Preface. 

 

 

«La gioventù mi fu tenebroso uragano,

traversato qua e là da soli luminosi;

pioggia e tuono mi hanno fatto un tal danno,

che nell’orto mi restano pochi frutti rossi.

Eccomi ora giunto all’autunno delle idee,

e bisogna che afferri le pale e i rastrelli

per rimettere a punto le terre inondate,

dove l’acqua ha scavato buche come avelli.

E chi sa se quei nuovi fiori che ho sognato

in questo suolo, come un greto dilavato,

trovino il mistico alimento al lor vigore ?» *

                                                                                        

“Chi è là?”

Quella voce. Aveva qualcosa di familiare, qualcosa di nostalgico. Draco girò su se stesso cercando di fare minor rumore possibile, cercando di non destare sospetti da parte di quella voce. Un solo passo falso e tutta la fatica , tutte le fughe e il dolore, sarebbero stati vani. Chiuse gli occhi con forza pregando che il dolore al torace non lo costringesse ad emettere alcun fiato: la ferita era profonda. Poggiato con l’orecchio sul terriccio, sentì dei passi , cauti, avvicinarsi. Doveva pensare a qualcosa , o l’avrebbero scoperto.

“ Ti ho sentito! Vieni e fuori e combatti, codardo!”

Sempre quella voce familiare.  Lasciò che il suo respiro si regolarizzasse prima di riaprire gli occhi: il vicolo dove era riuscito a materializzarsi doveva essere abbastanza lontano dal centro, abbastanza sicuro. Se non fosse stato per quella voce . Altri passi. Non aveva la forza di materializzarsi, non ancora. Aveva speso molte energie durante l’ultima smaterializzazione e molto sangue. Quel pel di carota  non ci aveva pensato due volte prima di lanciarsi contro il giovane di casa Malfoy con un Cruciatus. Come se non ne avesse già ricevuti abbastanza . Altri passi. Draco Malfoy pregò che si facesse in fretta: preferiva di certo una morte veloce , piuttosto che una lenta agonia. Blaise, a questo pensava: sperava che il suo amico fosse riuscito a mettersi in salvo, a scappare. Per lui ormai, quella vocelasciava poche speranze. Una goccia d’acqua cadde prepotente sul suo viso, seguita da tante altre: pioggia. Un amaro scherzo del destino, forse? Depurare l’anima, avrebbe voluto farlo, un giorno. Ma gliene avrebbero dato la possibilità? Una fitta improvvisa al torace lo costrinse ad un movimento brusco. Sebbene fosse riuscito a soffocare un urlo di dolore, seppe che quel movimento lo aveva reso visibile.

“ Allora sei lì …”

Era la fine. Lo avevano trovato. Lo avrebbero ucciso, senza troppi convenevoli. Ne era certo. Chiuse gli occhi di nuovo, mentre sentiva le forze abbandonarlo. Quando li riaprì la vista si era annebbiata , e la testa gli faceva un male cane. Quanto sangue avrebbe dovuto perdere prima di morire? Quanto altro gliene restava? Il suo nobile sangue si stava mischiando con il terriccio, con il fango . Un mezzo sorriso illuminò il viso sofferente del giovane: che fosse questa la sua punizione? Diventare un sangue sporco in punto di morte? La vita si stava davvero prendendo gioco di lui. Poi qualcosa di ancora più assurdo si materializzò nel suo campo visivo. Di nuovo quella voce .

“ Malfoy!”

E la riconobbe. Riconobbe quella voce , la stessa voce  che avrebbe messo fine alla sua misera vita. Ironia della sorte, ancora una volta, una sangue sporco.

“ Sono andato bene, dopotutto. Sei sempre stata la mia preferita dei tre”

Furono le ultime parole che ebbe la forza di pronunciare. L’ultima cosa che vide furono gli occhi della Mezzosangue, l’oro fuso delle sue iridi lo avrebbero accompagnato all’oltretomba, pensò,

prima di chiudere gli occhi. Poi l’oblio lo inghiottì.

 

 

«O dolore! Dolore! Il Tempo mangia la vita,

e l’oscuro Nemico che ci rode nel cuore

del sangue che perdiamo cresce e fortifica»**