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Autore: Flaine    18/08/2012    9 recensioni
Raccolta su fette di vita di ipotetiche famiglie di InaGo ♥
Tantissimo fluff e Gender Bending. Oh, e Nonsense.
Avrà più o meno sui venti capitoli, o almeno ci spero c:
Era da tantissimo che progettavo una raccolta del genere, spero di non deludere nessuno. ;v; -machitel'hachiesto-
~ ~ ~
#1. Il vero problema, pensava il marito, era che lo rincorreva gattonando, facendo un fracasso pazzesco e, la cosa peggiore, dimenticandosi la cioccolata sui fornelli.
#2. Concludeva sorridendo dolcemente il fratellone, che si irrigidiva subito quando il padre lo abbracciava facendogli le pernacchie sul collo, lamentandosi del fatto che ormai era un ometto e quelle cose erano per bambini piccoli.
#3. Una vecchia copia facilmente sostituibile, ecco a cosa pensava quando lo sentiva piangere.
~ ~ ~
Spero che vi piaccia e che non vi venga qualche caria. ♪
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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|| E poi avremo due bambini. Anzi tre. Ti ho già detto come li chiameremo?

// 1. E poi avremo due bambini. Anzi tre. Solo se il primo non è speciale.
A Debby.


Shirou adorava rincorrere Yukimura che gattonava in giro.
Il vero problema, pensava il marito, era che lo rincorreva gattonando, facendo un fracasso pazzesco e, la cosa peggiore, dimenticandosi la cioccolata sui fornelli.
Quella sarebbe ribollita come lava, facendo bolle e colando lungo tutta la tazza, che poi Kazemaru non sarebbe riuscito a prendere in mano.
Di conseguenza se la sarebbero cuccata tutta la moglie e il figlio.
Di conseguenza se la cuccavano sempre la moglie, che adorava metterci dentro marshmallows e farla esondare ancora di più e Hyouga, il cui bavaglino si sarebbe magicamente trasformato da un bel bianco neve appena lavato, profumato, stirato, rilavato, steso e agitato dal vento come una bandiera a uno splendido marroncino cioccolata calda esondata, contornandola con una risata.
E tutto sommato non era male.

Kazemaru sapeva esattamente come rendersi ridicolo davanti agli altri quando c’era di mezzo suo figlio. Cosa che Shirou adorava, di suo.
Così ogni tanto portava il bambino al lavoro, ed imitando quella che poteva essere la sua voce, gli prendeva una manina e salutava il papà, che subiva una metamorfosi immediata da uomo stressato dal carico di lavoro ad esemplare di papone tenero e coccoloso.
In mezzo a una cappa di gelo faceva salutare al piccolo –più serio del padre- tutti i colleghi che dapprima lo squadravano contrariato, poi venivano colpiti dal broncio adorabile del bambino e scappava un sorrisetto.

D’inverno Yukimura veniva imbottito come un’astronauta e partiva per strane avventure nella neve assieme alla mamma – più precisamente a fare l’angelo, ma Shirou pretendeva che fosse un’avventura perché era un figlio maschio.
Ichirouta li osservava sull’ingresso di casa loro, con la porta aperta, facendo saltellare fra le mani la famosa cioccolata calda –escandescente, meglio- della moglie.
Poi non resisteva e abbandonava il dolce vulcano sul bordo del balcone, andando a fare l’angelo più grande di tutti.

Yukimura gattonava dappertutto dopo quei pomeriggi, sembrava instancabile.
Ma quando Shirou non lo seguiva per ritrovarlo c’era una scia di neve che portava proprio al punto dove il figlio era improvvisamente caduto addormentato, come suo solito.
Prima era un bambino pieno di energia, strilli, bronci e corsette, poi frenava di botto e russava come il papà, anche se questo pretendeva che non fosse vero.
Un giorno ti registro così la smetti di negare, diceva in mezzo alle risatine, ma se ne scordava sempre.
Comunque, di tempo ne aveva, specialmente per registrarli assieme nel sonno, contorti in posizioni scomodissime e con un bel concertino cinghialesco di sottofondo.

***

Yukimura aveva il sorriso del papà, stringeva gli occhi ed allargava gli angoli delle labbra.
Aveva i capelli ingestibili della mamma, ma erano blu come quelli del papà.
Si lamentava spesso –a modo suo- come lo zio Atsuya, venendo poi rimproverato da zia Terumi che lo voleva divino e calmo.

La prima volta che Yukimura aveva detto mama, era perché lamentarsi del papà che russava.
La prima volta che aveva detto papà era allo stadio, ad un fallo di quello.
Poi aveva imparato a dire cioccolata, o meglio cocotata, e dalle urla del padre prendendola fra le mani , cioè scotta.

Yukimura era un piccolo leopardo delle nevi.
Dopotutto Hyouga era il loro sole e Kazemaru e Shirou i pianeti che gli ruotavano attorno, era il loro mondo.
Il loro mondo e il loro sole che non si sarebbe mai spento.





~ ~ ~
Non vomitate arcobaleni, ve ne prego. x''
Sugello un trionfale ritorno con una KazeFubu che progettavo di scrivere sin dagli albori della civilta'. (?) Oltre al fatto che fortunatamente era da qualche decennio che non postavo qualche schifezza. ~
Questa non e' una coppia famosa, ma io la adoro e me l'ha ficcata nella zucca Deb', una mita.
Deb', so che ti piace la KazeMiya, ma Miyasaka lo shippi anche con Maya, penso. E questa coppia me l'hai fatta conoscere tu. Spero ti sia piaciuta. :3

Non trovo nient'altro da dire perche' fa caldo e -potrei trovare altre mille giustificazioni- no, sono solo pigra :''
Un abbraccio spaccaossa, spero tanto vi sia piaciuta ♥
cha.

  
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