si amino ancora.-
Ron, ora, era senza parole: - Quindi è da lei, ora…- Era stato lui ad incitare i genitori a lasciarla partire, assieme ad Harry, l’aria Francese sarebbe stata meno satura di quella Inglese.
- Sì, lei si trova là.-
- E Malfoy? Sta ancora con te?- Chiese Ron, tornando normale, ma ancora rosso nelle orecchie.
- No, Draco ora sta con Sirius… vi ricordate quando il quarto anno ha cercato di proteggermi? Ecco, è da allora che stanno insieme. Sirius e lui si sono conosciuti al Ballo del Ceppo.-
Ron rimase sconvolto, prima di essere obbligato a non farne parola con nessuno.
***
Era arrivata la fine del quinto anno scolastico. Draco si stava dirigendo nella Stanza delle Necessità.  Si erano dati lì appuntamento lui, Harry, Ginny e Daphne. Era stato Harry a mandar loro il “messaggio” che non si trattava d’altro che del calore emanato dal bracciale che portavano, tenuto solitamente ben nascosto nelle pieghe della manica della divisa scolastica. Quando ciò accadeva significava che ci sarebbe stata una riunione in quella stanza. Era stata Hermione a crearli per loro, dopo essere stata messa al corrente di tutto, facendoli trovare a ciascuno di loro come regalo di Natale.
“La stanza delle Riunioni” pensò la serpe,   camminando tre volte avanti e indietro davanti all’arazzo di “Barnaba il Babbeo, bastonato dai Troll”.
Proprio di fronte a lui apparve una porta di robusto legno. Draco l’aprì, aspettandosi  la solita stanza bianca e nera dove si trovavano le quattro sedie e qualche dipinto come abbellimento. Ma quella volta non fu così, infatti  la stanza ricordava tanto il dormitorio dei serpe verde, con le mattonelle verdi ed argento, un quadro raffigurante un serpente, alcuni arazzi con il simbolo dei serpe verde, alcuni divani e poltroncine ed un fuoco ardente. La cosa strana è che c’era dentro solo Harry.
- Come ti è venuto in mente di far apparire il mio dormitorio?- Lo apostrofò, freddo.
- Draco … scusami per tutto quello che ti dirò. Ti prego …  io … non volevo … - Iniziò il grifone, ma fu interrotto dall’altro.
 - Potter, so tutto, ormai. Ho saputo che Sirius è morto. Ho saputo com’è avvenuto.- Draco non voleva far vedere il proprio dolore a colui che considerava la causa di tutto. Ricordava bene l’espressione del padrino di enorme soddisfazione, quando gli aveva dato la brutta notizia. Lui sarebbe voluto scappare via, ma nello stesso tempo non voleva fare la figura della femminuccia. Così aveva semplicemente sgranato gli occhi, totalmente demoralizzato. L’uomo se ne doveva essere accorto, ma non aveva detto niente, probabilmente per rispetto.
- Allora? Mi perdoni?- fece il moro, in un moto di speranza.
Il biondo, però, tirò fuori la bacchetta. - Potter, tu hai ucciso l’uomo che amo! Come ti potrei perdonare? -
Il bambino-sopravvissuto cercò di difendersi :- In realtà è stata tua zia ad ucciderlo. Io lo volevo solo salvare!-.
Draco scosse la testa. Ma quanto erano stupidi i Grifoni? Lui era stato tutta la notte con Sirius e Potter e  non si era fatto venire in mente che, magari, parlarne sarebbe servito a non fare azioni avventate.
- Me ne avresti potuto parlare! Del sogno, intendo.-
- Draco, non ti volevo far preoccupare!- Iniziò il moro, cercando di farsi comprendere dall’altro.
- Farmi preoccupare? Potter, ieri sera sono andato da lui. Siamo stati insieme, per qualche minuto… poi c’è stato tutto quel caos con la Umbridge. Potevi non muoverti… attendermi, per lo meno!- Il giovane Malfoy sembrava distrutto man mano che parlava.
- Scusa, Draco, non volevo.  Anche a me mancherà …- Harry cercò di calmare quello che ormai non avrebbe più potuto chiamare “amico”
-Sì, ti mancherà … Ma tu non eri ciò che ero io. Tu non potevi diventarlo ... – Draco lasciò che le prime lacrime sgorgassero dai suoi occhi sempre luminosi.  Il moro fece per abbracciarlo, ma il biondo si scansò scivolando a terra.
- Draco!!- Lo richiamò Ginny, entrando solo in quel momento con Daphne al suo fianco.
Il giovane Malfoy, però, si spostò, per non farsi toccare dalle mani affettuose delle due ragazze.
Daphne fu l’unica ad avere il coraggio di sedersi accanto a lui.
- Che succede, Dra? – Fece, cercando di guardarlo.
Il giovane  alzò la testa, di solito così fiera, puntando gli occhi verso quelli di Daphne: - Loro... Lo hanno lasciato morire.-
Daphne lo abbracciò, cercando di  calmarlo.
Nessuno si era accorto che nemmeno Harry stava bene. In quel momento il bambino-sopravvissuto non era la creatura più importante del mondo.
- Forse tornerà … sotto forma di fantasma. – Sparò Harry ad alta voce, sperando di calmare il biondo.
- Proprio non lo conosci! Sirius non ha mai avuto paura della morte. – affermò Draco. – Lui era la mia roccia, lui era forte. Non si sarebbe mai fatto trasformare in un pallido fantasma. Lui si sarebbe riunito ai tuoi genitori, Sfregiato.-
Harry annuì, prima di uscire da quella stanza, in quanto tutto questo stava diventando un inferno.
- Vado anch’io. Daphne, ci stai tu con Draco, vero?- Chiese Ginny, prima di andare alla ricerca del moro. Daphne annuì, accarezzando i capelli dell’amico.
- Su, calmati. Calmati … - Iniziò a borbottare come un mantra la ragazza.
- Dovevamo passare l’estate assieme. Avevamo già organizzato tutto. Lui mi aveva giurato che non mi avrebbe mai  lasciato. – Le parole di Draco si fecero più rabbiose. Prima di sussurrare: - Perché nessuno l’ha fermato? Perché mi hanno voluto fare questo? Perché? Credevo che non mi avrebbe mai abbandonato! Sono stato stupido a fidarmi delle sue parole... Credevo che valessi qualcosa per lui, credevo che non si sarebbe lanciato per difendere Harry, se avesse saputo di perdermi! – Solo a quel punto si lasciò andare ad un pianto vero e proprio. Nessuno avrebbe potuto supporre che sarebbe stato così anche per i suoi futuri anni, che avrebbe pianto per la perdita di una persona che oramai non sarebbe più potuta stare con lui.
 
Questo è il punteggio:



Grammatica: 10/10
Non ci sono errori grammaticali, complimenti!

Stile e lessico: 8,9/10
“E la sua borsetta era perlinata.” →mai iniziare una frase con “e” congiunzione. -0,1
“Il volto delle persone era estasiato, per lo più.” →sarebbe meglio “per lo più estasiato” -0,1
“Lei non lo sapeva. Ma Ginevra era il suo peccato personale.” →Queste due frasi andrebbero legate da una virgola. La seconda frase, lasciata così, non sta in piedi. -0,2
“La prima che venne a conoscenza di ciò che stava avvenendo, Sirius e Draco si sarebbero recati dal Preside e avrebbero dovuto tenere un certo decoro anche a causa della presenza del padre del ragazzo, fu Daphne.” →Questa frase è un po' contorta. Avresti potuto mettere le parentesi al posto delle virgole o posticipare l'incidentale e metterla dopo “Daphne” con i due punti. -0,2
“monaccia” →Errore di battitura, “minaccia”. -0,1
“Aveva già fatto qualche passo e Draco aveva già emesso un sospiro di contentezza pensando che il padre non si sarebbe più potuto accorgere di nulla, quando il padre posò gli occhi sul pavimento” →Ripetizione della parola “padre”. Sarebbe stato più fluido e corretto, secondo me, sostituirla con “egli” oppure “questo”. -0,2
“dell’all’erta” →Non mi piace molto questa successione di apostrofi, avresti potuto usare un'altra espressione. -0,1
“Sorrise, entrando nello scompartimento dei suoi amici, Serpeverde.” →Non ci va la virgola dopo “amici”. -0,1

Originalità: 5/5
Originale lo è! Non c'è dubbio!

Gradimento personale: 4/5
La tua storia mi è piaciuta, anche se ho trovato la coppia una cosa stranissima. Draco/Sirius sono una cosa che davvero non avevo mai immaginato. Ti ho tolto un punto al gradimento personale, perché ci sono stati dei tratti, nella storia, in cui non mi è piaciuto molto lo stile. Soprattutto l'inizio con quelle frasi così staccate. A me piacciono i periodi un po' più lunghi. Non mi sembrava corretto toglierti i punti nello stile, siccome da un punto di vista oggettivo sono frasi corrette.

Totale: 27,9/30
   
 
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