Fanfic su artisti musicali > Versailles
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Autore: Distress_And_Coma    19/08/2012    1 recensioni
Ho visto alcune foto del micino di Yuki, e mi è venuto in mente che quel micio è un trovatello.
Quindi ho scritto questa storiella, spero vi piaccia. Gradirei sapere che ne pensate.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Yuki e Mr. Socks…   


Ero uscito un po’ prima dallo studio di registrazione, volevo passare dal parco lì vicino.
Non avrei dovuto essere riconosciuto, mi ero calato sugli occhi i grandi occhiali da sole anni ’80 che mi ero portato dietro per ogni evenienza.
Stavo passando accanto al bidone della spazzatura.
Era molto pulito, così mi avvicinai per buttarci dentro l’ultima sigaretta fumata.
Fu allora che sentii “Miao”.
Era un miagolio continuo, quasi soffocato.
Poi s’interruppe.
Pensai “Bah, sarà solo uno scherzo”.
Ero un po’ stanco, così mi decisi per andare verso casa, quando sentii ancora quel miagolio.
Così mi decisi a guardare in mezzo al cumulo di scatole afflosciate l’una sull’altra accanto al bidone.
Dopo un po’ vidi due dolci e simpatici occhietti che mi guardavano.
Sentii ancora “miao”.
Quindi doveva essere un gattino.
Lo tirai fuori di lì, era molto magro.
Ed era minuscolo, avrà avuto si e no due mesi.
Me lo misi nella borsa ed andai al konbistore all’angolo della strada.
Comprai delle scatolette di cibo per gattini molto piccoli, pagai e tornai in fretta a casa.
Lo tirai fuori dalla borsa dopo essermi spogliato.
In un piattino misi del latte, e in poco tempo il gattino lo bevve tutto.
Gliene diedi per altre tre volte circa, poi in un altro piatto misi il cibo.
Divorò due scatolette.
Chi aveva abbandonato quel povero gattino avrebbe dovuto essere punito.
Era molto piccolo, con due grandi occhi verdi, tigrato, e sembrava avere dei calzini alle gambe, che erano tutte bianche.
Sentii qualcosa alla gamba: quella piccola palla di pelo mi si stava strusciando contro.
Scelsi di fargli il bagnetto.
Più o meno avrebbe dovuto essere la stessa cosa che con gli umani, no?
Quindi riempii il lavandino con dell’acqua calda, e inaspettatamente al gattino piacque quel bagnetto improvvisato.
Lo feci uscire di lì e lo asciugai, ora era di nuovo pulito.
Pensai che dovevo tenerlo con me, era così dolce…
Così scelsi di chiamarlo Mr. SOCKS.
Ed oggi è ancora sul mio grembo, a consolarmi per la fine dei Versailles…

 
 
 
                           
  
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