ANCH’IO
TI AMO
“Harry
no!” mi svegliai di soprassalto in un mare di sudore. Erano
le due del mattino e, come ogni notte nell’ultimo anno, mi
ero svegliata a
causa di quell’incubo, o meglio al ricordo di quella notte.
*
Era
la sera del mio compleanno e Harry aveva deciso di
farmi una sorpresa per festeggiare i miei diciotto anni.
Erano
circa le tre del mattino e io ed Harry stavamo
andando a casa dopo la festa che i ragazzi mi avevano organizzato.
Stavamo
andando verso Holmes Chapel, perché i suoi genitori ci
avevano prestato la casa
per il week-end.
Mancava
solo mezz’ora di viaggio ed eravamo appena
entrati nella cittadina, quando una volpe sbucò fuori dai
cespugli. Harry si
spaventò e la macchina uscì di strada.
Mi
svegliai in una stanza bianca, spoglia e vuota, se
non per il mio letto, un tavolino e una poltrona, occupata da qualcuno
che
dormiva. Speravo fosse Harry, ma la figura addormentata si mosse e si
rivelò
essere Niall, buon amico di Harry, ma anche ragazzo di Steph, la mia
migliore
amica.
Quando
si accorse che ero sveglia, mi si avvicinò e mi
sorrise
“Come
stai?”
“Bene…
credo. Dov’è Harry?”
“Ha
avuto un brutto trauma cranico nell’incidente
e…”
“È
morto?” chiesi intimorita
“No,
ma ti conviene venire con me” mi alzai lentamente
e, aiutata da Niall, mi diressi in una stanza della prognosi riservata.
Erano
tutti li: i suoi genitori, sua sorella, i ragazzi. Quando mi videro mi
vennero
tutti ad abbracciare, ma io volevo solo vedere lui.
Entrai
nella stanza e lo trovai coricato nel letto,
pallido, collegato ad una infinità di tubicini.
A
vederlo così mi venne un groppo in gola.
Andai
a sedermi vicino a lui e lo presi per mano. Aprì
leggermente gli occhi, quel tanto che bastava per vedermi; un leggero
sorriso
affiorò sulle sue labbra.
“Beth…
mi dispiace…”
“Shhh,
non dire niente. Non è colpa di nessuno, tanto
meno tua”
“E
invece si!… È colpa mia…”
stava facendo sempre più
fatica a respirare
“Non
è vero! E poi stai tranquillo, non ti
agitare…”
“Beth…
Non resisterò più molto a lungo… Me lo
sento…”
“Harry,
non dire così! Tu ce la farai! Vivrai ancora a
lungo! Con me! Con i nostri figli!”
“Beth…
Ti amo” Harry chiuse gli occhi e la sua stretta
si fece sempre più debole, finchè un bip continuo
non iniziò ad uscire dalla
macchina dell’elettrocardiogramma. Era morto.
“Harry
no!” iniziai a piangere e i ragazzi mi
portarono fuori dalla stanza.
*
Mi
alzai lentamente dal letto, mi vestii ed uscii di casa. Erano le
tre del mattino. Era passato esattamente un anno
dall’incidente.
Entrai
nel cimitero e andai verso la sua tomba. La riconobbi subito.
Le lettere d’oro del suo nome brillavano alla luce della luna.
HARRY
EDWARD STYLES
1-2-1994
12-7-2013
Accarezzai
la sua foto.
“Anch’io
ti amo”
SPAZIO
AUTRICE
Non
so neanche io perché ho scritto questa storia, ma
stavo facendo i compiti di matematica e mi è venuto
l’impulso di scriverla.
Spero vi possa piacere perché è la prima storia
che scrivo di questo tipo.
Fatemi
sapere cosa ne pensate
Brika
[: